il vivere civile, retaggio atavico.
a volte mi chiedo veramente se sia io ad avere una mentalità troppo chiusa, troppo negli schemi. eppure mi sento molto meno legata e costretta di altri, LUI ad esempio è molto più rigido di me, eppure di fronte a certe cose sembro anche io inchiodata ed impalata come un burattino.
parlo di cose varie che vedo ogni giorno e che mi fanno arrabbiare, perché basterebbe veramente poco per evitare di rendere irritati gli organi sessuali del prossimo (leggi girare le palle).
cose come il collega che proprio non riesce a capire che l'orario di lavoro è 7-13 e che puntualmente arriva verso le otto, otto e un quarto e che a chi gli dice qualcosa ti risponde "ma tanto non si comincia a lavorare fino alle nove! che vengo a fare prima?" ma che capperi, se l'orario è quello è quello, se fino alle nove ti devi fissare intensamente l'ombelico per cercare il tuo centro interiore sono problemi che non mi riguardano, trovati qualcosa da fare, ma se l'orario è quello è quello, anche perché magari oggi lo passi a fare una beneamata tutto il giorno, ma domani, io ho lavorato tutta notte e non devo essere costretto a telefonarti per farmi dare il cambio in orario altrimenti ringhio come un cane con la rabbia.
oppure dell'impiegato che nel corridoio sta nel cubicolo di destra e siccome ha caldo accende il suo pinguino ma siccome non ha uno sbocco da cui far uscire il tubo dell'aria calda lo posiziona nel corridoio senza preoccuparsi minimamente del fatto che così facendo lui sta al fresco ma chiunque si affacci in quel maledetto corridoio oltre al caldo infinito di questi giorni si becca anche quello sputato dal suo cavolo di condizionatore essiccandosi come uno stoccafisso appeso ad affumicare. e guai a disturbarlo, perché sta lavorando, lui, mica noi. certo perché noi siamo qui a passare l'aria ed è giusto che si muoia tutti a sua maggior gloria.
oppure del classico che riesce a posteggiare in seconda fila dietro la tua macchina anche alle sette di mattina, e tu devi andare a cercare chi è quella anima santa chiedendogli se può toglierti quella £$%$£ di macchina dal culo prima che tu faccia retromarcia sulla sua fiancata una decina di volte. e lui non solo magari si fa trovare con difficoltà ma alle tue rimostranze ti risponde anche " e quante storie! manco tu nun l'avessi mai fatto!!" (notare l'italiano).
NO!
io non l'ho mai fatto. e quell'unica volta nell'ultimo anno in cui ho lasciato la macchina in doppia fila è stato per me un tale stress che ho passato tutto il tempo vicino alla porta della posta dove ero, accanto alla macchina, nel terrore che mi suonassero, il padrone della macchia dietro a cui ero dovesse uscire, non ci passassero gli altri, ed infine, dopo ben trenta minuti di palpitazione non ce l'ho fatta più ed ho preso la macchina per andare a cercare un posteggio tanto di tempi morti in posta, all'ora del cambio , ce n'è un cimitero intero. non lo faccio perché odio quando lo fanno a me, non lo faccio perché non trovo giusto che qualcuno che ha cercato un posteggio si ritrovi a non potersi muovere quando caspita gli pare perché io non ho avuto voglia di cercare un posteggio, non lo faccio perché NON é GIUSTO!
oggi si tende a vedere le cose giuste solo quando sono a nostro favore, ma non è così, e la gente se ne rende conto sempre meno. il vecchio detto che la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri si è tramutato in " la mia libertà non finisce fino a che non lo decido io, e gli altri si fottano".
se mi fermo a far passare il pedone sulle strisce mi suonano perché intralcio la strada, ma se il pedone passa ovunque nella strada va bene a tutti. se sono in fila al semaforo qualcuno deve dimostrare che è più furbo/intelligente/grosso passandomi di fronte e fermandosi oltre la linea dello stop e mai nessuno che lo centri in pieno sfondandogli la macchina come gli auguro con tutto il cuore.
