tag:blogger.com,1999:blog-23510260838614183122024-02-20T20:26:22.157+01:00KIKKA IN VISTAA volte non so di che parlare, a volte ho troppo da dire. voglio provare a mettere su foglio quello che passa per la mia testa, si tratti di gioco, di lavoro o di amori. Spero che qualcosa restiUnknownnoreply@blogger.comBlogger308125tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-20928637662657399842021-04-30T18:40:00.000+02:002021-04-30T18:40:09.439+02:00CALAMITY JANE LA PRIMA DONNA PISTOLERO DELLA STORIA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcQo5J0h65ZP7fERw2hyphenhyphen1NsO8tw43hO0TVqqxOMLYRpDDjcA0DqD-TVjWOSQyoHnlkvZ6RUSi0b-yH5wHZsDhszrX9jQsxh-NB5YbLErVK75md5NodR7b2HZhLn88nxhiVpMFB4rsY1FkK/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcQo5J0h65ZP7fERw2hyphenhyphen1NsO8tw43hO0TVqqxOMLYRpDDjcA0DqD-TVjWOSQyoHnlkvZ6RUSi0b-yH5wHZsDhszrX9jQsxh-NB5YbLErVK75md5NodR7b2HZhLn88nxhiVpMFB4rsY1FkK/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"> Salve gente, eccomi di nuovo tra voi. Oggi facciamo un lungo salto all'indietro nel tempo, e cambiamo anche completamente stile. Se fino ad oggi ci siamo occupate di scienziate di vario genere oggi parleremo di un genere completamente diverso di donna.</div><p></p><p style="text-align: justify;"><b>Oggi parleremo di Calamity Jane.</b></p><p style="text-align: justify;">Nata a Princeton, nel Missiuri, nel lontano 1852, Martha Jane Canary - Burke, vide morire la madre</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51NZcmLciGL._SX332_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="334" height="320" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51NZcmLciGL._SX332_BO1,204,203,200_.jpg" width="214" /></a></div> poco dopo la sua nascita e questo costrinse il padre in compagnia dei fratelli e delle sorelle, della piccola, Jane, a trasferirsi a Virginia City in Nevada, che in quel momento era in pieno bum economico. Rimasta orfana anche del padre a soli 15 anni, non si diede per vinta e si ed a soli 18 si distinse come scout per il generale Caster. Non era esattamente una signorina da scuola per giovinette. Era una donna che masticava tabacco, si scolava pinte di birra e che ad una gonna preferiva mille volte i pantaloni, anche se allora non era considerato di buon gusto. In una società di genere puritano come quella del west dell'epoca, in cui la donna rivestiva il compito sia di istitutrice e direttore della casa sia di istruttrice perle nuove leve di famiglia, i classici compiti di madre moglie, contadina e massaia, una donna che giocava d'azzardo e si ubbriacava come un uomo era qualcosa di molto poco adatto. Il suo comportamento anticonformista era visto come un aperto gesto di spregio e ribellione per l'ordinamento sociale della famiglia, in quell'epoca.<p></p><p style="text-align: justify;">Forse proprio quello che era, ne fece un ideale, anche per l'epoca, una donna che, a detta di chi ne riferiva la leggenda, era una perfetta cavallerizza, eroina senza paura, pistolera infallibile. Sempre, o quasi, vestita da uomo, venne spesso ritratta o con un boccale in mano o con un winchester in pugno. </p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/64/Calamity_Jane_with_gun.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="342" height="320" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/64/Calamity_Jane_with_gun.jpg" width="219" /></a></div>Priva di una qualsiasi preparazione scolastica o di istruzione familiare, non rinuncia a partecipare alla guerra contro gli indiani, e pare che proprio nel 1873, cavalcando contro un gruppo di indiani per salvare un capitano dell'esercito, si guadagnò il nome di Calamity uscendo dallo scontro senza nemmeno un graffio. Si unì anche alla spedizione geologica di Newton, che esplorò in lungo ed in largo le Black Hills, dove apprese il suo modo sguaiato e scurrile di parlare, guidando i carri tirati da buoi, che per essere istradati ricevevano gli ordini gridati a pieni polmoni e con esclamazioni inframmezzate da bestemmie.<p></p><p style="text-align: justify;">Fu cuoca in alcuni bordelli, ballerina presso saloon e infermiera, soprattutto nel periodo in cui a Deadwood si diffuse una terribile epidemia di vaiolo, in cui lei si prodigò in maniera estremamente generosa.</p><p style="text-align: justify;">Nel 884 si stabilisce nel Montana dove acquista un Ranch, sposa un texano di nome Clinton Burke e da alla luce una bimba di nome Jane. Il matrimonio durò poco oltre, finendo definitivamente nel 1894. Nel 1895 Lavorò anche per il circo di Buffalo Bill, creando storie e producendo spettacoli per il Wild West Show, ricreando scene di combattimenti e di attacchi indiani. Ma anche questa esperienza durò poco, perché si presentava sempre completamente ubriaca, e quindi pericolosa per se e per gli altri.</p><p style="text-align: justify;">Si disse sempre innamorata di Billy Wild Hickok, tanto da attribuitagli la paternità di una figlia, che</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhs0BKUs6wvKX52TTFrJphoWskyzqwVZ0AdRrIMhcCxqPdnEMYUPASwDHzaUTLuSSR37E_qR7sUjgewYpxcoIKCSB8UWdeBaQeB77FhxlnezHrzH-jMXONS_iiWvM7FGPCJr6CtPKBLzBF6fD1RoM-efbcYHfOwmABp4PNntcpQrYQ=s450" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="270" data-original-width="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhs0BKUs6wvKX52TTFrJphoWskyzqwVZ0AdRrIMhcCxqPdnEMYUPASwDHzaUTLuSSR37E_qR7sUjgewYpxcoIKCSB8UWdeBaQeB77FhxlnezHrzH-jMXONS_iiWvM7FGPCJr6CtPKBLzBF6fD1RoM-efbcYHfOwmABp4PNntcpQrYQ=s320" width="320" /></a></div> avrebbe dato in adozione ad una famiglia, nel 73. ma pare che la cosa sia al quanto improbabile, visto che dai documenti che ne parlano il loro incontro risale al 1876, quando si unì alla sua brigata, e relativamente a poco prima della morte di lui, quindi non sembra probabile un loro incontro precedente al 73.<p></p><p style="text-align: justify;">Non era bella a vedersi, trasandata, sporca, con i lineamenti nascosti da un comportamento estremamente mascolino, e qualcuno giunse a dire che era una donna di una bruttezza unica, ma se si considera il contesto sociale in cui fu costretta a crescere e vivere non si può che comprendere come avesse adottato un comportamento del genere per potersi inserire e proteggere in un mondo pronto ad eliminare chi si dimostrava troppo debole. La zona in cui viveva era una zona di frontiera, dove ancora si svolgevano scontri con gli indiani e dove le zone abitative erano poco più che avamposti esplorativi.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://media.gettyimages.com/photos/1901calimity-jane-on-hirseback-picture-id515296478?s=612x612" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="612" height="253" src="https://media.gettyimages.com/photos/1901calimity-jane-on-hirseback-picture-id515296478?s=612x612" width="320" /></a></div>Morì il 1° agosto del 1903, e venne tumulata vicino al suo grande amore Billy Wild, su una collina vicino a Deadwood.<p></p><p style="background-color: white; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;">In un mondo ricco di testosterone era una delle poche donne che poté comportarsi e vivere come le pareva, senza dover sottostare alle leggi sociali rigidamente imposte alle donne. Fu una delle poche che poté vivere liberamente, ma lo dovette fare sacrificando la sua femminilità.</p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Calamity_Jane">Calamity Jane - Wikipedia</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://www.deadwood.com/history/infamous-deadwood/calamity-jane/">Calamity Jane – Infamous Deadwood | South Dakota</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://metropolitanmagazine.it/calamity-jane/">Calamity Jane, la prima pistolera della storia - Metropolitan Magazine</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="http://win.farwest.it/storia/storia_del_west/calamity/calamity_jane.htm">Calamity Jane (farwest.it)</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-61329095248053076992021-04-21T13:36:00.003+02:002021-04-21T13:36:34.539+02:00MARGHERITA HACK LA DONNA DELLE STELLE<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjhp2dVFkaSNzEvtGkRXZNyK2Wfb4Dk9BUuzMIVU5lrFNcaE3jZjO4Lr00MjBHDatgAz6_el1EWsvh9aUA4jTTQyOaDTBTUh7khyBHeGlZGE-CW8GrD1p3kc53tlcysV37REVP0klqDLS2/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjhp2dVFkaSNzEvtGkRXZNyK2Wfb4Dk9BUuzMIVU5lrFNcaE3jZjO4Lr00MjBHDatgAz6_el1EWsvh9aUA4jTTQyOaDTBTUh7khyBHeGlZGE-CW8GrD1p3kc53tlcysV37REVP0klqDLS2/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /> Buon giorno a tutti. Oggi torniamo in tempi più moderni, visto che fino ad oggi siamo andate a cercare nel passato le rappresentanti del nostro sesso che hanno pesato sull'evolversi della storia.<p></p><p><b>Oggi parliamo di Margherita Hack.</b></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R3a8f4ffffd456acb8e8872fcf3e54655?rik=QcTbbC3J4yQLYQ&riu=http%3a%2f%2fimages2.corriereobjects.it%2fmethode_image%2f2015%2f06%2f26%2fInterni%2fFoto+Gallery%2fhack1.jpg&ehk=QkTwqYGg2R3DWkeDwnZhW%2bwP9MuJhovt8oNtqsQDWfI%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="490" height="200" src="https://th.bing.com/th/id/R3a8f4ffffd456acb8e8872fcf3e54655?rik=QcTbbC3J4yQLYQ&riu=http%3a%2f%2fimages2.corriereobjects.it%2fmethode_image%2f2015%2f06%2f26%2fInterni%2fFoto+Gallery%2fhack1.jpg&ehk=QkTwqYGg2R3DWkeDwnZhW%2bwP9MuJhovt8oNtqsQDWfI%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="122" /></a></div><br />Nasce a Firenze il 12 giugno del 1922, da Maria Luisa Poggesi, una toscana di religione cattolica, miniaturista presso la Galleria degli Uffizi, e da Roberto Hack, un contabile fiorentino di origine svizzera, e di religione protestante. Ambe due erano insoddisfatti della propria religione, che non rispondeva a quello che loro desideravano, aderendo alla Società italiana di Teosofia, di cui lui, per un certo tempo, fu anche segretario. Si tratta di una filosofia di vita molto vicina al Buddismo, che ha alla base delle sue tematiche il rispetto per ogni forma vivente. In funzione di questa scelta filosofica, i genitori lasciarono libera Margherita di decidere liberamente in cosa credere, senza imporre mai la loro volontà. Erano avversati per questa scelta religiosa, ma ancora di più lo erano per la volontà di avversare la salita al potere di Mussolini e di essere vegetariani, una abitudine alimentare che all'epoca non era molto in voga, ma che trasmisero anche alla figlia.<p></p><p style="text-align: justify;">Da giovane frequentò il liceo classico di Firenze ma non poté dare la maturità a causa della guerra.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/Rcf6b522fa6719cfb79f7ac7b54a7ed3a?rik=pyA2%2beeqf5MWlQ&riu=http%3a%2f%2fwww.montesolebikegroup.it%2fwp-content%2fuploads%2f2018%2f03%2fhack-840x675.jpg&ehk=hg%2fejiefTd97tJfmUEJDGnyHzGarTdTXNDs8Z%2frmmuw%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="643" data-original-width="800" height="257" src="https://th.bing.com/th/id/Rcf6b522fa6719cfb79f7ac7b54a7ed3a?rik=pyA2%2beeqf5MWlQ&riu=http%3a%2f%2fwww.montesolebikegroup.it%2fwp-content%2fuploads%2f2018%2f03%2fhack-840x675.jpg&ehk=hg%2fejiefTd97tJfmUEJDGnyHzGarTdTXNDs8Z%2frmmuw%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="320" /></a></div> Questo non le impedì di iscriversi poi all'università dove si Laureò in Fisica nel 1945 con una tesi sulle Cefelidi, una classe di stelle dalla luminosità variate, che realizzò presso l'osservatorio di Acetri, diretto dal professor Giorgio Abetti, che per lei rimase sempre un esempio di scienziato ed insegnante. Avrebbe dovuto fare una tesi sulla elettrostatica ma trovava l'argomento estremamente noioso, quindi chiese una tesi in astronomia.<p></p><p style="text-align: justify;">Fu una atleta in gioventù, praticando pallacanestro e atletica leggera. Fu campionessa di salto in alto e in lungo nei campionati universitari (i LITTORIALI, sotto il regime fascista) ed in seguito si è dedicata in maniera costante alla bicicletta. Ha sempre ammesso di aver aderito, in gioventù, alle ideologie fasciste, almeno fino al momento dell'entrata in vigore delle leggi raziali, quando ne divenne nemica.</p><p style="text-align: justify;"><i>"si era tutti nazionalisti, si andava alle adunate, si faceva sport, ci si divertiva un mondo"</i></p><p style="text-align: justify;">Nel 1944 andando contro le proprie convinzioni di ateismo, si sposò, con rito religioso, con Aldo De Rosa, con cui rimase fino alla fine dei suoi giorni.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.filmtv.it/imgbank/POST_page/114336706-ae2f68cc-aca4-45c0-9e3e-b01a636f2ca9_53cffda369586.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="610" height="230" src="https://www.filmtv.it/imgbank/POST_page/114336706-ae2f68cc-aca4-45c0-9e3e-b01a636f2ca9_53cffda369586.jpg" width="320" /></a></div>Inizia anche un periodo di precariato presso l'Osservatorio di Acetri, oltre che come insegnante presso l'Istituto di Ottica dell'università di Firenze. <p></p><p style="text-align: justify;">Nel 1947 riceve una proposta di lavoro dalla Ducati, che nel frattempo si è cominciata ad occupare di ottica, e lei accetta, trasferendosi con la famiglia a Milano, ma dopo solo un anno di lavoro sente troppo la mancanza dell'ambiente accademico, e decide di tornare nel mondo universitario a Firenze, dove copre il ruolo di assistente in astronomia, insegnando fino al 1951. Quando nel 1954 riceve finalmente la libera docenza, si decide, con il sostegno del marito, di dedicarsi anche alla carriera di divulgatrice scientifica, collaborando attivamente con la carta stampata. </p><p style="text-align: justify;">In quegli anni chiede anche, ed ottiene, di trasferirsi presso l'osservatorio di Merate, vicino a Lecco.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/06/12/Scienze/Foto%20Gallery/03pol01f4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="508" height="320" src="https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2016/06/12/Scienze/Foto%20Gallery/03pol01f4.jpg" width="203" /></a></div><br /> Tiene nel contempo un corso di Astrofisica e radioastronomia presso l'Istituto di Fisica di Milano, e collabora con università straniere come Ricercatore in visita. Sempre accompagnata dal marito, che la segue in ogni suo spostamento, collabora con le università di Berkley in California, di Princeton, nel New Jersey, con Parigi, Utrecht e Groninger in Olanda, e con Città del Messico. Nel 1964 riceve l'incarico di Professore Ordinario alla cattedra di astronomia dell'istituto di Fisica Teoria dell'Università di Trieste, assumendo anche l'incarico di direttore dell'osservatorio, e diventando la prima donna in Italia a dirigere un Osservatorio astronomico. La sua gestione durerà per vent'anni portando una istituzione fallimentare in perdita sia per quanto riguarda i mezzi che il personale, alla ribalta dell'attenzione internazionale. <p></p><p style="text-align: justify;">Ma le sue azioni furono molte, anche al di fuori del campo strettamente scientifico. Era Laica, e non solo, era scettica verso qualsiasi forma di credenza verso il soprannaturale. Era fermamente convinta che l'etica delle persone non derivasse alla religione, ma da Principi di coscienza che chiunque ha al proprio interno e che che permettono di condurre una vita rispettosa verso il prossimo, verso la sua libertà e la sua individualità. Contraria ad ogni tipo di pseudoscienza dal 1989 fu garante scientifico per il CICAP e, dal 2002, presedente onoraria dell'Unione Atei e Agnostici Razionalisti. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.magazine3d.it/wp-content/uploads/2017/04/hack-768x500.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="768" height="208" src="https://www.magazine3d.it/wp-content/uploads/2017/04/hack-768x500.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;">Ebbe modo di dire <i>"...Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché, se non si riesce aa distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione..."</i></p><p style="text-align: justify;">Si è candidata alle elezioni regionali per la Lombardia nel 2005 con il partito dei Comunisti Italiani, ma dopo la sua elezione cedette il seggio a Bebo Storti. Candidata nuovamente nel 2006 alla camera, venne di nuovo eletta e di nuovo rinunciò per continuare a dedicarsi all'astronomia.</p><p style="text-align: justify;">Nel 2009 in una lettera aperta denunciò pubblicamente il comportamento dell'allora Presidente del</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i1.wp.com/www.cirifletto.it/wp-content/uploads/2020/06/Margherita-Hack-marito-Aldo.jpg?w=1170&ssl=1" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="594" height="213" src="https://i1.wp.com/www.cirifletto.it/wp-content/uploads/2020/06/Margherita-Hack-marito-Aldo.jpg?w=1170&ssl=1" width="320" /></a></div>Consiglio italiano, Berlusconi, per i procedimenti a suo carico e per la sua intenzione di eluderli. Alle elezioni del 2010 si presento con la Federazione di Sinistra, e fu eletta nel Lazio per Roma, ma di nuovo, alla prima riunione, si dimise per lasciare il posto ad altri candidati della sua lista. Nel 2011 prese la tessera del partito Democrazia Atea con cui si candidò come capolista nel 2013. Sempre in quell'anno entrò nel comitato "Emma Bonino Presidente" assieme a grandi nomi della politica, dello spettacolo e della letteratura. Tanti i temi per cui si è battuta, dal nucleare, ai diritti degli animali, al diritto all'eutanasia.<p></p><p style="text-align: justify;">Si è spenta nel giungo del 2013, il 29, all'età di 91 anni, nell'ospedale di Cattinara, a Trieste, dove era ricoverata per problemi cardiaci. Il marito le rimase accanto fino all'ultimo, e morì l'anno dopo all'età di 94 anni, per complicazioni legate all'Alzheimer.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/736x/ab/8d/d7/ab8dd7d5fe2b8503e3a6c28a70f15868--serendipity-bella.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="639" data-original-width="639" height="320" src="https://i.pinimg.com/736x/ab/8d/d7/ab8dd7d5fe2b8503e3a6c28a70f15868--serendipity-bella.jpg" width="320" /></a></div><br />Non a tutti simpatica, non apprezzata in toto per le sue prese di posizioni e per la sua rudezza di carattere è comunque stata un grande impulso per la ricerca astronomica, ha contribuito a formare una grande messe di nuovi ricercatori. inoltre ha aiutato molto nel campo della demolizione di fase credenze nel campo ufologico e delle false scienze.<p></p><p style="text-align: justify;">Un'ultima cosa che per me è importante sottolineare. Era una grande amante dei gatti, ed uno o più di questi esserini le sono sempre stati accanto in tutto il corso della sua vita. Ha anche contribuito a mantenere, ed a far adottare dalla comunità, la colonia felina dell'Osservatorio di Trieste. La sua casa era un rifugio per mici e lei, fino alla fine, con l'appoggio e l'aiuto del marito, ha contribuito a proteggere ed aiutare queste adorabili bestioline che tanto ha amato.</p><p style="text-align: justify;">La sua frase più famosa "<i>Siamo fatti della stessa materia delle stelle</i>" rimarrà per noi un suo ricordo, ma un'altra sua frase ci ricorda che tipo di donna era:</p><p style="text-align: justify;"></p><div style="text-align: center;">"...<i>L'universo è composto di elettroni, neutroni, protoni e coglioni..</i>.".</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.milanoweekend.it/wp-content/uploads/2014/02/margherita-hack.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="407" data-original-width="620" height="210" src="https://www.milanoweekend.it/wp-content/uploads/2014/02/margherita-hack.jpg" width="320" /></a></div><br /><br /><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="http://www.margheritahack.it/cenni_biografici.php">MARGHERITA HACK Biografia</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=917&biografia=Margherita+Hack">Biografia di Margherita Hack (biografieonline.it)</a>h</p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Hack">Margherita Hack - Wikipedia</a></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-85387200677859297692021-04-08T13:58:00.000+02:002021-04-08T13:58:05.832+02:00ROSALIND ELSIE FRANKLIN LA MADRE DELLA DOPPIA ELICA DEL DNA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVv9vNFlqBARIVuCXUUVbCBF0L8qzYnl7EhUvbzOrxPNyMGCu-E4CRbXMULAPiBA2zhyBPzOPbaGa4kODHDe_7029CtfjVpydI2hPTEvAINW8L3Bq93T8tfIZOjxtNTneZWj7FZGiYV9as/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVv9vNFlqBARIVuCXUUVbCBF0L8qzYnl7EhUvbzOrxPNyMGCu-E4CRbXMULAPiBA2zhyBPzOPbaGa4kODHDe_7029CtfjVpydI2hPTEvAINW8L3Bq93T8tfIZOjxtNTneZWj7FZGiYV9as/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /> Buon giorno a tutti e buon dopo Pasqua. come sempre dopo esserci presi una pausa per le feste torniamo al lavoro. Mi scuso se l'argomento di oggi sarà un po' ostico, ma credo che ne valga la pena.<p></p><p><b>Oggi parliamo di Rosalind Franklin.</b></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://assets.sutori.com/user-uploads/image/8bcb6cc9-a23e-475d-bb6c-dad3a8709130/7dea53645ba333a9d54543136511eb14.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="797" data-original-width="800" height="199" src="https://assets.sutori.com/user-uploads/image/8bcb6cc9-a23e-475d-bb6c-dad3a8709130/7dea53645ba333a9d54543136511eb14.jpeg" width="200" /></a></div>Rosalind nasce nella algida Albione, precisamente a Kensington, Londra, il 25 luglio del 1920, in una<br /> cultura ancora edoardiana, in cui la sua famiglia era parte della classe benestante. Era figlia di Ellis e Muriel Waley Franklin, unica femmina di quattro figli, appartenente ad una vecchia stirpe di studiosi talmudici e capi ebrei, ed il padre era impiegato nella banca KEYSER, dove il nonno faceva parte dei soci anziani, mentre la madre seguiva il marito nei viaggi per il mondo e si occupava della gestione della casa. La sua infanzia fu quella tranquilla ed ordinata di una bimba di inizio secolo, divisa tra passeggiate, animali da compagnia e giochi all'aria aperta. Una tranquillità che si sgretolò nel 1929 quando, per l'arrivo di un nuovo componente della famiglia, il quinto figlio, venne mandata in collegio sulla costa del Sussex, pensando che l'aria pulita del mare le avrebbe giovato di più del fumo delle ciminiere londinesi: la giovane però si impegnò nello studio e negli impegni scolastici senza abbandonarsi alle facili emozioni, mostrando inoltre una grande abilità di coordinazione durante le applicazioni manuali, quali in cucito ed il ricamo.<p></p><p style="text-align: justify;">Quando fu iscritta alla "Lindores School for Young Lady" si appassionò alla geometria ed alla geografia, ma soprattutto alla scienza in cui riusciva ad essere la migliore della classe, anche se non erano certo tra le materie più importanti in una scuola per signorine bene. </p><p style="text-align: justify;">Purtroppo erano anche gli anni della ascesa politica di Hitler in Germania.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://c8.alamy.com/compit/g14xe4/rosalind-franklin-ritratto-di-rosalind-franklin-1920-58-british-x-ray-crystallographer-il-suo-lavoro-la-produzione-di-immagini-a-raggi-x-del-dna-acido-desossiribonucleico-e-stata-determinante-per-la-scoperta-della-struttura-del-dna-da-parte-di-james-watson-e-francis-crick-franklin-gra-g14xe4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="616" height="320" src="https://c8.alamy.com/compit/g14xe4/rosalind-franklin-ritratto-di-rosalind-franklin-1920-58-british-x-ray-crystallographer-il-suo-lavoro-la-produzione-di-immagini-a-raggi-x-del-dna-acido-desossiribonucleico-e-stata-determinante-per-la-scoperta-della-struttura-del-dna-da-parte-di-james-watson-e-francis-crick-franklin-gra-g14xe4.jpg" width="247" /></a></div><br />Nel 1932 venne mandata a Londra alla "St.Paul" presso un istituto diviso per lady e per gentlemen, dove una ragazza timida e tranquilla come lei non riusciva proprio a trovare la propria dimensione. Si presentarono le già incontrate incomprensioni con i professori, l'ansia per i lavori di cucito e per i voti, una passione per la scienza non soddisfatta a pieno, tutta una serie di paure che alla fine si rivelarono infondate: ottenne una borsa di studio dalla "Senior Fondation" e la mantenne fino a che rimase alla St Paul. Quando iniziò a frequentare l'istruzione superiore, contravvenendo ai voleri del padre, che la voleva dedicata alle opere di carità, decise di frequentare, a 18 anni, la Facoltà di Chimica e Fisica del "Newnham college" di Cambridge, e finalmente poté concentrarsi su discipline a lei più congeniali quali matematica, chimica e fisica, avendo già le idee molto precise su quello che considerava il suo sentiero.<p></p><p style="text-align: justify;">Siamo nel 1938, e mentre Inghilterra e Germania firmano il Patto di Monaco, e sempre più rifugiati ebrei giungono sulle coste inglesi, accolti da gente come i suoi genitori, che si lanciarono a capo fitto nell'opera di accoglienza ed assistenza, mentre sulle coste si scavavano le prime trincee ed i primi posti antiaerei, lei si rinchiuse nel mondo ovattato dell'università, lontana da qualsiasi vicenda politica.</p><p style="text-align: justify;">Visse in pieno la stimolante vita universitaria, unendosi alla società matematica degli Archimediani</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://ilblogdellasci.files.wordpress.com/2017/11/rosalind3.jpg?w=584" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="231" data-original-width="293" height="158" src="https://ilblogdellasci.files.wordpress.com/2017/11/rosalind3.jpg?w=584" width="200" /></a></div>dove ebbe modo di ascoltare le grandi menti che allora vi tenevano lezione, come J.J. Thomson e J.B.S. Haldane, partecipò alle riunioni della" Association of Scientist Workers", il cui presidente era Lawrence Bragg, premio Nobel assieme al padre per l'uso della diffrazione dei Raggi x per determinare la struttura dei cristalli (per diffrazione si intende la deviazione dal percorso delle onde quando entrano in contatto con un ostacolo), e questo per lei fu un richiamo irresistibile, desiderando ardentemente apprendere questa tecnica, che in seguito sarà alla base di ogni sua attività lavorativa.<p></p><p style="text-align: justify;">L'immersione nella realtà sociopolitica europea venne per lei con un viaggio, che fece prima di frequentare il secondo anno, in Norvegia e rimase molto irritata della aperta astensione di Cambridge da qualsiasi reazione quando nel 1939 ci fu la notte dei cristalli, come del resto furono tiepide le reazioni alle prime manifestazioni di potere nazista, da parte dell'Inghilterra..</p><p style="text-align: justify;">Comunque tornò per il secondo anno, e lì, alle nozioni di Bragg, si unirono quelle di John Desmond Bernal, che fece fare ulteriori passi allo studio dei cristalli con la sua classificazione dei gruppi spaziali, relativa alle 230 strutture dei cristalli organizzati in sette sistemi. Da lui imparò a dedurre la struttura atomica dei cristalli ed a padroneggiare la scelta degli angoli giusti per ottenere una soddisfacente diffrazione dei raggi x.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/originals/2b/c2/01/2bc201e067ecc3745d2c91c55a756576.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="779" height="200" src="https://i.pinimg.com/originals/2b/c2/01/2bc201e067ecc3745d2c91c55a756576.jpg" width="195" /></a></div>L'inizio del terzo anno la vide in una posizione estremamente solida, avendo conseguito fino a quel momento il massimo dei voti. Anche se Cambridge avesse dovuto chiudere per i problemi della guerra lei avrebbe potuto facilmente lavorare come chimico di guerra, anche grazie ad un atteggiamento molto differente verso le donne, frutto anche quello della guerra alle porte. La sua esperienza universitaria si concluse nel 1945 con la laurea in biologia anche se non conseguita con il massimo dei voti, come aveva sperato.<p></p><p style="text-align: justify;">Nel periodo della guerra si ritrovò a lavorare presso la "British Coal Utilisation Research Association" a Kingston Upon Thames dove si occupava di studiare la struttura delle porosità del carbone. i suoi studi sulle molecole del carbone e della grafite furono la base da cui si partì per la creazione di fibre di carbone estremamente resistenti, studio alla base del suo dottorato, nel 1945, in chimica fisica ( "the Physical Chemistry of Solid Organic Colloids whit Special Reference to Coal Related Materias"). Qui cominciò anche lo studio di macromolecole organiche e di nuclei molecolari di cui andava ricercando il cuore.</p><p style="text-align: justify;">Finalmente venne la fine della guerra, e la Franklin accettò di trasferirsi a Parigi dove, su invito di</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/wp-content/uploads/2016/11/rosalind-franklin-2-e1479894995513.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="390" height="185" src="https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/wp-content/uploads/2016/11/rosalind-franklin-2-e1479894995513.jpg" width="320" /></a></div>Jaques Mering lavorò per quattro anni presso il "Laboratoire central des Services Chimiques de l'Etat" dove si specializzò nell'uso della diffrazione dei raggi x che utilizzò per studiare le grandi molecole. Questo fu per lei uno dei periodi più felici della vita, circondata da colleghi gentili e simpatici, con a disposizione tutto quello che poteva desiderare per procedere nei suoi studi ed approfondire le sue conoscenze e la sua specializzazione Qui incontrò anche Vittorio Luttazzi, cristallografo esperto nella tecnica dell'uso dei raggi x, con cui entrò immediatamente in sintonia e che contribuì con lei alla stesura di un importante articolo intitolato "I<i>nterpretazione dei diagrammi diffusi dai raggi x del Carbonio</i>", sulla più importante rivista scientifica del periodo.<p></p><p style="text-align: justify;">Fu nel 1950 che andò a Londra, dove si concesse una visita ad un vecchio conoscente presso il King's College di Londra, il dottor John Coulson, un chimico. Egli ne approfittò per presentarle il direttore dei dipartimenti di fisica e chimica, che le prospettò un posto di ricercatrice nel suo gruppo, presso il King's, grazie ad una borsa di studio triennale. Per rendere la sua offerta ancora più appetitosa le disse che avrebbe potuto usare la diffrazione per studiare le proteine in soluzione e la loro denaturazione, con i relativi cambi strutturali.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/originals/68/55/f2/6855f20aca07e6633e5463b06cfdf306.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="518" data-original-width="390" height="200" src="https://i.pinimg.com/originals/68/55/f2/6855f20aca07e6633e5463b06cfdf306.jpg" width="151" /></a></div>la decisione venne presa piuttosto rapidamente e per Natale si licenziò dopo essere diventata una esperta nella struttura del carbone e nel carbonio. Quindi si trasferì al King's College, presso il reparto di biofisica, diretto da Maurice Wilkins. Purtroppo qui non riuscì a sentirsi a suo agio a causa di un difficile rapporto con lo stesso Wilkins che studiava la stessa materia su cui lei stava concentrandosi, la struttura del DNA nelle molecole, e che pretendeva, data la sua completa inesperienza nell'uso dei raggi x, che lei dividesse con lui le sue scoperte ed il suo lavoro di cristallografa esperta. Inoltre egli era convinto che, essendo già li all'arrivo della donna, questa fosse stata assunta solo per assisterlo nel suo lavoro, soprattutto in quanto donna, quindi chiaramente inferiore ad un uomo della sua preparazione, come erano spesso viste il quel college le donne.<p></p><p style="text-align: justify;">Lei nel frattempo, dall'alto della sue esperienza come cristallografa, aveva messo a punto uno strumento fotografico che sfruttando la diffrazione e scattando fotografie ad alta definizione riusciva ad individuare le due strutture caratteristiche della molecola del DNA, cioè la sua forma a elica e la presenza di due varianti della stessa.</p><p style="text-align: justify;">Frustrato per il rifiuto della condivisione, Wilkins si andò a lamentare dai suoi colleghi del laboratorio di Cavendish, dell'università di Cambridge, Francis Crick e James Watson: i tre collaboravano da tempo perché interessati a scoprire, soprattutto per primi, la seconda struttura del DNA di cui si conosceva solo la prima, la forma A. </p><p style="text-align: justify;">Grazie al suo macchinario fu proprio questa la scoperta che Rosalind riuscì a conseguire: la forma B del</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgC92Sm0gKdgprBc_Ryn4E7NA7QAUDA7WNITjsdOcyRsNDuaTV9O1_jJ0L3dlYnIP2v6ZAPlDOmqU5Jxe-ith59UpUdx1HCr0cYkFXKW9RaRj9sROqk-Vat7lyf_uI1uBuKPL_bbXty2k85A1-Kw6Kh-3wBSqsnlEfqpkxW0VDsvT1kjB0Ll_YLbPg6uoGI0UAG4pT5BLTRBokwR5tqJrEq3aFcdJaScQ=s512" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="291" data-original-width="512" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgC92Sm0gKdgprBc_Ryn4E7NA7QAUDA7WNITjsdOcyRsNDuaTV9O1_jJ0L3dlYnIP2v6ZAPlDOmqU5Jxe-ith59UpUdx1HCr0cYkFXKW9RaRj9sROqk-Vat7lyf_uI1uBuKPL_bbXty2k85A1-Kw6Kh-3wBSqsnlEfqpkxW0VDsvT1kjB0Ll_YLbPg6uoGI0UAG4pT5BLTRBokwR5tqJrEq3aFcdJaScQ=w320-h182" width="320" /></a></div><br /> DNA, la sua densità, il suo contenuto in acqua la posizione degli zuccheri. Grazie alla macchina ottenne foto splendide e stava accumulando dati ed immagini col suo studente, Raymond Gosling, per poi pubblicare un articolo che sarebbe stato fondamentale.<p></p><p style="text-align: justify;">Purtroppo nel 1953 Wilkins riuscì a sottrarre una copia di una delle immagini della forma B, mentre il dottor Max Perutz fornì a Crick e Watson un rapporto preliminare che la Frankin aveva scritto per il "British Medical Council". Dai dati li riportati riuscirono a trarre i dati di convalida del modello a doppia elica che poi pubblicarono nel 25 aprile del 1953 su Nature, chiosando il loro articolo così "...Non ci è sfuggito che lo specifico accoppiamento che abbiamo postulato suggerisce immediatamente un possibile meccanismo di copiatura del materiale genetico..." riuscendo così a spiegare il meccanismo, che dall'inizio del 900 cercava una risposta, della trasmissione dei caratteri ereditari. Un secondo articolo di Wilkins e collaboratori rinforzava lo studio suffragandone le deduzioni. L'articolo della Frankin e di Goslin, uscito sullo stesso numero di Nature, purtroppo, alla fine non fu che una conferma di quanto da loro postulato, con le loro splendide foto. Lei inizialmente si rallegrò delle scoperte dei colleghi, non sapendo che tutto era basato sulle sua prove sperimentali, sottrattale. I tre scienziati non diedero mai riconoscimento, nei loro articoli, dell'apporto fondamentale dato alla ricerca dalla scienziata, e questa versione fu quella che divenne ufficiale, per cui il modello del DNA non ebbe nessun apporto dai dati di Rosalind Franklin. </p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgA2zFfB7HXD3yWzjQ4s15NR_FGrDpy3rnLflRVyB3iyJzS02hF1iNmPXCpBr3dzT9q5AGdlHPS6GA8KfRMjx0pvpwpAQdsbLOtiNgxgth4ACM__pNKggPjCGtq1r6yryE6VZXR7vytGSqUZwP6Q5eX8GayfFpJLQVr8helgNYqPUTYhrL96wTIXaFAhIjCWYhLN4qeNsVO1I53yfY=s512" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="292" data-original-width="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgA2zFfB7HXD3yWzjQ4s15NR_FGrDpy3rnLflRVyB3iyJzS02hF1iNmPXCpBr3dzT9q5AGdlHPS6GA8KfRMjx0pvpwpAQdsbLOtiNgxgth4ACM__pNKggPjCGtq1r6yryE6VZXR7vytGSqUZwP6Q5eX8GayfFpJLQVr8helgNYqPUTYhrL96wTIXaFAhIjCWYhLN4qeNsVO1I53yfY=s320" width="320" /></a></div><br />Dopo questo smacco, non essendosi mai trovata a suo agio presso il King's, si trasferì al Birkbeck College di Londra, per proseguire i suoi studi sull'RNA e la struttura dei virus. Riuscì infatti ad isolare quello del Mosaico del Tabacco, un patogeno che aggredisce molte piante rendendole inservibili per l'alimentazione e ne pubblicò i dati come autrice unica, su Nature. furono 5 anni sereni in cui poté produrre 17 lavori che ebbero voce sulle più importanti riviste scientifiche di tutto il mondo. Studiò tra l'altro il virus della poliomielite di cui svelò la particolare struttura a spirale, mostrando con le sue meravigliose foto come non si trattava di una struttura compatta ma di una particella cava.<p></p><p style="text-align: justify;">Nel 1956 le venne diagnosticato un tumore maligno alle ovaie e lei, consapevole della diagnosi fatale, si dedicò al lavoro fino all'ultimo momento in cui il suo corpo lo permise. Morì il 16 aprile del 1958 a soli 38 anni. </p><p style="text-align: justify;">Di lei venne detto da Bernal " <i>le sue foto a raggi x sono le più belle finora ottenute di qualsiasi sostanza</i>"</p><p style="text-align: justify;"> Neanche quando nel 62, quando ormai non avevano nulla da temere dato che i Nobel si danno solo ai</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/tr/a/af/Rosalind_Elsie_Franklins.