Lettera ad una madre mai affrontata
ciao mamma.
ci sono molte cose che nella vita avrei voluto chiederti, molti momenti in cui mi hai fatto male, magari senza volere, e di cui avrei voluto chiederti la ragione, molte situazioni in cui avrei voluto sapere cosa in me non andava e perché, ma di cui non ho mai avuto il coraggio di chiederti, intimorita dal fatto di farti male, di non soddisfare le tue aspettative, di non essere all'altezza.
ma più di ogni altra una oggi mi salta alla bocca con tanto desiderio che vorrei potertelo gridare, invece di scrivertelo in un oscuro blog, letto da pochi e conosciuto da meno, certamente lontano dal tuo occhio telematico che di questo non ha mai saputo nulla.
vorrei chiederti perché per tutta la vita mi hai detto che desideravi tanto far si che io riuscissi un giorno a farmi una vita mia, con dei miei spazzi ed una mia famiglia, e poi dal giorno dopo in cui, oramai circa tredici anni fa me ne andai da casa tu hai cominciato un lento e sistematico lavoro per cancellare ogni traccia della mia esistenza da casa tua.
hai preso la mia vita, trent'anni di cose, di libri, di amore e di sogni, e li hai chiusi un po alla volta in degli scatoloni, hai eliminato il mio letto, riutilizzato i miei scaffali, eliminato i miei capi di abbigliamento, distrutto quello che avevo costruito in maniera lenta e decisa. oggi ti ho sentito e mi hai detto che le ultime cose che erano rimaste in quella che era la mia stanza, sarebbero presto state trasferite in magazzino, perché li occupavano spazio. quella era la mia stanza: io ho litigato con mio padre per ottenerla, me la sono ristrutturata da sola, con le mie mani, ho rifatto muri che cadevano a pezzi, messo su un impianto elettrico, dipinto, costruito i mobili, arredato quella stanza tutto da sola, con il vostro disappunto forse, ma senza chiedere nulla. ed ora? di quello che ero io in quella stanza, in quella casa cosa è rimasto?
hai deciso che avevi bisogno di uno studio ed hai smantellato tutto, senza chiedermi qualcosa, senza nemmeno comunicarmelo, senza rispetto per me e per i miei ricordi. quando sono venuta a trovarti le cose erano fatte, sparite in anonimi scatoloni ammonticchiati senza ordine e logica in un angolo della stanza, per fare spazio a te ed ai tuoi bisogni.
poi non ti bastava ancora e mi hai sollecitato di volta in volta a portarmi via quello che potevo ed ora, non contenta del fatto che vivendo in un piccolo appartamento non ho potuto traghettarvi la mia vita in toto, hai deciso che tanto se la mia vita finisce in un magazzino in cui piove non mi avrebbe poi dato noia più di tanto. se oggi non ti avessi telefonato me lo avresti detto? no, non credo. mi sarei trovata nuovamente di fronte al fatto compiuto, e per te sarebbe stato nulla di più emozionante del rimuoversi un brufolo noioso dal naso.
nemmeno un po di considerazione per me, per la mia sensibilità, per la mia vita che stai sfrattando senza tante cerimonie dalla vostra.
sono vostra figlia, si, mi volete bene, ma in fondo sono ingombrante e occupo il vostro spazio vitale a quanto pare.
a volte vorrei sapere quando nella mia vita ti ho fatto qualcosa di così grave da punirmi solo per il fatto di esistere, al punto di cancellarmi dalla vostra vita fisica, con tanta disinvoltura.
ci sono molte cose che nella vita avrei voluto chiederti, molti momenti in cui mi hai fatto male, magari senza volere, e di cui avrei voluto chiederti la ragione, molte situazioni in cui avrei voluto sapere cosa in me non andava e perché, ma di cui non ho mai avuto il coraggio di chiederti, intimorita dal fatto di farti male, di non soddisfare le tue aspettative, di non essere all'altezza.
ma più di ogni altra una oggi mi salta alla bocca con tanto desiderio che vorrei potertelo gridare, invece di scrivertelo in un oscuro blog, letto da pochi e conosciuto da meno, certamente lontano dal tuo occhio telematico che di questo non ha mai saputo nulla.
vorrei chiederti perché per tutta la vita mi hai detto che desideravi tanto far si che io riuscissi un giorno a farmi una vita mia, con dei miei spazzi ed una mia famiglia, e poi dal giorno dopo in cui, oramai circa tredici anni fa me ne andai da casa tu hai cominciato un lento e sistematico lavoro per cancellare ogni traccia della mia esistenza da casa tua.
