Amara terra nostra

siamo alle solite. sono quasi annoiata da me stessa ma che devo fare, quello che vedo mi fa arrabbiare e quello che mi fa arrabbiare da qualche parte lo devo pur dire no? in fondo questo blog è nato proprio per raccogliere i miei pensieri.
oggi sono andata con i miei sacchetti di sporcizia differenziata ai cassonetti, e mi sono trovata di fronte al solito, desolante, spettacolo. il cassonetto del vetro e metallo traboccante di sacchetti ricolmi, il che farebbe imbestialire solo contro la raccolta che avviene troppo di rado, ma anche di libri vecchi e un ombrello sporgente come una bandiera al degrado.
i cassonetti della indifferenziata aperti come bocche sul fetore, semivuoti, ed il loro contenuto estratto a forza dai soliti zingari che muniti di gancio si dilettano ad estrarre tutto il contenuto del cassonetto, squarciando i sacchetti e lasciando il loro contenuto ammucchiato li per terra, a spargere il loro sporco che qualcun altro aveva sparso ovunque. non mi palate del fatto che dicendo questo sembro razzista: se il fatto di vedere quasi giornalmente quelle donne
con i gonnelloni e le trecce lunghe, un odore che non c'entra nulla con la razza, ma solo con la mancanza di pulizia, visto che puzzano esattamente come il barbone che dorme di fronte alla cardio da anni, ed è un italiano doc, se questo fatto, legato al loro lavoro di svuotamento dei cassonetti mentre i loro pargoli pascolano in mezzo a quella stessa immondizia, be allora forse sono un po razzista.

è una cosa disgustosa dover camminare in mezzo a quella piccola discarica senza che ci sia un solo maledetto vigile quando lo si cerca. e non venitemi a dire perché non gli dici qualcosa tu. io sono un donna, cammino anche male, e loro non sono mai soli, si muovono in gruppi di tre o quattro, basta guardarsi attorno per vederne una ferma tra le macchine poco più in la che chiede

l'elemosina ed un altro che stà raccattando la frutta al mercato.
va be, non stavamo parlando di loro ma del fatto che, anche per loro questa città è una discarica a cielo aperto: il cassonetto della carta è l'ultimo e da li spuntano sacchetti di plastica piena di giornali: è così difficile capire che non si deve buttare la carta e la plastica assieme? così difficile mettere via i sacchetti di carta che ci vengono dati quando si fa la spesa o shopping per poi usarli per metterci la carta in casa?
mia madre sostene che "voi a Roma vivete nella sporcizia" e a volte purtroppo mi sento di darle ragione. quando mi capita di andare da lei o di andare a Milano, Brescia i cassonetti sono pulii, svuotati con regolarità, non parliamo del paesino dove vive lei, che essendo piccolo ha la raccolta differenziata porta a porta e non ha quasi più cassonetti in giro per la città, solo nella piazza centrale per i turisti.
perché lassù si e qui no? perché non riusciamo ad impegnarci in una cosa così semplice come la raccolta differenziata? ho sentito le scuse più differenti: non so dove mettere i sacchetti, mi puzzano in casa, è una scocciatura, mica posso perderci tutto quel tempo...
ma non lo si fa anche per noi stessi in fondo? e se si hanno dei figli non lo si fa anche per loro? io non ne ho, ma faccio la raccolta differenziata da anni, compreso l'umido che qui era raccolto solo vicino al mercato, prima. e ho una casa piccolina. ma basta organizzarsi: all'ingresso ho il sacchetto di carta della carta, messo in un angolo ed in cucina l'umido e l'indifferenziata. alla porta della cucina è appesa la sacca della plastica metallo e del vetro che lavo in modo che non puzzi.
eppure non mi sento certo brava per questo o particolarmente impegnata.
è solo che è la giusta cosa da fare.

Commenti

Post popolari in questo blog

gli attrezzi del fai da te

MARGHERITA HACK LA DONNA DELLE STELLE

Lettera ad una madre mai affrontata