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Visualizzazione dei post da giugno, 2007

un'altra bottiglia sul muro

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la situazione si fa seria. a volte mi domando se quando sono stata prodotta non hanno tirato sulle spese usando materiale di seconda tanto per tirare un poco sui costi. alla lunga lista di malanni più o meno gravi che mi assillano periodicamente, ora si è aggiunta una bella tendinite forte sulla mano già addolorata dal tunnel carpale, quindi eccomi con un bel guantino con interni in acciaio e strep alla moda. questo come se non bastasse mi causa grosse difficoltà di scrittura e mi rallenta in ogni maniera anche in casa dove qualsiasi cosa richiede immancabilmente l'uso di almeno due mani quando non ce ne vorrebbero di più. quindi eccomi qui, rallentata e addolorata, vagamente incavolata e sudata come pochi, con la fascia che sembra puzzare come se avesse dodici anni insomma una situazione idilliaca. in compenso in questo periodo al lavoro non si lavora, se mi passate il gioco di parole, quindi non affatico la mano più di tanto, anche se alla fine è lo stesso perché al computer non

attento a ciò che desideri...

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premetto che non vorrei essere tacciata di insensibilità, ma devo fare una affermazione che mi esce dal cuore: allora una giustizia esiste a questo mondo. dopo due anni di maledizioni, di accidenti e di auguri deleteri finalmente qualcuno ha dato fuoco al policlinico dove lavoro. Sono assolutamente dispiaciuta per lo scomodo che coinvolge tutti quei poveri pazienti che dovranno subire lo scomodi di un trasloco d'urgenza causa evacuazione d'urgenza; sono dispiaciuta per coloro che si sono spaventati, e che si sono preoccupati per se e per i propri parenti, ma credo proprio che quell'istituto, covo di vipere e di inciuci inestinguibili se lo sia meritato ampiamente. e pensare che la giornata era anche cominciata un poco... diciamo debolmente. nel senso che la parte debole era il mio intestino, che aveva iniziato con un tracollo mattutino che aveva continuato nella giornata con attacchi periodici che mi assalivano, ed assalgono per essere sincera, con tempi piuttosto brevi. sc

il blocco dello scrittore

siamo alle solite, ti ritrovi di fronte alla pagina bianca e cominci a dire, di che posso parlare? cosa ho da dire che abbia abbastanza significato da finire su un foglio magari rimanere nel tempo, essere riletto tra qualche giorno, mese o anno, e poi magari essere anche ricordato? il panico da foglio bianco è una cosa di cui sono ogni tanto, ogni spesso in effetti, vittima. quando devo scrivere di corsa un articolo che doveva essere consegnato già ieri, quando voglio cominciare un racconto che nella mia mente era così limpido che sembrava già ascritto, quando devo scrivere una pagina di questo blogger... è un problema che mi assale, come una paura sottile che mi stringe alla gola, un piccolo panico che non sempre riesco a superare indenne, e che spesso e volentieri mi lascia li, sola e senza difese di fronte a quello spazio infinito e soprattutto incolmabile. volendo vedere come oggi, che riempio il bianco di parole che spieghino perché riempio il bianco di parole che spiegano come ri

ghiacciolo mio amore

per un momento, ma solo per un momento sembrava che il caldo che ci attanaglia la gola volesse lasciarci respirare, ed invece eccomi di nuovo qua a cominciare a digitare in un bagno di sudore e calore che appanna gli occhiali e fa grondare la fronte. che argomento quindi trattare di più indicato dei gusti personali in fatto di dolci estivi? fino a qualche anno fa ero una grande estimatrice del gelato come la maggior parte della gente anche se ho sempre preferito in particolare i gelati alla frutta o al fior di latte. il mio gusto preferito in assoluto era la spagnola, anche se non so se ha lo stesso nome in ogni parte d'Italia. si tratta di fior di latte affogato nell'amarena, possibilmente con delle belle e succulente amarene candite sopra: la goduria ultima sono gli spaghetti all'amarena, con sopra il sugo di amarena e le ciliege che rotolano verso il basso. il massimo. poi sarà il caldo, sarà che ogni lustro si cambia gusto, sarà quel che sarà, ecco che sul fronte del

secondo giorno

Eccoci qua, sul posto di lavoro. A volte pare che nulla cambi nella vita, ci sono solo dei piccoli intermezzi che sembrano fondamentali, ma alla fine ti accorgi che sono solo momenti che non scalfiscono il monolitico scorrere sempre uguale delle cose. Tutto è esattamente come quando l'ho lasciato: gli stessi ritardi nel fare le cose, le stesse ostruzioni nello snellimento delle procedure, solo io mi sento nello stesso tempo più distaccata e più delicata di fronte a questa invariabilità. il distacco è stato necessario: non voglio stare ancora male per cose che non sono importanti per la mia vita se non a livello di conto in banca. non sono loro la mia vita, i miei affetti ed i miei interessi e quindi non devo permettergli, ed intendo loro come entità astratte comprendenti tutto il mio posto di lavoro, di ledere la mia tranquillità, di nuocermi, di farmi soffrire. purtroppo quello che è stato già fatto ha lasciato strascichi ed è per questo che mi sento ancora così fragile e delicata
Alla fine la data tanto temuta è giunta e ieri sono tornata al lavoro. Devo ammettere che è stata un'esperienza meno tremenda di quello che temevo ma le mie energie si sono comunque esaurite un modo rapidissimo, tanto che tornata a casa mi sono addormentata come un ciocco. La notte prima avevo avuto una serie di incubi che hanno costellato le poche ore che sono riuscita a dormire, ed erano tutti dello stesso tipo: mi infliggevo una serie di tagli sul braccio sinistro dal gomito al polso con un bisturi e poi camminavo per l'ospedale con il sangue che grondava dalla mano dove con un fazzoletto cercavo di tamponare la perdita ma in maniera la quanto poco efficente . ed ogni volta che riprendevo sonno ripartivo da quel punto, però la cosa che mi spaventava di più devo dire era che non sentivo tanto il dolore per quello che facevo quanto la rabbia che scemava proprio grazie a quello tanto che quasi ho desiderato, nei momenti di semi veglia che succedesse davvero. l' autolesioni