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="216" data-original-width="198" height="320" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/tr/a/af/Rosalind_Elsie_Franklins.jpg" width="293" /></a></div><br /> viventi, quando Watson, Wilkins e Crick ricevettero il premio Nobel per la scoperta, fecero parola dell'apporto fondamentale della scienziata allo studio. Fu una vera vergogna , una pagina bruttissima della storia della scienza, ma che non stupisce oggi, alla luce del libro scritto da Watson in cui non solo ammette candidamente e scherzosamente il furto della famosa FOTO 51 che permise molto del loro lavoro, ma descrive con feroce denigrazione la figura della scienziata, parlandone come di una donna petulante, che a trenta anni si vestiva come una occhialuta liceale, di cui dovevano trovare il modo di liberarsi spedendola a far danno in qualche altro laboratorio. Ma del resto il buon dottore era solito dire che a suo parere "<i> L'attitudine femminile per la scienza è indirettamente proporzionale all'astrazione</i>".<p></p><p style="text-align: justify;">Solo quando ha compiuto 92 anni, il dottor Watson è stato privato di tutti i suoi premi e riconoscimenti, per comportamento riprovevole, ma non verso la sua collega. Fu per la sua affermazione che " <i>il quoziente di intelligenza dei neri è geneticamente inferiore a quello dei bianchi</i>".</p><p style="text-align: justify;">Il riconoscimento del suo merito venne reclamato solo dalla ricercatrice Anne Sayre, sua amica, e dal movimento femminista che fece della figura della Franklin il simbolo della donna ingiustamente trattata dal mondo della scienza che non ne riconosce le capacità. Purtroppo questo renderla un simbolo"... <i>Ne ha in parte offuscato la forza intellettuale e l'indipendenza in quanto scienziata ed in quanto individuo</i>" come ebbe a dire Brenda Maddox.</p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="http://www.universitadelledonne.it/franklin.htm">rosalind franklin (universitadelledonne.it)</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/rosalind-elsie-franklin/">Rosalind Elsie Franklin | enciclopedia delle donne</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://ilfoglietto.it/il-foglietto/6490-rosalind-franklin-un-nobel-negato">Il Foglietto della Ricerca - Rosalind Franklin, un Nobel negato</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rosalind_Franklin">Rosalind Franklin - Wikipedia</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-15595992388606902422021-03-25T15:43:00.000+01:002021-03-25T15:43:01.663+01:00FRANCES GLESSNER LEE LA DONNA CHE INVENTO' CSI<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhELR8fwmgdf83weN8AtgplVa2ujMIkGxWoTQ4qIjZtnusmzeLrZz8FMckF8ssFvBB-HCYb8AwF2P-j6VinhXqg-qujsj_gO5VowoXKAIWaCLhMPT8O7NDg130PjszT-bxgLvbd44YPTwYm/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhELR8fwmgdf83weN8AtgplVa2ujMIkGxWoTQ4qIjZtnusmzeLrZz8FMckF8ssFvBB-HCYb8AwF2P-j6VinhXqg-qujsj_gO5VowoXKAIWaCLhMPT8O7NDg130PjszT-bxgLvbd44YPTwYm/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"> Torniamo a rivederci, e come sempre mi scuso per la settimana saltata.</div><p></p><p style="text-align: justify;"><b>Oggi celebriamo la nascita di Frances Glessner Lee.</b></p><p style="text-align: justify;">Nasce nel 1878, a Chicago, Frances M. donna dedita alla famiglia ed a cui era delegata la supervisione della famiglia, e da Jacob Glessner, un industriale del "Interntional Harvester" in una famiglia più che agiata. "Fanny" come veniva chiamata in famiglia, era una bimba dall'intelligenza viva e curiosa, ma cresciuta secondo gli ideali estetici e morali dell'epoca vittoriana.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/236x/2e/cd/41/2ecd419e0847235ef56bd64791bc3467.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="200" src="https://i.pinimg.com/236x/2e/cd/41/2ecd419e0847235ef56bd64791bc3467.jpg" /></a></div><br /> Lei ed il fratello vengono educati in casa e, sempre come di uso nel periodo, a Frances non venne consentito di frequentare l'università, come invece fece il fratello. Invece lei, all'età di 19 anni, venne data in sposa ad un avvocato di nome Bewett Lee. Fu un matrimonio produttivo, si potrebbe dire, dando vita a tre figli, ma anche piuttosto breve, culminato in un divorzio, causato, a detta del figlio maggiore, dal desiderio di lei di fare cose che non fossero il mero occuparsi della casa. Si trattò di una divisione burrascosa che finì nel 1914. Non si risposò mai.<p></p><p style="text-align: justify;">In realtà lei sarebbe stata molto interessata a studiare medicina, specialmente medicina forense, ma la famiglia fece di tutto per ostacolare queste sue velleità perché una signorina, o signora, della società bene non si sarebbe dovuta interessare di cose del genere ( che furono in parte anche la causa del divorzio), Almeno fino a quando non conobbe George Burgess Magrath, amico e compagno di classe del fratello che andò in vacanza con la famiglia Glessner nella loro casa sulle White Mountains. Lui era studente in medicina , ed in seguito sarebbe diventato insegnante di medicina legale e principale medico legale della contea di Soffolk. Da quel momento lei fu estremamente interessata al suo lavoro, e rimase sua amica intima fino alla morte di lui, nel 1938.</p><p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R1e6e5d96b6a50aa42b1754419c399834?rik=kLYZqeeozFNznA&riu=http%3a%2f%2f4.bp.blogspot.com%2f-L_F1oVm1m4w%2fUi-l4MBd8ZI%2fAAAAAAAABPU%2fPQVNHx5NbqQ%2fs1600%2f13-09-10%2bFrances%2bGlessner%2bLee.JPG&ehk=Xdr%2bxEcXUFa62AvBNiJ4xAi72G52Utjs73VLC6dfWy8%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="422" height="320" src="https://th.bing.com/th/id/R1e6e5d96b6a50aa42b1754419c399834?rik=kLYZqeeozFNznA&riu=http%3a%2f%2f4.bp.blogspot.com%2f-L_F1oVm1m4w%2fUi-l4MBd8ZI%2fAAAAAAAABPU%2fPQVNHx5NbqQ%2fs1600%2f13-09-10%2bFrances%2bGlessner%2bLee.JPG&ehk=Xdr%2bxEcXUFa62AvBNiJ4xAi72G52Utjs73VLC6dfWy8%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="225" /></a></div><div style="text-align: justify;">Da lui venne a sapere che i coroner non erano per forza abilitati da una laurea in medicina, essendo eletti e non assegnati per merito, e che quindi le indagini sul campo e sul corpo da parte di queste persone, che non avevano preparazione, avevano permesso ad un gran numero di criminali di andarsene liberi per incapacità di trovare le prove. Ambe due inoltre erano convinti che per migliorare la situazione delle indagini si dovesse istituire un corpo di professionisti nella medicina legale che agissero al fianco degli investigatori, e fu così entusiasta di questa idea che, grazie alla notevole disponibilità di denaro che ebbe alla morte dei suoi genitori, poté regalare al dipartimento di medicina dell'università di Harvard il primo dipartimento di medicina legale del nord America, in cui il suo amico Margath ebbe una cattedra come insegnante di medicina legale. In seguito continuò a rimanere una instancabile sostenitrice della scienza forense, tanto che nel 1934 consegnò alla biblioteca della facoltà una collezione di manoscritti e libri che andarono a formare il corpo della Magrah Library of Legal Medicine, e nel 36 donò 250.000 sterline. Inoltre creò il dipartimento della Frances Glessner Lee School on Omicides, il cui programma spinse la polizia di tutti gli stati uniti a cambiare le loro metodologie di indagine e di esame posto mortem.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R4d67a2f4ad38729e4811e03486ebce94?rik=lgIIcZRESt1MYw&riu=http%3a%2f%2fanotherimg.dazedgroup.netdna-cdn.com%2f786%2fazure%2fanother-prod%2f330%2f8%2f338431.jpg&ehk=Od5fd6Kx1KnMu0mIS2rF6SewfrFlCohNgeEHsX9%2fWxQ%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="749" data-original-width="786" height="305" src="https://th.bing.com/th/id/R4d67a2f4ad38729e4811e03486ebce94?rik=lgIIcZRESt1MYw&riu=http%3a%2f%2fanotherimg.dazedgroup.netdna-cdn.com%2f786%2fazure%2fanother-prod%2f330%2f8%2f338431.jpg&ehk=Od5fd6Kx1KnMu0mIS2rF6SewfrFlCohNgeEHsX9%2fWxQ%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="320" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"> Nel frattempo, fin dall'inizio della sua vita adulta, venne influenzata dall'amore del padre per i mobili che raccoglieva numerosi nella loro casa, frutto di un lavoro di alta architettura, e istruita in tanti piccoli lavori manuali dalle varie donne della famiglia, cominciò a creare delle piccole riproduzioni di ambienti domestici di una perizia unica. I suoi primi lavori furono regali per famigliari, come la riproduzione della Chicago orchestra comprensiva di 90 musicisti, spartiti, strumenti musicali e tutto il resto; un lavoro che richiese due mesi per essere concluso. Unito a questo c'era un grande amore per i gialli, in special modo per Sherlock Holmes le cui storie spesso si risolvono grazie al fatto che lui ha notato un particolare che agli altri era sfuggito. Unire queste due passioni portò a qualcosa che fino a quel momento non si era mai visto. </p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images2.minutemediacdn.com/image/upload/c_crop,h_2372,w_4220,x_0,y_59/v1555001382/shape/mentalfloss/504015-renwick-1.jpg?itok=P0pVLESF" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://images2.minutemediacdn.com/image/upload/c_crop,h_2372,w_4220,x_0,y_59/v1555001382/shape/mentalfloss/504015-renwick-1.jpg?itok=P0pVLESF" width="320" /></a></div>La Glessner Lee era convinta che solo l'applicazione di una attenta analisi della scena del crimine, come insegnato dal grande investigatore, ancorché immaginario, avrebbe permesso di risolvere al meglio le indagini di polizia, una attenta analisi delle prove visive e materiali, a cui i poliziotti dovevano però essere educati, come fino a quel momento non era stato possibile fare. Fu grazie a questo che nacquero le NUTSHELL, una serie di venti diorami ( oggi sono solo 18 perché due andarono persi) da lei creati, che ricostruivano delle scene, ispirate a casi reali, in cui i casi di morte dovevano essere accuratamente studiati per capire se si trattasse di omicidio, suicidio o morte naturale. Per la ricostruzione si servì di articoli di giornale, interviste ai poliziotti, resoconti delle indagini e foto della polizia.<p></p><p style="text-align: justify;">Quelle di cui stiamo parlando non sono solo semplici casette per bambole; i particolari delle scene, la perfezione della ricostruzione di ogni oggetto, la ricchezza delle prove materiali sulla scena è qualcosa di travolgente, che, studiata con una metodica ricerca geometrica permette una visione molto precisa.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://flashbak.com/wp-content/uploads/2017/11/Frances-Glessner-Lee-31.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="569" data-original-width="800" height="228" src="https://flashbak.com/wp-content/uploads/2017/11/Frances-Glessner-Lee-31.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;">Su questi piccoli mondi in miniatura studiarono per la prima volta scene di crimini avvenuti le nuove leve del corpo di polizia, e lei poté unire i suoi sforzi ai suggerimenti del medico legale e dei casi fornitegli dalla polizia stessa che si avvalse con estremo guadagno di queste piccole opere d'arte.</p><p _msthash="2112879" _msttexthash="490339382" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px; text-align: justify;">negli anni '40 e '50 si diede da fare allo scopo di organizzare una serie di seminari che preparassero le nuove leve della polizia sulle indagini negli omicidi a cui furono invitati come partecipanti investigatori della polizia, pubblici ministeri, ed altri investigatori. Vennero invitati esperti a parlare delle indagini sulle morti, sull'identificazione delle vittime, sulla determinazione delle cause di decesso, sul ruolo degli interrogatori. In tutto questo le sue NUTSHELL furono il pezzo forte per l'esperienza sul campo dell'indagine, diorami di una tale precisione da stupire per la perfezione, e che potevano essere studiati per 90 minuti allo scopo di risolvere il caso esposto. Era così decisa a far si che fossero perfettamente aderenti alla realtà che si rivolse al suo falegname di fiducia per i telai delle finestre e per le porte le strutture ed i mobili funzionanti, fece fare dai fabbri le serrature delle porte con tanto di chiavi, i vetri erano realmente in vetro ed ogni cosa era fatta il più realisticamente possibile.</p><p _msthash="2112879" _msttexthash="490339382" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/Raf2ecce6ca5e3b511b761e6debf383ed?rik=Hp7JMIXYbHNfRA&riu=http%3a%2f%2f99percentinvisible.org%2fapp%2fuploads%2f2015%2f05%2f1098640174_1663.jpg&ehk=4WojoIxR2UqoojlTtEgaG%2f%2bbwr5jxhaLY3yXnHdAbtU%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="375" data-original-width="476" height="315" src="https://th.bing.com/th/id/Raf2ecce6ca5e3b511b761e6debf383ed?rik=Hp7JMIXYbHNfRA&riu=http%3a%2f%2f99percentinvisible.org%2fapp%2fuploads%2f2015%2f05%2f1098640174_1663.jpg&ehk=4WojoIxR2UqoojlTtEgaG%2f%2bbwr5jxhaLY3yXnHdAbtU%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="400" /></a></div>La vita della signora Glessner, nei suoi 85 anni di lavoro e dedizione, fu premiata con moltissimi onori, tra cui il riconoscimento del suo lavoro nella creazione del dipartimento di Medicina Legale di Havard, donatrice di libri alla George Burges Margrath Library of Legal Medicine, fondatrice della Harvard Seminars in Homicide Investigation, fondatrice della Harvard Associated in Police Science.<p></p><p _msthash="2112879" _msttexthash="490339382" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px; text-align: justify;">E stata la prima donna capitano della polizia dello stato del NewHampshire, e prima donna invitata a far parte dell'associazione internazionale dei capi della polizia.</p><p _msthash="2112879" _msttexthash="490339382" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px; text-align: justify;">Fu definita da coloro che seguirono i suoi seminari, come uno dei migliori criminologi, tra i più astuti del mondo, conosciuta e rispettata.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://flashbak.com/wp-content/uploads/2017/11/Frances-Glessner-Lee-37-1280x853.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://flashbak.com/wp-content/uploads/2017/11/Frances-Glessner-Lee-37-1280x853.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p _msthash="2112879" _msttexthash="490339382" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px; text-align: justify;">Lei morì nel 1962, ma e sue creazioni continuano a vivere ancora oggi. Nel 1992 sono state restaurate per un prezzo di 50.000 dollari e vengono ancor utilizzate dai seminari HAPS due volte all'anno, per formare investigatori provenienti da tutti gli stati uniti. purtroppo non sono accessibili al pubblico.</p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><br /></p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><br /></p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><a href="https://fr.wikipedia.org/wiki/Frances_Glessner_Lee">Frances Glessner Lee — Wikipédia (wikipedia.org)</a></p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><a href="http://deathindiorama.com/">Death in Diorama: The Nutshell Studies of Unexplained Death and Their Impact on Forensics by Erin Bush, PhD</a></p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><a href="https://www.harvardmagazine.com/2005/09/frances-glessner-lee-html">Frances Glessner Lee | Harvard Magazine</a></p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><a href="https://www.nlm.nih.gov/exhibition/visibleproofs/galleries/biographies/lee.html">Visible Proofs: Forensic Views of the Body: Galleries: Biographies: Frances Glessner Lee (1878–1962) (nih.gov)</a></p><p _msthash="2112880" _msttexthash="72621042" style="float: none; font-family: "crimson text", serif; font-size: 17px; line-height: 23px; margin: 0px 0px 15px;"><br /></p><p><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-71862300825386393312021-03-10T16:25:00.000+01:002021-03-10T16:25:19.545+01:00ELIZABETH GARRETT ANDERSON LA PRIMA DONNA CHIRURGO DELLA GRAN BRETAGNA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYaeWkvjaUGwPo4AxFxohlEXYePGzcF-tB5uTe9IwDSxWcACWPtS7i3xeJ-R6ziZ6YhzCVH88f_LjJfWxpSaec8HBh0wwB4V2KIyEwhUegF-G-L4Jwu7AWUGQ4yC5oFQNd6cLWn5A5HpHL/s1380/donne+nella+storia1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYaeWkvjaUGwPo4AxFxohlEXYePGzcF-tB5uTe9IwDSxWcACWPtS7i3xeJ-R6ziZ6YhzCVH88f_LjJfWxpSaec8HBh0wwB4V2KIyEwhUegF-G-L4Jwu7AWUGQ4yC5oFQNd6cLWn5A5HpHL/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /> Di nuovo in ritardo di una settimana, purtroppo, ecco un nuovo post.<p></p><p><b>Oggi parliamo di Elizabeth Garret Anderson</b></p><p style="text-align: justify;">Sento già molte voci alzarsi (va be mi illudo che siano molte voci) per chiedere, chi è questa Anderson? Perché ce ne parli?</p><p style="text-align: justify;">Beh, ascoltatemi e lo capirete.</p><p style="text-align: justify;">Elizabeth Garret Anderson nacque a Londra, nella zona di Whitechapel, tristemente nota per gli avvenimenti collegati a Jack lo Squartatore, comunque anche una zona abitativa che nel tempo si è</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/Rfb6111f3e72ca971ab58327c35aa7a93?rik=TGonS9Vq8USZcw&riu=http%3a%2f%2fizquotes.com%2fimages%2felizabeth-garrett-anderson.jpg&ehk=xa2RD2P3YzB75E72K8flu4tgT3iIWzr2%2b926WqHYFoY%3d&risl=&pid=ImgRaw" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="210" src="https://th.bing.com/th/id/Rfb6111f3e72ca971ab58327c35aa7a93?rik=TGonS9Vq8USZcw&riu=http%3a%2f%2fizquotes.com%2fimages%2felizabeth-garrett-anderson.jpg&ehk=xa2RD2P3YzB75E72K8flu4tgT3iIWzr2%2b926WqHYFoY%3d&risl=&pid=ImgRaw" /></a></div> molto riqualificata.<p></p><p style="text-align: justify;">siamo nel 1836, e lei era una dei dodici figli di Newson Garrett, proprietario di Banco dei pegni, proveniente dal Suffolk, e di Luisa, una londinese, figlia di un locandiere originario di Suffolk, che conobbe una volta giunto nella grande metropoli per migliorare la propria condizione economica.</p><p style="text-align: justify;">fu un periodo di crescita economica per la famiglia che, iniziata in quel piccolo negozio di pegni, si trasferì in seguito, tornando nel Suffolk, presso Aldebourgh, dove avviò una nuova attività commerciale di vendita di orzo e carbone, che andò migliorando costantemente, tanto che nel 1950 poté far costruire la Alde House, una dimora signorile per la sua famiglia, in cima alla collina di Aldeburgh, e poté permettere ai suoi figli una giusta preparazione scolastica. Il Signor Garrett del resto era in qualche maniera un uomo moderno, e permise alle giovani figlie di interessarsi della loro città girandola liberamente, esplorandone le vicine saline, il porto e le spiagge, di farsi delle idee personali, e di impegnarsi anche in politica, quando crebbero, senza contare il fatto che si facevano tutti il bagno ogni settimana, cosa che confuse non poco la cittadinanza.</p><p style="text-align: justify;">Elizabeth poté riceve una istruzione, che inizialmente era in linea con gli studi del periodo, impartiti inizialmente dalla madre, in assenza di una scuola ad Aldebourgh, e poi da una odiata istruttrice fino all'età di tredici anni, per poi essere iscritta, con la sorella maggiora Luie, in un collegio femminile , la scuola privata "Boarding School for Lady di Blackhearth", presso Londra, una scuola che era all'epoca gestita dalle sorelle de poeta Robert Browning.</p><p style="text-align: justify;">La preparazione che venne loro fornita in quella scuola era una ottima preparazione umanistica, che permise loro di poter padroneggiare piuttosto bene anche la letteratura in tedesco, francese e italiano, oltre nella sua lingua madre, ma era molto carente di una preparazione scientifica e matemtica, e la cosa pesò molto alla piccola Elizabeth. Quando nel 1851 ebbe termine il periodo di istruzione, secondo le abitudini del tempo, con un breve viaggio all'estero e una visita alla grande esibizione di Londra, ci si aspettava che la giovane, come la sorella, una volta tornate in seno alla famiglia si sarebbero inserite docilmente nelle loro giuste posizioni in </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R3ac6eb1aae79405128da8e05f795421e?rik=8gxrrkl6bi93Sw&riu=http%3a%2f%2fvictorian-era.org%2fimages%2felizabeth-garrett-anderson-1.jpg&ehk=eu7ipVXuHeAdafNJZ6COjEa8tZRsNEiNSCGVyfIAMkM%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="454" data-original-width="300" src="https://th.bing.com/th/id/R3ac6eb1aae79405128da8e05f795421e?rik=8gxrrkl6bi93Sw&riu=http%3a%2f%2fvictorian-era.org%2fimages%2felizabeth-garrett-anderson-1.jpg&ehk=eu7ipVXuHeAdafNJZ6COjEa8tZRsNEiNSCGVyfIAMkM%3d&risl=&pid=ImgRaw" /></a></div><div style="text-align: justify;">famiglia. Ma il periodo in cui erano, era quello della rivoluzione industriale, un periodo ricco culturalmente, che permetteva di avere prospettive più ampie, che permetteva di sperare in una migliore prospettiva economica, culturale ed anche lavorativa. Inoltre il padre, che come abbiamo visto non era un uomo dalla mente chiusa, era convinto che lo studio avrebbe permesso ai suoi figli una maggiore chance di successo. </div><p></p><p style="text-align: justify;">Nel 1854, quando aveva 18 anni, andando in visita presso alcune ex compagne di scuola, La Garret incontrò Emily Davis, una attivista femminista, che in seguito divenne cofondatrice di una scuola, il Girton College a Cambridge, e subito le due donne divennero amiche e confidenti, rimanendo legate per tutta la vita da una vicinanza di idee profonda e desiderosa di migliorare la condizione femminile. Fu tramite lei che cominciò a leggere l'English Woman's Jurnal sulle cui pagine, probabilmente, lesse per la prima volta un articolo recante la firma di Elizabeth Blackwell., la prima donna ad essere diventata dottoressa negli Stati Uniti. Quando poi la Blackwell visitò Londra, la Garret che nel frattempo si era iscritta alla "Society for Promoting the Employment of Women" si diede molto da fare per riuscire ad organizzare una serie di conferenze della dottoressa in cui avrebbe parlato della medicina come possibile professione per le donne e potendo conoscerla personalmente riuscì ad entrare in confidenza con la lei invitandola anche a visitare la sua casa di famiglia. Qui la Blackwell poté conoscere tutto il resto della famiglia compreso il padre che, nonostante non fosse molto convinto della carriera medica per una donna, si disse come sempre pronto a sostenere in tutto e per tutto se stesso le scelte della figlia. In una storica sera si scelsero le carriere delle giovani donne presenti in quel salotto: la giovane Millicent Garrett si sarebbe in seguito dedicata all'accesso delle donne alla vita politica ed al voto, la Devis si sarebbe battuta per il diritto all'istruzione libera delle giovani, mentre Elizabeth restò affascinata dalla vita dedicata alla medicina della sua omonima.</p><p style="text-align: justify;">Iniziò però così per lei, oltre che la sua carriera anche un lungo calvario scolastico: dopo aver cercato di entrare, senza successo, come aiuto in studi medici, si decise a passare un periodo di preparazione come infermiera presso il Middlesex Hospital di Londra dove, dimostrando di essere una infermiera molto preparata le venne concesso di accedere alla clinica ambulatoriale e dove vide la sua prima operazione. </p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://mujeresconciencia.com/app/uploads/2019/08/Elizabeth_Garrett_Anderson.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="568" height="320" src="https://mujeresconciencia.com/app/uploads/2019/08/Elizabeth_Garrett_Anderson.jpg" width="227" /></a></div>I tentativi di iscriversi all'università di medicina dell'ospedale risultarono tutti infruttuosi, in compensò poté frequentare delle lezioni private di latino, greco e materia medica tenute dal farmacista dell'ospedale stesso. A sue spese assunse anche un tutor per prepararsi in anatomia e fisiologia, il tutto continuando a lavorare come infermiera. Dopo altre insistenze, alla fine le fu permesso di entrare nella sala dissettoria ed assistere alle lezioni di chimica. Purtroppo la sua presenza era molto sgradita ai colleghi maschi che presentarono una petizione contro la sua ammissione come studentessa. Nonostante con il tempo e con lo studio, si fosse guadagnata le simpatie dell'amministrazione e del corpo docente, fu costretta a lasciare l'ospedale, perdendo anche il proprio lavoro, ma con una lettera di accompagnamento che ne lodava le conoscenze in chimica e materia medica. Grazie a questa presentò domanda presso le università di Oxford, Cambridge, Glasgow, Edimburgo, ma tutte rifiutarono la sua ammissione. Al suo fianco e per la stessa lotta si batteva anche la signorina Sophia Jex-Balke, che dovette affrontare lo stesso tipo di ostracismo misogino e che aspirava anche lei al titolo di dottoressa, che in seguito ottenne.<p></p><p style="text-align: justify;">Alla fine la Garrett decise di aggirare l'ostacolo, se così possiamo dire. Prima ottenne un certificato privato in anatomia e fisiologia, quindi fece domanda presso la "Worshipful Society of Apotecaries", università di farmacia, che, da statuto, non poteva opporle legalmente un rifiuto legato al sesso. Continuò a propria battaglia scolastica, seguendo i corsi e preparandosi nel contempo in maniera privata, grazie all'insegnamento di vari professori anche delle stesse università che ne avevano rifiutato l'iscrizione. Finalmente nel 1865 poté dare l'esame ed ottenere la licenza (LSA ) della Society, che le avrebbe permesso di praticare medicina, prima donna in tutta Gran Bretagna, a poter praticare legalmente il lavoro di medico. </p><p style="text-align: justify;">(In realtà prima di lei ci fu un'altra donna che arrivò alla qualifica di medico, entrando in università, James Miranda Steuart Barry, che fu anche medico dell'esercito, ma fece tutto questo sotto le mentite spoglie di uomo, e mantenne questa sua scelta di genere per tutta la vita quindi non si può propriamente parlare di prima donna medico)</p><p style="text-align: justify;"> Purtroppo proprio per il caso della Garret la Society of Apotecaries modificò pesantemente il proprio statuto, per impedire che altre donne potessero ricorrervi, ed in questo modo precluse questa strada alla collega Jex-Blake, che dovette cercare una nuova via per la pratica medica. Solo nel 1876 il nuovo Medical Act costrinse alle autorità mediche britanniche a rilasciare la licenza medica a tutti coloro che avessero passato con successo gli esami di qualifica, qualunque fosse il loro genere.</p><p style="text-align: justify;">Anche se licenziataria di una scuola di prestigio ad Elizabeth venne rifiutato l'impiego in ogni ospedale, </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/OIP.Kfs5zy5oX7uV_c6gMmr-MAHaEK?pid=ImgDet&rs=1" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="474" src="https://th.bing.com/th/id/OIP.Kfs5zy5oX7uV_c6gMmr-MAHaEK?pid=ImgDet&rs=1" /></a></div><br />perché donna, e lei nel 1865 fu costretta ad aprire un proprio studio in Berkley Street, dove, all'inizio i clienti furono assai scarsi, ma piano piano la sua nomea si fece strada e la sua fama crebbe gradualmente. Dopo sei mesi di pratica decise di aprire un suo dispensario ambulatoriale, in modo che anche le donne povere, che non potevano permettersi l'assistenza medica privata, potessero rivolgersi presso una struttura ricettiva. quello fu un anno funesto per la Gran Bretagna perché si diffuse una grave epidemia di colera che colpi senza distinzione di classe sesso o preparazione, e la disperazione spinse molti a dimenticare le proprie remore sul sesso della dottoressa. nel 1866 avvenne la prima morte per Colera, ma lei ormai aveva ormai messo in piedi il Dispensario di Santa Maria che funzionava a pieno regime accogliendo donne e bambini. Solo nel primo anno di attività curò più di 3.000 pazienti. A quel punto le giunse la notizia che l'università della Sorbona era favorevole all'ammissione delle donne come studentesse di medicina, quindi, rinfrescato il proprio francese la Garrett richiese la laurea di Medicina che le fu assegnata nel 1870, dopo alcune difficoltà,, soprattutto legate al fatto che il collegio medico britannico non voleva riconoscere come valida quella laurea, anche se alla fine fu costretto a capitolare. Finalmente, nel 1871, ottenne anche dei riconoscimenti in patria e le venne offerto un posto come medico presso il East London Hospital. Qui incontrò suo marito, James George Skelton Anderson un uomo d'affari di successo proprietario, con lo zio, di una compagnia di navi e di mente molto aperta, con cui ebbe tre figli. Le venne offerto anche il posto di insegnante alla London School Board, ufficio appena aperto all'assunzione di donne. Purtroppo questi due lavori entravano pesantemente in contrasto con il suo lavoro presso lo studio privato ed il dispensario quindi nel 1873 decise di abbandonare questi due per dedicarsi a tempo pieno al Dispensario. Nel frattempo, il suo dispensario era cresciuto, e nel 1872 divenne ufficialmente il "New Hospital for Woman and Children", primo ospedale per donne, dedicato solo alle donne ed ai bambini e gestito solo da donne, dove la Garret Anderson, ora direttrice della struttura, offrì la direzione di ginecologia alla sua ispiratrice, Elizabeth Blackwell. <p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.shinyshiny.tv/wp-content/uploads/2014/10/medicine-Elizabeth-Garrett-Anderson.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="306" data-original-width="307" height="199" src="https://www.shinyshiny.tv/wp-content/uploads/2014/10/medicine-Elizabeth-Garrett-Anderson.jpg" width="200" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;">Nel 1874 assieme alla dottoressa Sophia Jex-Blake fondò la School of Medicine for Women, intregnato con il New Hospital, diventando a tutti gli effetti l'unico ospedale universitario che offriva una preparazione medica alle donne, in tutta la Gran Bretagna. Lavorò presso quella struttura per tutta la vita, e divenne preside della scuola dal 1888 al 1902. Quell'università divenne poi la Royal Free Hospital of Medicine, ed inseguito fu assorbita dalla London University College.</p><p style="text-align: justify;">Nel 1902 si ritirò assieme al marito ed ai figli nel Sutfolk presso la casa di famiglia, ad Aldeburgh, ma non si fermò il suo attivismo, che la vide prima battersi, a fianco della sorella Millicent per i diritti della donne per poi, dopo la morte per ictus del marito avvenuta nel 1907, accettare di diventare divenire nel 1908 il primo sindaco donna, come suo padre lo era stato nel 1889.</p><p style="text-align: justify;">Morì nel 1917e riposa nel cimitero della chiesa della città di Aldeburgh.</p><p style="text-align: justify;">Il suo fiore all'occhiello, il suo ospedale, nel 2001 è diventato "L'university College Hospital Elizabeth Garret Anderson Wing". Al suo interno una galleria attrezzata con vari media spiega la difficile strada delle donne verso l'indipendenza e il riconoscimento di persone giuridiche pari agli uomini anche nel diritto allo studio ed al lavoro, soprattutto nel campo della medicina.</p><p style="text-align: justify;">Molto gli dobbiamo, noi tutte come donne, ma soprattutto quelle che tra noi hanno compiuto una scelta lavorativa in campo medico, perché se non ci fosse stata lei, e donne come lei, che si sono battute perché il nostro posto non fosse di fronte al focolare, a leggere un romano per non sforzare la nostra fragile mente, oggi forse non saremmo ancora riuscite a ottenere, nel mondo, tutto quello che siamo riuscite ad ottenere. Sono donne come lei ,quelle che hanno fatto aprire le porte di uno dei campi in cui ancora oggi, nel 2021, la misoginia, lo sberleffo, l'ostracismo verso le donne, sono presenti in alcune specializzazioni, soprattutto in quelle chirurgiche.</p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/originals/69/d4/1d/69d41d48d2c559cd7a7d4dd6c033e6ee.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="283" data-original-width="300" src="https://i.pinimg.com/originals/69/d4/1d/69d41d48d2c559cd7a7d4dd6c033e6ee.jpg" /></a></div><br />Senza donne come lei, grandi menti della medicina, come la nostra Levi Montalcini forse non avrebbero potuto approcciarsi al campo medico, e forse oggi non avremmo grandi scoperte che invece quelle geniali donne hanno fatto.<p></p><p style="text-align: justify;">quando pensiamo che quello che abbiamo oggi sia poco, dobbiamo sempre pensare a chi prima di noi si è battuto per farcelo ottenere, non per accontentarci, ma per continuare a batterci perché un domani le nostre figlie e nipoti abbiano ancora di più la possibilità di essere tutto ciò che la loro mente permetterà loro di essere.</p><br /><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><br /></p><p><a href="https://www.britannica.com/biography/Elizabeth-Garrett-Anderson">Elizabeth Garrett Anderson | British physician | Britannica</a></p><p><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Elizabeth_Garrett_Anderson">Elizabeth Garrett Anderson - Wikipedia</a></p><p><a href="https://www.culturalfemminile.com/2020/03/18/elizabeth-garrett-anderson-la-donna-che-volle-diventare-medico/">Elizabeth Garrett Anderson la grande donna che volle diventare medico (culturalfemminile.com)</a></p><p><a href="https://www.bbc.co.uk/history/historic_figures/garrett_anderson_elizabeth.shtml">BBC - History - Elizabeth Garrett Anderson</a></p><p><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-67856696263892878152021-02-23T11:35:00.001+01:002021-02-23T11:37:00.253+01:00VALENTINA TERESHKOVA LAPRIMA DONNA CHE VOLO' TRA LE STELLE<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1-5eqq1I2lKfwJT7JxroHoRcR-oyBNnmYNlmKz-pDRG2XQeEw8ZIgomhBldV_kbYrPnaZfHB9OIE8DUOLMBfSYM3l78u-U8PHcMJayzzhlNMmmsf22Y1SlusCvbXSPZbiHNDHrH5C3cMj/s1380/donne+nella+storia1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1-5eqq1I2lKfwJT7JxroHoRcR-oyBNnmYNlmKz-pDRG2XQeEw8ZIgomhBldV_kbYrPnaZfHB9OIE8DUOLMBfSYM3l78u-U8PHcMJayzzhlNMmmsf22Y1SlusCvbXSPZbiHNDHrH5C3cMj/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"> Oggi alziamo lo sguardo tra le stelle, e ci avviciniamo a loro, volando dentro uno dei primi mezzi spaziali che hanno solcato i nostri cieli</div><p></p><p style="text-align: justify;"><b>Oggi parliamo di Valentina Vladimirovna Tereshkova.</b></p><p style="text-align: justify;">Valentina nasce a Bol'soe Masclennikovo, vicino a Jaroslavl' , una città che sorge nei pressi del fiume</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R3388f7297844a8d5d709ad4f7e267e03?rik=KvYjlyQ%2b%2bT3CqA&riu=http%3a%2f%2fwww.saberespractico.com%2fwp-content%2fthemes%2fimagination%2fvalentina-tereshkova.jpg&ehk=l0S7TOHhxDdaMv0lvO1NgOjdE5Tt3HoleTcXFMSRMWc%3d&risl=&pid=ImgRaw" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="504" data-original-width="500" height="200" src="https://th.bing.com/th/id/R3388f7297844a8d5d709ad4f7e267e03?rik=KvYjlyQ%2b%2bT3CqA&riu=http%3a%2f%2fwww.saberespractico.com%2fwp-content%2fthemes%2fimagination%2fvalentina-tereshkova.jpg&ehk=l0S7TOHhxDdaMv0lvO1NgOjdE5Tt3HoleTcXFMSRMWc%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="198" /></a></div><div style="text-align: justify;">Volga. E' figlia di un ex carrista della seconda guerra mondiale, diventato trattorista nei campi sociali, e di una donna che faceva l'operaia in una fabbrica tessile. la sua infanzia non è facile. Lavora fin da giovanissima, prima in una fabbrica di Pneumatici, poi in una di fili da cucito, la stessa in cui lavora la madre. Successivamente, sempre in questa fabbrica, lavora per sette anni, come stiratrice e sarta professionista. Mentre lavora segue dei corsi serali per prendere un diploma tecnico, che consegue nel 1960. Già da qualche anno, a iniziare dal 1955, gli interessi della Tereshova si orientano verso il paracadutismo, ma la sua ambizione sale più in alto. Il suo idolo è Juri Gagarin e il desiderio di emulare il suo gesto la spingono a presentare più volte domanda per frequentare la scuola per astronauti. Dal 1961 era iniziata la ricerca di donne che potessero mantenere il primato per i russi, mandando anche la prima donna nello spazio. I requisiti erano abbastanza semplici: avrebbe dovuto essere una paracadutista, non superare i 30 anni, essere alta almeno 170 cm e pesare un massimo di 70 kg. La scelta delle paracadutiste era dettata dal fatto che la cosmonauta prescelta avrebbe dovuto lanciarsi nel vuoto durante il rientro della navicella. Questo perché la capsula di rientro non era ancora stata strutturata per un atterraggio con all'interno un essere umano, e questo aveva costretto anche Gagarin ad atterrare con il paracadute, nonostante poi le notizie che vennero riportate in seguito,fuori dalla Russia, dicesse il </div><p></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/OIP.AsiT_H3o8XDD7J064330hAHaGb?pid=ImgDet&rs=1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" data-original-height="411" data-original-width="474" height="173" src="https://th.bing.com/th/id/OIP.AsiT_H3o8XDD7J064330hAHaGb?pid=ImgDet&rs=1" width="200" /></a></div><div style="text-align: justify;">contrario. Al momento della selezione Valentina, che frequentava l'aeroclub Jaroslav, aveva effettuato almeno 90 lanci. Alla fine, nel 1962, viene scelto il primo gruppo di 50 ragazze tra cui fare la selezione. Sottoposte agli esami psicofisici iniziali vengono scelte in cinque da quel gruppo: Zanna Erkina, Tat'jana Kuznecova, Valentina Ponomareva e Irina Solov'eva, infine la nostra Tereshkova. Questo è il momento in cui inizia il vero addestramento.