psicodramma

è tanto che non scrivo, persa nei miei personali mutamenti, nei problemi di tutti i giorni, nella rabbia che si accumula e che non trova uno sfogo. sono giorni, mesi, anni, di rincorrersi, di cercarsi e non riuscire a trovarsi.
cerco soprattutto, sempre un motivo nuovo che mi spinga ad andare avanti, una voglia, una spinta, qualcosa che giustifici il continuo arrancare verso un futuro che si prospetta anche più difficile dei quello che non sia il presente.
nuvole basse all'orizonte, non promettono pioggia ma densa afa ed io sono così stanca.
procedo un po senza bussola, andando dove mi spinge la brezza e sperando di procedere e non di tornare indietro.
oggi è anche caldo, quel caldo struggente, che ti entra nelle ossa e spreme ogni goccia di sudore dal tuo corpo.
non mi guardo spesso, non mi piaccio più, di nuovo. non riesco a stare con me, e non riesco a stare senza di me.
e non sembra che nessuno di quelli che dovrebbe abbia voglia di aiutarmi.
sono stanca di prendere medicine che dovrebbbero aiutarmi e che invece non mi sembra facciano nulla per migliorare il mio stato.
sono solo stanca, depressa ed arrabbiata.
o si quello soprattutto.
provo tanta rabbia, continuamente rabbia, odio a volte.
e contro tutto e tutti.
la rabbia mi cuoce a fuoco vivo, e mi consuma le energie. anche perchè brucia dentro, e non esce, perchè non cè un albero da bruciare, ma una foresta che mi blocca il passo.
ho voglia di acqua. di fresche onde che mi cullano e mi rilassano, che per un poco mi solleticano l'anima senza farmi pensare continuamente.
solo le onde, la spiaggia e il cielo.
nulla a cui pensare, nulla da dire, il silenzio del riposo.
ma qui il silenzio non esiste. anche le notti sono rumorose, piene di grida di suoni, di ingombrante presenza umana.
vorrei l'isolamento, vero, completo, non quello del carcere, che isola in mezzo a mille presenze che premono sulla tua coscienza.
voglio la solitudine, il silenzio del vento, kilomentri di nulla attorno a me, non sono pazza, non voglio la cruda sopravvivenza, voglio le comodità della civiltà, con il mondo alla portata di un clic, ma vorrei poter non fare quel clic ed essere nel vuoto solare, un'isola, una barca, una piattaforma abbandonata da ristrutturare.
un piccolo paradiso personale.
perchè tutto è legato al denaro? perchè la gioia dell'assoluamente soli si può avere solo con il peso dell'assolutamente ricchi?
la testa scoppia, domande, parole senza senso, idee senza capo ne coda, e dolore. un coctail esplosivo, provalo e poi mi dirai.
oggi ho il nulla, tra le mani, e nessuna voglia, se non dormire, o forse nemmeno quella.
avessi la forza e la tenacia giocherei, mi annullerei in un cybermondo di divertimento e di sfogo, potrei sparare, picchiare a morte qualcuno e mi sentirei comunque pulita perhè nessuna colpa mi macchierebbe. ma il caldo mi debilita, e dalle finestre di casa onde tremolanti di calore investono la stanza, senza lasciare speranza.
avanti miei prodi, oggi è un buon giorno per soffrire.

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