prima ero depressa, prima stavo per soccombere sotto il dolore della perdita. perché di perdita si tratta. quella che ero prima oramai non è che un doloroso ricordo che assume sempre nuove tinte. la donna che ero prima, la donna autonoma, autosufficente, che lavorando e costruendo si era fatta da sola, quella donna che poteva fare quello che voleva perché nulla è impossibile con pazienza, voglia e tempo, quella donna oramai non è che il fantasma di se stessa.
ed il dolore, il rimpianto, lo struggimento stavano per travolgermi.
ora non più.
perché ora sono arrabbiata.
sono così arrabbiata che vorrei uccidere, dilaniare, distruggere.
sono arrabbiata contro questa situazione, sono arrabbiata perché quello che facevo prima non riesco più a farlo, sono furiosa perché mi è stato tolto qualcosa che avevo messo tanto ad ottenere.
la mia vita ha avuto una partenza lunghissima, e per ottenere quello che volevo ci ho messo il doppio di quello che ci mettono di solito gli altri. ma con molta fatica dopo trent'anni, finalmente avevo una casa, un lavoro, una famiglia, degli interessi soddisfacenti, degli amici interessati, una vita piena e soddisfacente.
ci ero riuscita finalmente. e quando finalmente cominciavo a godermi quella vita per cui ho lottato trent'anni, una vita che desideravo e che vedevo sempre lontana, ma che alla fina ero riuscita ad ottenere, quando oramai finalmente potevo bere dal calice degli dei, quello che ho bevuto era veleno.
perché la mia stessa vita ora sembra fuggirmi dalle dita, il mio corpo mi viene meno, mi tradisce ora che vorrei fosse al pieno delle funzioni. ora che vorrei poter fare tanto il mio corpo non riesce a fare nemmeno la metà di quello che vorrei. l'impulso è li, vivo e presente, la voglia è forte e prepotente, ma poi il corpo è fiacco, dolente, insensibile agli stimoli. si accascia, cade, cede di fronte allo sforzo. la forza di spirito che prima mi spingeva avanti e mi permetteva di superare i miei ostacoli, i miei dolori, i miei limiti, ora non basta più.
e sono furiosa.
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