</div><p style="text-align: justify;">Tutte e cinque vennero preparate come se dovessero, prima o poi, tutte andare nello spazio, e tutte sperarono di poter essere prescelte per quel primo viaggio che le avrebbe consegnate alla storia. Inizialmente si pensò che fosse meglio lanciare nello spazio due cosmonaute, in due navicelle diverse, ma nel giugno del 1963 questa idea venne abbandonata, e nella prima navicella venne mandato invece un uomo, Valerij Bykosckij. A questo punto doveva essere scelta la donna che avrebbe fatto il fatidico primo viaggio. </p><p style="text-align: justify;">In quell'anno ci fu anche il matrimonio della Tereshkova con il suo addestratore, Andrijan Grigor'evic</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://mujeres-riot.webcindario.com/tereshkova_04.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="357" data-original-width="525" height="218" src="https://mujeres-riot.webcindario.com/tereshkova_04.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">Nicolaev, pilota del Vostok3 che nel 1962 era stato il terzo uomo ad andare nello spazio e che compì ben 64 orbite prima del rientro. Il matrimonio venne celebrato a Mosca e venne usato soprattutto a scopi propagandistici, tanto che ci fu più di una voce, in seguito smentita, che il tutto fosse stato orchestrato proprio dallo stesso Nikita Chrushchev, allora segretario generale del partito comunista e premier dell'unione Sovietica. Comunque alla coppia venne assegnato un appartamento di lusso e dopo alcuni anni ebbero anche una figlia, Aljenka. </div><p></p><p style="text-align: justify;">Torniamo però nel 1962 ed alla scelta della ragazza da mandare nello spazio: è a questo punto che entrano in gioco altre forze che spinsero nella selezione della cosmonauta, oltre all'adeguatezza </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://s3.amazonaws.com/s3.timetoast.com/public/uploads/photos/9043110/Valentina-Tereshkova-1962.jpg?1477168939" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="308" height="320" src="https://s3.amazonaws.com/s3.timetoast.com/public/uploads/photos/9043110/Valentina-Tereshkova-1962.jpg?1477168939" width="205" /></a></div><div style="text-align: justify;">psicofisica . Ed infatti quando la scelta cadde su Valentina Tereshkova, sicuramente non fu per il suo miglior curriculum come pilota. Lei non aveva la miglior preparazione tecnica ne la miglior preparazione fisica; i medici erano più propensi a scegliere la Solov'eva, campionessa sportiva e con più di 700 lanci al suo attivo, mentre i tecnici avrebbero preferito la Ponomarevna, più istruita e meglio preparata sia tecnicamente che fisicamente. Ma dalla sua la Tereshkova aveva le sue origini popolari, il suo carattere docile ma resistente e deciso, il suo matrimonio con un'altra stella del cosmodromo russo. Chrushchev, che chiaramente aveva l'ultima parola per la scelta finale, volle a tutti i costi che la prima donna cosmonauta fosse una ragazza del popolo, quella ragazza del popolo.</div><p></p><p style="text-align: justify;">Nella mattina del 16 giugno del 1963, nel cosmodromo di Baikonour, Tereshkova, assieme alle sue due sostitute, La Ponomoreva e la Solov'eva, si avvicinarono alla rampa di lancio sul pulmino. Lei ha detto alla sua famiglia che si sta recando ad un concorso di paracadutismo sportivo, perché la notizia che lei si trova nello spazio giungesse ad suoi solo via radio. Dopo i controlli di routine, che vengono effettuati ancora oggi quasi nella stessa maniera, Valentina entrò nella capsula di lancio della Vostok 6 e vi venne ermeticamente chiusa. Dopo una attesa di due ore, per gli ultimi controlli, e dopo il conto alla rovescia, la capsula venne lanciata nello spazio senza problemi: con il codice di chiamata "Chaika" (gabbiano) divenne in quel momento la prima donna nello spazio, a soli 26 anni.</p><p style="text-align: justify;">Purtroppo l'inadeguatezza della Tereshkova si vide anche in un episodio che avvenne durante il suo viaggio: la sua navicella era interamente guidata in maniera automatica, ma ad un certo punto i tecnici di terra le chiesero di simulare alcune di manovre per prepararsi ad un eventuale rientro manuale; purtroppo lei si rivelò incapace ad effettuare quelle manovre tanto che i tecnici dovettero guidarla passo passo. La cosa preoccupò non poco i tecnici, perché in caso di guasto si sarebbe potuta creare una situazione di grandissimo pericolo. Inoltre durante la missione si sentì male, vomitando, e ad un certo punto si addormentò così profondamente che a lungo fu impossibile svegliarla, facendo temere che si fosse sentita male in maniera nettamente più seria di un semplice mal di spazio. Lei stessa, anni dopo, quando le fu permesso di parlare, ammise le grandi difficolta che visse, anche per il fatto di rimanere per tre <span style="text-align: left;">giorni chiusa all'interno del suo scafandro.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/originals/d7/3d/c1/d73dc177e036513be19882ba33d343a8.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="800" height="253" src="https://i.pinimg.com/originals/d7/3d/c1/d73dc177e036513be19882ba33d343a8.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;">Anche il rientro, avvenuto meno di tre giorni dopo il lancio, fu estremamente pesante e spaventoso. Prima di tutto si coprì che nella programmazione di rientro della capsula era stato fatto un errore, orientandola in modo tale per cui, invece di scendere la navicella saliva nell'orbita, portando di conseguenza la tereshkova ad allontanarsi sempre più dalla terra invece che avvicinarsi. Sergej Korolev venne immediatamente informato e, aiutato nei calcoli da Jurij Gagarin riuscirono a risolvere il problema correggendo da remoto i calcoli. Di questo per molti anni nessuno poté parlare, e solamente di recente questo è diventato di dominio pubblico. Successivamente, in basso sotto di lei, mentre scendeva, venne a trovarsi un lago, ed atterrare al suo interno avrebbe significato un grande pericolo per il paracadute della capsula che sarebbe andato immediatamente a fondo, che lei oltre tutto, non poté aprire prima dei 4 kilometri. I cosmonauti vengono addestrati agli atterraggi nell'acqua ma lei si sentiva così provata dal viaggio,</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images.fineartamerica.com/images-medium-large/valentina-tereshkova-soviet-cosmonaut-ria-novosti.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="533" height="200" src="https://images.fineartamerica.com/images-medium-large/valentina-tereshkova-soviet-cosmonaut-ria-novosti.jpg" width="133" /></a></div><div style="text-align: justify;">dall'essere stata male, dalla stanchezza, che non era sicura di riuscire, con le proprie forze, a rimanere in superfice in attesa del recupero. Fortunatamente il volo la portò oltre il lago e l'atterraggio avvenne sul terreno, solo che al momento in cui alcuni contadini accorsi riuscirono ad estrarre dalla capsula Valentina, lei stava così male che venne immediatamente portata in ospedale. Dato che si riprese molto velocemente, il giorno dopo vennero girate delle nuove immagini, chiaramente false, da mandare in giro per il mondo per celebrare il rientro della donna. Quel viaggio aveva segnato il primato della Russia nell'aver mandato la prima donna nello spazio, ma il suo primato personale di essere stata la prima donna, e l'unica a tutt'oggi, a fare un viaggio nello spazio in solitaria.</div><p></p><p style="text-align: justify;">In seguito a questa grande impresa, nel 1966, la Tereshkova venne invitata a a far parte del Soviet Supremo e nel 68 divenne presidente del Comitato Donne. Nel 1971 diventa membro del Comitato entrale del PCUS. Nel 76 diventa vicepresidente per la Commissione per l'educazione la scienza e la cultura, dell'Unione Sovietica. Nel 94 è Direttrice del Centro Russo per la</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Valentina_Tereshkova_(2017-03-06).jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="533" height="320" src="https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4a/Valentina_Tereshkova_(2017-03-06).jpg" width="213" /></a></div><br /> collaborazione internazionale della cultura scientifica. solo nel 2007cominciano a venire fuori tutti i problemi e le difficoltà che ci furono durante il su viaggio.<p></p><p style="text-align: justify;">Si è mossa nel mondo politico in maniera tattiva, militando nel partito di "Russia Nuova" lo stesso di Putin, appoggiando l'ortodossia della politica ed appoggiando l'idea dell'introduzione di emendamenti nella costituzione e l'abbattimento dei limiti della durata dei mandati presidenziali. per i suoi 80 anni Putin Ha indetto una cerimonia solenne perché lei è stata un simbolo della devozione alla patria.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><a href="http://russiaintranslation.com/2017/03/11/gli-80-anni-di-valentina-tereskova/">Gli 80 anni di Valentina Tereškova | Russia in Translation</a></p><p><a href="http://www.esa.int/Space_in_Member_States/Switzerland_-_Italiano/Valentina_la_prima_donna_nello_spazio">ESA - Valentina: la prima donna nello spazio</a></p><p><a href="https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=275098">Donne nello spazio: tra miti, bugie e realtà (cicap.org)<br /></a></p><p><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Valentina_Tere%C5%A1kova">Valentina Tereškova - Wikipedia</a></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-84289272491340259582021-02-17T16:45:00.000+01:002021-02-17T16:45:09.882+01:00TINA ANSELMI IL PRIMO MINISTRO DONNA DELLA REPUBBLICA ITALIANA<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMFkOUAeGvt2BdCpXJMAOKD5Z8UiXN9z6oImaMpGwzfPNuXKE8CgUKtuWhRwacF52lASXCV5xDL24DnUMJeeGpnHMpFHjs8OqzeFpxDuffIZl3IBCasRvcygfuaMdXuw4ah2ZoiOunMcDd/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMFkOUAeGvt2BdCpXJMAOKD5Z8UiXN9z6oImaMpGwzfPNuXKE8CgUKtuWhRwacF52lASXCV5xDL24DnUMJeeGpnHMpFHjs8OqzeFpxDuffIZl3IBCasRvcygfuaMdXuw4ah2ZoiOunMcDd/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">Oggi passiamo dalle scienze matematiche alle scienze umanistiche. Per la precisione passiamo alla politica occupandoci della storia femminile in questo campo.</p><p style="text-align: justify;"><b>Oggi parliamo di Tina Anselmi.</b></p><p style="text-align: justify;">Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927, prima di quattro figli. I genitori furono Ferruccio Anselmi, originario di Padova, di famiglia benestante, socialista e perciò perseguitato durante il ventennio, farmacista a Castelfranco, e dalla signora Norma Ongaro, figlia di un imprenditore agricolo i cui genitori si opponevano al matrimonio, e morto quando era ancora una bambina e di una madre che, rimasta vedova così prestò per mantenere i suoi tre figli si rimboccò le maniche e aprì una osteria .La figura di questa nonna estremamente autonoma e forte che la guiderà e sosterrà durante la sua giovinezza, regalandole la sua forza.</p><p style="text-align: justify;">Durante la seconda guerra le condizioni cominciano a peggiorare per tutti, quindi la famiglia comprese nonna, zia e bambini, si spostano in blocco verso il Piemonte. Solo quando torna a Castelfranco Tina riprende gli studi presso il Ginnasio di Bassano del Grappa. nello stesso periodo prende contatto con il </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/Rba1e4e2facbde508f216d352372290fb?rik=aJOd1oRsHCBDuQ&riu=http%3a%2f%2fmedia.famigliacristiana.it%2f2016%2f11%2fanselmi-2_1958718.jpg&ehk=jlO2i1NqEGITRl%2bs2myXt7M016BaoXpKlOv38xCiA1U%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="389" height="200" src="https://th.bing.com/th/id/Rba1e4e2facbde508f216d352372290fb?rik=aJOd1oRsHCBDuQ&riu=http%3a%2f%2fmedia.famigliacristiana.it%2f2016%2f11%2fanselmi-2_1958718.jpg&ehk=jlO2i1NqEGITRl%2bs2myXt7M016BaoXpKlOv38xCiA1U%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="175" /></a></div>gruppo della gioventù femminile dell'Azione Cattolica. Siamo nel 1944 ed i nazifascisti costringono tutta la popolazione di Bassano ad assistere alla pubblica impiccagione di trentuno prigionieri, in seguito alla rappresaglia causata dal'attacco di un gruppo di partigiani, era costata la vita a tre soldati dell'esercito nazista. Questo spettacolo è la molla finale che, a soli 17 anni, la spinge ad entrare nella resistenza con il nome di battaglia di "<i>Gabriella</i>", occupandosi della staffetta per la brigata Cesare Battisti, al comando di Gino Sartor, per poi passare al Corpo della Libertà nel comando veneto. A livello ufficiale invece si iscrive alla Democrazia Cristiana cominciano a partecipare attivamente alla vita di partito. <p></p><p style="text-align: justify;">Alla fine della seconda guerra mondiale Tina si laureò all'Università Cattolica del Sacro Cuore di</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.cittanuova.it/wp-content/uploads/2020/04/fivl00-15-248x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="248" height="236" src="https://www.cittanuova.it/wp-content/uploads/2020/04/fivl00-15-248x300.jpg" width="196" /></a></div><div style="text-align: justify;">Milano, ed iniziò la sua vita lavorativa come insegnante elementare. Ma è il suo impegno politico, che non aveva mai abbandonato, quello che vede il suo maggiore impegno: dal 1945 al 1948 diventa dirigente del Sindacato Tessili, poi dal 1948 al 1964 incaricata nazionale delle giovani della Democrazia Cristiana partecipando a congressi mondiali dei giovani, in giro per il mondo. Questo, portando il suo impegno anche all'interno della CGIL, e poi, fin dalla sua fondazione, nella CISL. Nel 1959 entrò anche nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato. Viene eletta nel 1963, presso il congresso di Monaco, membro del Comitato Direttivo dell'Unione Europea Femminile, ed in seguito ne diventa vicepresidente.</div><p></p><p style="text-align: justify;">La prima volta in cui viene eletta come deputato è il 19 maggio del 1968, e viene riconfermata in seguito fino al 1992, nel collegio di Venezia e Treviso. Durante il suo lungo mandato si occupò di numerose commissioni sul lavoro, la previdenza sociale, l'igiene, la sanità, gli affari sociali, i problemi della famiglia e della donna. fu lei che riuscì a far passare la legge sulle pari opportunità.</p><p style="text-align: justify;">nel 1975 diventa anche presidente della "World Conference on Women" promossa dall'ONU e nel 77 fu tra le prime firmatarie di una legge italiana volta al riconoscimento della parità salariale, di trattamento sui luoghi di lavoro e contro le discriminazioni di genere. Fu per tre volte sottosegretaria al ministero del lavoro e della previdenza sociale sotto il governo, e, fatto storico per il governo Italiano, la signora </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i0.wp.com/openmag.it/wp-content/uploads/2014/07/29_Luglio1976.jpg?fit=1000%2C1000&ssl=1" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="200" src="https://i0.wp.com/openmag.it/wp-content/uploads/2014/07/29_Luglio1976.jpg?fit=1000%2C1000&ssl=1" width="200" /></a></div><b>Tina Anselmi nel 17 luglio del 1976 divenne Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel Governo Andreotti</b>.<p></p><p style="text-align: justify;">In seguito fu anche Ministro della Sanità, sempre per il governo Andreotti Fu grazie al suo lavoro di quel periodo che migliaia di farmaci ritenuti pericolosi da una commissione tecnica vennero ritirati dal mercato, e sempre grazie a lei venne istituita la legge del Servizio Sanitario Nazionale, cui si deve la scheda sanitaria e l'assistenza medica, che spetta a chiunque sul nostro territorio.</p><p style="text-align: justify;">Il suo impegno e la sua integrità morale spinsero molti, sia tra le cariche politiche che tra i rappresentanti della società civile, a prenderla in considerazione per la carica di Presidente della Repubblica, sia nel 1992 che nel 2006.</p><p style="text-align: justify;">Nel 1998 le venne assegnata la nomina a Dama di Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica Italiana.</p><p style="text-align: justify;">Fu una donna il cui unico scopo fu quello di portare avanti il bene della democrazia e di migliorare lo stato delle donne nella nostra società. Per questo si dedicò anima e corpo al lavoro concedendo poco o nulla alla sua vita privata, che si sviluppò soprattutto negli affetti familiari.</p><p style="text-align: justify;">Fu proprio nel 2006 che in lei si manifestarono i primi segni del Parkinson, che si aggravò, in seguito, a </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.newnotizie.it/wp-content/uploads/2016/11/tinaanselmi-415x217.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="217" data-original-width="415" height="168" src="https://www.newnotizie.it/wp-content/uploads/2016/11/tinaanselmi-415x217.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;">causa di un Ictus che però non ne fermarono il lavoro, raccogliendo le sue memorie di tanti anni dedicati alla causa in lebri ed interviste almeno fino a quando non si aggravò il suo stato di salute, fino alla sua dipartita, avvenuta il 1° novembre del 2016, nella sua abitazione di Castelfranco Veneto. Qui venne inumata nella tomba di famiglia.</div><p></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><a href="http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/tina-anselmi/">Tina Anselmi | enciclopedia delle donne</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Anselmi">Tina Anselmi - Wikipedia</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><a href="https://biografieonline.it/biografia-tina-anselmi">Tina Anselmi, biografia (biografieonline.it)</a></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><br /></p><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px; text-align: justify;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-44369783267605803022021-02-11T13:05:00.000+01:002021-02-11T13:05:13.709+01:00KATHERINE JOHNSON LA DONNA CHE CI FECE ANDARE SULLA LUNA<p> </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUZSnvHq_nJsewD-UHLyntxPYH4azEDkJ4A5nWN5rYP8NPQu7YlBn-6SWO1hkpJWYKnCvhPimaZi2qiZCxY7nBWNgzJbbvKIg1zTBi0ZSbO3QdGrMv4_CzT0RkiR6aJ2fOf61SyOy8zNhW/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUZSnvHq_nJsewD-UHLyntxPYH4azEDkJ4A5nWN5rYP8NPQu7YlBn-6SWO1hkpJWYKnCvhPimaZi2qiZCxY7nBWNgzJbbvKIg1zTBi0ZSbO3QdGrMv4_CzT0RkiR6aJ2fOf61SyOy8zNhW/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Oggi scrivo il secondo profilo della settimana, per rientrare del ritardo con cui ho pubblicato il precedente. Passo a qualcuno che nella scienza comunque lavorava, anche se in una branca completamente differente.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><b>Oggi pariamo di Katherine Creola Johnson</b></p><p style="text-align: justify;">Nasce il 26 agosto del 1918 da Juylette Roberta Lowe Coleman, insegnante, e Joshua McKinley, boscaiolo e tuttofare presso l'unico albergo della città di White Sulphur Spring, nella contea di Greenbrier in Virginia Occidentale, ultima di quattro figli.</p><p style="text-align: justify;">Fin dalla prima infanzia la giovane Katherine dimostrò una intelligenza brillante e versata per lo studio; i genitori ne furono entusiasti e la incoraggiarono negli studi soprattutto della matematica, che era la sua materia prediletta, e dato che nella contea in cui risiedevano i bambini di colore non avevano assicurata una istruzione che li seguisse oltre la scuola dell'obbligo, la famiglia decise di trasferirsi nella contea di </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.nasa.gov/sites/default/files/styles/side_image/public/katherinejohnson_1.jpg?itok=AZTro-l3" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="333" data-original-width="226" src="https://www.nasa.gov/sites/default/files/styles/side_image/public/katherinejohnson_1.jpg?itok=AZTro-l3" /></a></div>Kanawha, dove tutti i piccoli Coleman vennero iscritti al Liceo di Istitute, una scuola posta all'interno del campus del West Virginia State College, università storicamente afroamericana. La Johnson si dimostrò subito una bimba prodigio riuscendo a prendere il diploma di scuola superiore a 14 anni passando quindi subito a frequentare il WVSC a 16 anni. Usufruì di tutti i corsi di matematica disponibili all'interno del college, e furono molti i professori che le fecero da mentore, tra cui la matematica e chimica Angie Turner King che l'aveva già notata e seguita ai tempi del liceo, e W.W. Schieffelin Claytor, matematico, primo tra i laureati di colore, che creò dei corsi di matematica specifici per la piccola Katherine. La piccola ripagò le attenzioni laureandosi al collage a soli 18 anni in matematica e francese con la <i><b>Magna cun Laude</b></i>.<p></p><p style="text-align: justify;">era il 1937 e con la sua laurea in mano si trasferì a Marion, sempre in Virginia, per insegnare presso una scuola pubblica per afroamericani. Nel 1939 Sposa il suo primo marito, James Goble che la supportò nella sua scelta di lasciare l'insegnamento per iscriversi all'università di matematica, dove fu la prima donna a superare le barriere razziali che caratterizzavano le università della virginia iscrivendosi a Morgantown nella contea di Monogalia, e fu l'unica donna e una dei tre studenti afroamericani a riuscire a superare le selezioni della scuola di specializzazione, create dal presidente dello Stato della Virginia Occidentale per permettere di integrare i ragazzi di colore nelle scuole di specializzazione. Purtroppo dopo solo un anno dovette lasciare la scuola perché rimasta incinta della prima delle tre figlie. Riuscì a tornare a scuola solo quando le figlie furono abbastanza grandi, frequentando almeno fino al 1952, quando uno dei conoscenti di famiglia gli fece saper che al West Area Computing all-black, presso il laboratorio di Langley del National Advisory Comitee for Aeronautics (NACA), che in quel momento era guidato dalla collega Dorothy Vaughan, cercavano del personale per un ampliamento dovuto al nuovo carico dicalcoli.</p><p style="text-align: justify;"> Interessata alla proposta e sempre con l'appoggio del marito, spostarono la famiglia a Newport New, in </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcR_BR9gxpWOnI1D0cIZdSESFNA0SZhQQVaLlQ&usqp=CAU" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="252" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcR_BR9gxpWOnI1D0cIZdSESFNA0SZhQQVaLlQ&usqp=CAU" /></a></div>Virginia, cominciando a lavorare nel 1953 dove fu messa a lavorare sui calcoli di manovra della divisione della ricerca del voli, per poi passare, nei successivi quattro anni, ad analizzare i test di volo studiando gli incidenti aerei causati dalla turbolenza di scia. Il gruppo di lavoro che si occupava di questi calcoli era composto da donne di colore conosciute come "calcolatrici di colore " (colored calculator) soggette alla discriminazione raziale e per queste tenute a mangiare, lavorare ed usare i servizi igienici in luoghi separati da quelli dei loro colleghi bianchi, almeno fino al 1958 quando finalmente le cose subirono una modifica. Purtroppo mentre stava concludendo questo lavoro il marito morì di cancro nel dicembre del 1956. <p></p><p style="text-align: justify;">Nel 1957 il lancio dello Sputnik influenzò la vita della Johnson: avendo lavorato per un compendio di una serie di conferenze degli ingegneri della Flight Research Division, ed avendo lavorato con alcuni </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://c8.alamy.com/compit/pxkkwd/katherine-johnson-nasa-ricerca-matematico-alla-sua-scrivania-presso-la-nasa-langley-research-center-con-un-globo-o-celeste-del-dispositivo-di-formazione-nel-1962-pxkkwd.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="800" height="235" src="https://c8.alamy.com/compit/pxkkwd/katherine-johnson-nasa-ricerca-matematico-alla-sua-scrivania-presso-la-nasa-langley-research-center-con-un-globo-o-celeste-del-dispositivo-di-formazione-nel-1962-pxkkwd.jpg" width="320" /></a></div>ingegneri del gruppo, venne aggiunta "con il programma" quando la NACA divenne NASA. Nel 1958 venne assegnata ai calcoli come ingegnere aerospaziale, calcolando, tra le altre cose, la traiettoria del primo volo spaziale con equipaggio, assegnato ad Alan Shepard, e nel 1961 la finestra di lancio per la missione Mercury, calcolando diagrammi di backup per gli astronauti in caso di guasto elettronico.<p></p><p style="text-align: justify;">Ne 1959 Katherine si risposò con il tenente colonnello James A. Johnson con cui rimase sposata per oltre sessanta anni, fino alla morte di lui, e nel contempo continuando lavorare per la NASA.</p><p style="text-align: justify;">Nel 1962, quando si utilizzarono per la prima volta i calcolatori elettrici per il calcolo orbitale della Mercury Frendship7, lo stesso Glenn gli chiese di rifare i calcoli <i>" Se lei dice che vanno bene, allora sono pronto ad andare."</i>. In seguito lei stessa lavorò sui computer digitali e la sua precisione aiutò all'aumento della fiducia nel mezzo. Calcolò anche la traiettoria della missione Apollo 11, di cui seguì l'allunaggio, ed i primi passi degli astronauti, su un piccolo schermo durante una riunione a Pocono Mountain. Nel 1970 sempre lei calcolò le procedure ed i grafici che aiutarono l'equipaggio dell'Apollo </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://banner2.cleanpng.com/20180609/jvp/kisspng-katherine-johnson-hidden-figures-nasa-internationa-national-advisory-committee-for-aeronautics-5b1bdbd91792a3.4307075615285524090966.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="338" data-original-width="800" height="135" src="https://banner2.cleanpng.com/20180609/jvp/kisspng-katherine-johnson-hidden-figures-nasa-internationa-national-advisory-committee-for-aeronautics-5b1bdbd91792a3.4307075615285524090966.jpg" width="320" /></a></div>13 a rientrare sani e salvi dopo la sfortunata interruzione della missione. Lavorò anche sui calcoli per i viaggi degli Space Shuttle, l'Heart Resources e per una missione su Marte. Nel 1979 prima che si ritirasse in pensione dalla NASA la sua biografia ebbe un posto d'onore nelle liste degli afroamericani che si sono distinti nel campo della scienza e della tecnologia.<p></p><p style="text-align: justify;">Nel 2015 il Presidente americano Obama le assegnò una delle 17 Medaglie della Libertà, ed intervistata sul suo lavoro lei disse <i>" Io conto, conto tutto. Conto i passi che faccio per strada, quelli per andare in</i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://i1.wp.com/www.ilsuperuovo.it/wp-content/uploads/2020/02/katherine1.jpg?resize=410%2C230&ssl=1" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="230" data-original-width="410" src="https://i1.wp.com/www.ilsuperuovo.it/wp-content/uploads/2020/02/katherine1.jpg?resize=410%2C230&ssl=1" /></a></i></div><i>chiesa, il numero dei piatti e delle stoviglie che lavo, le stelle nel cielo. Tutto ciò che può essere contato io lo conto" </i>Nell'anno seguente le venne intitolato il nuovo impianto Khaterine G. Johnson Computational Research, nel 55° anniversario del lancio si Shepard <p></p><p style="text-align: justify;">Ciò che la rendeva veramente orgogliosa era il suo contributo al lancio della missione Apollo 11: <i>"Stavamo andando sulla Luna ed io ho computerizzato il cammino verso la meta."</i></p><p style="text-align: justify;">Ha collaborato ad ameno 26 tipi di pubblicazioni, ha scritto libri, ed ha ricevuto un incredibile numero di premi e di riconoscimenti.</p><p style="text-align: justify;">Si è spenta all'età di 101 anni nel 24 febbraio del 2020, in una casa di riposo di Newport News, vicina alla sua famiglia ed ai suoi ricordi.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><a href="https://www.nasa.gov/content/katherine-johnson-biography">Katherine Johnson Biography | NASA</a></p><p><a href="https://sciencecue.it/chi-era-katherine-johnson/18233/">Chi era Katherine Johnson, la donna che ci portò sulla Luna (sciencecue.it)</a></p><p><a href="http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/katherine-coleman-johnson/">Katherine Coleman Johnson* | enciclopedia delle donne</a></p><p><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Katherine_Johnson">Katherine Johnson - Wikipedia</a></p><br /><p><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-61125098929554318882021-02-10T15:01:00.000+01:002021-02-10T15:01:08.634+01:00RITA LEVI MONTALCINI LA DONNA CHE SPOSO' LA SCIENZA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfNDwGiMOGlt0yDm2tkq1NtTz5ghooivAwbKJuU9l6jnzGyQIcnNux7f-fIJu7yNB97wbYvv7iC4thznUIqQf4lBGza-g_ZznEjk7FbrhjUsD9Wq9V4-wQPrJ6z9TxUxn_0ziQqx3oYpsC/s1380/donne+nella+storia1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfNDwGiMOGlt0yDm2tkq1NtTz5ghooivAwbKJuU9l6jnzGyQIcnNux7f-fIJu7yNB97wbYvv7iC4thznUIqQf4lBGza-g_ZznEjk7FbrhjUsD9Wq9V4-wQPrJ6z9TxUxn_0ziQqx3oYpsC/w640-h154/donne+nella+storia1.png" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">Prima di tutto permettetemi di scusarmi. ho deciso di tenere ritmo settimanale per questa rubrica ma la mia salute ha sempre da dire la sua sulle mie decisioni e la scorsa settimana mi ha reso difficile lo stare di fronte al pc. Pronta a riprendere il mio impegno eccoci a parlare di una donna che merita tutta la nostra ammirazione e che ha contribuito sia alla nostra storia che alla nostra evoluzione scientifica.</div><p></p><p></p><div style="text-align: justify;"><b>Oggi parleremo di Rita Levi Montalcini.</b></div><div style="text-align: justify;">Nasce a Torino, nel lontano 1909, in quello che oggi vediamo come lo scorso secolo. Si tratta di due <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.ytimg.com/vi/ZwqO74A3yuo/hqdefault.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="480" height="240" src="https://i.ytimg.com/vi/ZwqO74A3yuo/hqdefault.jpg" width="320" /></a></div>gemelle, Rita e Paola, nate da Adamo Levi e Adele Montalcini, e che già contavano altri tre figli maschi ed una femmina, Anna. Nascono in una famiglia benestante, amate e coccolate, con in più una sana predisposizione alla curiosità verso la cultura. Purtroppo, proprio in funzione di uno stile di vita ancora vittoriano, alle femmine della famiglia si riserva una istruzione anche scolastica, ma destinata a formare mogli devote e donne di casa, e le tre giovani della famiglia a questo vengono indirizzate dal volere paterno.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.ciaodonna.com/wp-content/uploads/2013/01/rita-levi-montalcini-giovane.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="520" data-original-width="364" height="200" src="http://www.ciaodonna.com/wp-content/uploads/2013/01/rita-levi-montalcini-giovane.jpg" width="140" /></a></div>Al termine del liceo femminile, una scuola prettamente per signorine che a livello scolastico non è parificato, Rita si trova incerta su quello che il futuro le potrà riservare. La gemella, Paola, ha sviluppato un grande amore per l'arte che la porta ad approfondire le proprie abilità presso Atelier di fama, ma lei non sa decidere, e la fugace passione per la filosofia le viene preclusa dal tipo di scuola frequentato che non le da accesso a quella università. La decisione viene presa per un lutto doloroso: la morte della amata governante la porta a decidere di studiare Medicina, scelta che comunque non è tra le più semplici, andando contro il volere del padre. fu in quell'occasione che Rita lo affrontò, dicendogli chiaramente come non sarebbe mai stata ne moglie ne madre, ed iniziando quella che lei definì in seguito, la sua luna di miele con il suo cervello.</div><div style="text-align: justify;">A livello pratico le difficoltà maggiori sono le sue gravi carenze in Greco, Latino, matematica, ma impegnandosi fortemente riesce in una annualità a recuperare le mancanze ed ottenere un diploma di Liceo che le serve per poter accedere all'Università di Medicina.</div><div style="text-align: justify;">Gli anni sono ancora tranquilli, siamo nel 1930, e il gruppo di persone che incontra nella facoltà creerà un ricco terreno culturale su cui formarsi: oltre al suo insegnante, Giuseppe Levi, nume della biologia di quel periodo, incontra anche Renato Dulbeco e Salvador Luria, suoi amici e colleghi. Si tratta di un contesto estremamente stimolante in cui crescere , una ricca atmosfera culturale che vede una giovane Rita seguire entusiasta le lezioni, ed appassionarsi allo studio, soprattutto, del sistema nervoso centrale. Ma dato che anche lei è umana, non tutto è stato semplice nemmeno per la grande scienziata che abbiamo conosciuto, ed il suo punto debole era istologia, dove la preparazione di vetrini era un dramma costante.</div><div style="text-align: justify;">Chiaramente il problema viene superato visto che nel 1936 riesce a laurearsi con il massimo dei voti, per poi decidere di specializzarsi in neurobiologia e psichiatria, diventando assistente presso la clinica universitaria.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quelli sono però già anni molto più difficili, e, quando nel 1938 vengono rilasciate le leggi raziali, sia il <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQdynQKWnFr0sZhdiUjduvGjMmuMVHWxQ7MMA&usqp=CAU" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="176" data-original-width="287" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQdynQKWnFr0sZhdiUjduvGjMmuMVHWxQ7MMA&usqp=CAU" /></a></div>suo insegnante, Giuseppe Levi, che lei, in quanto ebrea sefardita, si vedono costretti a lasciare il paese per non rischiare l'internamento. La signorina Levi Montalcini si rifugia a Bruxelles dove viene accolta presso l'istituto neurologico e dove rimane un anno, per poi rientrare in Italia, poco prima che i tedeschi riescano ad invadere anche il Belgio. Nella sua nazione natale non le viene permesso di svolgere nessun tipo di attività, ma lei non si da per vinta e si allestisce un laboratorio di fortuna nello scantinato dove, con l'aiuto del professor Levi, che è rientrato a sua volta in Italia e che sarà il primo assistente di laboratorio di una orgogliosissima dottoressa Levi Montalcini, porta avanti ricerche utilizzando il sistema nervoso di embrioni di pollo, cercando di approfondire una ricerca che era stata iniziata tempo prima presso la cattedra di zoologia della Washington University.</div><div style="text-align: justify;"> La guerra purtroppo non lascia nessuno libero e presto arriva anche in questa oasi di scienza a causa dei violenti bombardamenti cui Torino viene sottoposta. Rifugiata con la famiglia nel fiorentino, cambiano nome e lei ora si fa chiamare Rita Lupani. Lei la sua famiglia sopravvissero all'olocausto rimanendo nascosti in Firenze, cambiando spesso casa e vivendo separati per non dare nell'occhio come nucleo familiare numeroso. Una volta addirittura si salvano in extremis grazie all'avvertimento di una domestica. quando in fine giunge l'occupazione tedesca di Firenze la dottoressa decide di prendere contatto con il Partito d'Azione e scendere in campo come medico volontario delle forze alleate. In questa veste si prese cura anche dei campi rifugiati del nord Italia, trovandosi a dover trattare anche epidemie di febbre tifoide e di altre malattie infettive. Fu in questo frangente che si fece ancora più forte in lei la decisione di non intraprendere la carriera di medico, ma quella di ricercatore, vista la difficoltà che provava nel riuscire ad avere il necessario distacco dalle sofferenze o in caso di morte del paziente.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ebri.it/immanager/1415720914_062-levi%20montalcini.