io non mi depilo le ascelle

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Io non mi depilo le ascelle. No è un manifesto, è una osservazione, una realtà assodata. Ne corro a depilarmi ogni quindici giorni le gambe, ne vado dal parrucchiere due volte al mese, anzi, saranno mesi che non mi faccio la tinta nemmeno da sola e devo dire che le mie tempie bianche si mescolano bene ai miei capelli rosso-castano chiaro. E non mi depilo le braccia ne mi vergogno troppo dei rotoli di ciccia che ogni tanto mi escono dal costume. non mi trucco spesso e soprattutto non lo faccio alle sei di mattina per andare al lavoro alle sette di mattina. Non ho un capo firmato in tutto il guardaroba e compro spesso i miei capi sui banchi del mercato, dove non costano più di 5 euro, e ne sono orgogliosa. Non mi faccio lampade ne vado dall'estetista, non compro accessori di marca ne spendo follie in creme per la pelle che tanto non userei. ho una raccolta varia di creme per il corpo che ogni tanto riciclo in regali per parenti ed amiche visto che io non ne uso. quindi che se ne dedu

Oggi ci sono io

Oggi ho deciso di prendermela calma, di dedicarmi a me stessa e di riposarmi. sono nervosa, perché sabato rientro al lavoro dopo tutto questo tempo di malattia e sono incerta su quello che troverò, sia come accoglienza da parte di persone che hanno manifestato quanto poco gli interessasse di me, sia per il lavoro che potrebbe essere diventato anche più pesante. Per questo mi sono detta, mi prendo questi ultimi giorni per me e mi dedico a me stessa. quindi sono andata a farmi le unghie dall'estetista qui all'angolo, parlando per due ore di cose di donne, cosa che devo ammettere non mi succede spesso, poi un bell'impacco ai capelli, un ber bruscaggio della pelle sia di schiena che di gambe, e più tardi mi farò anche i piedi. poi mi metterò di nuovo a lavorare a Cthulhu , lavorando ad una nuova avventura per le mie vittime che si sono divertite tanto in questa prima parte della vecchia avventura. sono qui che mi guardo le unghie lunghe come non le ho da tempo, belle,

Oggi ci sono io

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Oggi ho deciso di prendermela calma, di dedicarmi a me stessa e di riposarmi. sono nervosa, perché sabato rientro al lavoro dopo tutto questo tempo di malattia e sono incerta su quello che troverò, sia come accoglienza da parte di persone che hanno manifestato quanto poco gli interessasse di me, sia per il lavoro che potrebbe essere diventato anche più pesante. Per questo mi sono detta, mi prendo questi ultimi giorni per me e mi dedico a me stessa. quindi sono andata a farmi le unghie dall'estetista qui all'angolo, parlando per due ore di cose di donne, cosa che devo ammettere non mi succede spesso, poi un bell'impacco ai capelli, un ber bruscaggio della pelle sia di schiena che di gambe, e più tardi mi farò anche i piedi. poi mi metterò di nuovo a lavorare a Cthulhu , lavorando ad una nuova avventura per le mie vittime che si sono divertite tanto in questa prima parte della vecchia avventura. sono qui che mi guardo le unghie lunghe come non le ho da tempo, be

fai da te

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oggi sono presa dl sacro fuoco del fai da te quindi eccomi qui, armata di sega elettrica, trapano, martello e chiodi che armeggio nell'unico spazio che ho a disposizione, cioè la sala\camera da letto\libreria cioè l'unica camera della mia povera casetta. quale è il problema? c'è un gatto, un bel gattone nero come i miei che si aggira sul marciapiedi di fronte alle mie finestre. lui poverino non ha assolutamente nessuna colpa , ma purtroppo la sua vista rende isterica la mia piccolina, che diventa una furia e cerca di assalire gli altri due. quale è la soluzione? be, le tende sono inefficienti , visto che i gatti possono passare tranquillamente dietro alle tende e possono andare ad affacciarsi. la cosa era per loro favolosa, perché oltre a poter prendere il sole, il maschio chiamava la gente per strada per farsi fare le coccole, da vera star quale è, ma da quando il gatto ha cominciato le sue passeggiate mi è toccato tenere continuamente le tapparelle abbassate. quindi? l

incidenti casalinghi

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Oggi parlo di un argomento che di solito non occupa certo il centro dei miei pensieri. Gli incidenti casalinghi sono una cosa di cui tutti abbiamo sentito parlare ma non credo che le altre donne abbiano fatto più attenzione di quanto ne abbia fatta io fino ad oggi sull'argomento. In fondo si tratta di una di quelle situazioni in cui si pensa, a me non può succedere, io sto così poco a casa, e poi faccio attenzione, non può assolutamente succedere. allora com'è che anche noi alla fine siamo vittime, almeno una volta di questa sciagura? un sacco di persone e di siti e di esperti non fa altro che dirci che dobbiamo fare attenzione a questo o quell'elettrodomestico, alla cera, ai pavimenti bagnati, ed io di solito ci sto anche attenta poi succede l'inevitabile. sono li che lavoro tranquilla, sulla mia avventura , anche perché sabato è il grande giorno ed io dovrò essere al mio meglio, quando, mentre sono li che non trovo gli occhiali da lettura e che mi agito per casa