ancora mare, ancora sole
dopo una settimana di dolore e patimenti, riesco finalmente a mettere il naso fuori casa, e ci dirigiamo verso il mare, il sole ed il riposo, cosa che spera più LUI che io, visto che povero lui ha lavorato tutta la settimana, io ho solo sofferto.
questa volta ci siamo diretti verso Anzio, più vicino, rispetto al Circeo, ma comunque dotato di bandiera blu.
so che fa molto snob ma io al mare ci vado solo se posso fare il bagno e se l'acqua è sporca ed il fondo lercio io il bagno non lo faccio.
dovevamo partire presto , verso le dieci, ma come al solito non iusciamo mai ad essere svelti nelle nostre preparazioni mattutine quindi prima delle undici e mezza non siamo riusciti a metterci in macchina, ma che ci importa? siamo di vacanza e anche il viaggio fa parte della vacanza. abbiamo preso la pontina e poi la nettunense, per giungere alla "Città di Nerone" anche se ancora non ho approfondito su internet il perché di questa definizione.
la città è al quanto squallida, con palazzi scrostati anche nella zona che sembra più nuova, e si salva solo nella strada prospicente il porto, dove c'è un minimo di cura nella struttura dei palazzi e nel loro mantenimento. come ho visto in queste zone del Lazio il mare è quasi invisibile dalla strada costiera, coperto da palazzi e costruzioni, che ogni tanto si squarciano per permettere l'accesso alla spiaggia, tagli nei muri che permettono di filtrare verso il mare.
però devo ammettere che il mare merita: spiagge pulite dalla sabbia liscia e farinosa, acqua che, nonostante il vento forte che rendeva il mare agitato, permetteva di vedere quasi il fondo.
sono state quattro ore di splendido sole, con un vento leggero che permetteva di sopportare il caldo senza troppa fatica, di bagni abbastanza freddi da rinfrescare ma abbastanza caldi da non dare problemi nell'entrare. la spesa è stata anche abbastanza contenuta, con i suoi venti euro per un ombrellone, un lettino ed una sdraio. quattro ore di sole e di tranquillità che mi hanno ripagato i una settimana di dolore alle ossa, di mal di testa, di artrosi cervicale arrabbiata nera.
quando alla fine verso le quattro e mezza dei minacciosi nuvoloni neri si sono avvicinati al mare dall'entroterra siamo andati lentamente verso casa, e ci siamo fermati a visitare il cimitero dello sbarco di Anzio, con le sue tombe ordinate e bianche, con il suo tappeto di erba ben curata a ricordare il sacrificio di ragazzi stranieri per la nostra terra.
una passeggiata nella tranquillità ultraterrena della storia, per poi tornare allo stress moderato del ritorno verso casa, per una strada maledettamente tortuosa.
alla fine ci siamo premiati con una bella doccia calda e tanta crema dopo sole per coccolarci: una domenica di ricarico e di riposo.
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