UN NUOVO ANTICO AMORE
quello di cui parlo è un amore particolare, non l'amore che si può provare per una persona, un amore che può anche segnarti ma che per sua natura è di solito, specie in giovane età, transitorio.
no. l'amore di cui parlo è l'amore totale, incondizionato, speciale che ti lega a qualcosa di intangibile di irraggiungibile, di impossibile e che ti rimane per sempre custodito dentro, intatto, puro ed immutato nonostante il trascorrere del tempo,le delusioni, i mutamenti e l'età.
per me quell'amore arrivò nel 1980, il 6 febbraio, quando per la prima volta trasmisero in Italia un telefilm che era strano, particolare, magnifico. quando i miei occhi di giovanee quindicenne alla ricerca di esempi e di certezze si posarono su quello strampalato quarantasettenne riccio, pazzo con quella smisurata sciarpa al collo, fu amore a prima vista. lì persi completamente il lume della ragione e consegnai il mio piccolo cuore di amante del fantastico al Doctor who, e non ad uno generico, ma a quello interpretato da Ton Baker, che mi conquistò completamente e si rapì il mio amore in eterno.
voi direte, e come voi lo disse anche mia madre, che si tratta di una cosa ridicola, che oltre tutto si può dire tutto di Tom tranne che fosse un bell'uomo, che si trattava di una serie fatta veramente con due soldi anche se all'epoca era una cosa fantascientifica: tutto vero, non posso darvi torto. ciò non toglie che per me ancora oggi lui sia uno degli uomini più belli del pianeta che ancora mi fa battere il cuore e bagnare il ciglio di commozione quando riguardo uno di quei vecchi episodi.
ogni volta che rivedo una sua immagine, una statuetta, un filmato, una intervista con il Tom Baker di allora il mio smisurato, pazzo amore di allora riaffiora integro e infinito, pronto ad esplodermi nel petto come un petardo. per anni non ho nemmeno saputo che esistesse tutta una sequela di dottori che nell'arco di quaranta cinque anni si sono succeduti in varie incarnazioni, ed anche quando l'ho saputo per me uno ed uno solo è rimasto il MIO dottore, quello che per me era la quinta essenza del doctor Who, e che avrebbe potuto portarmi con se in capo al mondo solo schioccando le dita. ricordo ancora la trepidazione con cui attendevo le puntate trasmesse dalla RAI, la passione con cui non perdevo una sola parola, l'adorazione con cui guardavo quello strano sorriso, a tutti denti, quegli occhi sempre pronti a sorridere, quello smisurato naso. ricordo che mi feci a mano una improbabile, inguardabile, lunghissima sciarpa completamente rosa, perché allora il concetto di fedeltà alla riproduzione non era nemmeno lontanamente nel mio cervello, ed andavo in giro con un buffo cappello in panno floscio blu, immaginando di assomigliare al mio grande amore. e non che lo facessi in privato. ho una foto di una protesta studentesca in cui ero anche rappresentante in cui sono bardata con quella sciarpa e con quel cappello: e non rinnego un solo attimo di quel che feci, anzi se portò, cercherò di rifarmi la sciarpa, questa volta rimanendo fedele all'alternanza dei colori, perché in me quella fiamma non si è mai spenta.
per un lungo periodo si era sopita, purtroppo, perché altre cose si erano accavallate nella mia vita, altre passioni, altri amori, ma il primo, quello che ha messo il suo marchio a fuoco nel mio animo non è mai stato soppiantato, ed improvvisamente, un paio di settimane fa...
LUI, per scusarsi di uno spavento che mi aveva fatto prendere ha deciso di farmi un regalo, e mi ha scaricato, cercandole come un disperato alcune delle puntate trasmesse in Italia.
è stato come se una lama avesse lacerato un velo steso sul fuoco per tanti anni, facendo di nuovo divampare le fiamme alte ed indomabili.
so che state pensando, signori l'abbiamo persa, questi sono discorsi da pazza, e sono perfettamente d'accordo, sono discorsi da pazza, e lo so, ma non mi importa assolutamente nulla, perché so anche che sono assolutamente veri e che nulla di quanto ho detto riesce a dare la forza, la grandezza di quello che sento quando rivedo quelle immagini in bianco e nero.
quello che mi consola è che so che c'è altra gente che ha la mia stessa pazzia, forse non per lo stesso personaggio, forse non per la stessa idea, ma che nella sua adolescenza è stata marchiata a fuoco da qualcosa, da qualcuno, di assolutamente lontano ed intangibile ma che ha evocato un tale trasporto che possono passare mille anni e nulla della sua grandezza va perduto: questo mi fa sentire meno sola e mi spinge a parlarne perché a volte ci sono cose così grandi che hanno bisogno di venire fuori, di essere comunicate al mondo, anche quando il mondo non capisce.
