CARMELA RUSSO UN ARCHEOLOGA CHE AMAVA LA FANTASCIENZA

Guardando la data dell'ultimo post mi rendo conto che era un anno che non tornavo a scrivere, un po per pigrizia, un po perché è diventato così facile aver sempre qualcosa di cui lamentarsi che mi sembrava quasi un parlarmi addosso venire qui e scrivere sempre le stesse cose. poi ci sono state cose nella mia vita, cose dolorose, che mi hanno spinta a chiudermi in me per un po, a lasciar fuori solo le spine, per evitare che troppi avessero voglia di pungersi per venirmi a chiedere come stavo, domanda così stupida, se sto in quelle condizioni non sto sicuramente bene no?
e poi succedono cose di cui hai bisogno di parlare, e devi per forza riaprire i contatti, rientrare nel giro per farlo.
ed anche se non è piacevole riapro i contatti salutando qualcuno, per sempre.

quando l'ho conosciuta non posso dire che mi sia stata subito simpatica, con quel suo modo di fare anche troppo energetico, ma un po retrò, come una vecchia zia che si aggira tra le sedie della sala criticandoti per il rossetto di troppo, che ai suoi tempi...
in realtà era una persona molto colta, e molto solare, piena di vita e di voglia di viverla.
si presentava subito come Carmen Russo, solo per il gusto di vedere la faccia di chi non credeva vero quel nome associato ad altro corpo nella mente dei più. per me da anni invece Carmen Russo era quella donna, bassa, pienotta, che si muoveva veloce e parlava a mitraglia se le davi il via, specialmente se si trattava di archeologia. si perché lei era archeologa, dalla testa ai piedi. una delle migliori gite del gruppo, che purtroppo ho mancato, ma che mi hanno raccontato, presso il museo archeologico di Torino, fu guidata da lei, che spiegò per filo e per segno tutto quello che c'era da vedere, facendo entrare tutti in posti che non sono concessi ai più solitamente.
non eravamo amiche, anche se oramai di questo termine si fa un uso ed un abuso, grazie a social come facebook che ti indicano amico di caio e di sempronio, senza discernere se caio è solo un nome mentre sempronio è tuo fratello.
eravamo buone conoscenti. ci vedevamo una volta l'anno per i cinque giorni della convention, ci frequentavamo parlavamo, mangiavamo assieme o ci salutavamo semplicemente. finita la convention ciao ciao ed al prossimo anno. però la conoscevo, sapevo il suo valore, ne seguivo il procedere in questa vita tramite amici, ed amici di amici, come facciamo sempre noi che siamo parte di una famiglia allargata che ha il nome di DS1, o come almeno cerchiamo di fare..
sapevo che insegnava a roma, che era una mente brillante, che russava forte quando dormiva, che se attaccava a parlare del suo campo, come ho già detto, non la finiva più e che amava la fantascienza come tutti noi. che quando era con noi per quei cinque giorni era felice di essere assieme a noi come noi eravamo felici che ci fosse.
quando salutavi tutti entrando, lei era uno di quei visi che ti aspettavi di vedere, che salutavi per nome e da cui ti informavi su come era andato l'anno trascorso.
ieri notte ha chiuso gli occhi, e si è arresa a qualcosa che la stava mangiando da dentro, oramai da un po. qualcosa di cui non aveva voluto parlare con nessuno, che si era tenuta dentro, e, a detta della sorella, con cui non aveva voluto nemmeno combattere.
questo mi ha stupito, perché da una come lei mi sarei aspettata una guerra senza tregua, all'ultimo respiro. invece ha chiuso gli occhi e se n'è andata.
quando l'anno prossimo ci incontreremo di nuovo, lei sarà un'altro nome che si andrà ad aggiungere a quelli della famiglia che ci hanno lasciati, un'altro viso che ci mancherà quando ci guarderemo attorno durante l'ora di pranzo, o in una conferenza.
e ci mancherà.

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