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="488" data-original-width="334" height="320" src="https://www.ebri.it/immanager/1415720914_062-levi%20montalcini.jpg" width="219" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Alla fine della guerra, con il ritorno della famiglia in quel di Torino, la dottoressa riprende il suo posto presso la clinica universitaria rimanendovi fino a 1947. </div><div style="text-align: justify;">In quell'anno, grazie al suo collega Luria, riceve un invito negli Stati Uniti, dall'Istituto di Zoologia della Washington University per proseguire gli studi sul sistema nervoso sugli embrioni di pollo che aveva portato avanti autonomamente prima della guerra. Quindi la dottoressa, in compagnia del collega Dulbeco, si imbarca e si trasferisce Saint Luis dove inizia la sua collaborazione con la la prestigiosa università, una collaborazione che avrebbe dovuto essere di un anno ma che alla fine si protrarrà per ben trenta anni. Anni in cui sarà al centro di importanti e prestigiosi incarichi ed in cui si avranno le sue più importanti conquiste tra cui la scoperta del Nerv growth Factor, il fattore di crescita delle cellule nervose, che le varrà, assieme a Stanley Cohen, il premio Nobel per la medicina del 1986. Un fatto interessante è che parte del premio fu devoluta alla comunità ebraica romana per la creazione di una sinagoga. Altro fatto importante fu che l'anno successivo al conseguimento del premio lo visse con un continuo senso di inadeguatezza che la portò addirittura alla depressione: "...<i>Direi che è stato un anno catastrofico. Un tornado, qualcosa di</i></div><div style="text-align: justify;"><i><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://images.ctfassets.net/eqlypemzu8y5/5h3s7C1CX4tV519PZKhX8k/41f286fd3731da7110b2a2d9e7babd4e/RitaLevi-Montalcini_LIFE_asset21.jpg?w=1024&fm=jpg&fl=progressive&q=90" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="647" height="200" src="https://images.ctfassets.net/eqlypemzu8y5/5h3s7C1CX4tV519PZKhX8k/41f286fd3731da7110b2a2d9e7babd4e/RitaLevi-Montalcini_LIFE_asset21.jpg?w=1024&fm=jpg&fl=progressive&q=90" width="162" /></a></div>inaspettato. Non ero preparata. È andata bene a Stoccolma, una cerimonia interessante. È stato molto più difficile affrontare l'anno. Non avevo più la possibilità di lavorare, ricevevo migliaia di lettere a cui ancora in parte non ho risposto. Quel senso di inadempienza mi è pesato tanto da portarmi quasi a un collasso. Devo riconoscere che per la prima volta in vita mia, ho dovuto ricorrere agli antidepressivi tanto era il senso di non essere adeguata. Mi chiedevo perché avessero scelto me....'".</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;">Dopo essere diventata Full Professor in Zoologia nel 58 inizia ad andare avanti ed indietro con l'Italia per consentire la creazione, nel CNR, di un centro di ricerche in neurobiologia e di un laboratorio di biologia cellulare di cui sarà direttore fino al 1978. Finalmente nel 1977 Rita decide di restare in Italia a lavorare per il CNR. Ora le sue ricerche si puntano decisamente sul fattore di crescita delle cellule neurali, ma collabora comunque come superesperto alle altre attività del CNR, senza dimenticare che è anche collaboratore dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Accademia Americana delle Scienze, del Royal Society Animatrice, e che collabora a numerose altre iniziative a carattere medico o scientifico, senza nemmeno dimenticare l'impegno sociale e civile. In merito a questo ultimo campo la sua fondazione Levi Montalcini Onlus, creata assieme alla sorella Paola, è estremamente attiva sul fronte dell'istruzione delle donne africane per creare delle future generazioni pronte a prendere in mano il loro futuro e quello del loro paese; ma si impegna anche attivamente per la eliminazione delle mine anti uomo dai territori di guerra, e per l'abolizione dei conflitti per la conquista di beni primari di sopravvivenza. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSCfghGMXrWl3N_Cwosf3DI4o0ObTZQE50MPQ&usqp=CAU" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="222" data-original-width="227" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSCfghGMXrWl3N_Cwosf3DI4o0ObTZQE50MPQ&usqp=CAU" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Purtroppo anche un'ombra oscura la limpida vita di questa scenziata ed è lo scandalo della Fidia. </div><div style="text-align: justify;">Inizia nel 1975 quando Francesco Della Valle, gestore della casa farmaceutica FIDIA registra un farmaco che all'apparenza risulta miracoloso, il CRONASSIAL, un integratore alimentare coadiuvante per il recupero del sistema neuronale, che viene consigliato anche nell'età evolutiva. Per cercare di spingerlo sul mercato, Della Valle si rivolse alla Montalcini perché diventai garante del farmaco, e versò 50 milioni di lire nelle case della fondazione Montalcini allo scopo di finanziare le ricerche della scienziata. Purtroppo nel 1978 si scoprì che il farmaco aveva effetti mortali su un paziente ogni dieci portando allo sviluppo del morbo di Guillain-Barrè, una percentuale pericolosamente alta che ne comportò il bando in Germania, Gran Bretagna, Spagna ed in fine Italia. Nonostante questo la Montalcini non prese mai le distanze da questo farmaco o dal Della Valle.</div><div style="text-align: justify;">All'età di 90 anni inizia progressivamente a perdere la vista a causa di un maculopatia degenerativa, ma lei stessa ammetterà sempre di non essersi mai presa troppo cura della sua salute.</div><div style="text-align: justify;">dirà <i>"...Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il mio corpo, io sono la mente..." " ...Credo che il mio cervello, sostanzialmente, sia lo stesso di quando ero ventenne. Il mio modo di esercitare il pensiero non è cambiato negli anni. E non dipende certo da una mia particolarità, ma da quell'organo magnifico che è il cervello. Se lo coltivi funziona. Se lo lascia andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare..."</i></div><div style="text-align: justify;"><i><br /></i></div><div style="text-align: justify;">Nel 2009 è tra i primi premi Nobel in assoluto a varcare il limite dei 100 anni di vita, oltre che il più anziano senatore a vita, ancora in carica e della storia della repubblica (era stata eletta nel 2001 dall'allora presidente della repubblica Carlo Azelio Ciampi e prese il suo lavoro con grande impegno e serietà).</div><div style="text-align: justify;">Nonostante la sua età oramai avanzata espone sempre con fermezza le sue idee, studiosa fino all'ultimo, sempre estremamente attiva in ogni campo. ha continuato a dire la sua su eutanasia, testamento biologico, clonazione a scopo terapeutico, aborto ed ingegneria genetica, sempre animata dal suo spirito laico ed anticonformista.</div><div style="text-align: justify;">Evito qui di elencare la sua immane produzione bibliografica, che spazia dalle scienze all'umanesimo; è comunque possibile reperirne un elenco completo su Wikipedia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.donnemagazine.it/wp-content/uploads/2019/12/chi-era-rita-levi-montalcini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="518" data-original-width="800" height="207" src="https://www.donnemagazine.it/wp-content/uploads/2019/12/chi-era-rita-levi-montalcini.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Questa donna immensa si spegne all'età di 103 anni, a casa sua, nei pressi di villa Torlonia, il 30 dicembre 2012. Le viene tributata l'esposizione nella camera ardente del senato, dopodiché la salma viene portata a Torino e posta, dopo una cerimonia privata con rito ebraico, ed una pubblica che richiamò un immenso numero di persone, nella tomba di famiglia, dove già riposava dal 2000 la gemella Paola, presso il Cimitero Monumentale di Torino.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">altri riferimenti:</div><div>https://www.cnr.it/it/speciale-rita-levi-montalcini</div><div>https://biografieonline.it/biografia-rita-levi-montalcini</div><div>https://www.donnenellascienza.it/protagoniste/protagoniste-di-ieri/rita-levi-montalcini/biografia/</div><div>https://it.wikipedia.org/wiki/Rita_Levi-Montalcini</div><div>http://www.universitadelledonne.it/rita%20levi%20m.htm</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-39168253482969154952021-01-29T17:39:00.001+01:002021-01-29T17:39:13.619+01:00AMELIA EARHART, COLEI CHE VOLO' DOVE NESSUNA ERA MAI GIUNTA PRIMA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhptUB8WLaMIFlV5qzXFdI9uTO32EjwTkBb-RWRvcfDJ4GRQHC01qSQiavLiHWpTxZMoRc7YFdKEB6KyxHo0u-xEOYf0d_ERLGdZzDUNdv-Q6Jy-d5palIcfV_BUDlF2p2fSunxo1nvb_np/s1380/donne+nella+storia1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="153" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhptUB8WLaMIFlV5qzXFdI9uTO32EjwTkBb-RWRvcfDJ4GRQHC01qSQiavLiHWpTxZMoRc7YFdKEB6KyxHo0u-xEOYf0d_ERLGdZzDUNdv-Q6Jy-d5palIcfV_BUDlF2p2fSunxo1nvb_np/w641-h153/donne+nella+storia1.png" width="641" /></a></div><br />La donna di cui parleremo questa settimana è una donna che ha conquistato i cieli oltre che la fantasia di intere generazioni. <p></p><div><b>Oggi parleremo di Amelia Hearart</b><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cdn.britannica.com/78/164578-050-634E4E33/Amelia-Earhart.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="648" height="320" src="https://cdn.britannica.com/78/164578-050-634E4E33/Amelia-Earhart.jpg" width="259" /></a></div><br /></div><div style="text-align: justify;">Amelia nasce nel 24 luglio del 1897 dai signori Amy Linda e Edwin Earhart. viene partorita a casa dei nonni, ad Atchison, nel Kansas, come desidera la madre, mentre il padre si trova distante, a Kansas City, per fare pratica in uno studio legale. anche sua sorella era venuta alla luce qui, nella casa dei nonni, e sempre qui cresceranno ambe due, lontane da entrambe i genitori. La giovane Amelia fin da piccola si dimostra uno spirito libero, ama i libri, lo sport, scorrazzare in bicicletta, e non sopporta i vestiti femminili che le impediscono di muovere le gambe. </div><div style="text-align: justify;">Il padre nel frattempo, a causa d problemi di alcool perde il lavoro nello studio legale, ma fortunatamente trova lavoro presso le ferrovie e questo porta i genitori a trasferirsi a Des Moines nell'Iowa. Solo nel 1908 finalmente la bimba si ricongiunse con i genitori, ed anche in quella occasione per un trasferimento, visto che il lavoro paterno lo porta a continui spostamenti. Questa volta presso un posto che si chiamava Saint Poul, nel Minnesota.</div><div style="text-align: justify;">nel 1915 si trasferiscono ancora, sembra definitivamente, a Chicago, ma dati i trascorsi della sua infanzia, la nostra ragazza ha sviluppato una indipendenza che la porterà a scegliere di trasferirsi in Canada per stare con la sorella Muriel.</div><div style="text-align: justify;">Dopo una prima visita che le permise di vedere con i propri occhi gli orrori della guerra, abbandona la scuola, e frequenta un corso presso la croce rossa dello "Spadina Military Hospital" di Toronto per offrire il proprio aiuto ai soldati in un ospedale militare durante tutto il periodo della prima guerra mondiale. Successivamente approfondirà gli studi infermieristici presso la Columbia University di New York. </div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i0.wp.com/www.brainpickings.org/wp-content/uploads/2013/07/amelia4.jpg?w=680&ssl=1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="561" data-original-width="500" height="320" src="https://i0.wp.com/www.brainpickings.org/wp-content/uploads/2013/07/amelia4.jpg?w=680&ssl=1" width="285" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">Ebbe modo di dire in merito " <span style="background-color: white; color: #202020; font-family: Charter, Georgia, Times, serif;"><i>Per la prima volta capii il significato della guerra; invece di belle uniformi e fanfare potei vedere il risultato di quattro anni di lotta disperata; uomini senza braccia o gambe, paralizzati o ciechi"</i></span></div></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202020; font-family: Charter, Georgia, Times, serif;"><i><br /></i></span></div><div style="text-align: justify;">Nel 1920 si reca con il padre a visitare una fiera a Long Beach e per un dollaro fece , per la prima volta, un volo turistico a bordo di un biplano; dieci minuti di giro sopra i cieli di Los Angeles.</div><div style="text-align: justify;">Fu un colpo di fulmine. Già da bambina aveva desiderato di poter imparare a volare ma mai come in quella occasione la decisione divenne concreta. Decise di cominciare a seguire delle lezioni di volo, spesso accettando qualsiasi tipo di lavoro le venisse offerto per potersi mantenere quelle costosissime lezioni, datele dalla pilota Anita Snook, pioniera dell'aviazione.</div><div style="text-align: justify;">Finalmente nel 1922, con un sostegno economico da parte della sorella Muriel e della madre Amy, riesce ad accantonare abbastanza per comprarsi il primo aereo, un biplano giallo che chiamerà CANARY, con il quale subito dopo, stabilirà il suo primo record, salendo a 14000 piedi di altitudine, prima donna a riuscire nell'impresa. Nel 1923 riesce ad ottenere il brevetto di pilota, 16esima donna nel mondo a conseguirlo.</div><div style="text-align: justify;">Il suo impeto la porta a conseguire altri record aerei tanto che ovunque si rechi viene riconosciuta ed assediata per interviste ed autografi. Nel 1925 si trasferisce in Massachusetts per continuare il suo lavoro di infermiera assistendo gli immigrati, ma la sua passione rimane il cielo.</div><div style="text-align: justify;">Questo la rende già una pilota di una certa importanza nel circolo dei piloti della zona, tanto che nel 1928 il Capitano Hilton H. Railey le propone di far parte dell'equipaggio che farà la traversata dell'atlantico il 17 giugno, con il pilota Stultz ed il co-pilota e meccanico Gordon, a bordo di un Fokker F. VII, chiamato <b>Friendship</b>. A suggerire il suo nome allo sponsor della spedizione è stato George Palmer Putnam, editore e suo futuro marito.</div><div style="text-align: justify;">Sarà anche in questo caso la prima donna a partecipare a questo tipo di evento, e, sebbene i suoi compiti <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.oxfordsaudia.com/wp-content/uploads/2018/07/aviation-pioneers-amelia-earhart-628x439.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="628" height="224" src="https://www.oxfordsaudia.com/wp-content/uploads/2018/07/aviation-pioneers-amelia-earhart-628x439.jpg" width="320" /></a></div>sull'aereo siano di poco conto, all'arrivo in Galles, 20 ore dopo il decollo, tutte le attenzioni del pubblico e dei giornalisti vengono dedicate a lei. e lei scriverà di questo evento un resoconto<b> "20hour - 40 minutes"</b> che sempre Putnam provvederà a pubblicare, con ottimi esiti di vendita. sempre lui si occuperà della pubblicazione di altri due libri scritti da lei, <b>"Felice di volare"</b> e <b>" Last flight".</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;">la fine della missione coincide con un viaggio di conferenze che la portò a parlare dell'impresa in tutto il paese, anche se lei teneva a precisare " ...<i>Sono stata una passeggera, solo una passeggera.]...[ Willerm pilotò per tutto il viaggio.io sono stata solo un bagaglio, trasportata come un sacco di patate...</i>"</div><div style="text-align: justify;">L'8 aprile del 1931 pilotando un Autogiro Pitcairn PCA-2 riesce a stabilire un nuovo record di altitudine, raggiungendo questa volta i 18415 piedi.</div><div style="text-align: justify;">nello stesso anno convola a nozze con Putnam, di cui spesso parlerà più come un partner di lavoro che come un marito, nonostante l'amore che aveva portato lui a divorziare dalla prima moglie. Mantiene il proprio cognome da nubile, per rimanere padrona della propria indipendenza. </div><div style="text-align: justify;">Decisa a continuare la sua carriera opta per ripetere la traversata dell'atlantico, ma questa volta in solitaria, impresa tentata e riuscita solo a Lindbergh prima, nel 1927, ed il 21 maggio l'impresa viene e portata a termine. Partendo da Terranova e giungendo a Londonderry, lady Lindy, come viene scherzosamente chiamata per la strana rassomiglianza che, dopo essersi tagliata i capelli, ha con il pilota, impiega 14 ore e 36 minuti per la traversata, battendo il tempo che aveva fatto con l'equipaggio dell'anno prima. Qui, con il marito che l'ha raggiunta, si fermerà per una serie di conferenze in Europa, e per ricevere la medaglia d'oro della National Geographic Society, che lei ritirerà a nome di tutte le donne. </div><div style="text-align: justify;">A fine agosto dello stesso anno decide di impegnarsi nella più clamorosa delle imprese: vuole essere la prima donna ad attraversare gli stati uniti senza scali partendo da Los Angeles per arrivare a Newark, ma non si accontenta e poco dopo diventa anche la prima donna ad aver attraversato l'Oceano Pacifico, partendo questa volta da Oakland ed arrivando ad Honolulu.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">il successo è inarrestabile, e la travolge portandola a contatto con tutto il mondo: una rivista di moda come <b>Vogue</b> le dedica un reportage, lei scrive una serie di articoli per <b>Cosmopolitan</b>, partecipa ad una campagna pubblicitaria che spinge le donne a comprare biglietti aerei. Fonda persino una compagnia aerea collaborando con <b>Vidal</b> e <b>Collins</b>. Mise anche a punto una linea di abbigliamento da lei disegnata dedicata alle donne pilota, compresi un paio di pantaloni particolarmente morbidi e larghi, forniti di cerniere e grosse tasche.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.earnthenecklace.com/wp-content/uploads/2017/07/amelia-earhart-theories.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="594" height="252" src="https://www.earnthenecklace.com/wp-content/uploads/2017/07/amelia-earhart-theories.jpg" width="320" /></a></div>Arriviamo nel 1935 e vediamo la signora Earhart entrare alla "Purdue University" come <i>visit faculty member</i> (membro della facoltà in visita) per una serie di incontri in cui cercherà di essere consigliere sulla carriera delle donne, incentivandone la scelta d'intraprendere il percorso nell'aviazione, e soprattutto come consulente tecnico per il dipartimento dell'aereonautica.</div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Georgia, Helvetica, Arial; font-size: 15px;">«</span><em style="background-color: white; border: 0px; font-family: Georgia, Helvetica, Arial; font-size: 15px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Le donne devono pagare per tutto. Ottengono più gloria degli uomini per imprese che sono a loro comparabili, ma hanno più notorietà di loro quando falliscono</em><span style="background-color: white; font-family: Georgia, Helvetica, Arial; font-size: 15px;">». </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; font-family: Georgia, Helvetica, Arial; font-size: 15px;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;">Ma lei non può rimanere per troppo tempo con i piedi per terra e in questo periodo comunque farà un viaggio in solitario dalle Hawaii alla California, percorrendo 2408 miglia in 17 ore e 7 minuti, per poi ripartire, l'anno successivo, da Los Angeles ed arrivare a Città del Messico, per la prima volta percorrendo il tratto in solitaria.</div><div style="text-align: justify;"> a questo punto si sente pronta: inizia a progettare la circumnavigazione del mondo lungo il percorso equatoriale per una distanza di 47000 km, la più lunga.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R48d55d6f94cba873dfbe61d25794afaf?rik=JgLZwWAg45fcFw&riu=http%3a%2f%2fi.ebayimg.com%2fimages%2fa%2f(KGrHqMOKjEE6bPlHmM%2cBOpz4Hqu%2cQ%7e%7e%2fs-l300.jpg&ehk=pWDHipwMeX%2f%2b1R5w2R%2frRiFEevou1hVf%2bGGudR9DvV8%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="251" src="https://th.bing.com/th/id/R48d55d6f94cba873dfbe61d25794afaf?rik=JgLZwWAg45fcFw&riu=http%3a%2f%2fi.ebayimg.com%2fimages%2fa%2f(KGrHqMOKjEE6bPlHmM%2cBOpz4Hqu%2cQ%7e%7e%2fs-l300.jpg&ehk=pWDHipwMeX%2f%2b1R5w2R%2frRiFEevou1hVf%2bGGudR9DvV8%3d&risl=&pid=ImgRaw" /></a></div>Grazie al finanziamento della Purdue riesce ad allestire, nel 1936 un monoplano bimotore della Lockeed L-10 ELECTRA che viene costruito dalla Lockeed seguendo le specifiche presentate dalla stessa Earhart, tra cui la modifica della fusoliera e dei serbatoi del carburante che diventavano due. Il progetto venne definito un Laboratorio volante, ma ben pochi erano gli esperimenti che erano stati progettati da eseguire a bordo. Il volo era stato principalmente progettato per permettere alla stessa Amelia di compiere la circumnavigazione, raccogliendo abbastanza materiale da poter scrivere un nuovo libro.</div><div style="text-align: justify;">come secondo di bordo all'inizio si pensò al Capitano Harry Manning, capitano della "President <br />Rosevelt", ma in seguito la scelta cadde su Fred Noonan esperto sia nella navigazione marina che in quella aerea. questo perché molti erano i problemi si sarebbero dovuti gestire attraverso la navigazione astronomica. Alla fine si decise di compiere la prima parte della navigazione, quella più difficile dalle Hawaii fino all'Isola Howland, con la navigazione di Noonan, per poi cambiare con Minning fino in Australia, da dove alla fine Amelia avrebbe proseguito da sola fino all'arrivo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R3142a348db5a3ef88544c6552e99fa34?rik=KWYG8HUrC5XXzQ&riu=http%3a%2f%2fwww.cheatsheet.com%2fwp-content%2fuploads%2f2014%2f11%2fPaul-Mantz.jpg%3f4cf118&ehk=TXEYqHuaoCKXyjOngwOMTNI%2fGifjeP95E3SC6uOYz7c%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="400" height="200" src="https://th.bing.com/th/id/R3142a348db5a3ef88544c6552e99fa34?rik=KWYG8HUrC5XXzQ&riu=http%3a%2f%2fwww.cheatsheet.com%2fwp-content%2fuploads%2f2014%2f11%2fPaul-Mantz.jpg%3f4cf118&ehk=TXEYqHuaoCKXyjOngwOMTNI%2fGifjeP95E3SC6uOYz7c%3d&risl=&pid=ImgRaw" width="155" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">il progetto doveva prendere il via il 17 marzo del 1937, ed Earhart con Nooan partirono da Oakland con a bordo anche Minning e Poul Mantz, consulente di Amelia, per arrivare ad Honolulu, alle Hawaii. Purtroppo ci furono dei problemi di lubrificazione ed attrito sul mozzo dell'elica a passo variabile, <br />che rese necessaria una grossa manutenzione. L'aereo riprese il volo per giungere a Pearl Harbor dove dopo una sosta avrebbe dovuto ripartire, ma durante il decollo l'aereo fece un testacoda: si parlò di uno pneumatico esploso, ma anche di un errore di pilotaggio. fatto sta che il volo venne sospeso e l'aereo rimandato alla Lockeed via mare per riparazioni e messa a punto.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mentre l'aereo veniva nuovamente preparato, la Hearart ed il marito si davano da fare per riuscire a raccogliere i fondi che sarebbero serviti ad affrontare un secondo tentativo. Questa volta la direzione è <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cdn.images.express.co.uk/img/dynamic/25/590x/secondary/Amelia-Earhart-death-mystery-island-grave-996823.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="457" data-original-width="590" height="248" src="https://cdn.images.express.co.uk/img/dynamic/25/590x/secondary/Amelia-Earhart-death-mystery-island-grave-996823.jpg" width="320" /></a></div>cambiata, a seguito dei cambiamenti atmosferici sulla rotta precedente che rendevano ancora più pericolosa quella tratta. Questa volta la traversata sarebbe stata da oriente ad occidente; solo Fred Nooan sarebbe stato a bordo assieme alla Earhart per questo secondo tentativo. Partirono alla fine da Miami, in Giugno e dopo diverse soste in Sud America, in Africa, in India e nell'Asia sudorientale, arrivarono finalmente a Lae, in Nuova Guinea, il 29 giugno del 1937. Erano stati percorsi già 35000 km e solo 11000 ne rimangono da percorrere, ma erano anche quelli più pericolosi, quelli che richiedevano proprio la presenza di Nooan come navigatore.</div><div style="text-align: justify;">Caricano i serbatoi, vista la lunghezza della tratta che li aspetta, Amelia e Nooan sono pronti, anche e stanchi, per affrontare questo ultimo pezzo del viaggio. Partono a mezzanotte del 2 luglio, destinazione l'isola di Howland, una lingua di terra di nemmeno 2 kilometri di lunghezza, e 500 metri di larghezza, un puntino a più di 4113 km. Vicino a quella striscia di spiaggia sarà una nave della guardia costiera americana, la ITASCA, con l'incarico di guidare via radio l'avvicinamento all'isola dell'aereo. Durante la notte, difficoltà di comunicazione resero zoppicanti le comunicazioni, vuoi per errori vuoi per incomprensioni. Si parlava di una difficoltà di rilevazione del segnale dalla antenna Bendix di nuova creazione, altri sostenevano che ci fosse una differenza nel tipo di calcolo dell'orario: la Earhart usava l'orario di Greenwich, mentre la Itasca usava il sistema navale di individuazione del fuso orario. Fatto sta che alle 7,45 del mattino gli operatori ricevono un messaggio con la voce di Amelia, "<i>siamo sopra di voi ma non riusciamo a vedervi. Il carburane sta finendo. Non riusciamo a raggiungervi via radio. Voliamo a 1000 piedi di altitudine</i>." Dopo una intera ora si sente di nuovo " <i>Siamo ancora in volo ma non riusciamo a sentirvi.</i>" In fine "<i>Aspettate. Stiamo volando in linea Nord Sud</i>.." E poi più nulla.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La scomparsa dell'aereo viene annunciata e cominciano le ricerche. Lo stesso presidente Roosevelt autorizza le ricerche che vennero svolte impiegando 66 aerei e 9 navi, per un costo complessivo di quattro milioni di dollari. Purtroppo sia gli aerei che le navi non arrivano prima di cinque giorni sul luogo di ricerca. Setacciarono 250.000 miglia quadrate di oceano. Le ricerche arrivarono fino all'isola Nikumaroro, all'epoca conosciuta come isola di Gardner, che risultò disabitata da quarant'anni, ma che recava segni di presenza umana.</div><div style="text-align: justify;">il rapporto ufficiale disse " <i>Segni di abitanti recenti sono chiaramente visibili, ma ripetuti giri e avvicinamenti non hanno ricevuto alcuna segnalazione in risposta da possibili abitanti e infine si è assunto che non ve ne fossero.]...[ All'estremità occidentale dell'isola era arenata una nave a vapore di circa 4000 tonnellate, con la prua quasi a secco sulla spiaggia e con la chiglia rotta in almeno due punti. La laguna (di Gardner) pare sufficientemente profonda e certamente abbastanza grande che un aereo o un idroplano possa atterrare e o decollare in qualunque direzione con poca difficoltà. Se ne avesse avuto la possibilità, si ritiene che miss Earhart sarebbe potuta atterrare e nuotare o guadare fino alla riva</i>."</div><div style="text-align: justify;">Scoprirono anche che la forma dell'isola, riportata sulle mappe, era completamente sbagliata. vennero anche cercati dei resti in tutte le direzioni, immaginando che se l'aereo fosse ammarato i due piloti avrebbero potuto essere alla deriva su una zattera di salvataggio.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://th.bing.com/th/id/R758f7ffd28acc0f7e844a4e0a093d564?rik=87KDzkXBa%2bSsTw&riu=http%3a%2f%2fwww.anydate.com%2fimages%2fbig%2fnewsamelia_detail.jpg&ehk=P1u3Ei8ndOqJNbW2tLccXWIU2ECRl5GVzM3SnoIoVQA%3d&risl=&pid=ImgRaw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="259" data-original-width="400" src="https://th.bing.com/th/id/R758f7ffd28acc0f7e844a4e0a093d564?rik=87KDzkXBa%2bSsTw&riu=http%3a%2f%2fwww.anydate.com%2fimages%2fbig%2fnewsamelia_detail.jpg&ehk=P1u3Ei8ndOqJNbW2tLccXWIU2ECRl5GVzM3SnoIoVQA%3d&risl=&pid=ImgRaw" /></a></div><br />Il 18 di luglio le ricerche vennero interrotte alla fine di un impegno immenso, ma le tecniche di ricerca e salvataggio dell'epoca erano rudimentali e basate su assunzioni sbagliate e informazioni incorrette.</div><div style="text-align: justify;">Non convinto dei risultati, il signor Putnam, marito di Amelia, si impegnò in prima persona affittando due navi che si diressero alle Isole della Fenice, le Isole Gilbert e le Marshall, m nessuna traccia dell'ELECTRA o dei suoi occupanti viene rilevata. Per poter finanziare le ricerche della donna, Putnam chiese che non venisse rispettato il limite di 7 anni per la dichiarazione di Morte Legale, in modo da poter continuare a gestire<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.pinimg.com/originals/53/c6/e5/53c6e57b1f6a216b023006a66a7eac49.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="634" height="200" src="https://i.pinimg.com/originals/53/c6/e5/53c6e57b1f6a216b023006a66a7eac49.jpg" width="159" /></a></div><br /> le sue proprietà. La Earhart venne dichiarata morta, ufficialmente, solo il 5 gennaio del 1939,dopo che il governo americano concluse che doveva essersi schiantata in qualche posto del Pacifico, e che il suo aereo giaceva in qualche parte del fondo del mare, mentre cecava di diventare la prima donna a fare il giro del mondo in aereo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Cosa successe all'Electra della Earhart? Dove finirono i due piloti? Quale è la fine vera di quel volo?</div><div style="text-align: justify;">molte furono le ipotesi che vennero avanzate e molte sono anche oggi. C'era l'ipotesi di annegamento e morte a seguito dello schianto, la teoria che vedeva la Earhart catturata ancora viva dai giapponesi e tenuta prigioniera fino alla morte, avvenuta per esecuzione o malattia, la teoria che li vedeva profughi in un isola che non venne visitata durante le ricerche, altre che parlavano di una finta morte organizzata ad arte, senza parlare della sempre presente teoria del rapimento alieno. A lungo si parlerà di ritrovamenti dei più disparati reperti sia della pilota he dell'aereo. Questo fino al 2012 quando un gruppo di ricercatori facenti parte di un gruppo internazionale per il recupero di veicoli storici, afferma di aver trovato i resti del veicolo nelle acque antistanti l'isola di Nikumaroro, nello stato di Kiribati.</div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://i.cbc.ca/1.4195233.1499454662!/fileImage/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/original_620/ric-gillespie.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="620" height="133" src="https://i.cbc.ca/1.4195233.1499454662!/fileImage/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/original_620/ric-gillespie.jpg" width="200" /></a></div>Si tratta della teoria al momento più accreditata, quella del direttore del TIGHAR ( International Group for Historic Aircraft Recovery), Ric Gillespie. Secondo quello che riferisce sia la Earhart che Nooan passarono i loro ultimi giorni come naufraghi sull'isola deserta, portando avanti una teoria che in realtà è una delle più vecchie e che ha alle sue spalle moltissime prove. Secondo questa teoria l'aereo si stava recando all'isola di Howland per il rifornimento, ma i forti venti e la scarsissima visibilità mandarono fuori rotta l'aereo che già stava faticando a navigare in notturna. Quando la benzina finì , avvistarono l'isola di Nikumaroro. L 'isola ha una vasta barriera corallina che rimane quasi in secca durante la bassa marea creando una specie di pista di atterraggio. Fu una operazione difficile ma che permise loro di sopravvivere. Secondo questa teoria ci sono almeno 47 chiamate radio che vennero rilevate allora da radioamatori, anche se non furono mai ufficializzate, che dimostrano come Amelia sia riuscita a usare la radio per almeno una settimana grazie ai rimasugli di carburante che alimentavano la batteria. Il gruppo della TIGHAR afferma di aver trovato anche delle prove fisiche a conferma della loro teoria: strumenti improvvisati, resti di scarpe, i pezzi di un coltellino tascabile, dei cosmetici, e frammenti ossei. Sempre secondo loro l'aereo venne trascinato nelle profondità dall'oceano, ma ancora al tempo delle loro esplorazioni si trovavano dei resti di quello che sembrava essere il suo aereo.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Di parere contrario invece è Elgen Long, un reduce della marina che per anni si è dedicato al caso e che<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://w3.chabad.org/media/images/779/BkDH7797086.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="450" height="111" src="https://w3.chabad.org/media/images/779/BkDH7797086.jpg" width="200" /></a></div> ha anche scritto un libro in cui sostiene che l'aereo si schiantò nel Pacifico per poi affondare. Lui ha detto al National Geographic che il pezzo di metallo ritrovato a Nikumaroro era di un altro tipo di aereo. In merito alle teorie di Gillespie Long afferma "<i>Ogni anno o due il TIGHAR se ne esce con affermazioni come queste. Fateci vedere le prove per favore!</i>"</div><div style="text-align: justify;">Comunque la teoria di Gillespie ha un sostenitore di fama come <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cdn.newsapi.com.au/image/v1/116d6aa5fc86e66a51d834c57340ea7d?width=650" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="365" data-original-width="649" height="180" src="https://cdn.newsapi.com.au/image/v1/116d6aa5fc86e66a51d834c57340ea7d?width=650" width="320" /></a></div>Robert Ballard che, equipaggiato delle più moderne tecnologie a bordo della nave oceanografica Oceanus, nell'estate del 2019/20 ha deciso di esporare le acque profonde attorno all'isola di Nikumaroro, mentre il team dell'archeologo Fredrik Hierbert, si è messo sulle tracce dell'accampamento della Earhart sull'isola. Ballard è convinto che i motori dell'aereo si possano trovare ancora li, in fondo al mare. "<i>quell'aereo è reale, non è una leggenda, e questo significa che lo possiamo trovare.]...[ Ce la faremo, col Titanic chi sono volute quattro spedizioni. Per la Bismarck ce ne sono volute due. Quell'aereo è da qualche parte</i>."</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Che Amelia Earhart si sia salvata per morire sull'isola, o che sia affondata immediatamente, ed ora giaccia sul fondo, da qualche parte del Pacifico, le sue azioni sono quello che contano. </div><div style="text-align: justify;">Perché le sue imprese, le sue azioni, sono state importanti per molte altre donne nella storia, hanno fatto da esempio, sono state fonte di ispirazione per molte che oggi hanno intrapreso la carriera di pilota, o addirittura di astronauta. Per questo viene ancora oggi ricordata come fondamentale per la storia delle donne.</div><div style="text-align: justify;">importanti sono le parole che lasciò nel caso che qualcosa fosse andato male:</div><div style="text-align: justify;">alla sorella scrisse</div><div style="text-align: justify;">" <i>Ho fisato una posta molto alta, e se ce la farò sarò felice, se fallirò sarà comunque bello andarmene durante una simile avventura.</i>"</div><div style="text-align: justify;">mentre al marito scriveva</div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; text-align: start; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: times;"><i>"...ti prego di tenere conto del fatto che sono conscia dei pericoli che corro. Voglio fare ciò che sto facendo perché lo voglio fare davvero. Le donne devono tentare le stesse cose che tentano gli uomini. Quando falliscono, il loro fallimento deve essere una sfida lanciata agli altri...."</i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #050505; text-align: start; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: times;"><i><br /></i></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Sono parole che devono guidare anche noi, oggi, che vogliamo essere donne forti, indipendenti, consce del nostro valore e della nostra forza. Perché è grazie a donne come lei che possiamo far valere la nostra voce oggi. Grazie a chi, come lei, ha inizialmente abbattuto le porte, oggi possiamo percorrere le strade che ci guidano verso al nostro futuro.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://d.ibtimes.co.uk/en/full/1548671/amelia-earhart.