se sono in fila alla posta c'è sempre la vecchina che vuole passare davanti perché è invalida/malata/con la pressione bassa. senza contare che a parte me con il bastone, che comunque ho un'età in cui posso anche pensare di farla passare, il resto dell'utenza ha un'età media di 123 anni e accampa esattamente le stesse pretese/proteste per passare davanti l'uno all'altro, creando il caos ad ogni bib di cambio numero.
tutti pensano di avere diritto a pretendere per se ogni agevolazione, ogni possibile deroga dalle regole, ogni disponibile occhio chiuso che si riesca a trovare. nessuno pensa al fatto che se tutti si stesse un po meglio perchè tutti si segue le regole del vivere civile sarebbe più facile andare avanti, ma solo al fatto che se io oggi sto bene si fotta il domani e chi vive all'intorno.
sono una persona vecchio stile, che fa passare le persone con poche cose al supermercato se ho una grossa spesa, che si ferma alle strisce e fa passare i pedoni, anche se poi quando non sono sulle strisce gli suono e non li faccio passare, mi fermo agli incroci e lascio la precedenza, arrivo in orario ad appuntamenti e al lavoro, anche a costo di scapicollarmi per farlo, sorrido alla gente e ringrazio quando qualcuno fa qualcosa per me, anche se gli ho chiesto io di farla, per il semplice motivo che ha fatto un di più per farlo ed è giusto ringraziare.
e mi sento sola a volte.
non sono l'unica, lo so , ce ne sono altre di persone che ancora rispettano le norme del vivere civile, ma sono sempre più rade, ed in mezzo alla folla si riesce a sentirsi soli.
e questo è veramente triste.
triste perché quando sarò vecchia, ci saranno ancora ragazzi che di fronte al mio arrancare col carrello mi lasceranno passare se ho due cose? che mi faranno passare sulle strisce senza tentare di fare ammazza l'orso col vecchietto? che mi permetteranno di vivere anche se invado il loro, infinito, spazio vitale?
parlo di cose varie che vedo ogni giorno e che mi fanno arrabbiare, perché basterebbe veramente poco per evitare di rendere irritati gli organi sessuali del prossimo (leggi girare le palle).
cose come il collega che proprio non riesce a capire che l'orario di lavoro è 7-13 e che puntualmente arriva verso le otto, otto e un quarto e che a chi gli dice qualcosa ti risponde "ma tanto non si comincia a lavorare fino alle nove! che vengo a fare prima?" ma che capperi, se l'orario è quello è quello, se fino alle nove ti devi fissare intensamente l'ombelico per cercare il tuo centro interiore sono problemi che non mi riguardano, trovati qualcosa da fare, ma se l'orario è quello è quello, anche perché magari oggi lo passi a fare una beneamata tutto il giorno, ma domani, io ho lavorato tutta notte e non devo essere costretto a telefonarti per farmi dare il cambio in orario altrimenti ringhio come un cane con la rabbia.
oppure dell'impiegato che nel corridoio sta nel cubicolo di destra e siccome ha caldo accende il suo pinguino ma siccome non ha uno sbocco da cui far uscire il tubo dell'aria calda lo posiziona nel corridoio senza preoccuparsi minimamente del fatto che così facendo lui sta al fresco ma chiunque si affacci in quel maledetto corridoio oltre al caldo infinito di questi giorni si becca anche quello sputato dal suo cavolo di condizionatore essiccandosi come uno stoccafisso appeso ad affumicare. e guai a disturbarlo, perché sta lavorando, lui, mica noi. certo perché noi siamo qui a passare l'aria ed è giusto che si muoia tutti a sua maggior gloria.
oppure del classico che riesce a posteggiare in seconda fila dietro la tua macchina anche alle sette di mattina, e tu devi andare a cercare chi è quella anima santa chiedendogli se può toglierti quella £$%$£ di macchina dal culo prima che tu faccia retromarcia sulla sua fiancata una decina di volte. e lui non solo magari si fa trovare con difficoltà ma alle tue rimostranze ti risponde anche " e quante storie! manco tu nun l'avessi mai fatto!!" (notare l'italiano).