e temo che prossimamente sarete spesso messi al corrente di nuove mie scoperte, ricerche e creazioni che riguardano questo mio immenso amore.
per me quell'amore arrivò nel 1980, il 6 febbraio, quando per la prima volta trasmisero in Italia un telefilm che era strano, particolare, magnifico. quando i miei occhi di giovanee quindicenne alla ricerca di esempi e di certezze si posarono su quello strampalato quarantasettenne riccio, pazzo con quella smisurata sciarpa al collo, fu amore a prima vista. lì persi completamente il lume della ragione e consegnai il mio piccolo cuore di amante del fantastico al Doctor who, e non ad uno generico, ma a quello interpretato da Ton Baker, che mi conquistò completamente e si rapì il mio amore in eterno.
voi direte, e come voi lo disse anche mia madre, che si tratta di una cosa ridicola, che oltre tutto si può dire tutto di Tom tranne che fosse un bell'uomo, che si trattava di una serie fatta veramente con due soldi anche se all'epoca era una cosa fantascientifica: tutto vero, non posso darvi torto. ciò non toglie che per me ancora oggi lui sia uno degli uomini più belli del pianeta che ancora mi fa battere il cuore e bagnare il ciglio di commozione quando riguardo uno di quei vecchi episodi.
ogni volta che rivedo una sua immagine, una statuetta, un filmato, una intervista con il Tom Baker di allora il mio smisurato, pazzo amore di allora riaffiora integro e infinito, pronto ad esplodermi nel petto come un petardo. per anni non ho nemmeno saputo che esistesse tutta una sequela di dottori che nell'arco di quaranta cinque anni si sono succeduti in varie incarnazioni, ed anche quando l'ho saputo per me uno ed uno solo è rimasto il MIO dottore, quello che per me era la quinta essenza del doctor Who, e che avrebbe potuto portarmi con se in capo al mondo solo schioccando le dita. ricordo ancora la trepidazione con cui attendevo le puntate trasmesse dalla RAI, la passione con cui non perdevo una sola parola, l'adorazione con cui guardavo quello strano sorriso, a tutti denti, quegli occhi sempre pronti a sorridere, quello smisurato naso. ricordo che mi feci a mano una improbabile, inguardabile, lunghissima sciarpa completamente rosa, perché allora il concetto di fedeltà alla riproduzione non era nemmeno lontanamente nel mio cervello, ed andavo in giro con un buffo cappello in panno floscio blu, immaginando di assomigliare al mio grande amore. e non che lo facessi in privato. ho una foto di una protesta studentesca in cui ero anche rappresentante in cui sono bardata con quella sciarpa e con quel cappello: e non rinnego un solo attimo di quel che feci, anzi se portò, cercherò di rifarmi la sciarpa, questa volta rimanendo fedele all'alternanza dei colori, perché in me quella fiamma non si è mai spenta.
per un lungo periodo si era sopita, purtroppo, perché altre cose si erano accavallate nella mia vita, altre passioni, altri amori, ma il primo, quello che ha messo il suo marchio a fuoco nel mio animo non è mai stato soppiantato, ed improvvisamente, un paio di settimane fa...
LUI, per scusarsi di uno spavento che mi aveva fatto prendere ha deciso di farmi un regalo, e mi ha scaricato, cercandole come un disperato alcune delle puntate trasmesse in Italia.
è stato come se una lama avesse lacerato un velo steso sul fuoco per tanti anni, facendo di nuovo divampare le fiamme alte ed indomabili.
so che state pensando, signori l'abbiamo persa, questi sono discorsi da pazza, e sono perfettamente d'accordo, sono discorsi da pazza, e lo so, ma non mi importa assolutamente nulla, perché so anche che sono assolutamente veri e che nulla di quanto ho detto riesce a dare la forza, la grandezza di quello che sento quando rivedo quelle immagini in bianco e nero.
quello che mi consola è che so che c'è altra gente che ha la mia stessa pazzia, forse non per lo stesso personaggio, forse non per la stessa idea, ma che nella sua adolescenza è stata marchiata a fuoco da qualcosa, da qualcuno, di assolutamente lontano ed intangibile ma che ha evocato un tale trasporto che possono passare mille anni e nulla della sua grandezza va perduto: questo mi fa sentire meno sola e mi spinge a parlarne perché a volte ci sono cose così grandi che hanno bisogno di venire fuori, di essere comunicate al mondo, anche quando il mondo non capisce.
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