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="800" height="256" src="https://d.ibtimes.co.uk/en/full/1548671/amelia-earhart.jpg" width="320" /></a></div><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2019/11/04/news/amelia_earhart_in_un_doc_il_mistero_della_scomparsa-240235447/">Il mistero di Amelia Earhart, sulle tracce dell'aviatrice scomparsa tra cinema e tv - la Repubblica</a></p><p style="background-color: white; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Amelia_Earhart">Amelia Earhart - Wikipedia</a></p><p style="background-color: white; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=1213&biografia=Amelia+Earhart">Biografia di Amelia Earhart (biografieonline.it)</a></p><p style="background-color: white; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://www.ilpost.it/2016/09/29/come-e-morta-amelia-earhart/">Come è morta Amelia Earhart? - Il Post</a></p><p style="background-color: white; margin: 0.5em 0px;"><a href="https://aerospacecue.it/amelia-earhart-la-donna-aviatrice/8614/">Amelia Earhart: la prima donna aviatrice (aerospacecue.it)</a></p></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-53227951841248691482021-01-22T17:59:00.000+01:002021-01-22T17:59:02.959+01:00NELLIE BLAY: LA PRIMA GIORNALISTA D'INCHIESTA<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"> </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: times;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7kbWE91wGkjgfWQkAOxEPxdOeMJjnvZghyPWcK5i5Q5LLUNztGWlAzEf1M0aDSw8AnCKyTWmpNahSqh7Vrlv3P5jGiD2ze0d5DMeYVbLJvYcrnZ-jxtZtCiZHlYN4BUKn4OtRfa0OWnnJ/s1380/donne+nella+storia1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="1380" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7kbWE91wGkjgfWQkAOxEPxdOeMJjnvZghyPWcK5i5Q5LLUNztGWlAzEf1M0aDSw8AnCKyTWmpNahSqh7Vrlv3P5jGiD2ze0d5DMeYVbLJvYcrnZ-jxtZtCiZHlYN4BUKn4OtRfa0OWnnJ/w642-h155/donne+nella+storia1.png" width="642" /></a></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">oggi voglio aprire una nuova rubrica, che mi ispirava da tempo ma che ora credo sia il momento di portare avanti. si tratta di una rubrica dedicata alle donne famose, o meno famose, ma comunque importanti per la storia in generale e per la nostra emancipazione in particolare. un omaggio che, più invecchio, più sento doveroso, verso quelle di noi che per prime si sono battute per mostrare come anche noi siamo importanti per l'evoluzione della storia e del nostro futuro come pianeta.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><b>oggi parleremo di Nellie Blay.</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.nps.gov/common/uploads/people/nri/20191204/people/20E51C19-B37A-2240-262A6216BD494422/20E51C19-B37A-2240-262A6216BD494422.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="415" data-original-width="340" src="https://www.nps.gov/common/uploads/people/nri/20191204/people/20E51C19-B37A-2240-262A6216BD494422/20E51C19-B37A-2240-262A6216BD494422.jpg" /></a><span style="font-family: times;"></span></div><span style="font-family: times;"><br /><b><br /></b></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">cominciamo dicendo che in realtà si chiamava Elizabeth Jane Cochran, nata ad Apollo, in Pensylvania il 5 maggio del lontano 1864. il padre era Michael Cocrhran, un mugnaio che divenne un ricco possidente. era sposato ed aveva dieci figli, ma quando rimase vedovo si risposò con Mary Jane, da cui ebbe altri cinque figli. la terza di questa infinita stirpe era proprio lei, Elzabeth, soprannominata Pink per la bizzarra abitudine della madre di vestirla di rosa. purtroppo il padre non era un uomo previdente e quando morì non lasciò un testamento, quindi la madre e i suoi cinque figli si ritrovarono poveri e senza una casa. Inoltre, sfortunatamente, quando si risposa la madre lo fa con un uomo violento, cattivo e alcolizzato, che rese la loro vita infelice fino al momento in cui finalmente la madre poté chiedere il divorzio, anche grazie alla testimonianza della figlia che affermò come avesse un pessimo carattere sia da sobrio che da ubriaco.</span></p><h2 style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">A quattordici anni riesce ad iscriversi alla INDIANA NORMAL SCHOOL, dove comincia a studiare per diventare maestra, una delle poche </span><span style="font-weight: 400;">carriere</span><span style="font-weight: normal;"> aperte allora alle </span><span style="font-weight: 400;">giovani</span><span style="font-weight: normal;"> donne, ma la situazione precaria dell'economia familiare le impedisce di pagare la retta già dopo soli sei mesi. Decise quindi di tornare dalla madre e di cercarsi un lavoro, ma in quei tempo, come </span><span style="font-weight: 400;">abbiamo</span><span style="font-weight: normal;"> detto non erano molti i lavori per le brave ragazze, quindi prova con un impiego come </span><span style="font-weight: 400;">maestra</span><span style="font-weight: normal;">. Fu in quel momento che lesse un articolo del </span>DISPATCH<span style="font-weight: normal;">, giornale di </span><span style="font-weight: 400;">Pittsburgh</span><span style="font-weight: normal;">, dal titolo "</span><i style="font-weight: normal;">What the girl are good for</i><span style="font-weight: normal;">" ( a cosa servono le ragazze), un articolo che affermava come le donne dovessero limitare la propria occupazione alla sfera domestica, occupandosi della casa, dei figli e dell'assecondare i desideri del marito, rasentando la </span><span style="font-weight: 400;">mostruosità</span><span style="font-weight: normal;"> quando invece pretendevano di lavorare. leggendo un articolo del genere la nostra, che era dotata di un carattere forte e indipendente, non poteva rimanere indifferente, quindi decise di scrivere una risposta, articolata, precisa e veemente, firmandosi Lonely Orphan Girl.</span></span></h2><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Tra le tante lettere di protesta che erano piovute al giornale questa colpì particolarmente il direttore, che ne ammirò la chiarezza e l'eloquenza. avrebbe voluto assumere l'autore, convinto che fosse un uomo, ma il nome lonely orphan girl non permetteva di contattate nessuno. Venne quindi pubblicata dallo stesso direttore una lettera in cui si prometteva l'assunzione ad Orphan Girl se si fosse presentato alla redazione. Si può solo immaginare la sua sorpresa quando fu la 21enne Elizabet a presentarsi per accettare il posto. Il direttore fu divertito dall'idea di questa giovane che scriveva così bene e decise di assumerla, ma con un nome diverso, dato che il suo sembrava non suonare abbastanza accattivante. Venne quindi scelto il nome di Nellie Blay, da una canzone che in quei giorni andava per la maggiore, e tale rimase il nome della giovane fino ala sua morte.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://cdn.britannica.com/93/21693-050-D102C50B/Nellie-Bly.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="458" height="625" src="https://cdn.britannica.com/93/21693-050-D102C50B/Nellie-Bly.jpg" width="358" /></a></div>L'interesse della donna va al giornalismo di inchiesta e rivolto principalmente alla situazione del mondo femminile. Si occupa del divorzio quando lo stato della Pensylvania decide di revocare il diritto al divorzio, andando ad intervistare donne che avevano divorziato e spiegando da cosa avevano voluto fuggire; inizia ad occuparsi del disagio lavorativo e civile delle donne. Ad un certo punto va in Messico per fare un articolo sulla realtà delle donne, la corruzione e la povertà in quella terra, ma mentre è via il giornale riceve un ultimatum dal mondo della finanza che afferisce ai padroni delle fabbriche. Se lei non avesse smesso di occuparsi di quegli articoli il giornale non sarebbe più stato finanziato. Al suo rientro Nellie, dopo sei mesi e solo perché è stata espulsa, trovò che le erano state riservate solo notizie riguardanti moda, giardinaggio, gli impegni delle signore e i mercatini locali. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Lei non ci pensò molto e, vuotata la sua scrivania, lasciò una lettera di licenziamento in cui avvertiva che si trasferiva a New York, e che presto avrebbero sentito parlare di lei.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Gli inizi non sono poi così facili come lei pensava, e i giornali Newyorkesi non si dimostrano così facili da abbordare come a Pittsburgh, quindi lei decide di farsi avanti, perché vuole lavorare per il NEW YORK WORLD di Joseph Pulitzer. Lui si dimostra piuttosto scettico all'inizio, poi decide di darle una opportunità e le offre un articolo sull'ospedale psichiatrico della città, il New York City Mental Health Hospital, posto sull'isola di Blackwell, a nord di Manhattan. Lei ne è entusiasta, e dopo aver concordato con lo stesso Pulitzer, si veste di stracci e si fa arrestare per aver dato fuori di testa in un dormitorio. Viene giudicata incapace di intendere e di volere ed internata nell'ospedale. Qui si trova di fronte alle disumane condizioni in cui vengono tenute le pazienti, con la connivenza dei medici e degli infermieri, i primi inetti ed ignoranti, i secondi sadici e interessati più ad approfittare della situazione che al benessere delle donne. Il cibo era rancido, vecchio e scarso, mentre per gli infermieri era sempre fresco e ricco, il bagno, settimanale, consisteva in secchiate di acqua gelida, i vestiti sporchi erano cambiati una volta al mese, schiaffi pugni e calci erano all'ordine del giorno. nel nosocomio erano ricoverate non solo le dinne veramente affette da problemi mentali, ma quelle leggermente disabili o seriamente disabili, che imbarazzavano le famiglie, le ragazze che fuggivano di casa, le immigrate, le ribelli, le povere, le ripudiate da mariti o dalle famiglie, insomma tutte le donne che non erano "utili" alla società. Dopo dieci giorni di questo inferno i colleghi si presentarono come familiari e ne chiesero la restituzione. Fu così che vide la luce "<i>dieci giorni in manicomio</i>" una serie di articoli di denuncia che sconvolsero la società benpensante scoperchiando quella scatola di vermi e portando alla luce i suoi soprusi. P</span><span style="font-family: times;">ortò anche finalmente alla riforma delle istituzioni di assistenza ed all'investimento di nuovi fondi.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Decisa a dedicarsi a tempo pieno al giornalismo di inchiesta in incognito, in seguito si occupa dello sfruttamento minorile nelle fabbriche; si fa assumere in una fabbrica per documentare come le donne venivano sfruttate e sottopagate nella varie fabbriche, si spaccia per una donna in cerca di un matrimonio per parlare delle strane trame che ci sono dietro alle agenzie matrimoniali; si presenta come tata, per scoprire la gestione mafiose che era dietro alle varie agenzie che procuravano la servitù nelle famiglie abbienti, si fa arrestare per raccontare le condizioni delle detenute nelle prigioni. Si occupa anche di temi caldi, è l'unica donna che racconta lo sciopero delle pullman rilroads, ma è anche l'unica giornalista che lo fa parlando dalla parte dei lavoratori.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">In questo periodo un giornale rivale la incorona Miglior Reporter d'America.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjpoDfDTgmfrUyaeocZvsaDo6bUk2Cb6_zzoAqtqW2RUORj1XWluwtCi7fcXHH64MqBEO5kVNWF0GhyphenhyphenS9kzOxtPnvNFlAK0bzFBRwPn3jGLfgErds_MI9BiIRAyr5Rb7shIbaT2SBm3bQdhbTewun3yVeaw8Aj25VvVPqXusqTobw=s475" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="475" data-original-width="383" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjpoDfDTgmfrUyaeocZvsaDo6bUk2Cb6_zzoAqtqW2RUORj1XWluwtCi7fcXHH64MqBEO5kVNWF0GhyphenhyphenS9kzOxtPnvNFlAK0bzFBRwPn3jGLfgErds_MI9BiIRAyr5Rb7shIbaT2SBm3bQdhbTewun3yVeaw8Aj25VvVPqXusqTobw=s320" /></a></div><br />L'apice della sua carriera comunque le viene dopo aver letto il "giro del mondo in ottanta giorni". Va dal direttore e gli propone di scrivere un articolo in cui dimostrerà che si può impiegare mendo di quello che viene detto nel libro. Alla protesta di lui, che vorrebbe far fare l'esperienza ad un uomo, dato che in quel periodo le donne non possono viaggiare da sole, lei rispose che se lo avesse fatto lei sarebbe andata da un giornale rivale a proporre la cosa ed avrebbe battuto il loro inviato. Sconfitto il direttore le affidò l'incarico, e lei lo condusse a termine in soli 72 giorni sei ore e undici minuti, in cui ha viaggiato con ogni mezzo che ha avuto a disposizione ed ha pubblicato giornalmente articoli in cui più di un milione di lettori si è potuta identificare e perdere. Tanti sono coloro che parteciparono alla lotteria per indovinare l'esatto momento del suo rientro.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Dopo un periodo in cui si sposò, divenne vedova e si occupò di cestire le fabbriche ereditate dal marito, in maniera catastrofica, finendo in bancarotta, si ritrovò di nuovo nel giornalismo di prima linea con lo scoppio della prima guerra mondiale, come inviata del NEW YORK EVENING JOURNAL. Scrisse articoli estremamente vividi in cui descriveva i corpi maciullati dei soldati, sguardi terrorizzati, occhi spalancati, di un onnipresente fango e del dover vivere con la sola copertura di un mantello militare come riparo. fu sul fronte austriaco, russo e serbo.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Tornata in patria continuò la collaborazione con il giornale, e si dedicò ad aiutare l'infanzia abbandonata cercando case adottive ai bambini di strada.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Morì a soli 57 anni di polmonite.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">A lei dobbiamo molto, sia per l'emancipazione lavorativa che sociale. Lei fu la prima che viaggiò da sola per il mondo senza la presenza di un uomo al suo fianco, lei fu la prima a lavorare come giornalista, lei fu la prima a fare giornalismo d'inchiesta sotto copertura. Molte sono le cose che la videro primeggiare ma soprattutto fu una donna forte e determinata che non si fece mai fermare dal fatto di essere solo una donna in un mondo disegnato per gli uomini.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">rifermenti</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">https://it.wikipedia.org/wiki/Nellie_Bly</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/nellie-bly/</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">http://www.cr.piemonte.it/web/comunicazione/newsletter/475-comunicati-stampa/comunicati-stampa-2019/aprile-2019/8750-nellie-bly-a-cosa-servono-le-donne</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;"><br /></span></div><h2 style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: small;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></h2><h2 style="text-align: justify;"><p style="background-color: white; color: #202122; font-family: sans-serif; font-size: 14px; font-weight: 400; margin: 0.5em 0px; text-align: start;"><br /></p></h2><p><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px 0px 10px; outline: none !important;"><br /></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin: 0px 0px 10px; outline: none !important;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-73642559955895492402020-10-28T14:47:00.002+01:002020-10-28T14:48:23.175+01:00UN RINGRAZIAMENTO DOVUTO ALLA MOTTA<p> </p><p><br /></p><p><br /></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_LLiXdQjcu2JODudxu89OMgKj8RHNyJMqP2THXqTGUZwRJ8vlOhFY_4_KcWS17wMjos1-18mlNCw44A9tMBRorkytplCEqj-hRhNRCVDF7T8RuslCjWE4BDXVyR9Jx2DvlC5z7u_JB3T/s1085/attualit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="228" data-original-width="1085" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_LLiXdQjcu2JODudxu89OMgKj8RHNyJMqP2THXqTGUZwRJ8vlOhFY_4_KcWS17wMjos1-18mlNCw44A9tMBRorkytplCEqj-hRhNRCVDF7T8RuslCjWE4BDXVyR9Jx2DvlC5z7u_JB3T/w640-h134/attualit%25C3%25A0.jpg" width="640" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>innanzi tutto scusate. sono rimasta in silenzio per un periodo lunghissimo, lo so, ma ho avuto dei problemi e dei cambiamenti da affrontare nella mia vita, e non ho avuto modo ne tempo per tornare a parlare con voi.<p></p><p style="text-align: justify;">oggi lo faccio perché voglio riconoscere un merito ad una marca italiana molto famosa.</p><p style="text-align: justify;">avete per caso visto ultimamente la pubblicità del buondì motta?</p><p style="text-align: justify;">nel caso non lo aveste visto vi metto il link ai due video:</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/7R1Er60xI3I" width="320" youtube-src-id="7R1Er60xI3I"></iframe></div><div><br /></div><br /><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">I</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/c5E4jdQ9kvw" width="320" youtube-src-id="c5E4jdQ9kvw"></iframe></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">sono molto simpatici e come tutte le pubblicità sono momenti di vita che arrivano e se ne vanno senza di solito lasciare segno nella serata. </p><p style="text-align: justify;">eppure queste due pubblicità sono importanti, perché prendono seriamente posizione su argomenti che al momento sembrano gonfiarsi di una importanza del tutto immotivata.</p><p style="text-align: justify;">sto parlando delle credenze che girano ultimamente sul fatto che la terra sia piatta e che il 5g sia una qualche onda di morte che spira su di noi.</p><p style="text-align: justify;">siamo in un periodo storico in cui studiare, approfondire le proprie conoscenze, essere seriamente spinti dal metodo scientifico, essere esperti in un qualche campo, è diventato quasi una colpa, mentre ascoltare presunti esperti che sono pronti a rivelare delle conoscenze "tenute segrete" da entità più o meno conosciute, ma da loro scoperte dopo lunga ricerca nella rete, perché chiaramente la rete è la panacea di tutte le domande, è diventato molto più figo, molto meglio non ponendoci di fronte a difficoltà di comprensione, a scelte difficili o peggio di fronte al caso o all'ignoto.</p><p style="text-align: justify;">pensare che il 5g, che è un sistema che sfrutta delle onde millimetriche con una frequenza che va dai 30 ai 300 GHz, uno spettro così alto che nessuno lo aveva mai utilizzato per la comunicazione. per intenderci un microonde lavora su frequenze che vanno da 3 a 300 Ghz. quindi se dovesse farci male un cellulare 5g, dovremmo essere già tutti morti d tempo per l'uso indiscriminato di microonde che si trovano in ogni casa. pensate solo al fatto, ancora, che Radio Maria trasmette con una frequenza così ampia che non solo copre molte altre radio, ma ci sono persone che la sentono nel loro apparecchio dentale. assurdo.</p><p style="text-align: justify;">ed ancora: pensare che al fatto che la terra è piatta non ci ha mai creduto nessuno, nemmeno ai tempi degli antichi greci. anzi, già loro non se la ponevano nemmeno la questione, ma preferivano scoprirne il diametro. e non ci credevano ne nel medio evo ne nei tempi successivi. è una stupidaggine che è venuta fuori solo in questi illuminati tempi moderni.</p><p style="text-align: justify;">tempi in cui siamo convinti che i medici vogliano avvelenarci con i vaccini, e preferiamo che i nostri figli siano esposti a qualsiasi malattia esantematica che quando eravamo giovani invece evitavamo come la peste. tempi in cui siamo convinti che curaci un cancro ricorrendo ad un oncologo non serva, meglio ricorrere a pseudoetici, che ci assicurano di poter curare delle cellule impazzite con tisane, impacchi e vitamine.</p><p style="text-align: justify;">insomma tempi in cui stiamo perdendo di vista i grandissimi passi avanti nella ricerca nella scienza, nella medicina, che sono stati fatti, preferendo farci imbambolare da venditori di fumo, che ci assicurano di poter risolvere i nostri problemi senza fatica, senza dolore e senza impegno.</p><p style="text-align: justify;">ci dimentichiamo però che non si ottiene nulla di vero, di concreto, senza fatica, dolore ed impegno. perché il mondo che viviamo è un mondo che non ci deve nulla, un mondo che fa sopravvivere il più forte, e basta che noi ci comportiamo da sciocchi, come stiamo facendo in questo periodo, e il più forte non saremo più noi, ma, paradossalmente qualcosa che noi nemmeno possiamo vedere ma che ci può sterminare tutti, senza nemmeno avere un cervello che guidi la mattanza. perché batteri, virus, malattie ormai scomparse da secoli, possono tornare in qualsiasi momento, se noi ci esponiamo al loro attacco senza protezione.</p><p style="text-align: justify;">in questo orizzonte di depressione e tristezza si deve fare un plauso a chi, come la motta, si schiera apertamente contro a queste credenze, che in se possono sembrare innocue, ma che sono solo un sintomo di tutta l'ignoranza e la credulità che sta dilagando.</p><p style="text-align: justify;">e quindi bravi, siete dei brandi e vi meritate la riconoscenza di chi cerca di far capire la stupidità di queste credenze da tanto.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-24558196501221283892020-09-02T09:48:00.001+02:002020-09-02T09:48:10.065+02:00C'E DEL MARCIO IN ...ROMA<p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFu6CM4OQMEcQTzzRJxjr7QZE4RRL2HDRTFuOy4mO7XaNn8bQS2J3ypLJMMDv9eD0UoaM6Ts8LfbawgQ4MnGy3wnWOkagmecFZBniYACfLnS49ytMsZp3jwXZK_anmyXwCUyo8epc1ZWIq/s1085/attualit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="228" data-original-width="1085" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFu6CM4OQMEcQTzzRJxjr7QZE4RRL2HDRTFuOy4mO7XaNn8bQS2J3ypLJMMDv9eD0UoaM6Ts8LfbawgQ4MnGy3wnWOkagmecFZBniYACfLnS49ytMsZp3jwXZK_anmyXwCUyo8epc1ZWIq/s640/attualit%25C3%25A0.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"> Durante questo periodo non mi sono spostata un gran che da casa, un po per il problemino del virus, che temo abbia una certa rilevanza anche per chi legge, un po perché, come sempre vista la mia incredibile fortuna, all'inizio di agosto mi si sono ammalati un gatto ed il cane. ne consegue che, dovendo curare ambe due con somministrazioni di medicinali tre volte al giorno, non abbiamo potuto muoverci più di tanto da casa, ma organizzandomi, e lasciando a casa il mio LUI a occuparsi della farmacia, mi sono potuta finalmente recare a Grosseto a trovare i miei, che non mi vedevano da prima di marzo, data in cui io stessa mi sono ammalata.</p><p style="text-align: justify;">vi tralascio il discorso dell'incontro con i miei, a cui mi lega un affetto incredibile e null'altro, visto che con loro non credo di avere una sola idea od un solo pensiero in comune, soprattutto alla luce degli ultimi scambi che abbiamo avuto, o che non abbiamo avuto per cauto sorvolare forzato, nel periodo del mio soggiorno.</p><p style="text-align: justify;">invece quello su cui volevo puntare la luce è che girando per la città, per le sue strade di campagna, per la sua zona industriale, per le sue stradine periferiche, insomma girandola tutta, non si trovava per terra nemmeno una sola misera cartaccia.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.e-borghi.com/public/ucobm/LucaSartori216/26_02_20-02_28_39-se16d1e0ec159bf1634005db8e5fa5fb-M.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="286" src="https://www.e-borghi.com/public/ucobm/LucaSartori216/26_02_20-02_28_39-se16d1e0ec159bf1634005db8e5fa5fb-M.jpg" width="430" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">tutto, ma veramente tutto, era pulito, i marciapiedi quasi tirati a lucido, le strade spazzate senza quasi nemmeno gli aghi dei tanti pini che la costellano.</p><p style="text-align: justify;">uno spettacolo a cui forse ero abituata quando ci abitavo, tanto da non registrarlo a livello conscio, e da non valutarlo un gran che.</p><p style="text-align: justify;">non almeno fino a che non ho cominciato a vivere a Roma.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">perché Roma non è più una città, è una cloaca a cielo aperto.</p><p style="text-align: justify;">carte cartacce e pezzi di involto sono il minimo sindacale di ogni strada o stradina della zona centrale, ma se ci si ammette con un certo impegno si trova di tutto. bottiglie, di vetro di plastica di bibita o </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.contrappunti.info/wp-content/uploads/2015/07/degrado_san-lorenzo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="532" data-original-width="800" height="209" src="https://www.contrappunti.info/wp-content/uploads/2015/07/degrado_san-lorenzo.jpg" width="314" /></a></div><br />d'olio per macchine o di detersivo, assorbenti, preservativi, lattine di ogni specie e misura, cicche in abbondanza, ora anche mascherine e guanti di ogni dolore e misura. pacchetti di sigarette, pacchetti di gomme, pacchetti di preservativi, di cracker, di dolci o di qualunque altra cosa, scatole di ogni genere e forma, interi sacchetti dello sporco abbandonati sulla strada invece che in un cassonetto.<p></p><p style="text-align: justify;">è possibile trovare di tutto per le strade della città metropolitana, dal centro fino alla periferia, comprese le strade di campagna e limitrofe, comprese le consolari e il raccordo. tutto è sporco. di uno </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://img.ilfoglio.it/resizer/-1/-1/true/1492438909927_1492438921.JPG--.JPG?1492438922000" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="252" data-original-width="800" height="106" src="https://img.ilfoglio.it/resizer/-1/-1/true/1492438909927_1492438921.JPG--.JPG?1492438922000" width="335" /></a></div><br />sporco pensante, di uno sporco che grida menefreghismo a squarciagola, che mostra il dito alla civiltà, al rispetto verso gli altri, verso la propria città ed in fondo anche verso se stessi, perché anche chi sporca vive in questa stessa città.<p></p><p style="text-align: justify;">non so dire se questo disinteresse è cresciuto nel tempo, o se è sempre stato presente, ma certamente ora </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.milanotoday.it/~media/horizontal-hi/29876609188573/sporcizia-foto-ez-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="184" src="https://www.milanotoday.it/~media/horizontal-hi/29876609188573/sporcizia-foto-ez-2.jpg" width="328" /></a></div><br />è ben palese nel comportamento della maggior parte delle persone. ed è estremamente virulenta. basta una persona che butta le proprie scorie per terra, sotto gli occhi di tutti, che subito chi lo vede non ha l'impulso di riprendere il comportamento scorretto, ma anzi, si adegua al comportamento sicuramente più comodo ma anche molto più menefreghista.<p></p><p style="text-align: justify;">e dico più comodo perché le autorità cittadine non aiutano certo ad avere un comportamento virtuoso: quanti cestini per le cartacce avete voi nel vostro percorso giornaliero? io nella strada di casa, </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.ansa.it/webimages/img_620x438/2016/8/18/f317c99714edd0a16993c10417d0ef95.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="438" data-original-width="620" height="224" src="https://www.ansa.it/webimages/img_620x438/2016/8/18/f317c99714edd0a16993c10417d0ef95.jpg" width="318" /></a></div><br />quella che percorro con il cane ad esempio, ho tre cestini, su una strana di almeno due chilometri di lunghezza e su cui si affaccia tutto l'agglomerato urbano della mia zona.<p></p><p style="text-align: justify;">tre.</p><p style="text-align: justify;">ciò vuol dire che le perone di buona volontà devono infilarsi nelle tasche le cartacce, le carte delle caramelle, gli scontrini, la carta della pizza, e se sei fuori col cane devi riportarti a casa il prodotto della natura insacchettato. e posso assicurare che sono molti quelli che pensano che il loro compito si esaurisce nell'insacchettarla, lasciando poi sul marciapiede tanti piccoli sacchettini maleodoranti a imperituro ricordo del loro passaggio.</p><p style="text-align: justify;">devo dire che la visione giornaliera di queste strade mi causa un acuto dolore nello stomaco, una sorta di nausea per il dover vivere in una situazione che nemmeno nel terzo mondo è così. siamo sudici. e mi ci metto anche io, seppure io le mie scorie me le riporto a casa e me le butto nel mio non riciclabile. e la </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://citynews-messinatoday.stgy.ovh/~media/horizontal-hi/21897649092171/segnalazione-ganzirri-4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="230" src="https://citynews-messinatoday.stgy.ovh/~media/horizontal-hi/21897649092171/segnalazione-ganzirri-4.jpg" width="410" /></a></div><br />cacca del cane me la riporto a casa due volte al giorno nel suo sacchettino, buttandola nel sacco nero e smaltendola una volta alla settimana, con interessante mugugno da parte degli spazzini che non sono contenti di doversi caricare gli escrementi sia dei miei gatti che dei miei cani, ma anche in quel caso non ci sono alternative se non seguire l'esempio dei miei concittadini che decorano i marciapiedi.<p></p><p style="text-align: justify;">insomma, viviamo in un immondezzaio a cielo aperto ed ala fine non ce ne accorgiamo nemmeno più, se non quando andiamo al di fuori di Roma e ci rendiamo conto che nelle altre città non vivono in questa indifferenza, mollemente affondati nella mondezza fino al collo come facciamo noi.</p><p style="text-align: justify;">io purtroppo sono disabile, e rimanere in piedi per più di 10 minuti consecutivi, magari chinandomi, mi porta a letto per una giornata, ma spesso provo l'impulso di andare nella via che passa di lato a casa mia, armata di sacco nero e di pala, per cercare almeno di pulire quella stradina in cui, quando riesco, porto io a spasso il cane, ma in cui le bottiglie intere o rotte, le cartacce, i preservativi, la sporcizia più varia abbonda al punto che il mio povero cane è obbligato a fare i propri bisogni in punta di zampe su quelle due o tre piante che riescono ad alzare la testa sulla sporcizia che regna incontrastata.</p><p style="text-align: justify;">e pensare che sono venuta a vivere in periferia per cercare di allontanarmi dalla sporcizia della zona più centrale.</p><p style="text-align: justify;">ho già avvertito il mio LUI, quando andrò in pensione non so proprio se avrò voglia di rimanere in questa città sporca e che non ha voglia di guarire, come un barbone che si crogiola nei propri escrementi. voglio invecchiare in un luogo più sano e che ha rispetto per se stesso.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">besos disgustati.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-1588625740818421202020-08-10T12:54:00.000+02:002020-08-10T12:54:24.785+02:00E IL MIO PENSIERO VOLA VERSO TE..... parte prima<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUYDbsz-C8EHueBstlsQN-3Ql0ETZ2PfiRuiuJ6JzvXkJZl419zPpuyHKA4kqWp7qyeQoRwBeGjt1fy55PTG9Rmym1BXJKk0bYi22PdTbEzFPjjHccZAQ9MGf8sDljsfp8Ax0zxnSqbYCo/s1191/autoanalisi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="172" data-original-width="1191" height="91" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUYDbsz-C8EHueBstlsQN-3Ql0ETZ2PfiRuiuJ6JzvXkJZl419zPpuyHKA4kqWp7qyeQoRwBeGjt1fy55PTG9Rmym1BXJKk0bYi22PdTbEzFPjjHccZAQ9MGf8sDljsfp8Ax0zxnSqbYCo/w625-h91/autoanalisi.jpg" width="625" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">un paio di mesi fa è morta una mia carissima amica. avrei voluto parlarne allora, avrei voluto sedermi <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix10sR2b_5IU0M5oh066D4ymBpjw4syM_KAL2v1Ttb7FiK3BB5UBvi5JVyaDZLYm42FZPpwuph4AEebto6Vn9JtQtUfTpvIZ5m010tIia29K6Gcts8uYtslzuHSFbDe6gcGpq12AmMd84K/s791/cinzia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="791" data-original-width="740" height="328" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix10sR2b_5IU0M5oh066D4ymBpjw4syM_KAL2v1Ttb7FiK3BB5UBvi5JVyaDZLYm42FZPpwuph4AEebto6Vn9JtQtUfTpvIZ5m010tIia29K6Gcts8uYtslzuHSFbDe6gcGpq12AmMd84K/w306-h328/cinzia.jpg" width="306" /></a></div>alla tastiera alle 12,50 di quel 14 maggio, quando mi ha telefonato mia sorella per comunicarmi che era spirata, avrei voluto poter scrivere quello che stavo provando. ma non ho potuto farlo. non ho potuto fino ad oggi, perché di giorno, quando mi aggiro per la mia vita con la solita faccia, non riesco veramente a credere che lei sia morta, che non ci sia più in fondo a quella stradina vicino all'Albina, non riesco a credere che dall'altra parte del telefono non risponde nessuno perché non ce più nessuno che mi possa rispondere. sono così incapace di crederci che, quando non ce la faccio più le scrivo ancora dei messaggi su whatsap, anche se non mi aspetto una risposta, un po come se la mia parte cosciente lasciasse spazio al mio inconscio che sbrocca duro e poi torna buono buonino al suo posto. e non l'ho fatto la sera perché, quando mi stendo nel letto, la sera, al buio, quando non ci sono più rumori o parole che mi tengano la mente occupata, quando spero di chiudere gli occhi senza avere il tempo di fare altro che addormentarmi, a volte il sonno non è così rapido, e allora arrivano i film della mia testa, in cui rivedo tutte le mattate che abbiamo fatto assieme quando eravamo due ragazzine senza un briciolo di serietà, tutte le esperienze, tutti i discorsi, tutto quello che ci siamo dette, dove e quando. mi tornano di fronte agli occhi cose che magari pensavo che il mio cervello avesse dimenticato, o cose che ricordavo benissimo, situazioni, momenti. e allora comincio a piangere e devo cercare di farlo in silenzio perché altrimenti il mio LUI si impanica perché continuo ad essere depressa e non esco da sta spirale maledetta cominciata tre anni fa, e va be non stiamo parlando di me, ma di lei.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">che si chiamava Cinzia, ed era una brava persona. un po sfortunata, ma che non si è mai lamentata in fondo se non qualche volta, quando eravamo sole io e lei, o quando ci scrivevamo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e quello che più mi fa male è che tutto quello che è stata, che abbiamo fatto, che lei ha fatto per me, con me, tutto quello che ci siamo dette, che abbiamo visto assieme, tutte le nostre esperienze, andranno perse con me, perché ne io ne lei abbiamo messo al mondo quelle specie di portadocumenti storici che sono i figli, perché non ci interessava creare altri giovani disadattati, depressi e disoccupati che se ne andassero in giro per il mondo, al solo scopo di lasciare una nostra traccia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e non è giusto che la sua memoria venga lasciata morire così, senza figli o nipoti che possano un giorno dire lo sai che assomigli a...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">però ora c'è questo mezzo, questa specie di imperituro muro del pianto, su cui cui scolpire un qualcosa dedicato a, che so, il coprolite di gatto mangiato ieri sera dal cane del vicino, e quello che hai scritto rimarrà per sempre, tra le pieghe della rete. e allora perché non lasciare che anche il suo ricordo rimanga per sempre qui, dove magari, tra qualche anno, qualcuno ci capiterà per caso giracchiando tra vecchi blog, e leggerà il suo racconto, e porterà il suo ricordo avanti per un'altro poco, e dove non possa essere cancellato. o magari a perdersi nel immenso mare nostrum di racconti, cazzate, ricette e farneticazioni che milioni di altri scriveranno, ma rimarrà comunque li.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e allora, per quei pochi lettori fedeli, che di volta in volta aspettano la mia fatica, mettetevi comodi perché potrebbe essere un esercizio di memoria piuttosto lunghetto, che potrebbe anche contenere tante piccole divagazioni, ma che non può essere lineare e conciso se vuole anche tratteggiare il periodo in cui si svolge, perché chiunque ha una sua valenza diversa a seconda del periodo in cui vive e si muove.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e questa storia comincia tanti, ma tanti anni fa, quando il mondo era veramente del tutto differente, tanto che se un millenial qualsiasi o peggio ancora un pischelletto di 14, 15 anni ci si trovasse catapultato potrebbe non sapere manco come andare avanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">perché il mondo era differente, profondamente differente. affrontavi la prima superiore come un passo enorme verso l'età adulta, ma da bambino praticamente, tanto che alcuni di noi avevano ancora i giocattoli in borsa alle medie, e questo nuovo mondo invece, le superiori, ti introduceva in luoghi che avresti condiviso con persone di 18, 19 anni, gente adulta ai nostri occhi. io poi venivo veramente da una realtà diversa perché gli ultimi anni di scuola li avevo fatti in campagna, con una scuola di una mentalità che dire ristretta gli si fa un complimento.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ricordo ancora il tipo grande e grosso, che al cancello chiedeva il pizzo a tutte le matricole del primo anno; mi avvicinai con timida incoscienza e dissi :"scusi, per entrare all'Istituto tecnico devo pagare a lei??"</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b>LEI</b> capite. avevo dato del lei ad uno di 18 anni che mi guardò come fossi una povera ritardata, passata per caso, e mi diede il biglietto per il libero ingresso, senza obolo poco volontario degli studenti di prima alla gira di quelli di quinta, più per pietà che per schifo, almeno ho sempre pensato così. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">questo il terreno in cui mise radici la nostra amicizia. eravamo compagne di classe in una scuola tecnica a maggioranza maschile, e quando dico maggioranza intendo che eravamo in tre femmine su 800 studenti. perché all'inizio eravamo i tre moschettieri senza la sorpresa. eravamo io, quella che se non fosse stata così grossa magari sarebbe stata anche umana ma che nel frattempo era chiamata "bove muschiato", Cinzia, quella alta come una pertica, secca come una pertica che chiamavano "pertica", e <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgujHeJWroA8RzVIa2b0F6sMNDXVv7Ymfdl5hyphenhyphenKBSFA6swcQPozyg8tzHnH5vq-PDxsthYS5ecRpdw6eA1wE7iRAAzhU9HVXb4XFs7l7ozGiqgBvLrQYcQdCx0cDYuxKubJqKNmDDdr2IfS/s660/maturita-2017-iti-187505.660x368.