NO!
io non l'ho mai fatto. e quell'unica volta nell'ultimo anno in cui ho lasciato la macchina in doppia fila è stato per me un tale stress che ho passato tutto il tempo vicino alla porta della posta dove ero, accanto alla macchina, nel terrore che mi suonassero, il padrone della macchia dietro a cui ero dovesse uscire, non ci passassero gli altri, ed infine, dopo ben trenta minuti di palpitazione non ce l'ho fatta più ed ho preso la macchina per andare a cercare un posteggio tanto di tempi morti in posta, all'ora del cambio , ce n'è un cimitero intero. non lo faccio perché odio quando lo fanno a me, non lo faccio perché non trovo giusto che qualcuno che ha cercato un posteggio si ritrovi a non potersi muovere quando caspita gli pare perché io non ho avuto voglia di cercare un posteggio, non lo faccio perché NON é GIUSTO!
oggi si tende a vedere le cose giuste solo quando sono a nostro favore, ma non è così, e la gente se ne rende conto sempre meno. il vecchio detto che la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri si è tramutato in " la mia libertà non finisce fino a che non lo decido io, e gli altri si fottano".
se mi fermo a far passare il pedone sulle strisce mi suonano perché intralcio la strada, ma se il pedone passa ovunque nella strada va bene a tutti. se sono in fila al semaforo qualcuno deve dimostrare che è più furbo/intelligente/grosso passandomi di fronte e fermandosi oltre la linea dello stop e mai nessuno che lo centri in pieno sfondandogli la macchina come gli auguro con tutto il cuore.
se sono in fila alla posta c'è sempre la vecchina che vuole passare davanti perché è invalida/malata/con la pressione bassa. senza contare che a parte me con il bastone, che comunque ho un'età in cui posso anche pensare di farla passare, il resto dell'utenza ha un'età media di 123 anni e accampa esattamente le stesse pretese/proteste per passare davanti l'uno all'altro, creando il caos ad ogni bib di cambio numero.
tutti pensano di avere diritto a pretendere per se ogni agevolazione, ogni possibile deroga dalle regole, ogni disponibile occhio chiuso che si riesca a trovare. nessuno pensa al fatto che se tutti si stesse un po meglio perchè tutti si segue le regole del vivere civile sarebbe più facile andare avanti, ma solo al fatto che se io oggi sto bene si fotta il domani e chi vive all'intorno.
sono una persona vecchio stile, che fa passare le persone con poche cose al supermercato se ho una grossa spesa, che si ferma alle strisce e fa passare i pedoni, anche se poi quando non sono sulle strisce gli suono e non li faccio passare, mi fermo agli incroci e lascio la precedenza, arrivo in orario ad appuntamenti e al lavoro, anche a costo di scapicollarmi per farlo, sorrido alla gente e ringrazio quando qualcuno fa qualcosa per me, anche se gli ho chiesto io di farla, per il semplice motivo che ha fatto un di più per farlo ed è giusto ringraziare.
e mi sento sola a volte.
non sono l'unica, lo so , ce ne sono altre di persone che ancora rispettano le norme del vivere civile, ma sono sempre più rade, ed in mezzo alla folla si riesce a sentirsi soli.
e questo è veramente triste.
triste perché quando sarò vecchia, ci saranno ancora ragazzi che di fronte al mio arrancare col carrello mi lasceranno passare se ho due cose? che mi faranno passare sulle strisce senza tentare di fare ammazza l'orso col vecchietto? che mi permetteranno di vivere anche se invado il loro, infinito, spazio vitale?
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