TELEFONINI E MACCHINE: CONNUBBIO PERICOLOSO

giuro, io ci provo ad essere una persona paziente, a sopportare le umane stramberie che mi circondano, ma le situazioni reiterate mi urtano più di quanto la mia capacità di conciliazione riesca a tamponare. e così eccomi qui a lamentarmi di un'altra abitudine brutta e nociva dell'automobilista medio romano.
credo che tutti guardandosi attorno si saranno accorti di quanti di quelli che guidano vicino a noi hanno una mano all'orecchio, e non precisamente per grattarselo.
il cellulare è un oggetto che purtroppo è diventato necessario per la maggior parte di noi, tanto che se si esce senza o ci si sente persi, o si ricevono sgridate da amici e parenti che, inevitabilmente ci hanno cercato proprio quando non avevano il cel vicino.
proprio per questa indispensabilità dell'oggetto, spesso e volentieri quando siamo in macchina suona e il nostro istinto ci porta a rispondere alla chiamata, il che non sarebbe nemmeno male se non ci rendesse immediatamente celebrolesi, oltre che ad essere vietato dalla legge. ma questa seconda cosa sembra non preoccupare la maggior parte delle persone che gira tranquilla con il cellulare all'orecchio, chiacchierando come non ci fosse una domani.
il che non mi darebbe troppa noia, al di la di urtare il mio senso di responsabilità civica, se non fosse che sembrano ridursi immediatamente a dei decerebrati tetraplegici, andando improvvisamente ad una velocità che trasforma la macchina in un ostacolo mobile, invece che in un mezzo. oltre tutto non si peritano certo di tagliare strade, di curvare dove non avevano segnalato, di passare da una corsia all'altra senza segnalare, di inchiodare e ripartire senza curarsi del fatto che ci siano altri sulla strada.
un comportamento che a volte mi fa dispiacere molto che nella mia auto non ci sia di dotazione una doppia postazione di lancio per missili terra terra.
oggi però sembra che una nuova coscienza sociale si stia facendo spazio in alcuni di questi soggetti, che pare abbiano deciso di adeguarsi a quella che dovrebbe essere la normativa in merito al rispondere al cellulare, ma intendendola secondo le loro limitate capacità di comprensione.
parlo di limitate capacità perché non posso credere che delle persone normali farebbero quello che ho visto fare a loro.
si perché ho visto cose che voi umani non potete immaginare: macchine ferme in mezzo alla strada, in curva, all'imbocco di una strada consolare. macchine ferme in mezzo alla corsia in strade in cui al massimo passano due macchine strette strette. macchine che improvvisamente frenano a rischi tamponamento, per parlare al telefono, ignorando il fatto che dietro di loro si sia formata improvvisamente la coda.
ora.
parliamone.
è vero che la normativa dice che ci si deve fermare per rispondere al telefono ma vediamo in che termini.
la legge parla chiaramente del fatto che il cellulare deve essere utilizzato in macchina solo mediante ausili come il vivavoce o gli auricolari, meglio se Bluetooth in maniera che non ci siano fili che impediscano una guida sciolta. se però si è sprovvisti di questi ausili la normativa prevede che il conducente accosti e si fermi il tempo necessario a rispondere.
questo accosti e si fermi è stato male interpretato da queste persone di cui sopra, perché accosti e si fermi, implica che non si sia di intralcio alla pubblica circolazione, come lo si sarebbe se si rispondesse al telefono guidando (vedi sopra).
invece questi geni del motore, si fermano, si, ma dove capita, infischiandosene bellamente della circolazione pubblica, anzi, irritandosi anche se qualcuno si azzarda a dire qualcosa sul loro modo di essersi fermati. sarebbe così semplice fare in modo che la circolazione fluisse tranquilla e serena, basterebbe semplicemente rispettare due semplici condizioni: seguire la normativa vigente in tema di circolazione, e fare in modo di non fare agli altri quello che non si vuole che venga fatto a noi. questo renderebbe tutto molto più semplice.
basta uscire dall'Italia per vedere come una circolazione attenta e ubbidiente alle norme renda le città meno caotiche e agitate. ho avuto la gioia di guidare in una città piena e vitale come Londra, che a Roma, non ha nulla da invidiare, in tema di traffico, ma ogni macchina seguiva le indicazioni stradali, si allineava nella corsia che riguardava la sua direzione, si metteva correttamente in coda ai semafori o agli stop, rispettava i segnali di stop e quelli pedonali. insomma non sembrava così impossibile guidare seguendo le regole stradali. la cosa migliore era che i bobby, i vigili urbani inglesi, non erano come in Italia, che saltano fuori solo a fine mese, quando si deve fare il conto delle multe fatte, per fare cumulo. nono. li le multe fioccano come se ne dipendesse la loro stessa vita. guai a mettere la macchina in doppia fila, a correre, a fare i gaggi per strada. li come al solito c'è la certezza della pena, che in Italia manca. perché anche da noi ci sono leggi, ma tanto non c'è nessuno a cui frega niente di farle rispettare quindi perché farlo?
la conclusione è tristemente la solita. siamo in Italia, dove a nessuno frega niente di migliorare, di essere come sono gli altri, perché ci sentiamo migliori, i più fighi, mentre in realtà non siamo che una popolazione di barbari che non riescono a rispettare la propria patria ne a rispettarsi tra di loro e che per questo vivono nella sporcizia e nel caos. che tristezza.
besos

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