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="368" data-original-width="660" height="146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgujHeJWroA8RzVIa2b0F6sMNDXVv7Ymfdl5hyphenhyphenKBSFA6swcQPozyg8tzHnH5vq-PDxsthYS5ecRpdw6eA1wE7iRAAzhU9HVXb4XFs7l7ozGiqgBvLrQYcQdCx0cDYuxKubJqKNmDDdr2IfS/w262-h146/maturita-2017-iti-187505.660x368.jpg" width="262" /></a></div>Gloria, alta la metà di me, larga non il doppio ma parecchio e morbida come una bublegum alla fragola, un trio vincente come si può capire. all'inizio ci stavamo cordialmente sui coglioni. non ricordo assolutamente perché ma poi la forza della disperazione creo tra di noi la classica coesione dei naufraghi sulla zattera, unite contro i pescecani della nostra classe, e di quelle altre se è per quello.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">non fu facile, e noi probabilmente non facemmo molto per renderlo più facile. si potrebbe dire che fu un mezzo disastro per essere precisi, visto che facemmo due volte la prima e due volte la seconda, tutte e tre. furono anni di grandi seghe, legate a scioperi e altre manifestazioni che non richiedevano giustificazioni. conoscevamo la città centimetro per centimetro, ma siccome non avevamo mai il becco di un quattrino in tasca, se non qualche volta, non andavamo nel locale del biliardo, dove andavano gli altri, ne al bar, dove se non consumi ti guardano male. e non eravamo a Roma dove dite che fa freddo a 18 gradi. eravamo a Grosseto dove, d'inverno, se gli gira, ti svegli che sembra aver nevicato, ed invece e tutto ghiaccio che si è formato nella campagna attorno a Grosseto, e che ti taglia le mani se viaggi senza guanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quindi per non patire troppo il freddo andavamo nei soli posti che potevi frequentare senza che nessuno ti dicesse nulla perché di gente che perdeva tempo li dentro ce ne stava una marea. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">La Standa e <b>Il </b>negozio di giocattoli di Grosseto, L'Andreini Giocattoli.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">conoscevamo a memoria gli scaffali di questi due negozi, perché ci passavamo un sacco di tempo a guardare cose che poi non potevamo comprare. quante volte ci siamo dette che avremmo potuto lavorare come commesse vista la conoscenza delle merci e la loro distribuzione. a volte ci fermavamo a mangiare qualcosa in un bar, ma più spesso, come avevamo fame, all'alimentari della Standa, che costava meno di una pasta ed era quantitativamente di più.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">mi ricordo ancora una mattina che avevamo fame e ci comprammo una colomba, che poi ci dividemmo, sedute su una scalinata li vicino, con un cane randagio che pareva avere fame quanto noi. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ragazzini di oggi non si rendono conto della libertà di cui potevamo godere noi, nel tempo dei telefoni a filo. i genitori non ti potevano rintracciare con nessuna app, non ti potevano chiamare dovunque e comunque, e soprattutto non eravamo costrette e chiamare noi loro,"per non farli preoccupare".</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quando andavamo in gita scolastica ci veniva detto "chiama solo se succede qualcosa. se non ti sento allora va tutto bene". Oggi mia madre se non la messaggio, almeno una volta al giorno, si sente trascurata, ma per anni se la contattavo si preoccupava. come cambiano le cose vero?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e comunque queste erano le mattinate di due ragazzine solitarie in una città di periferia come era Grosseto, piccola e con poche possibilità. il museo di storia naturale, piccolo e polveroso, quello archeologico, che ancora non era in fiore al'occhiello della città che è oggi, e qualche cinema. poco altro per noi giovani di allora.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e noi due crescemmo in quella epoca di molta fantasia, anche se avevamo Cinzia, che in confronto a noi era una donna vissuta, perché lei conosceva Vasco Rossi, e ci raccontava di quando andava a casa sua o ai suoi concerti. oppure per passare il tempo, pedinavamo i ragazzi che ci piacevano, parlavamo di racconti di fantascienza che leggevamo o di quelli che ci sarebbe piaciuto scrivere, di quello che non ci andava a scuola, di quelli che ci stavano antipatici... parlavamo un sacco di tutto, dappertutto, almeno fino all'ora di saltare di nuovo sul pullman e tornare a casa, cosa che che io e cinzia continuavamo a fare assieme almeno fino a casa mia, dove a volte scendevo da sola, spesso con lei, spesso non scendevo per andare io da lei.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">in quel lungo periodo passammo spesso le nostre giornate una a casa dell'altra, a giocare a chiacchierare, a scrivere a studiare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">andavamo in esplorazione, specie a casa sua dove c'erano delle case disabitate, o nel parco che c'era vicino al golfo di Orbetello, che arrivava fin quasi sotto a casa sua.o al maneggio, dove quando mettevamo assieme abbastanza soldi andavamo a cavallo, e ci divertivamo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quante cose abbiamo fatto assieme, anche uscire di notte dalla finestra della cucina di casa sua, per andare a piedi, in camicia da notte, fino al parco, in fondo alla strada. perché? e chi lo sa, ci sembrava divertente farlo. ci riempivamo di graffi con i rovi, specie, quando dovevamo nasconderci perché arrivava qualche coppietta per amoreggiare li nella boscaglia. a quel punto passando in mezzo a rovi e ortiche, scivolavamo fuori e tornavamo a casa, tutte divertite come avessimo fatto chissà che cosa, andando fil ma per scorticarci. eppure qualche notte dopo lo facevamo di nuovo. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">d'estate soprattutto, è chiaro, e spesso spinte dal caldo che non ci faceva dormire.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">alla fine di quattro anni piuttosto difficili, in cui riuscimmo a farci bocciare e rimandare, almeno una volta per anno, approdammo nel quinto anno del chimico di Manciano. che scelta pessima che facemmo. o meglio che io feci. a livello pratico ero anche brava ma a livello teorico le mia capacità di calcolo non erano assolutamente, migliorate, ma nel frattempo avevamo raggiunto la maggiore età, e non dovevamo più aspettare che ci fosse uno sciopero, una riunione o qualche scusa di scuola per uscire di classe ed andarcene in giro per la città. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la cosa positiva era che potevamo fare tutte le assenze che volevamo e ce le saremmo firmate da sole, la <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuHA201P3vx4Cu9XcawMC15d2yEVJoEL3eCDbgxxs88fPmB3X3MomBExE9KajQF52eEmOJeA6IvnANfg1oZc1yBZ1_97KKanZZL0egfMDqLAhyphenhyphen3lf9kjQUqA2JJDGwA_ebghmTbyO3CbYv/s2048/manciano.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="307" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuHA201P3vx4Cu9XcawMC15d2yEVJoEL3eCDbgxxs88fPmB3X3MomBExE9KajQF52eEmOJeA6IvnANfg1oZc1yBZ1_97KKanZZL0egfMDqLAhyphenhyphen3lf9kjQUqA2JJDGwA_ebghmTbyO3CbYv/w410-h307/manciano.jpg" width="410" /></a></div>cosa negativa è che Manciano non offriva assolutamente nulla, e se a qualcuno Grosseto sembra una cittaduncola di provincia, dovrebbe provare a trovare qualcosa di divertente da fare a Manciano per poi dirmi quanto pensa sia divertente Grosseto. purtroppo le mie difficoltà nella nuova scuola erano veramente fortissime, e la mia voglia di frequentare direttamente dipendente dal mio interesse. quindi cominciammo a fare qualcosa che a detta di tutti i nostri compagni di class era da matti: scendevamo da Manciano a piedi, anche perché l'unico pullman in discesa era dopo un'oretta dalla fine della scuola.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e che camminate ci siamo fatte in quell'anno.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ora di camminate in discesa, verso l'Albinia, lontana una infinità, seguendo la strada o tagliando per questo o quel campo, a volte tranquille, a volte con una fame che ci portava via, ma sempre divertite in fondo da quella nuova avventura che affrontavamo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e spesso si trattava proprio di avventure. come quella volta che eravamo così affamate che ci mangiammo di funghi che trovammo in un campo, sperando che non fossero avvelenati, o quella volta che ci ritrovammo in un campo di maiali, e vista l'improvvisa compagnia, cominciammo a guadagnare il recinto con tutta la fretta possibile ma in silenzio. o quando pensavamo di esserci perse perché non trovavamo più la strada.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma i pezzi più strani erano quelli di quando riuscivamo ad ottenere un passaggio da una rara macchina di passaggio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">abbiamo incontrato i tipi più strani del pianeta, ne eravamo convinte. come la tipa con la cinquecento che spegneva il motore in discesa per risparmiare in benzina. o quello con la faccia da maniaco che andava in giro con la maglietta arrotolata sulla pancia e la pelata sudatissima, o quello che ci caricò con una jeep che all'esterno era più lussuosa di una mercedes, con i sedili rivestiti di vello di pecora e il cambio con il pomolo in radica. e altre che non ricordo ma che erano altrettanto strane.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">quell'anno fini prima per me, perché non riuscivo a reggere lo sforzo di alzarmi alle tre di mattino, solo per poi arrivare alla scuola e cercare di scappare. mi ritirai a metà dell'anno, mentre lei continuò e in maniera molto più proficua di quando c'ero io, tanto che lei riusci a prendere il diploma di perito chimico. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e li ci divideremmo. almeno fisicamente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">per oggi fermiamoci qui. poi continueremo</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">besos.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-12471192912609962692020-07-15T12:11:00.001+02:002020-07-15T12:11:26.364+02:00IL NUOVO INQUILINO DI CASA: GED<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDIW7ylLFbIvaBD78nFfoDHLGXnk8cfuI3GEE2FHwF8DC0112Z-B4JFTjh1E-fT9Rfb_Gwq0FVkKkiEHNmqf6G9qgDVnDbdkLQeBXjvj4duOSnR6K_5bDsKAfNwHcl9jLKDFO7qdXoP3JF/s901/cani+e+gatti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="208" data-original-width="901" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDIW7ylLFbIvaBD78nFfoDHLGXnk8cfuI3GEE2FHwF8DC0112Z-B4JFTjh1E-fT9Rfb_Gwq0FVkKkiEHNmqf6G9qgDVnDbdkLQeBXjvj4duOSnR6K_5bDsKAfNwHcl9jLKDFO7qdXoP3JF/w625-h145/cani+e+gatti.jpg" width="625" /></a></div><font face="georgia"><br /></font></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><font face="georgia"><br /></font></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><font face="georgia"><br /></font></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><font face="georgia">E alla fine è arrivato. </font></span></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">per varare definitivamente questa parte del blog aspettavo che la situazione felina di case si stabilizzasse, ed ora lo ha fatto.</font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">questa stabilità ritrovata, che poi in realtà si tratta di un ritorno al caos, si chiama Ged, è un cucciolo rosso che aveva un fratellino ed una sorellina, e viveva nella legnaia di una coppia anziana qualche strada da noi.</font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4"><br /></font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">la mamma è stata investita, salvandosi, ma il doversi riprendere ha reso difficile per lei potersi occupare di quei tre frugoletti che ad un mese di vita si sono ritrovati a doversela cavare da soli in mezzo ad una strada.</font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">con l'aiuto di una associazione felina della zona, sono giunta a loro e, dopo aver aiutato a trovare una casa anche ai due "congiunti", ho preso Ged con me, per riportare l'equilibrio maschi e femmine in casa.</font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4"><br /></font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">Lo abbiamo caricato in macchina, dopo aver ringraziato i due signori, ed emozionatissimi abbiamo guardato quella specie di topo rosso senza il nasone, e ci siamo sentiti tutti emozionati. aveva trovato una casa, questo era sicuro.</font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">il primo stop comunque è stato dal veterinario, dove è stato visitato, palpeggiato, termometrato, con sua autentica contrarietà per quella invasione della sua intimità, ed alla fine restituito con il timbro di "sanissimo" sulla capoccetta.</font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4"><br /></font></div><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">quindi siamo andati a casa, dove lo attendevano già una completa fornitura per cuccioli di pappe e biscottini, una sabbietta tutta sua isolata dalle altre, ed una stanza che avevamo approntato per lui. abbiamo quindi provato a tenerlo diviso dal resto degli animali di casa, ma non è stato assolutamente facile, e virtualmente impossibile con il cane, che appena si è accorto che quello che avevamo portato in casa non era un peluche, ha dovuto entrare nella stanza di Ged con una certa insistenza, che per un incrocio tra un pastore maremmano ed un border collie può essere molta, ed una volta entrato...sembrava che avesse partorito lui quel bioccolo di pelo rosso. </font></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: right;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixu_7_snq13UXe4tUzMioHr0loCKeCzhURMf0NN22g_tTOncxzpGFJ-el30MmNMr9ujZq9yuHjzKM2JlvNSd4NTxlTc3Cm_KRvVBEfNdh8F0BfMCeWiEau5ZmznhDVRJVcQoc6O24nFn_i/s3264/IMG_20200516_143632.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><font face="georgia"><br /><img border="0" data-original-height="3264" data-original-width="1632" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixu_7_snq13UXe4tUzMioHr0loCKeCzhURMf0NN22g_tTOncxzpGFJ-el30MmNMr9ujZq9yuHjzKM2JlvNSd4NTxlTc3Cm_KRvVBEfNdh8F0BfMCeWiEau5ZmznhDVRJVcQoc6O24nFn_i/s320/IMG_20200516_143632.jpg" /></font></a><font face="georgia"><span style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">si è messo accucciato, se lo è annusato tutto dalla punta del nasino rosa alla fine della codina a punta, con il piccolo che non ha fatto una </span><span style="font-size: large;">piega, si è messo prima a girare tra le sue zampe, poi a giocare con il muso di Dritz che con un solo morso se lo sarebbe potuto mangiare tutto. in realtà nell'arco di pochi minuti ci siamo ritrovati con una tata tuttofare, che praticamente non lo ha lasciato più</span><span style="font-size: large;"> da solo per un solo momento, come si può vedere </span><span style="font-size: large;">bene nella foto al lato. </span><span style="font-size: large;">ha cominciato a seguirlo, a </span><span style="font-size: large;">leccarselo</span><font size="4"> tutto, a dormirgli accanto ed a difenderlo dagli attacchi da parte delle femmine. insomma non se ne è più staccato.</font></div></span></font><font face="georgia"><span style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div></span></font><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" size="4">Le femmine di casa invece non hanno deciso subito che non avevano nessun intenzione di accettare quel nuovo usurpatore di pappe e coccole, almeno fino ad un certo punto, per quanto riguarda una delle due. </font></div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><font face="georgia" size="4">perché</font></span><font face="georgia" size="4"> mentre Zatanna è rimasta ferrea nella sua aria di condanna con cui guardava noi e lui, Fin, che inizialmente soffiava e scappava come la sorella, ha improvvisamente cominciato a fare i suoi strani miagolii da calore.</font></div><font face="georgia"><span style="text-align: justify;"><div style="text-align: left;"><font face="georgia" style="text-align: justify;"><font size="4">abbiamo desunto</font><font size="4"> che la piccola fosse di nuovo vicina a quel periodo odioso in cui sembra stare</font></font><font size="4" style="text-align: justify;"> male e ci guarda con occhioni imploranti come se sperasse che il padre potesse fare qualcosa, con sommo disagio del padre umano, e ci stavamo rassegnando a risentirla nei suoi lunghi monologhi doloranti in cui ci chiede a gran voce perché proprio a lei, cosa stia succedendo, perché si sente così... poi improvvisamente lei ha visto Ged con occhi nuovi, </font><font size="4" style="text-align: justify;">e Ged a visto lei, che era una gatta di dimensioni molto più accessibili di quelle del cane,ed </font><span style="font-size: large; text-align: justify;">è scoppiata una scintilla che in questo caso è piena di luce </span><span style="font-size: large; text-align: justify;">materna.</span></div><div style="text-align: left;"><br /></div></span><span style="text-align: justify;"><div><font size="4">la sera stessa il piccolo, ha tranquillamente conquistato il letto, sistemandosi comodamente tra me e il mio LUI, ma cercando, per la prima notte, di giocare con qualunque cosa fosse a portata delle sue zampine dolci e calde. il suo più grosso problema è che con due cadaveri non si riesce a giocare un gran che, e i due umani in questione, quando chiudono gli occhi di solito acquistano appunto la reattività di due cadaveri. da dire, che già dal giorno dopo ha imparato a dormire su tutta la notte, senza fare una piega. </font></div><div><font size="4">in tutto questo Zatanna, anche ora, che sono passati due mesi, continua a stare in un angolo con una faccia di sussiego che continua a mantenere sia che guardi noi, sia che guardi lui. e questo piccolo bolo di pelo, che non ha paura di nulla e di nessuno, che arriva persino a cercare di giocare con la coda della fiera offesa, rischiando la zampatona. e per difenderlo la povera Fin si è ritrovata con il musetto sfregiato dalle unghie dell'altra. </font></div><div><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div><span style="font-size: large;"> (scusate se non riesco a sistemare la foto ma è diventato molto più complicato modificare le foto e affiancare il testo).</span></div></span></font></div></div><div><font face="georgia" size="4">insomma ecco a voi il nuovo acquisto di famiglia, il giovane Ged, che passerà con noi la sua futura, lunghissima si spera, vita.</font></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_KkpQ7rU-AG0KlCmAFrZl9aSUWNkBS4NHplt3YktvOYD-PhqjbAnMf87kML1ZkbBL2MATc40YrkYLwkU_CcAu-SRTBXncPBwQ11WDSmlUSVgGrOISmQntarSxY-cc4ua1FqUYGvdrcxt/s3264/IMG_20200517_103717.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><font face="georgia"><img border="0" data-original-height="1632" data-original-width="3264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio_KkpQ7rU-AG0KlCmAFrZl9aSUWNkBS4NHplt3YktvOYD-PhqjbAnMf87kML1ZkbBL2MATc40YrkYLwkU_CcAu-SRTBXncPBwQ11WDSmlUSVgGrOISmQntarSxY-cc4ua1FqUYGvdrcxt/s320/IMG_20200517_103717.jpg" width="320" /></font></a></div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-1618881521000181502020-07-15T11:33:00.002+02:002020-07-15T11:35:34.050+02:00ATTUALITA': GIOVANNI E IL SUO CICCIOBELLO<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF1dolH5OVH9WDR7uYGzC0DdcqjWEbEy7xDItnYht3qifgYH3GsyXUDt02cpap4ifwl2RfDJ2ip6x6dKU_DsTULiA8h36CY2wp_IfJIPM0XqSp9LHyKMCodVzR9zF5RIQt-1PvbkjWN4O4/s1085/attualit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="228" data-original-width="1085" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF1dolH5OVH9WDR7uYGzC0DdcqjWEbEy7xDItnYht3qifgYH3GsyXUDt02cpap4ifwl2RfDJ2ip6x6dKU_DsTULiA8h36CY2wp_IfJIPM0XqSp9LHyKMCodVzR9zF5RIQt-1PvbkjWN4O4/w625-h131/attualit%25C3%25A0.jpg" width="625" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">ci sono giorni in cui mi sento nel 2020, con tutti i suoi alti (pochi al momento) e bassi, altre mattine in cui sembra di essere tornati indietro almeno di cinquantanni fa.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">questo è successo anche stamane, quando ho sentito la notizia di un bambino, Giovanni, secondo i giornali ma se anche non fosse il vero nome va bene lo stesso, che mentre giocava tranquillo con il suo cicciobello è stato avvicinato da un signore, alcuni dicono un anziano, altri un uomo generico, che gli ha detto</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">"ma giochi con le bambole? sei un maschio, devi giocare con i soldatini."</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">al che lui ha risposto con molta tranquillità</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">"</font><span style="font-family: georgia;">o sono il papà, mica la mamma. "</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">siamo nel 2020 ed ancora ci sono quelli che pensano che ci siano giocattoli per bambini e giocattoli p</font><font face="georgia">er bambine. e che probabilmente credono che vestendo di colori pastello il maschio se ne sollecita lo spostamento delle preferenze sessuali, lavando i piatti e facendo le pulizie si perda la mascolinità, guadagnando meno della moglie si diventi un mantenuto o si sia comunque un debole. a volte, mi sembra vera</font><span style="font-family: georgia;">mente che la nostra specie in fondo non abbia possibilità di cambiamenti; ci sono sempre gli stessi muri, gli stessi ostacoli, ed una volta che credi di averli superati ecco che ti ritrovi</span><span style="font-family: georgia;"> di nuovo alla partenza, con tutti gli ostacoli davanti e tutto il lavoro fatto scomparso nel nulla.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">che difficoltà ce nell'accettare che una persona possa fare le proprie scelte in autonomia senza che gli altri possano giudicare, indirizzare le scelte degli altri, obbligare le preferenze.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">insomm</font><span style="font-family: georgia;">a saranno cavolacci della persona interessata quello che fa e la direzione che da ai suoi sentimenti, alle proprie scelte, ai propri pensieri.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">che c'entrano gli altri, che diritto hanno di dire la propria su tutto ciò, in cosa si sentono autorizzati a criticare o dare il proprio appoggio o il proprio giudizio.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">insomma, che diritto ha la gente di intervenire su una qualsiasi scelta personale di una persona, se questa scelta non influenza in qualche maniera, diretta e soprattutto lesiva o negativa, la vita degli altri?</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">se ti siedi ad un tavolo e ordini una bella insalata, ha forse qualche diritto uno che passa di dirti che in realtà l'insalata non ti da abbastanza proteine ed essendo un maschio dovresti mangiarti una bella bistecca per tenerti su ed essere più virile? o mentre stai mangiando una bella bistecca, arriva uno che è vegano, per sue ragioni assolutamente valide, e comincia a dirti che non devi mangiare quello che hai nel piatto, che quello che stai mangiando non è la scelta migliore e quindi non la devi fare perché altrimenti sei un assassino le cui mani grondano di sangue (e questo lo fanno i vegani, a me lo hanno fatto)</font><span style="font-family: georgia;">.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">al di la del fatto che uno dovrebbe valutare </font><span style="font-family: georgia;">tutti i pro ed i contro dell'allevamento intensivo, che non starò qui a esporre, ma che diritto ha una persona che ha fatto una scelta di imporre la propria scelta agli altri? </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">si tratta sempre della incapacità dell'essere umano di capire che le proprie scelte di vita, non sono assolutamente le migliori in assoluto per chiunque lo circondi, ma che il libero arbitrio è proprio quello che fa si che ogni persona possa essere libera di fare le proprie scelte in ogni campo, e che ogni scelta è da rispettare, a meno che non sia nociva o prevaricante rispetto a un'altra persona.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">siamo tutti singoli individui, non siamo un gruppo di pecore che vanno rasate tutte nello stesso periodo, e come singoli individui abbiano gusti personali, capacità individuali, modi di fare e abitudini completamente diversi l'uno dall'altro. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">ed allora perché ci deve essere sempre qualcuno che si deve arrogare il diritto di dire se quello che qualcun'altro sta facendo è giusto o meno? perché ci deve essere sempre qualcuno convinto di essere meglio degli altri e di avere in diritto di giudicare e dare direttive che gli altri dovrebbero seguire? specie poi se i consigli sono come quelli che da quell'uomo.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;"><font face="georgia">perché</font></span><font face="georgia"> se giocare con il cicciobello potrebbe femminilizzate il bambino, giocare con i soldatini non potrebbe renderlo un violento dedito alla ricerca dello scontro? ed allora in questa ottica, magari giocare con le macchinine potrebbe portarlo a guidare come uno scalmanato da grande, e giocare con la pistola a guardie e ladri portarlo ad essere un delinquente da grande, quando non un poliziotto.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">insomma, al di la della incredibile sciocchezza di essere convinti che la scelta di un gioco possa imporre una linea di crescita obbligata, è proprio l'ingerenza che scoccia.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">per quanto Giovanni sia stato estremamente arguto, per un bimbo di 6 anni, e la sua risposta sia stata estremamente giusta, la prossima volta gli dica di farsi i fatti suoi a quella persona</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">e se quell'uomo desidera fare della semplice conversazione, potrebbe fare i complimenti per il bel bambolotto, o per come il bimbo lo abbia vestito bene, o per come siamo moderni ed aperti i suoi genitori</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">. insomma se vuole fare conversazione, che la faccia, ma senza arrogarsi il diritto di giudicare o dare indicazioni sulle scelte che quel bimbo, mi pare, sa fare benissimo da solo.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">besos</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-49534711564425133262020-07-13T12:48:00.001+02:002020-07-13T12:48:30.544+02:00LIBRO : NEVERNIGHT<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFQDX7JikOm53QISiwYNR1arpvPGbgGrMYC3iC0c5mWOoCteCh9OZnT6Pme3kIA4sda5jb0CiMxbEx4QehzBUH747xnuo_xRjk5c4-MGGAxum3lfnC3SKKGG34qoPMukxGmlP2W3ufnCaE/s1299/scrigni+di+conoscenza.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="219" data-original-width="1299" height="106" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFQDX7JikOm53QISiwYNR1arpvPGbgGrMYC3iC0c5mWOoCteCh9OZnT6Pme3kIA4sda5jb0CiMxbEx4QehzBUH747xnuo_xRjk5c4-MGGAxum3lfnC3SKKGG34qoPMukxGmlP2W3ufnCaE/w625-h106/scrigni+di+conoscenza.jpg" width="625" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="times"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="times">t</font><font face="georgia">empo fa bighellonavo, virtualmente parlando, sul kindle di Amazon, non lo dico per fare pubblicità, è che stavo li, sul cellulare è il più comodo per gli acquisti, almeno per me.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">stavo cercando qualcosa che mi solleticasse, stanca di leggere sempre le stesse cose, anche se poi non leggo mai le stesse cose, ma tant'è. un titolo mi incuriosisce e ne scarico l'assaggio, come lo chiamo io, il capitolo iniziale che ti fanno leggere gratuitamente per vedere se ti convince. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">venni immediatamente conquistata da quel capitolo strano e nuovo, tanto che comprai il titolo sul kindle, e poco dopo, be proprio poco no ma non più di tre settimane dopo, ordinai i tre volumi che ne compongono la saga.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">di che parlo? parlo della saga di Nevernight, i libri degli accadimenti dell'illumino notte. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">so già che ci sarà qualcuno che storcerà il naso pensando a quelli libri per adolescenti pruriginosi che vogliono leggere di sesso, violenza e una punta di fantasy. anche io all'inizio pensavo ad una cosa del genere, quei libri che si spacciano per fantasy e poi sono tutto un tumulto ormonale di adolescenti, sulla soglia della età adulta, con il cervello di bambino. ma dopo un po di pagine vi assicuro che potrete ricredervi. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">l'autore di questa saga si chiama Jay Kristof, che ammetto di non aver mai sentito nominare prima, anche se poi ho scoperto che aveva già prodotto un'altro paio di saghe, che sto seriamente pensando di procurarmi.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">Kristof è uno scrittore australiano che per undici anni ha fatto il pubblicitario, poi ha deciso di scrivere libri, e devo dire che la pubblicità ha perso un talento come scrittore. mi ha subito conquistata il mondo che ha costruito per ambientare la sua storia, che è una storia di crescita anche se di classico ha poco. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKfSxwgO5vKDzokTvquZpKlYygQU4srI11Ui9HtggFPa1Wpz_-z0J4eLPJ148GJLJ8KiP5MsqnQFrQcOdDZxNxuL8JAmMRtjaUpLK-6fXauz9rMTdotvxTYAqS7lmMxn07lLIdiHc0LC9r/s960/nevernight.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="541" data-original-width="960" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKfSxwgO5vKDzokTvquZpKlYygQU4srI11Ui9HtggFPa1Wpz_-z0J4eLPJ148GJLJ8KiP5MsqnQFrQcOdDZxNxuL8JAmMRtjaUpLK-6fXauz9rMTdotvxTYAqS7lmMxn07lLIdiHc0LC9r/w400-h225/nevernight.jpeg" width="400" /></a></div><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">un mondo che gira quasi interamente attorno ad una parte di questo, che, ha sua volta, sembra un cadavere di gigante, ma grosso grosso grosso, tanto che nelle sue costole si costruiscono appartamenti, non so se mi spiego. e poi una magia originale ed affascinante, una cosmogonia personale composta da pochi rappresentanti ma abbastanza presenti nelle faccende mortali. insomma un mondo fresco e divertente da esplorare. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">coerente nella sua creazione, le definizioni sono simili alla lingua che conosciamo noi, ma sottilmente differenti, le creature sono stravaganti e particolarissime, nonché mortali in molti casi</font><span style="font-family: georgia;">, le abitudini dei suoi abitanti sono legate a questo strano mondo con il suo scorrere dei giorni che è nettamente differente dal nostro, per la composizione della sua geografia astrale.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">in questa ambientazione seguiamo le avventure di una ragazza che ha la strana capacità di essere apparentemente uno scricciolo, in realtà costruita in duracciaio indistruttibile, altrimenti non si capisce come superi tutto ciò che si trova di fronte o che decide di trovarsi di fronte.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">devo ammettere che ho letto i tre libri quasi tutti di un fiato, venendo catturata dal procedere della storia, e che mi sono fatta coinvolgere parecchio da tutto, ed alla fine credo si possa dire, almeno a mio parere, di trovarsi di fronte ad un ottimo lavoro, innovativo e godibilissimo. soprattutto che non ha copiato le ambientazioni di nessun altro.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">non scevro da difetti certo. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">le storie d'amore sono un po troppo frettolose nel loro procedere, anche se parlando di una sedicenne anche in questo caso si può tenere conto del fattore ormonale sia per lei che per i suoi partner. ed anche se nell'arco dei tre libri il tempo scorre, e alla fine lei ha passato con noi almeno due, se non tre dei suoi anni, rimane comunque in quella fascia di età in cui i rapporti sono ancora molto burrascosi ed immediati.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><span>i battibecchi tra Messer Cortese e la lupa (anche qui non vi dico nulla perché</span><span> preferisco scopriate di chi parlo leggendo i racconti) alla fine risultano un po forzati e ripetitivi, ad un certo punto si potrebbe pensare che eliminandoli non ci sarebbe stato nessun cambiamento nella storia. anzi, forse una cosa che mi è mancata è stato proprio una evoluzione in questo rapporto complicato che, con lo scorrere del tempo sembra non evolvere, non crescere, ma rimanere la stessa dal primo momento, quello in cui cominciano a convivere, all'ultimo momento. e solo qui, alla fine della convivenza, una fine forzata che ammetto ho accusato, si percepisce un cambiamento nella reazione di uno dei due (pensavate che vi dicessi di più? e no! leggetevi i libri, mica si tratta d un film, che tra una settimana se non lo avete visto lo conoscono comunque tutti, i libri sono sempre freschi).</span></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><span><br /></span></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"> a qualcuno potrebbe non piacere la tecnica che ha utilizzato per intervenire nella narrazione, cioè le note a pie di pagina, in cui la voce di Messer Cortese (se leggete il libro saprete di chi si tratta) da vita ai pensieri dello scrittore e butta su tutto un velo di ironia che ho trovato irresistibile. anche perché alla fine è proprio lui l'anima ironica di tutto il libro, che spinge su tutto con una acidità degna del peggior menefreghista del mondo, ma anche del sornione conoscitore delle cose della vita.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">detto questo i libri perdono il loro fascino? no assolutamente. consiglio assolutamente di leggere questi tre volumi anche piuttosto corposi, che spero non vi spaventino perché, vi posso assicurare che non vi stancheranno, anzi, vi terranno avvinti fino alla fine. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">potete anche comprare la versione </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">alla fine io, come mi capita sempre con i libri che amo veramente, sono sempre addolorata dalla fine della storia, perché è come se mi avessero aperto un piccolo strappo su di un mondo, senza però permettermi di vedere altro che un piccolo scorcio di tutto quello che c'è dall'altra parte, mentre io vorrei continuare a scoprire cose nuove, a conoscere nuovi personaggi, nuove figure, nuove avventure.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia"><br /></font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">chiudo dicendo che questa saga scritta ha comunque spinto la fantasia di molti altri artisti, tanto che si può trovare moltissimo materiale su Deviantart, con un sacco di rappresentazioni di Mia, la protagonista femminile dei libri. c'è anche una opera amatoriale su youtube, a puntate, che però, a mio avviso, snatura un po il personaggio perché l'interprete femminile delle puntate non ha proprio l'aspetto di una sedicenne. direi più una trentenne. però va premiato lo sforzo. </font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">spero che prima o poi qualche gruppo danaroso, come Amazon o Netflix possa desiderare mettere i propri denti su un osso così saporito, sempre sperando che poi non ne venga fuori una vaccata.</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">e con questo è tutto</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia">besos</font></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><font face="times"><br /></font></div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-53690542196477181482020-07-10T12:20:00.003+02:002020-07-13T12:08:41.401+02:00FILM : MARY POPPINS IL RITORNO<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwDZSrcJLhKtpWFtcs2tAFxygk4KzPxLROd6wEXiS_vGpVPn3CPG_bxHsiLedql8PpU6Aw7r__dgdbPvWBj-J-weFYkYqPi7BEWtHinNqAIRBUL867lo1m8d3P6tEEdvdzAJ3kjvMFATQ_/s1182/piccoli+dolori+quotidiani.