OBBIEZIONE O NON OBBIEZIONE

tornano di nuovo alla ribalta i diritti di tutti di decidere l'uso che le donne devono fare del nloro utero. questa volta a livello politico e lavorativo.
lo spunto per questa discussione è dato dal San Camillo Forlanini, un ospedale tra i più vecchi di Roma, che per ovviare ad una carenza cronica di medici chirurghi non obbiettori che possano praticare aborti, hanno bandito un concorso per l'assunzione di 2 chirurgi NON OBBIETTORI da assumere. i due medici sono stati individuati ed assunti, in attesa di entrare al lavoro, e per i primi otto mesi non potranno in alcun modo rivedere la loro posizione, pena il licenziamento.
apriti cielo.
si è alzata la voce dei giudici, dell'associazione medici, della chiesa, del ministro della salute. tutti a tuonare su questa scelta della regione Lazio che ha permesso questo bando. ad urlare di come i diritti del lavoratore sono stati in qualche maniera lesi, del fatto che la stessa legge 194 indica il rispetto per l'obbiezione del medico..

allora vogliamo dare anche un suggerimento oltre che protestare??
si perché una donna che si rivolge all'ospedale per un aborto non lo fa certo perché quel giorno non sapeva cosa fare. lo fa perché alle spalle ci sono tutta una serie di decisioni, di problematiche, di dolorose riflessioni che l'hanno portata a questo passo. o peggio ancora le coercizioni di chi, la obbliga a rimanere incinta e che, se non può ricevere una assistenza pubblica, minaccia di metterla in mano alle mammare.

purtroppo oggi come oggi negli ospedali italiani, soprattutto dal centro nord in giù, ci si ritrova di fronte ad un muro di gomma che rimbalza una povera paziente da un ospedale all'altro.
la sua unica speranza è che si avveri una congiunzione astrale per cui un medico chirurgo non obbiettore, sia di turno assieme ad un medico anestesista non obbiettore, ed a due o tre infermieri non obbiettori, che tutti assieme, nello stesso turno, e che siano liberi per assistere la donna nel suo aborto. e calcolando che abbiamo un bel 85% di obbiettori nei nostri ospedali, con picchi del 94 nel sud, mentre si scende ad un accettabile 15/25 nel nord, questa congiunzione astrale diventa un miraggio in molti ospedali della nostra penisola.



l'aborto per le donne è un diritto in Italia da quasi quarant'anni, grazie alla legge 194, che recita 
"...L’interruzione della gravidanza è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale tra quelli indicati nell'articolo 20 della legge 12 febbraio 1968, numero 132, il quale verifica anche l’inesistenza di controindicazioni sanitarie. Gli interventi possono essere altresì praticati presso gli ospedali pubblici specializzati, gli istituti ed enti di cui all'articolo 1, penultimo comma, della legge 12 febbraio 1968, n. 132, e le istituzioni di cui alla legge 26 novembre 1973, numero 817, ed al decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1958, n. 754, sempre che i rispettivi organi di gestione ne facciano richiesta. Nei primi novanta giorni l’interruzione della gravidanza può essere praticata anche presso case di cura autorizzate dalla regione, fornite di requisiti igienico-sanitari e di adeguati servizi ostetrico-ginecologici...."  
una delle obiezioni che vengono sollevate da chi si appella all'obbiezione è che la stessa legge garantisce anche il diritto all'obiezione, il che è vero , ma se da una parte dice 
"...Il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l’interruzione della gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione...."
subito sotto , nello stesso paragrafo dice anche 
"...Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale. L’obiezione di coscienza non può essere invocata dal personale sanitario, ed esercente le attività ausiliarie quando, data la particolarità delle circostanze, il loro personale intervento è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo...."

il brutto è che ancora oggi, nel 2017, siamo l'unica nazione che permette ad un'altra di dettare le leggi che la governano.
 ancora oggi il governo italiano permette che il vaticano, a tutti gli effetti uno stato straniero nel cuore della capitale italiana con le sue leggi e le sue proprietà in cui non permette ingerenza allo stato italiano, abbia invece ampio accesso alle nostre camere di potere e decida cosa deve essere permesso e cosa no nelle leggi promulgate per la gestione dell'Italia. I nostri politici permettono che la chiesa si arroghi il diritto di decidere sulla morale delle nostre leggi e sulla libertà dei nostri cittadini, permettono che le politiche siano influenzate da una visione clericale che in uno stato laico dovrebbero essere messe al bando.
e noi donne, che agli occhi di questo stato religioso, siamo sempre state quelle più schiavizzate, quelle a cui non deve essere permesso di decidere in autonomia nemmeno del loro corpo, siamo quelle che pagano la cifra più alta di questa sudditanza.