hai preso la mia vita, trent'anni di cose, di libri, di amore e di sogni, e li hai chiusi un po alla volta in degli scatoloni, hai eliminato il mio letto, riutilizzato i miei scaffali, eliminato i miei capi di abbigliamento, distrutto quello che avevo costruito in maniera lenta e decisa. oggi ti ho sentito e mi hai detto che le ultime cose che erano rimaste in quella che era la mia stanza, sarebbero presto state trasferite in magazzino, perché li occupavano spazio. quella era la mia stanza: io ho litigato con mio padre per ottenerla, me la sono ristrutturata da sola, con le mie mani, ho rifatto muri che cadevano a pezzi, messo su un impianto elettrico, dipinto, costruito i mobili, arredato quella stanza tutto da sola, con il vostro disappunto forse, ma senza chiedere nulla. ed ora? di quello che ero io in quella stanza, in quella casa cosa è rimasto?
hai deciso che avevi bisogno di uno studio ed hai smantellato tutto, senza chiedermi qualcosa, senza nemmeno comunicarmelo, senza rispetto per me e per i miei ricordi. quando sono venuta a trovarti le cose erano fatte, sparite in anonimi scatoloni ammonticchiati senza ordine e logica in un angolo della stanza, per fare spazio a te ed ai tuoi bisogni.
poi non ti bastava ancora e mi hai sollecitato di volta in volta a portarmi via quello che potevo ed ora, non contenta del fatto che vivendo in un piccolo appartamento non ho potuto traghettarvi la mia vita in toto, hai deciso che tanto se la mia vita finisce in un magazzino in cui piove non mi avrebbe poi dato noia più di tanto. se oggi non ti avessi telefonato me lo avresti detto? no, non credo. mi sarei trovata nuovamente di fronte al fatto compiuto, e per te sarebbe stato nulla di più emozionante del rimuoversi un brufolo noioso dal naso.
nemmeno un po di considerazione per me, per la mia sensibilità, per la mia vita che stai sfrattando senza tante cerimonie dalla vostra.
sono vostra figlia, si, mi volete bene, ma in fondo sono ingombrante e occupo il vostro spazio vitale a quanto pare.
a volte vorrei sapere quando nella mia vita ti ho fatto qualcosa di così grave da punirmi solo per il fatto di esistere, al punto di cancellarmi dalla vostra vita fisica, con tanta disinvoltura.
Commenti
PERO' LA VERITA' NON SCRIVERLA! MA DILLA A TE STESSA NEL TUO CUORE
quando qualcuno chiude le porte dietro di te, non è detto che lo faccia solo fisicamente, ma è come se cancellasse un po anche la tua presenza nella sua vita, non è una questione di stanza: per te è normale che la tua vita venga cancellata da quella dei tuoi genitori? se si , non abbiamo punti di discussione.
ho trovato per caso questa tua lettera e devo dirti che sono rimasta molto turbata...
Non so la tua età, ma credo tu abbia sofferto tanto...ti assicuro però che non sei la sola. Nella tua lettera ho rivissuto tanto la mia di vita. Io sono madre di due splendide ragazze, e tante volte spero e mi auguro di non commettere gli stessi errori dei miei genitori, ma so che spesso più hai odiato alcuni comportamenti dei genitori e più purtroppo li hai ereditati.
Anch'io più volte mi sono sentita un peso per i miei genitori, soprattutto per mia madre, una madre che non ricordo se mi ha mai dato un bacio sulle guance, una madre che non ricordo se mi ha mai stretta tra le sue braccia, una madre che sicuramente mi ha voluto e mi vuole bene, ma non ha mai saputo dimostrarmelo e di questo io ne soffro tanto. Quando vado a trovarla mi dà l'impressione che non sono gradita,di me e dei mie ricordi dell'infanzia ha cancellato tutto subito...che tristezza però...
Mi chiedo se si rendono conto del male che possono fare...
Un abbraccio
Vi garantisco che non siete le uniche a vivere un'esperienza del genere
Appena sposata la mia stanza è diventata la cabina armadio di mia madre tutti i miei ricordi buttati senza chiedermi neppure il permesso una madre assente bambina capricciosa e sono tanto arrabbiata con lei perché lei da bambina cresciuta con una matrigna ha sofferto le pene dell'inferno ma io che sono sua figlia mi tratta peggio
Non da consigli spettegola ma poi quando ha bisogno perché deve affrontare un piccolo intervento o altro la sottoscritta viene cercata perché gli deve fare da badante e le mie sorelle dove sono? La mia coscenza mi ha portato a diventare il suo zerbino ma ora basta ho 40 anni ora raccogliete ciò che avete seminato HO DA FARE ACCUDIRE VOI VOSTRA MADRE! CATTIVA? NO È SOPRAVVIVENZA