un giorno nella vita... tutto cambia

oggi è successa una cosa che mi ha dato da pensare.
come al solito ero nel mio "ufficio" dalla mattina alle sette e mezzo a fare nulla, come tutte le mattine (so che sembra assurdo, ma sto aspettando in ansia che mi assegnino al mio nuovo posto di lavoro perché alla lunga non avere nulla da fare rompe...) quando improvvisamente per i corridoi si è sentito un suono che non si sente fortunatamente spesso.
l'allarme urgenza è stato schiacciato nei reparti.
in un secondo praticamente chiunque avesse un camice addosso si è precipitato verso le scale che portavano al secondo piano, ai reparti per andare ad aiutare nell'emergenza ( si era arrestata una signora che era ricoverata in attesa di intervento)
io come gli altri sono scattata in piedi e mi sono precipitata verso le scale, come ho sempre fatto negli ultimi dodici, tredici anni della mia vita, ma mi sono fermata all'imbocco alle scale, guardando i vari medici che salivano, cardiologi, cardiochirurghi che mi guardavano incuriositi, salutandomi rapidamente e continuando a salire.
nello stesso momento so che giù in sala operatoria stavano velocemente attrezzandosi per un possibile intervento in urgenza quindi alcuni miei colleghi stavano montando e riempiendo la pompa mentre altri stavano scegliendo delle cannule adatte a un'urgenza quindi di misura standard, per entrare in pompa al volo.
con la mente potevo vedere il trambusto che c'era in quel momento attorno al letto della paziente, con medici impegnati a praticare un massaggio, altri intenti a somministrare farmaci, infermieri li attorno che cercano una vena, che spostano materiale, che portano farmaci, vociare, medici che guardano ed altri magari che si preparano nel caso si debba intervenire direttamente li in reparto ( può succedere in casi estremi anche se di solito si interviene direttamente solo in terapia intensiva non in reparto).
ed in tutto questo io sono rimasta ferma li, all'imbocco della scala, perché io ormai in tutto questo non ho più un ruolo, una funzione.
se fino a qualche mese fa mi avessero detto che al suono di quella sirena non avrei più dovuto scattare mi sarei sentita sollevata perché sentivo una tensione infinita quando quel suono scattava e si doveva fare tutto il più rapidamente possibile, al meglio per essere pronti ed attivi in qualunque evenienza, correndo ma avendo ben preciso lo scopo del correre, cercando di non intralciare gli altri e di essere efficenti.
ed ora che quello che speravo allora si è avverato sento come un vuoto dentro, come se avessi perso il mio ruolo e non ne avessi un'altro, il che è vero.
forse quando avrò cominciato un nuovo lavoro, veramente cominciato, quando avrò un ruolo non sentirò più questo vuoto all'interno, sostituirò il compito che ho sempre svolto con un'altro che magari mi darà anche più soddisfazione, che magari sentirò anche più mio.
però ora guardo tutti che si precipitano e sento come una sorta di nostalgia dentro, qualcosa, una parte di me che vorrebbe correre su per quella scala, mentre l'altra mi guarda e si chiede se io sia matta.
sono in un momento veramente confuso della mia vita, in cui non so nemmeno come sto, e se sono contenta di quello che ho ottenuto.
so che le cose cambieranno presto ma ancora non so bene come e cosa voglio veramente, o forse lo so ma devo ancora abituarmi alla cosa.
come è difficile a volte la vita.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ti lascio un abbraccio. Sono sicura che questa fase di "ristrutturazione" della tua vita ti porterà nuovi ruoli e soddisfazioni e sono sicura che "non hai finito di essere utile".
Hai tanto da dare, sia professionalmente, sia umanamente.
Leggendoti mi è parso di essere lì con te, ho percepito quel vuoto di cui parlavi. A volte mi chiedo perché non scrivi... sai trasmettere molto e non sei "contaminata" dagli "obblighi" editoriali in fatto di stile, virgole e, scusami il termine, minchiate varie. Sei brava, emozioni, trasmetti. Sono certa che ci sia ancora molto in serbo per te.
Carolina

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