vogliamo tornare a cinquant'anni fa? a quando il 90% degli aborti erano clandestini, svolti con i metodi più inumani, in ambienti sporchi e pericolosi? a quando le mammare aspettavano, come ragni nel proprio buco, le donne disperate, pronte a farsi infilare una stampella di metallo nell'utero per estirpare quella vita da loro, rischiando anche la propria; a quando il 15/25% degli aborti avevano complicazioni gravi che portavano anche alla morte della donna? 

oggi il ministero della sanità sbandiera orgogliosa le cifre di una diminuzione degli aborti, vantandosi del fatto che siano scesi al di sotto dei 100 mila nel 2014; senza menzionare che questo trend di discesa è ormai un meccanismo che è entrato in funzione da anni, e senza nemmeno dire che negli ultimi due anni c'è anche un aumento preoccupante del ritorno all'aborto clandestino conosciuto, ne che le comunità cinese e nigeriana si rivolgono sempre meno agli ospedali per richiedere l'interruzione di gravidanza. 
e tutta questa cultura sotterranea dell'aborto clandestino, che la ministra Lorenzin dice non aumentare, in realtà non è correttamente conteggiabile, perché se una volta erano le mammare che procedevano con l'intervento e quindi bene o male era possibile conteggiare le donne che si rivolgevano alla loro azione, oggi basta un click sul PC, sul cellulare, basta due passi alla stazione, ed eccoti proprietaria di un kit per l'aborto fai da te che ti permetterà di procedere con un aborto clandestino e non contabilizzatile da un modello matematico che è stato ideato prima del 2005 e che non tiene assolutamente conto dei tanti cambiamenti che ci sono stati nella nostra società.
ed alla fine chiudiamo gli occhi e non vogliamo sapere di quelle donne fragili che si arrendono di fronte alle difficoltà trovate nelle strutture pubbliche, che procedono all'aborto nel silenzio e nella solitudine della propria abitazione, senza assistenza medica, senza la sicurezza che il farmaco non sia nocivo, e soprattutto senza la tutela per il feto che a quel punto può anche aver superato i 90 giorni, tanto non c'è nessuno a controllare.
purtroppo invece molte donne finiscono all'ospedale per gli effetti nocivi di questi farmaci che possono produrre violente emorragie, forti dolori addominali, contrazioni violente. ed alla domanda del medico adducono la giustificazione dell'aborto spontaneo, sfuggendo quindi al conteggio dei clandestini e falsando le statistiche.
e questo buco di rilevazione favorisce anche l'insorgenza e l'aumento di una moda tremenda che tra le prostitute straniere purtroppo viene imposto dai papponi: la moda per cui agli uomini che pagano gradiscono sempre più fare sesso con donne incinte. a questo fine quelle povere donne, quelle che a tutti gli effetti sono schiave del sesso, vengono costrette a portare avanti delle gravidanze che non vorrebbero, vengono costrette a fare sesso fino a quando non diventa un problema, e poi vengono indotte all'aborto mediante medicinali, che chiaramente vanno ad agire anche su di un feto che ha superato abbondantemente i primi novanta giorni, e che spesso nasce morto per le difficoltà, per le botte e per il farmaco che risulta sicuramente dannoso per la vita del piccolo. e non andiamo ad indagare su quello che succede se invece non nasce morto perché si aprirebbe un nuovo pozzo che ci vorrebbero pagine e pagine per sviscerare.

che dobbiamo fare allora noi, che magari non dobbiamo ne abbiamo mai dovuto abortire?
dobbiamo ricordare che siamo donne anche noi, e che se siamo state fortunate non ci dobbiamo sentire superiori, perché poteva bastare un nulla per ritrovarci anche noi di fronte a quel problemi. dobbiamo chiedere a grande voce che i nostri diritti non vengano messi in forse dalla decisione di chi non ha il diritto e non deve avere il diritto di decidere per noi, sulla nostra disposizione alla maternità o meno.
chiediamo che venga rispettato il nostro diritto ad abortire in sicurezza e protette dal servizio sanitario statale.
chiediamo che l'obbiezione non diventi un facile mezzo per fare carriera, o un escamotage per non ritrovarsi in situazioni noiose, come a volte capita di fronti a dottori che fanno gli obbiettori nel pubblico e se ne dimenticano nelle case di cura private (ma anche questa è un'altra storia)

ed in chiusura una cosa che magari sembra non entrare nel discorso ma che invece ne è la base.
chiediamo che ai nostri figli venga insegnata l'educazione sessuale, in maniera chiara e comprensibile, dalle scuole medie in poi. perché una popolazione cosciente e consapevole permetterebbe veramente una diminuzione degli aborti, consentirebbe una vita sessuale più pensata e consapevole, permetterebbe la conoscenza delle meccaniche di fecondazione e le tecniche utili all'impedirla.
insomma se finalmente avessimo una sana educazione sessuale, avremmo una sana e consapevole vita sessuale ed una conseguente conoscenza
dei sistemi contraccettivi che impedirebbero il pericolo di rimanere incinte.

e con questo è tutto
besos

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