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="1182" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwDZSrcJLhKtpWFtcs2tAFxygk4KzPxLROd6wEXiS_vGpVPn3CPG_bxHsiLedql8PpU6Aw7r__dgdbPvWBj-J-weFYkYqPi7BEWtHinNqAIRBUL867lo1m8d3P6tEEdvdzAJ3kjvMFATQ_/w500-h139/piccoli+dolori+quotidiani.jpg" width="500" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">inauguriamo questa nuova rubrica, parlando di un film, anzi due.<br />chi di voi conosce Mary Poppins? chi di voi, ricorda quella figura bellissima e falsamente austera di julie Andrews, bella come solo nel suo periodo di pieno fulgore è stata, affascinante</font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi692Dv8HVKfRu3aepmYhrJssDj6A0VvC49OH9aMCvDvk4rC1z26VgdGPZJWvhZYb_j1qX2CDRSaIeZpc-Whu8p0zJqrXAzWBtbbKJh03DtGp54jgEhFCncRRvdEIeeb_xrI_nNSGOws7rE/s237/judie.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="212" data-original-width="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi692Dv8HVKfRu3aepmYhrJssDj6A0VvC49OH9aMCvDvk4rC1z26VgdGPZJWvhZYb_j1qX2CDRSaIeZpc-Whu8p0zJqrXAzWBtbbKJh03DtGp54jgEhFCncRRvdEIeeb_xrI_nNSGOws7rE/s0/judie.jpg" /></a></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><div style="text-align: justify;">nella sua serietà incrinata da un sorrisino trattenuto, che si scioglie sono nei momenti di vera magia? quella del cucchiaio di zucchero e della risata che fa volare? </div><div style="text-align: justify;">ebbene, se anche voi, come me, siete stati ragazzini che hanno sperato, anche solo una volta, nel fondo della notte e di nascosto anche a se stessi, che il padre perdesse il lavoro e che la madre non fosse sempre così attenta a tutto, per poter essere dei bimbi trascurati ed attirare l'attenzione di una tata, che più che ad assistere voi veniva per salvare vostro padre dal perdere la famiglia, ebbene se siete stati come me, non guardate il nuovo "Mary Poppyns il ritorno".</div></font><p></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">partiamo con il dire che non posso affermare si tratti di un brutto film. sarebbe veramente una esagerazione, perché si tratta di un bel filmetto, in fondo, senza infamia e senza lode, e se non avete mai visto il primo, ve lo potete anche godere tranquillamente.</font></p><p style="clear: both; line-height: 1.5; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">ma se avete visto il primo... vediamo, l'unico paragone che mi viene è questo: immaginate di avere due sale accanto. entrate nella prima e vi ritrovate con i maghi di Hogwarts che solo per voi organizzano uno spettacolo di magia in cui vi fanno volare, evocano animali fantastici e vi fanno sedere accanto ad una banshee. </font><span style="font-family: georgia; line-height: 1.5;">poi uscite ed entrate nell'altra sala per guardare lo stesso spettacolo ma portato in scena dal mago Forrest. </span><span style="font-family: georgia; line-height: 1.5;">sarà anche uno spettacolo divertente, ma la magia, quella vera che era nella prima sala, nella seconda sarà completamente assente.</span></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">ecco "Mary Poppins il ritorno", è proprio così, manca completamente della magia che permeava tutto il primo film. per chi è come me, una delusione senza fine che vi lascia con una bocca estremamente amara, disperatamente bisognosa di un cucchiaio di zucchero che però qui non c'è, e quindi il film non va giù.</font></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">partiamo parlando della nuova faccia di Mary. </font></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">Bella, non dico di no, dire che Emily Blunt è brutta chredo che sarebbe una eresia degna di </font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYQNBqfd8xwX1PMTiC4t2Ec6mYeQGU63sbmJgjfCHbUu9H2auT3Q0zFMvFkKSh820ShymRTqgAoy5OvApWSuVvONU1TeZAfvcVjkG_WnRuRMOHsTwV1sh4aeIsV1DpLqJ9QpxEv96tE8Gd/s300/download.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYQNBqfd8xwX1PMTiC4t2Ec6mYeQGU63sbmJgjfCHbUu9H2auT3Q0zFMvFkKSh820ShymRTqgAoy5OvApWSuVvONU1TeZAfvcVjkG_WnRuRMOHsTwV1sh4aeIsV1DpLqJ9QpxEv96tE8Gd/s0/download.jpg" /></a></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">una lettera di protesta da parte del suo gruppo di fan, ma non ha nulla della bellezza patinata e lucente, </font><span style="font-family: georgia; line-height: 1.5;"> magnetica, di Julie Endrews. troppo sorridente, troppo compiaciuta di fare quello che fa, troppo partecipe, troppo tutto insomma. chi ha visto il primo sa che Mary si fa sempre, sempre pregare per spargere un po della sua magia, mentre questa nuova Mary ne mette in campo subito anche troppa, come se dovesse essere subito chiaro che lei fa cose speciali, proprio come l'altra, non è solo una brutta copia. </span><span style="font-family: georgia; text-align: justify;">con il risultato che appare proprio una brutta copia. risulta inoltre così forzata nelle sue scene, manca della naturalezza che avevamo negli occhi da sempre, forse perché Julie era veramente magica, non lo so, so solo che mentre vedo questa che si butta nella vasca ho pensato che fosse proprio forzato il dover fare una cosa del genere per fare un bagno ai bambini. </span><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">e poi le scene di magia, nel senso dei passaggi nel mondo dell'immaginazione, sono così poco credibili, con un uso eccessivo della computer grafica, che fa rimpiangere la dolcezza del disegno manuale del primo, quello che dava veramente una patina magica al momento, mentre qui appare addirittura un poco piatto. credo che si siano accorti anche quelli che hanno fatto il film del fatto che mancasse la magia, tanto che hanno ritirato fuori delle vecchie star come i pinguini camerieri, per cercare di dare un po di vita, ma con scarsi risultati. anche i costumi, scelti come se fossero disegnati anche loro, mi è parsa una forzatura, un eccesso. nel primo infatti, nonostante lo sfondo fosse disegnato, loro avevano vestiti normali, come se fosse reale tutto quello in cui erano immersi. qui, invece, è stato come se i costumi dovessero ribadire il fatto che si tratta solo di un sogno.</font></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">vogliamo parlare delle musiche? sapreste ricantarmi anche una sola delle canzoni di questo film il giorno dopo averlo visto? ritmi che non rimangono in testa, testi tradotti in maniera anche corretta, ma senza attenzione alla musicalità, al ritmo, senza quel tocco accurato che contraddistingueva una volta la disney e che ultimamente ha lasciato un po scappare. qualcuno ha provato a giustificare queste scelte musicali come qualcosa di legato all'attuale gusto del pubblico, ma secondo me non vale, manca proprio quella capacità di rimanere nella testa che aveva la colonna sonora del primo film. basti dire che dopo la visione del film, di ieri sera, sono andata a letto canticchiando la canzone della banca Dobs, di credito risparmio e sicurtà. </font></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">parliamo ora un po del cattivo della situazione. perché avere uno splendido Colin First, nella </font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9zfMgPpUJSE-SjBoMzcZ92X9hQrniTciv1i1DOpeR81uh4HtwgX4xBsDxVcxlYrIWtksP5NfmS1ds-F7M1NpEkrzPBYkEKWCTihpPJEHdkXYzS5ezstOt1QjbuPzwPgydAnnt9PuL4L3P/s679/dobs2.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="679" data-original-width="454" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9zfMgPpUJSE-SjBoMzcZ92X9hQrniTciv1i1DOpeR81uh4HtwgX4xBsDxVcxlYrIWtksP5NfmS1ds-F7M1NpEkrzPBYkEKWCTihpPJEHdkXYzS5ezstOt1QjbuPzwPgydAnnt9PuL4L3P/s320/dobs2.jpg" /></a></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><div style="text-align: justify;">sua meravigliosa mezza età, con il capello leggermente striato ed un sorriso beffardo che fa arricciare i baffi, e fagli fare un cattivo da macchietta come questo nipote del vecchio Dobs? un cattivo tirato per le orecchie, con una motivazione veramente debole, con una coppia di tirapiedi improbabili e inutili, un incomprensibile comparsata nei sogni dei bimbi, come personaggi negativi (ed anche qui una delusione, perché nei sogni di Mary non si è mai in pericolo, e lei non li avrebbe mai persi d'occhio solo per dedicarsi al proprio ego) per derubare e mettere in pericolo i tre piccoli Banks, che però non dovrebbero sapere che il cattivo è il banchiere, visto che non ne hanno mai sentito parlare ne lo hanno mai visto. va be un caso di preveggenza?</div></font><p></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">l'ultima cosa che mi ha dato noia, è stata che il film fosse una specie di ricalcatura del primo, quando non nella storia almeno nei ritmi di incontro e negli eventi: l'arrivo è scontato che dovesse esserci, ma anche la cugina che prende il posto del vecchio zio ridanciano, la passeggiata nella nebbia che sostituisce la nebbia della fuga dalla banca, il ballo dei lanternai sostituisce quello degli spazzacamini. ed il triste è che le sostituzioni, a parte quello della cugina Topsy, mettono in relazione le due sequenze rendendo impietoso il paragone tra i due, verso il secondo.</font></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">ci sono anche delle cose positive: ho adorato la cugina Topolowsky interpretata da una Meril </font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf1dWKr_azlCneJUIcn1etI3qs8YpPoPbPLyIX1iCve7ki3Pkwstk3cOYBjEp6JbM_fmiWgKdYvTQOjmcPQgxeALJk_TTYqoX5nLvGchyphenhyphen7VeeXCRzFp2EBkRp1XDeJqgJs69iEkmgHMwId/s318/topsy.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="159" data-original-width="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf1dWKr_azlCneJUIcn1etI3qs8YpPoPbPLyIX1iCve7ki3Pkwstk3cOYBjEp6JbM_fmiWgKdYvTQOjmcPQgxeALJk_TTYqoX5nLvGchyphenhyphen7VeeXCRzFp2EBkRp1XDeJqgJs69iEkmgHMwId/s0/topsy.jpg" /></a></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><div style="text-align: justify;">Streep che più invecchia più diventa irresistibile nelle sue interpretazioni, e che qui è veramente esplosiva. la sua è una delle canzoni forse più azzeccate di tutto il film che viene arricchito da una Topsy frizzante e ballerina, tanto da far venire voglia di partecipare alla sarabanda di quella casa ribaltata per il secondo martedì del mese. credo anche di poter dire che si tratta forse dell'unica parte che, messa a confronto con la controparte del primo film, non perde su tutta la linea, anzi forse riesce a guadagnarci un mezzo punticino, ma solo per la grande Merril.</div></font><p></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">ho adorato il cammeo di Dick VanDyke nei panni dell'attuale anziano Dobs, che ricorda al</font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLAS5Mt8TNoXVkKHwBi4mYneNGHZcE1rEbbE4HtOnZywQfSEkvsLftIF9gdDx1vRGFDTvCp_ZnFwte-djsgZtAe31PKwOyeoj5rW04w5KvY5QbfKReHftidk4tVVyf8njt9xLPBnmp3CuV/s640/dobs.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLAS5Mt8TNoXVkKHwBi4mYneNGHZcE1rEbbE4HtOnZywQfSEkvsLftIF9gdDx1vRGFDTvCp_ZnFwte-djsgZtAe31PKwOyeoj5rW04w5KvY5QbfKReHftidk4tVVyf8njt9xLPBnmp3CuV/s320/dobs.jpg" width="320" /></a></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><div style="text-align: justify;">nipote che la banca è stata costruita sulla fiducia della stessa gente che lui sta spogliando dei suoi beni per arricchirsi. un cammeo che mi ha piantato in testa la canzoncina di cui prima parlavo, e che ancora mi gira nella mente. e che soprattutto per un attimo mi ha riempito di nostalgia e di rimpianto. riporta alla mente il vecchio Dobs del primo film, interpretato da un giovane Dick ma che sembra uguale alla sua versione anziana.</div></font><p></p><p style="clear: both; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">ho amato il ruolo della vecchietta dei palloncini interpretata da Dame Angela Lansbury, una </font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6PbMSEn7VHppwSNQndaB0usJalYdvymennm8vIEttAHqkuzqHpWuvTJO3wCPbrV4fmgiPHDO2xlEfZ0MPHxOe-EK_RLmwJ71EHpCmlipU7_ossoocSMgV55KecuCC69eadbHKUUKLHoK-/s800/0_Angela.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6PbMSEn7VHppwSNQndaB0usJalYdvymennm8vIEttAHqkuzqHpWuvTJO3wCPbrV4fmgiPHDO2xlEfZ0MPHxOe-EK_RLmwJ71EHpCmlipU7_ossoocSMgV55KecuCC69eadbHKUUKLHoK-/w256-h192/0_Angela.jpg" width="256" /></a></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><div style="text-align: justify;">pennellata di delicatezza e di dolcezza che la riportato alla testa la dolcezza del primo film, nonostante che la canzone finale mi facesse stridere i denti per la mancanza di musicalità del testo italiano: perché" fin dove lui può portarmi" e non "fin dove mi porterà"? se vi andate a risentire la canzone che trovate su youtube e provate a sostituire nella testa le parole come ve le suggerisco vedrete che suona molto meglio e molto più musicale, e forse, dico forse, sarebbe stata una di quelle che rimangono in testa, almeno un pochetto.</div><div style="text-align: justify;">credo che quello che è mancato, fortemente a questo film, sia stata la presenza della scrittrice, a bloccare tutte quelle scene eccessive e cariche di animazione computerizzata che si vedono. lei non avrebbe mai permesso tutto quello sfoggio di autocompiacimento della Disney; e non credo che nemmeno lui, il Disney originale, avrebbe mai accettato che un film così facesse da seguito al suo capolavoro del 64. e soprattutto non avrebbe permesso una affermazione che nel film 2 sembra voler rinnegare il primo. è quando Mary dice di essere tornata ad occuparsi dei piccoli Banks. ma noi sappiamo, anche grazie a "save mister Banks" che lei, nel primo film, era li a salvare il padre e non ad aiutare i bambini. se è tornata ora, lo fa per salvare i nuovi adulti, dal fare gli stessi errori che avevano fatto i loro genitori, forse, ma non viene proprio detto chiaramente.</div></font><p></p><p style="clear: both; line-height: 1.5; text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">infine una considerazione tutta personale. non posso proprio farmi andare giù la scelta del lanternaio. non mi piace l'attore che hanno scelto, non ha il viso adatto, non ha lo </font></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQXOB76ox7q-3tscNFHdpcDBYmep7S2rsEpDCB4a9y-naQ63_TcTOUnlb3PpplT21QSyV56afgac05K7gpxXxXNamsToRh8DeJcSM1vtniIMLklYDsh96esp206ek_2lAjQz7RrbwVo1pO/s800/dick+vs+lin.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="800" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQXOB76ox7q-3tscNFHdpcDBYmep7S2rsEpDCB4a9y-naQ63_TcTOUnlb3PpplT21QSyV56afgac05K7gpxXxXNamsToRh8DeJcSM1vtniIMLklYDsh96esp206ek_2lAjQz7RrbwVo1pO/s320/dick+vs+lin.jpg" width="320" /></a><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"></font></div><font face="georgia" style="line-height: 1.5;"><div style="text-align: justify;"><font face="georgia" style="line-height: 1.5;">spirito </font><span style="line-height: 1.5;">adatto, non ha nemmeno la preparazione fisica adatta, tanto che nella scena del ballo si vedeva chiaramente che non è un ballerino professionista, e se lo è, cavolo non mi piace ancora meno. so che Dick è insostituibile, ma scegliere qualcuno di un po più particolare, più incisivo sia nel tratti che nel modo di recitare, avrebbe dato al personaggio quella presenza scenica che a lui è mancata, però come ho detto, questa è una mia personale considerazione. come del resto il giudizio sul film che, dove leggo leggo, è stato osannato come il novello evento della Disney. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="line-height: 1.5;">io so solo che a me manca così tanto quel cucchiaio di zucchero....</span></div></font><p></p><p style="clear: both; line-height: 1.5; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; line-height: 1.5; text-align: left;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; line-height: 1.5; text-align: justify;"><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-33058161860571621522020-06-25T12:09:00.002+02:002020-07-13T12:09:17.656+02:00FILM : ARTEMIS FOWL<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ4gUr1XnN8j2pOmnLb6O9JVt7__Wczg_gCg45bqXq5MwGl-IKaNlUHfenz80cd2xd-R3_GEmqjFuoSVNx3PjK2Y2oQAVU1gLe-yglgbKzr84VSCw41YSVhIBISnlJji0qe0bi7v9K3XSs/s1298/libri+e+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="163" data-original-width="1298" height="79" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ4gUr1XnN8j2pOmnLb6O9JVt7__Wczg_gCg45bqXq5MwGl-IKaNlUHfenz80cd2xd-R3_GEmqjFuoSVNx3PjK2Y2oQAVU1gLe-yglgbKzr84VSCw41YSVhIBISnlJji0qe0bi7v9K3XSs/w625-h79/libri+e+film.jpg" width="625" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><b><font color="#d52c1f">IL POST CHE SEGUE CONTIENE SPOILER SUL FILM DI CUI TRATTA. SE CONTINUATE A LEGGERE SAPPIATE CHE LA STORIA VIENE RACCONTATA SENZA CENSURE.</font></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Oggi provo a dare una nuova vita a questo blog, e ci provi in vari modi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il primo è quello di dare una specie di titolo ai vari argomenti che verranno trattati nel blog, come vedete qua sopra, il secondo è quello di tornare, spero, a scrivere sul blog almeno una volta alla settimana, come facevo una volta più o meno, o anche due se trovo un argomento scottante che devo estrapolare subito senza aspettare la settimana dopo.vedremo. spero di riuscire nel mio compito anche se si tratta di un lavoro difficile, per chi come me, aveva pensato di abbandonare il blog, perché troppo pesante, nel senso di ricordi e lavoro fatto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">però mi è stato fatto notare che di tanti esperimenti fatti, questo è l'unico che sono riuscita a portare avanti per tanto tempo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">comunque bando alle ciance e passiamo al vivo della situazione. oggi vi voglio parlare di un caso cinematografico, sbandierato su ogni piattaforma dalla disney e uscito su disney pus per il covid.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjdMWKs2oYQY3ybhd-kHazWwV3dSPdUGEj3hkcMjgHObTEsRZH6n9RiEn4Q89JD3Zd-b5KeCA2Rj2GSqcNWlrEbOU1p-oTn-8YOSu1iskGknmDDqtaxjNEt_X18VvB1xrQg-dM0ijuQmoijt7XG1OV5curt_p2qOSDvfShy6LvESt4mwCs=s700" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="393" data-original-width="700" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjdMWKs2oYQY3ybhd-kHazWwV3dSPdUGEj3hkcMjgHObTEsRZH6n9RiEn4Q89JD3Zd-b5KeCA2Rj2GSqcNWlrEbOU1p-oTn-8YOSu1iskGknmDDqtaxjNEt_X18VvB1xrQg-dM0ijuQmoijt7XG1OV5curt_p2qOSDvfShy6LvESt4mwCs=s320" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">stiamo parlando appunto di Atemius Fowl.da quanto ne avevano parlato, e da come, sembrava che fosse un capolavoro del cinema per ragazzi, e il regista, un <a class="fl" data-ved="2ahUKEwjZ7bPptpzqAhXE0qYKHU1OCWsQmxMoATAkegQIDBAD" href="https://www.google.com/search?bih=888&biw=1920&rlz=1C1GCEU_itIT826IT827&hl=it&sxsrf=ALeKk01nvLX0YRWuOQjS0dnAzJspeLwU6A:1593069626265&q=Kenneth+Branagh&stick=H4sIAAAAAAAAAOPgE-LWT9c3NDIyTCqyzFXi0M_VNygoyirWEstOttJPy8zJBRNWKZlFqckl-UWLWPm9U_PyUksyFJyKEvMS0zN2sDICAAmmNExGAAAA&sa=X&ved=2ahUKEwjZ7bPptpzqAhXE0qYKHU1OCWsQmxMoATAkegQIDBAD" style="background-color: white; color: #1a0dab; cursor: pointer; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; outline: 0px; text-align: left;">Kenneth Branagh</a> che di solito è una garanzia, faceva sperare per il meglio da chi, come me, aveva letto ed amato il libro. i libri anzi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">purtroppo, come mi succede anche troppo spesso, la versione cinematografica è stata deludente. ma questa volta la delusione è andata oltre perché, oltre alla mancanza di fedeltà al libro il film manca anche di mordente.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma facciamo un passo alla volta.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il bello dei libri di Eoin Colfer è che i personaggi sono quanto meno particolari,. soprattutto il personaggio centrale del libro.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">Artemis è un ragazzo molto particolare; è un genio anche troppo conscio di esserlo, ed è un genio del crimine. ma non perché lui sia articolare. la famiglia Fowl è nel crimine dal medioevo, se non da prima. si sono succedute generazioni di Flow che hanno contribuito a mettere in piedi un impero del crimine che si regge su solide basi di conoscenza del campo e di mezzi a disposizione.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ed artemis, non è da meno del resto della famiglia, anzi, proprio per la sua impareggiabile intelligenza, si distingue in questo campo. inoltre sapendo di essere giovane per poter essere preso seriamente, ha eliminato dalla sua vita espressioni e sentimenti che ne potrebbero minare l'immagine di mente criminale. abbiamo quindi un ragazzo, gelido, imperturbabile, e pronto a fare qualsiasi cosa per giungere al suo scopo, in possesso di una padronanza di linguaggio che nemmeno un adulto spesso possiede.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">vive nella enorme e lussuosissima villa di famiglia, assieme a Leale, la sua guardia del corpo, maggiordomo, insegnante di tecniche di difesa, appartenente alla famiglia dei Leale che protegge la famiglia dei Fowl dal primo Fowl che si è mosso nel crimine.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">i leale sono estremamente specializzati, preparati al loto lavoro dall'età di 10 anni, in cui vengono spediti in campi di addestramento e seguano una preparazione che ne fa le guardie del corpo più ricercate del pianeta. e dato che ad ogni Fowl è affiancato un leale, quelli che non hanno un loro uomo da difendere, vengono ingaggiati a suon di contanti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">inoltre vive con la madre, che purtroppo soffre di problemi mentali da più di un anno, a a causa della scomparsa del marito nei mari della Russia.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">infine c'è Juliet, la sorella minore di Leale, che sta ancora seguendo i corsi di addestramento, e che è stata affiancata a leale per imparare sul campo come difendere il proprio uomo, anche se ha già una ottima preparazione militare.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">queste poche righe racchiudono già buona parte della delusione che il film ha causato in chi ha letto, e della insipidezza conseguente del film.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">perché l'Artemis che ci viene presentato, a parte l'essere molto intelligente, è un marmocchio sgarbato, viziato, inutile, interpretato in più da un attore molto poco espressivo che a la capacità di banalizzare ogni battuta che dice, anche nel momento in cui mostra la sua capacità straordinaria identificando con una occhiata alla poltrona falsa dello psicologo che conosciamo all'inizio del film, ma che nei libri non compare che nel secondo, e quindi abbastanza inutile in quel momento.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">scompare completamente il lento ma ineluttabile passaggio da un freddo criminale in erba ad un ragazzo preoccupato ed attaccato alla famiglia che si ha nel procedere dei libri, si perde la particolarità di un personaggio complesso e sfaccettato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">inoltre, perché fargli morire la madre? è il padre che si suppone morto, ma la madre gode di ottima salute, almeno alla fine del primo libro, mentre all'inizio la salute, almeno mentale, vacilla.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e poi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">perché questa scelta di fare di uno spettacolare nano, che ho amato dalla prima volta di cui ne ho letto, in una specie di disadattato cronico, un nano gigante come si definisce lui? perché non scritturare un nano come giustamente avrebbero dovuto fare? di un nano si tratta nel libro, di un nano si dovrebbe trattare anche nel film.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e perché girare un film nella villa, mentre il nostro ragazzo nel primo libro lo vediamo viaggiare in Asia, in europa ed in fine in Irlanda.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ma sopra ogni cosa, perché fare del padre una specie di esperto del mondo fatato?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">il padre, preso da una botta di onestà aveva deciso di andare a commerciare 250000 lattine di coca cola in Russia, senza consultare prima la mafia locale, che aveva risposto con un missile sulla nave su cui viaggiava. era a sua volta un criminale incallito, dedito più agli affari che alla vita familiare, ma di fate, gnomi o consimili non aveva mai parlato. ed allora perché stravolgere completamente la storia? </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">la genialità di Artemis viene fuori proprio nella sua capacità di ottenere un copia del rarissimo ed introvabile libro dei fatati, che ogni fatato ha ma che non può assolutamente essere toccato da mano umana. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">e viene fuori nella sua capacità di tradurre questa specie di bibbia del mondo fatato, scritta in una lingua completamente sconosciuta sulla terra, fatta solo di pittogrammi e scritto anche in codice oltre che una lingua sconosciuta. scomparso tutto questo lavoro di intelletto, della immane intelligenza del ragazzo abbiamo solo la sua parola ed il fatto che conosce i mobili.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">hanno puntato molto sulla parte dello scontro con il troll nella casa di fowl, ma anche quello è poco coinvolgente, con una capitana tappo, che prima odia il ragazzino che l'ha rapita, e cinque minuti dopo sono amiconi, leale che sembra un tipo decerebrato, mentre nel libro abbiamo questo uomo adulto che ha una fiducia infinita nella mente del "suo"Flow, e che si attrezza con il ragazzo perché la tecnologia dei fatati possa tornare utile durante quella che dovrebbe essere la resa dei fatati alla superiore intelligenza di Artemis.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">ed alla fine perché il popolo dovrebbe cedere il proprio oro al ragazzino? nel libro, gli lasciano prendere l'oro solo in quanto hanno intenzione di cancellare la sua presenza, e quella degli altri all'interno della villa, con un blusciaquo, una specie di bomba buona che distrugge ogni vita animale lasciando intatta la struttura e la vita vegetale. e lui riesce a tenere l'oro, solamente perché ha scoperto che si può fuggire dal campo statico addormentandosi. senza contare oltre tutto, che lui, metà dell'oro la ridà al popolo, solo in cambio della guarigione della mente della madre, che nella fine dl libro torna ad essere la madre affettuosa e presente che si capisce doveva essere prima della sparizione del padre.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">con il risultato di Artemis che si dice di dover essere molto più accorto e nascosto per portare avanti i propri affari criminali, data la presenza della madre.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">si è perso tutto in questo film, si è perso il significato implicito di un miglioramento del ragazzo, il carattere dei personaggi, la storia è stravolta, hanno messo dei personaggi che nel primo libro non compaiono, come Opal, la cattiva, che compare solo nel terzo libro ed in modalità completamente diversa, oltre tutto.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">insomma, una vera mappazza di film che per cercare di essere corretta dando una visione edulcorata di Artemis, fa un papocchio di tre libri da cui viene fuori una storia insulsa e scipita, senza alla fine concludere nulla di quello che in origine si era prefisso Artemis.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">sconsiglio vivamente la visione del film, per non sprecare una preziosa ora di vita che vedo meglio impiegata nel tagliarsi le unghie dei piedi.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">meno male che lo hanno fatto uscire sulla piattaforma di Disney+ altrimenti starei ancora piangendo sul costo del biglietto del cinema, mentre grazie al cielo Disney + offre cose sicuramente migliori di questo film, e non ci vuole molto ad essere meglio.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">voto? 4-- e solo per alcune scene in cgi della città fatata di Cantuccio.</div></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-40096123180885774702018-08-07T10:38:00.000+02:002018-08-07T10:40:17.149+02:00CARMELA RUSSO UN ARCHEOLOGA CHE AMAVA LA FANTASCIENZA<div style="text-align: justify;">
Guardando la data dell'ultimo post mi rendo conto che era un anno che non tornavo a scrivere, un po per pigrizia, un po perché è diventato così facile aver sempre qualcosa di cui lamentarsi che mi sembrava quasi un parlarmi addosso venire qui e scrivere sempre le stesse cose. poi ci sono state cose nella mia vita, cose dolorose, che mi hanno spinta a chiudermi in me per un po, a lasciar fuori solo le spine, per evitare che troppi avessero voglia di pungersi per venirmi a chiedere come stavo, domanda così stupida, se sto in quelle condizioni non sto sicuramente bene no?</div>
<div style="text-align: justify;">
e poi succedono cose di cui hai bisogno di parlare, e devi per forza riaprire i contatti, rientrare nel giro per farlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
ed anche se non è piacevole riapro i contatti salutando qualcuno, per sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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quando l'ho conosciuta non posso dire che mi sia stata subito simpatica, con quel suo modo di fare anche troppo energetico, ma un po retrò, come una vecchia zia che si aggira tra le sedie della sala criticandoti per il rossetto di troppo, che ai suoi tempi...</div>
<div style="text-align: justify;">
in realtà era una persona molto colta, e molto solare, piena di vita e di voglia di viverla.</div>
<div style="text-align: justify;">
si presentava subito come Carmen Russo, solo per il gusto di vedere la faccia di chi non credeva vero quel nome associato ad altro corpo nella mente dei più. per me da anni invece Carmen Russo era quella donna, bassa, pienotta, che si muoveva veloce e parlava a mitraglia se le davi il via, specialmente se si trattava di archeologia. si perché lei era archeologa, dalla testa ai piedi. una delle migliori gite del gruppo, che purtroppo ho mancato, ma che mi hanno raccontato, presso il museo archeologico di Torino, fu guidata da lei, che spiegò per filo e per segno tutto quello che c'era da vedere, facendo entrare tutti in posti che non sono concessi ai più solitamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
non eravamo amiche, anche se oramai di questo termine si fa un uso ed un abuso, grazie a social come facebook che ti indicano amico di caio e di sempronio, senza discernere se caio è solo un nome mentre sempronio è tuo fratello.</div>
<div style="text-align: justify;">
eravamo buone conoscenti. ci vedevamo una volta l'anno per i cinque giorni della convention, ci frequentavamo parlavamo, mangiavamo assieme o ci salutavamo semplicemente. finita la convention ciao ciao ed al prossimo anno. però la conoscevo, sapevo il suo valore, ne seguivo il procedere in questa vita tramite amici, ed amici di amici, come facciamo sempre noi che siamo parte di una famiglia allargata che ha il nome di DS1, o come almeno cerchiamo di fare..</div>
<div style="text-align: justify;">
sapevo che insegnava a roma, che era una mente brillante, che russava forte quando dormiva, che se attaccava a parlare del suo campo, come ho già detto, non la finiva più e che amava la fantascienza come tutti noi. che quando era con noi per quei cinque giorni era felice di essere assieme a noi come noi eravamo felici che ci fosse.</div>
<div style="text-align: justify;">
quando salutavi tutti entrando, lei era uno di quei visi che ti aspettavi di vedere, che salutavi per nome e da cui ti informavi su come era andato l'anno trascorso.</div>
<div style="text-align: justify;">
ieri notte ha chiuso gli occhi, e si è arresa a qualcosa che la stava mangiando da dentro, oramai da un po. qualcosa di cui non aveva voluto parlare con nessuno, che si era tenuta dentro, e, a detta della sorella, con cui non aveva voluto nemmeno combattere.</div>
<div style="text-align: justify;">
questo mi ha stupito, perché da una come lei mi sarei aspettata una guerra senza tregua, all'ultimo respiro. invece ha chiuso gli occhi e se n'è andata.</div>
<div style="text-align: justify;">
quando l'anno prossimo ci incontreremo di nuovo, lei sarà un'altro nome che si andrà ad aggiungere a quelli della famiglia che ci hanno lasciati, un'altro viso che ci mancherà quando ci guarderemo attorno durante l'ora di pranzo, o in una conferenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
e ci mancherà.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCZghRaYHlpbEEVoiGbMHjHnzYCslmGzaiL2PqQwNrQVwwvD5w_KKzw58XWll6qHXUQU2zrZrEiXMF8CnbElk_r15Jrr-IjGYUsaMutRZX89SRN1_df92yBnGpsf96UZdp9PmlzmUVyh3B/s1600/russo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="717" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCZghRaYHlpbEEVoiGbMHjHnzYCslmGzaiL2PqQwNrQVwwvD5w_KKzw58XWll6qHXUQU2zrZrEiXMF8CnbElk_r15Jrr-IjGYUsaMutRZX89SRN1_df92yBnGpsf96UZdp9PmlzmUVyh3B/s320/russo.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-90344019414006516232017-02-23T10:37:00.000+01:002017-02-23T10:37:56.130+01:00OBBIEZIONE O NON OBBIEZIONE<div style="text-align: justify;">
tornano di nuovo alla ribalta i diritti di tutti di decidere l'uso che le donne devono fare del nloro utero. questa volta a livello politico e lavorativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
lo spunto per questa discussione è dato dal San Camillo Forlanini, un ospedale tra i più vecchi di Roma, che per ovviare ad una carenza cronica di medici chirurghi non obbiettori che possano praticare aborti, hanno bandito un concorso per l'assunzione di 2 chirurgi NON OBBIETTORI da assumere. i due medici sono stati individuati ed assunti, in attesa di entrare al lavoro, e per i primi otto mesi non potranno in alcun modo rivedere la loro posizione, pena il licenziamento.</div>
<div style="text-align: justify;">
apriti cielo.</div>
<div style="text-align: justify;">
si è alzata la voce dei giudici, dell'associazione medici, della chiesa, del ministro della salute. tutti a tuonare su questa scelta della regione Lazio che ha permesso questo bando. ad urlare di come i diritti del lavoratore sono stati in qualche maniera lesi, del fatto che la stessa legge 194 indica il rispetto per l'obbiezione del medico..</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
allora vogliamo dare anche un suggerimento oltre che protestare??</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://lamedicinaestetica.files.wordpress.com/2014/03/dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-mappa-obiettori-coscienza-in-italia-dieta-chirurgia-estetica-roma-cavitazione-pressoterapia-grasso-massaggio-linfodrenante-dietologo-cellulit.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://lamedicinaestetica.files.wordpress.com/2014/03/dott-emilio-alessio-loiacono-medico-chirurgo-mappa-obiettori-coscienza-in-italia-dieta-chirurgia-estetica-roma-cavitazione-pressoterapia-grasso-massaggio-linfodrenante-dietologo-cellulit.jpg" width="292" /></a>si perché una donna che si rivolge all'ospedale per un aborto non lo fa certo perché quel giorno non sapeva cosa fare. lo fa perché alle spalle ci sono tutta una serie di decisioni, di problematiche, di dolorose riflessioni che l'hanno portata a questo passo. o peggio ancora le coercizioni di chi, la obbliga a rimanere incinta e che, se non può ricevere una assistenza pubblica, minaccia di metterla in mano alle mammare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
purtroppo oggi come oggi negli ospedali italiani, soprattutto dal centro nord in giù, ci si ritrova di fronte ad un muro di gomma che rimbalza una povera paziente da un ospedale all'altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
la sua unica speranza è che si avveri una congiunzione astrale per cui un medico chirurgo non obbiettore, sia di turno assieme ad un medico anestesista non obbiettore, ed a due o tre infermieri non obbiettori, che tutti assieme, nello stesso turno, e che siano liberi per assistere la donna nel suo aborto. e calcolando che abbiamo un bel 85% di obbiettori nei nostri ospedali, con picchi del 94 nel sud, mentre si scende ad un accettabile 15/25 nel nord, questa congiunzione astrale diventa un miraggio in molti ospedali della nostra penisola.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
l'aborto per le donne è un diritto in Italia da quasi quarant'anni, grazie alla legge 194, che recita </div>
<div style="text-align: justify;">
<u>"...</u><i><u>L’interruzione della gravidanza è praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso
un ospedale generale tra quelli indicati nell'articolo 20 della legge 12 febbraio 1968, numero 132, il
quale verifica anche l’inesistenza di controindicazioni sanitarie.
Gli interventi possono essere altresì praticati presso gli ospedali pubblici specializzati, gli istituti ed
enti di cui all'articolo 1, penultimo comma, della legge 12 febbraio 1968, n. 132, e le istituzioni di
cui alla legge 26 novembre 1973, numero 817, ed al decreto del Presidente della Repubblica 18
giugno 1958, n. 754, sempre che i rispettivi organi di gestione ne facciano richiesta.
Nei primi novanta giorni l’interruzione della gravidanza può essere praticata anche presso case di
cura autorizzate dalla regione, fornite di requisiti igienico-sanitari e di adeguati servizi ostetrico-ginecologici...."</u> </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://dallapartedialice.files.wordpress.com/2016/03/plot4_01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="310" src="https://dallapartedialice.files.wordpress.com/2016/03/plot4_01.jpg" width="400" /></a>una delle obiezioni che vengono sollevate da chi si appella all'obbiezione è che la stessa legge garantisce anche il diritto all'obiezione, il che è vero , ma se da una parte dice </div>
<div style="text-align: justify;">
"<u>.<i>..Il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle
procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l’interruzione della gravidanza quando
sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione...</i>.</u>"</div>
<div style="text-align: justify;">
subito sotto , nello stesso paragrafo dice anche </div>
<div style="text-align: justify;">
"<u>...<i>Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo
espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione
della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla
e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale.
L’obiezione di coscienza non può essere invocata dal personale sanitario, ed esercente le attività
ausiliarie quando, data la particolarità delle circostanze, il loro personale intervento è
indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo..</i>.</u>."</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
il brutto è che ancora oggi, nel 2017, siamo l'unica nazione che permette ad un'altra di dettare le leggi che la governano.</div>
<div style="text-align: justify;">
ancora oggi il governo italiano permette che il vaticano, a tutti gli effetti uno stato straniero nel cuore della capitale italiana con le sue leggi e le sue proprietà in cui non permette ingerenza allo stato italiano, abbia invece ampio accesso alle nostre camere di potere e decida cosa deve essere permesso e cosa no nelle leggi promulgate per la gestione dell'Italia. I nostri politici permettono che la chiesa si arroghi il diritto di decidere sulla morale delle nostre leggi e sulla libertà dei nostri cittadini, permettono che le politiche siano influenzate da una visione clericale che in uno stato laico dovrebbero essere messe al bando.</div>
<div style="text-align: justify;">
e noi donne, che agli occhi di questo stato religioso, siamo sempre state quelle più schiavizzate, quelle a cui non deve essere permesso di decidere in autonomia nemmeno del loro corpo, siamo quelle che pagano la cifra più alta di questa sudditanza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
vogliamo tornare a cinquant'anni fa? a quando il 90% degli aborti erano clandestini, svolti con i metodi più inumani, in ambienti sporchi e pericolosi? a quando le mammare aspettavano, come ragni nel proprio buco, le donne disperate, pronte a farsi infilare una stampella di metallo nell'utero per estirpare quella vita da loro, rischiando anche la propria; a quando il 15/25% degli aborti avevano complicazioni gravi che portavano anche alla morte della donna? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
oggi il ministero della sanità sbandiera orgogliosa le cifre di una diminuzione degli aborti, vantandosi del fatto che siano scesi al di sotto dei 100 mila nel 2014; senza menzionare che questo trend di discesa è ormai un meccanismo che è entrato in funzione da anni, e senza nemmeno dire che negli ultimi due anni c'è anche un aumento preoccupante del ritorno all'aborto clandestino conosciuto, ne che le comunità cinese e nigeriana si rivolgono sempre meno agli ospedali per richiedere l'interruzione di gravidanza. </div>
<div style="text-align: justify;">
e tutta questa cultura sotterranea dell'aborto clandestino, che la ministra Lorenzin dice non aumentare, in realtà non è correttamente conteggiabile, perché se una volta erano le mammare che procedevano con l'intervento e quindi bene o male era possibile conteggiare le donne che si rivolgevano alla loro azione, oggi basta un click sul PC, sul cellulare, basta due passi alla stazione, ed eccoti proprietaria di un kit per l'aborto fai da te che ti permetterà di procedere con un aborto clandestino e non contabilizzatile da un modello matematico che è stato ideato prima del 2005 e che non tiene assolutamente conto dei tanti cambiamenti che ci sono stati nella nostra società.</div>
<div style="text-align: justify;">
ed alla fine chiudiamo gli occhi e non vogliamo sapere di quelle donne fragili che si arrendono di fronte alle difficoltà trovate nelle strutture pubbliche, che procedono all'aborto nel silenzio e nella solitudine della propria abitazione, senza assistenza medica, senza la sicurezza che il farmaco non sia nocivo, e soprattutto senza la tutela per il feto che a quel punto può anche aver superato i 90 giorni, tanto non c'è nessuno a controllare.</div>
<div style="text-align: justify;">
purtroppo invece molte donne finiscono all'ospedale per gli effetti nocivi di questi farmaci che possono produrre violente emorragie, forti dolori addominali, contrazioni violente. ed alla domanda del medico adducono la giustificazione dell'aborto spontaneo, sfuggendo quindi al conteggio dei clandestini e falsando le statistiche.</div>
<div style="text-align: justify;">
e questo buco di rilevazione favorisce anche l'insorgenza e l'aumento di una moda tremenda che tra le prostitute straniere purtroppo viene imposto dai papponi: la moda per cui agli uomini che pagano gradiscono sempre più fare sesso con donne incinte. a questo fine quelle povere donne, quelle che a tutti gli effetti sono schiave del sesso, vengono costrette a portare avanti delle gravidanze che non vorrebbero, vengono costrette a fare sesso fino a quando non diventa un problema, e poi vengono indotte all'aborto mediante medicinali, che chiaramente vanno ad agire anche su di un feto che ha superato abbondantemente i primi novanta giorni, e che spesso nasce morto per le difficoltà, per le botte e per il farmaco che risulta sicuramente dannoso per la vita del piccolo. e non andiamo ad indagare su quello che succede se invece non nasce morto perché si aprirebbe un nuovo pozzo che ci vorrebbero pagine e pagine per sviscerare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
che dobbiamo fare allora noi, che magari non dobbiamo ne abbiamo mai dovuto abortire?</div>
<div style="text-align: justify;">
dobbiamo ricordare che siamo donne anche noi, e che se siamo state fortunate non ci dobbiamo sentire superiori, perché poteva bastare un nulla per ritrovarci anche noi di fronte a quel problemi. dobbiamo chiedere a grande voce che i nostri diritti non vengano messi in forse dalla decisione di chi non ha il diritto e non deve avere il diritto di decidere per noi, sulla nostra disposizione alla maternità o meno.</div>
<div style="text-align: justify;">
chiediamo che venga rispettato il nostro diritto ad abortire in sicurezza e protette dal servizio sanitario statale.</div>
<div style="text-align: justify;">
chiediamo che l'obbiezione non diventi un facile mezzo per fare carriera, o un escamotage per non ritrovarsi in situazioni noiose, come a volte capita di fronti a dottori che fanno gli obbiettori nel pubblico e se ne dimenticano nelle case di cura private (ma anche questa è un'altra storia)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
ed in chiusura una cosa che magari sembra non entrare nel discorso ma che invece ne è la base.</div>
<div style="text-align: justify;">
chiediamo che ai nostri figli venga insegnata l'educazione sessuale, in maniera chiara e comprensibile, dalle scuole medie in poi. perché una popolazione cosciente e consapevole permetterebbe veramente una diminuzione degli aborti, consentirebbe una vita sessuale più pensata e consapevole, permetterebbe la conoscenza delle meccaniche di fecondazione e le tecniche utili all'impedirla.</div>
<div style="text-align: justify;">
insomma se finalmente avessimo una sana educazione sessuale, avremmo una sana e consapevole vita sessuale ed una conseguente conoscenza</div>
dei sistemi contraccettivi che impedirebbero il pericolo di rimanere incinte.<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
e con questo è tutto</div>
<div style="text-align: justify;">
besos</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-33186310421185037182017-01-24T10:32:00.000+01:002017-01-24T10:32:01.207+01:00BREVE RICORDO DEL PULITO<div style="text-align: justify;">
stavo camminando per la strada, con il mio cane, e la mente mi è tornata ad un passato nemmeno tanto lontano. </div>
<div style="text-align: justify;">
quanti si ricordano di quelle figure mattutine, armate di ramazza, che silenziose o fischiettanti, pulivano i marciapiedi da tutti quei rifiuti che la gente per distrazione o per cattive maniere lasciava cadere: pacchetti di sigarette, bucce di frutta, cicche, cartacce...</div>
<div style="text-align: justify;">
spazzavano con cadenza ritmica, con quelle scope lunghe e sfilacciate, spesso da soli, a volte in coppia, di solito la mattina presto, quando ancora il traffico non era troppo, in maniera da trovare liberi i marciapiedi da pulire.</div>
<div style="text-align: justify;">
vuotavano i cestini dello sporco che si trovavano lungo la strada, cambiavano i sacchetti, e guidavano delle specie di grossi Apetti su cui era montato un mini camion della spazzatura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
allora ci sembrava magari poco, ma con la coscienza dell'oggi, dove nessuno è cambiato e le strade sono piene degli stessi residui di allora, ma dove nessuno più spazza le strade, quel gesto solitario e svogliato della mattina è un ricordo prezioso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
già; perché oggi, hanno eliminato questa figura, hanno tolto i cestini dalle strade, tranne pochi e ben lontani l'uno dall'altro, con la scusa che erano un ricettacolo di sporco ed attiravano i topi, non ci sono più i giorni della pulitura delle strade, quando eri costretto a spostare la macchina dalla solita strada dove parcheggiavi per evitare che te la caricassero sui carri della stradale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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bei tempi quelli in cui se camminavi per strada non ti sembrava che si fosse alzata una folata di vento nel compattatore della spazzatura.</div>
<div style="text-align: justify;">
dicono lo hanno fatto per noi, ma mi chiedo il perché facciano per noi tutte queste cose che servono solo a farci stare peggio...</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-17608336734607875142016-11-17T15:30:00.002+01:002016-11-17T15:30:56.659+01:00IL GIORNO DEL GATTO NERO<div style="text-align: justify;">
oggi è la giornata dei gatti neri. questi splendidi felini, dalle mosse agili e dal colore così vicino a quello delle loro sorelle più grosse, le pantere, che ancora oggi rischiano la vita per la sciocca superstizione che ancora obnubila la mente di molti. </div>
<div style="text-align: justify;">
per cercare di dare una spinta verso la salvezza di questi splendidi animali, voglio parlare dell'origine di questa assurda credenza che ne fa i compagni preferiti delle streghe ed i portatori di sfortuna.</div>
<div style="text-align: justify;">
cominciamo col il dire che anche in questo caso la religione ha le sue belle colpe, tanto per cambiare.</div>
<div style="text-align: justify;">
nel periodo romano i gatti neri erano i figli prediletti della dea Iside, signora della notte perché nella notte erano invisibili, mentre i loro occhi erano una luce quasi mistica che si muoveva nel buio. cosa poteva aver originato una creatura così magica se non una divinità?</div>
<div style="text-align: justify;">
Iside era oltre tutto anche la dea della fortuna quindi in gatto nero era considerato portatore di fortuna e protettore, tanto che era considerato di buon auspicio portare un gatto nero sulle navi.</div>
<div style="text-align: justify;">
fu appunto la religione cristiana, che tra le tante cose pessime, fece anche quella di rendere i gatti neri i rappresentanti delle credenze pagane e decise di seppellire con loro quelle credenze.</div>
<div style="text-align: justify;">
nel vero senso del termine. infatti furono i primi missionari cristiani a spingere i contadini a seppellire un gatto nero nei campi per rendere propizio il raccolto, come furono sempre loro a spingere perché, a raccolto avvenuto, si sacrificasse un gatto per ringraziare del raccolto avvenuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
i gatti rimasero creature dalla natura particolare e misteriosa, ma questa aura magica di cui erano soffusi assunse sempre più una connotazione maligna e negativa, così come le donne che nel tempo avevano accumulato una conoscenza della natura tale che permetteva loro di curare e di assistere.</div>
<div style="text-align: justify;">
tali conoscenze, che chiaramente non potevano venire da un dio che soprattutto allora non riconosceva nemmeno alle donne la stessa dignità o umanità dell'uomo, dovevano quindi essere di natura diabolica, visto che non erano di natura divina. e a chi associare quindi queste donne, considerate streghe ed amanti del diavolo, se non al gatto nero, divenuto simbolo di potere oscuro e quindi a sua volta rappresentante del maligno. con l'inquisizione la situazione peggiorò al punto che, anche se non è vero che ci furono grandi stragi di streghe a causa dell'inquisizione, è vero che ci fu una tale moria di gatti neri, per mano di questi ardenti religiosi, che si rischiò l'estinzione di questo colore dai mantelli dei nostri amici mici.</div>
<div style="text-align: justify;">
fortunatamente ci furono anche paesi in cui questa affinità con il diavolo portò bene al gatto nero, come nei paesi anglosassoni, dove farsi amico una do questi piccoli demonietti porterebbe bene al suo umano.il gatto nero porterebbe soldi e benessere in questo caso come alcuni proverbi inglesi lasciano intendere "<span style="background-color: white; color: #4d4d4d; font-family: "trebuchet ms" , "geneva" , "arial" , "helvetica" , , sans-serif; font-size: 12px; word-spacing: -1px;">Se un gatto nero viene perduto, mille guai capiteranno alla famiglia", "Quando il gatto di casa è nero la ragazza senza amore non resterà davvero, "Bacia il gatto nero e ti farà grasso; bacia il gatto bianco e ti farà magro."</span> </div>
<div style="text-align: justify;">
anche la credenza che se un gatto nero che ti attraversa la strada ti porta sfortuna è una credenza relativa al periodo in cui si andava a cavallo. il gato per sua natura è un animale furtivo e quando attraversava la strada spuntando d'improvviso di fronte ad un cavallo, questo si imbizzarriva. la cosa valeva anche di più di notte, quando il cavallo, che non ci vede come un gatto, si ritrovava di fronte un gatto nero, praticamente invisibile nel buio se non per il verso di minaccia che lancia che lancia quando si sente minacciato.</div>
<div style="text-align: justify;">
da qui al dire che se un gatto nero ti attraversa la strada il passo è breve.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
credenze che non perdono ma che, vista la scarsa conoscenza di allora, posso perdonare.</div>
<div style="text-align: justify;">
non altrettanto posso fare con chi al giorno d'oggi ancora si ostina ad avere simili incomprensibili credenze, in un mondo che ormai dovrebbe aver dipanato tutte queste superstizioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
eppure ancora oggi il numero di gatti neri investito per strada, picchiato per strada, lapidato dai ragazzini, per non parlare del periodo di Halloween </div>
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gatti neri vengono sacrificati in ridicole cerimonie sataniste, vengono impiccati ai lampioni. </div>
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Comprendere che questi splendidi felini sono carichi di amore quanto è più i loro simili dal mantello più fortunato ci renderà tutti più civili e renderà chi si accaparrarsi l'amore di una di queste splendide pantere in miniatura molto felice e fortunato, perché l'amore che un gatto può dare, a prescindere dal colore della sua pelliccia, e un amore molto più grande di quanto ancora non si creda. provate a tenere una di queste pallette pelose in mano, passate le dita nella sua serica pelliccia, fatevi cullare dalle dolci fusa e vi renderete conto di quello che anche gli scienziati oramai hanno provato: il gatto è terapeutico per il nostro sistema nervoso e di conseguenza, anche per tutte le problematiche che dallo stress possono venire. abbassa la pressione, regola il ritmo cardiaco, rilassa la mente e ci aiuta nella produzione di serotonina rendendoci felici.<br />
Voglio finire questo post parlando i del mio gatto più anziano, Merlino.<br />
È uno splendido gattone nero, che sta con me da oramai quasi 15 anni. chi mi segue e mi conosce, conosce anche la sua storia per gli altri, detto in breve ho incrociato la sua strada quando aveva solo 15 giorni e mi sono innamorata dei suoi occhi blu cobalto e della sua spaventata difesa, pronto ad aggredire per la sua sopravvivenza, nonostante fosse poco più lungo del mio dito indice. ha perso la coda perché qualche disgraziato gli ha spezzato e quasi strappato na splendida codina prima di abbandonarlo, ma da allora ha avuto la vita migliore che ho potuto offrirgli.<br />
Purtroppo ora si è malato, ha una disfunzione della tiroide che al momento ha bisogno di tutta la mia attenzione e cura per rientrare da una situazione critica, ed in seguito richiederà una costante cura che durerà per tutta la sua vita.<br />
Ma lui è sempre vicino a me, è il mio angioletto ed io farò sempre tutto il possibile per curarlo ed aiutarlo. ma quello che lui da a me ogni giorno, con il suo amore, la sua cieca fiducia in me, la sua presenza ed la sua compagnia e qualcosa che non sarà mai ripagata per quanto denaro io posso spendere o fatica io possa fare.<br />
e con questo vi saluto e vi esorto, adottate un gatto nero, avrete uno splendido, piccolo esponente dei felini che si aggirerà per la vostra casa, come una pantera si aggirerà i per la casa.<br />
Besos.<br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-75918124712678891402016-11-02T18:25:00.001+01:002016-11-02T18:25:22.188+01:00RUDY E' TORNATO SULLA ASTRONAVE<div style="text-align: justify;">
non ne ha parlato nessuno, e probabilmente a non molti mancherà ma ieri sera, qui a Roma, una delle menti della fantascienza italiana, uno che la fantascienza la trattava da anni e lo faceva con spirito e umorismo, se n'è andato, facendo poco scalpore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Massimo Mongai, a due giorni dal suo sessantaseiesimo compleanno è morto, dopo una peregrinazione tra le strutture mediche romane, ed a chi voleva sue notizie rispondeva "<span style="background-color: white; color: #666699; font-family: "open sans" , sans-serif; font-size: 18px;">Sono mesi che cerco una risposta adeguata, motivo per cui non ho ancora risposto, insieme allo stress della situazione. Va tutto bene. Quasi. A presto a tutti.</span>"</div>
<div style="text-align: justify;">
non era un uomo facile, sanguigno, misogino, convinto di essere il depositario dell'unica verità universale, ma nello stesso tempo impulsivo, entusiasta, istrionico.</div>
<div style="text-align: justify;">
la prima impressione che dava era quella di un grosso orso, irsuto e scapigliato. con quella grossa barba che spesso era piena di briciole, con la sua strabordanza non solo fisica, con la sua incapacità ad arginarsi. eppure accoglieva le persone con simpatia ed apertura, era alla mano. se ti prendeva in simpatia ti raccontava quello che pensava, quello che faceva. diceva che potevi trovarlo quasi sempre al bar della Garbatella, dove abitava da una vita e dove, credo, fosse convinto essere il reale centro del mondo, sicuramente del suo.</div>
<div style="text-align: justify;">
ma non era uno che non avesse mai spostato la sua visuale da li.</div>
<div style="text-align: justify;">
aveva viaggiato, aveva conosciuto molto altro. solo che alla fine aveva deciso che meglio di li o si stava da nessuna parte e ci era tornato.</div>
<div style="text-align: justify;">
grazie alle sue esperienze aveva potuto scrivere tante delle sue piccole opere, alcune godibilissime, altre un po meno curate, tutte sicuramente contenenti un po di lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
la sua opera d'arte resta quel "Memorie di un cuoco di Astronave" che gli valse il Premio Urania, e che altri non era che lui, e le sue esperienze come cuoco di bordo, portate nello spazio.</div>
<div style="text-align: justify;">
si divertiva parecchio a dire che lui era Rudy Turturro, quando ne parlava.</div>
<div style="text-align: justify;">
non era facile averlo in simpatia, con il suo essere convinto di idee un po superate, una delle quali era l'incapacità delle donne di essere all'altezza degli uomini i alcuni campi, tra cui la scrittura della fantascienza. questo era un cavallo di battaglia che gli era valso l'antipatia di molte femministe nei gruppi che lo ospitavano a volte, ma lui imperterrito la proponeva ogni volta, convinto della assoluta correttezza delle sue affermazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
a me non importava molto.</div>
<div style="text-align: justify;">
perché al di la di queste sue affermazioni, era poi gentile e mi aveva incoraggiato più di una volta a scrivere. mi aveva anche promesso che se gli avessi mandato un racconto, ma non troppo lungo, lo avrebbe letto volentieri, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
non ne avrò più la possibilità.</div>
<div style="text-align: justify;">
quando stamane ho letto la notizia non riuscivo a credere che fosse possibile. non era vecchio, e non sembrava troppo mal messo l'ultima volta che lo avevo visto, ma non lo vedevo poi così spesso, e quindi probabilmente si era aggravato, nei suoi mille acciacchi che lui imputava all'età, ma che sperava di debellare mettendosi a dieta.</div>
<div style="text-align: justify;">
o almeno così diceva.</div>
<div style="text-align: justify;">
invece alla fine no c'è riuscito. </div>
<div style="text-align: justify;">
e la sua scomparsa è passata sotto silenzio, con la morte della ministra Aselmi, il terremoto, e Renzi che fa dichiarazioni, i problemi del referendum e chissà cosa altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
di lui non si parla sulla stampa nazionale ne il telegiornale locale. si scopre che è morto solo sulle riviste che parlano di fantascienza, o cercandolo su google.</div>
<div style="text-align: justify;">
e leggendo il mio blog.</div>
<div style="text-align: justify;">
addio grosso orso sciocco, mi mancherai parecchio, tu, i tuoi occhi buoni e la tua barba sporca.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTAW0wlbWe7txsNKoa7kU0iHgUUvpRTlbjTfDe3GA9qXoqCjkR38XkfXdHlNp5ZgliG0dCEhEUWTNTlmsccXSOduIlSMoRNsE-O_4XMafOgq9fMTy4VE-8fwaO-h36zkR-9iLG7Q0kNHgt/s1600/mongai.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTAW0wlbWe7txsNKoa7kU0iHgUUvpRTlbjTfDe3GA9qXoqCjkR38XkfXdHlNp5ZgliG0dCEhEUWTNTlmsccXSOduIlSMoRNsE-O_4XMafOgq9fMTy4VE-8fwaO-h36zkR-9iLG7Q0kNHgt/s320/mongai.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: x-large;">Massimo Mongai</strong><br />
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px;">
<span style="font-size: large;"></span> </div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px;">
<strong><span style="font-size: medium;">03/11/1950 - 01/11/2016</span></strong></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2351026083861418312.post-46537776899127150442016-10-21T10:10:00.005+02:002020-06-25T12:11:38.290+02:00SCHIAPPARELLI HA SMESSO DI PARLARE<div style="text-align: justify;">
il 20 luglio del 1969 il mondo intero si fermò, con il fiato sospeso. tutti rimasero con gli occhi puntati su uno schermo in bianco e nero, da cui un annunciatore seguiva i momenti salienti di uno degli eventi mondiali più importanti della storia: i primi passi sulla luna da parte di un uomo.</div>
<div style="text-align: justify;">
ieri invece, la voce della sonda Schiapparelli, planata sulla superficie di Marte, si è spenta tra il silenzio e il disinteresse del mondo intero, tranne un pugno di appassionali, nerd, o curiosi che ne hanno seguito l'epopea.</div>
<div style="text-align: justify;">
cosa è cambiato dal primo evento al secondo?</div>
<div style="text-align: justify;">
guardando la società non molto è cambiato: i problemi ci sono sempre, l'economia è fluttuante e come allora ci sono quelli che pensano che non vedremo una luce nella crisi, ci sono quelli che pensano che la politica distruggerà la società, ci sono quelli che vedono solo i problemi e non le soluzioni, quelli che pensano che il denaro andrebbe speso per altro e quelli che hanno altro a cui pensare.</div>
<div style="text-align: justify;">
allora perché oggi un avvenimento che allora sarebbe stato epocale oggi non ha interessato praticamente nessuno, se non un paio di pagine di qualche giornale, ed un trafiletto su qualche altro?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
la mia impressione è che oggi abbiamo smesso di guardare in fuori.</div>
<div style="text-align: justify;">
abbiamo smesso di sognare, di sperare in un mondo più grande, in altre frontiere, per abbassare la nostra visione al solo mondo che ci circonda e diventare ciechi verso il resto.</div>
<div style="text-align: justify;">
ci siamo concentrati solo su di noi, sulle nostre miserie, sui nostri dolori, sui nostri problemi, e ci siamo impoveriti.</div>
<div style="text-align: justify;">
abbiamo deciso di perdere la possibilità di volare la fuori con l'immaginazione, di sperare che il futuro dispieghi le ali della nostra mente e dei nostri corpi per portarci la dove nessuno è mai giunto prima.</div>
<div style="text-align: justify;">
che peccato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
io no.</div>
<div style="text-align: justify;">
io ancora oggi alzo gli occhi la notte e rimango a guardare le stelle, illudendomi di vedere, sulla luna, il punto in cui ci sono le impronte di un uomo che vi ha camminato di fronte a miliardi di altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
io ho seguito tutto il racconto dell'ammaraggio della sonda con trepidazione, ho appreso con gioia che il primo segnale dalla sonda era arrivato positivamente, ho seguito con preoccupazione la perdita di ogni segnale e mi sono addolorata della scoperta che la sonda era stata ingoiata dalle sabbie di Marte per un errore dell'apertura di retrorazzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
perché quella sonda poteva mandare delle informazioni importanti su un corpo celeste che si trova all'interno del nostro sistema solare, un corpo celeste che se ci si impegnasse sarebbe alla nostra portata per l'esplorazione. un corpo che magari ospita al suo interno della vita, anche se solo in forma microbica, o che, con una tecnologia adatta potrebbe essere terra formato e messo in condizione di accogliere la vita umana. una nuova frontiera che permetterebbe alla razza umana di avere un nuovo mondo in cui ricominciare da capo, in cui magari riuscire a creare un nuovo tipo di società.</div>
<div style="text-align: justify;">
un nuovo mondo più vicino al limite della nostra piccola galassia di pianeti, che potrebbe gettare uno sguardo più lontano, verso quelle frontiere che ora ancora nemmeno possiamo immaginare, ma che sono la pronte ad accogliere il coraggioso o l'incosciente che volesse tentare il passo.</div>
<div style="text-align: justify;">
sono pazza? forse ma non mi spiace.</div>
<div style="text-align: justify;">
perché io ancora sogno. </div>
<div style="text-align: justify;">
quando ero piccola il mio desiderio più grande era quello di fare l'astronauta. non ho la mente ne il corpo per farlo, ma anche oggi, con tutti i miei problemi, con tutte le mie difficoltà, sarei pronta ad abbandonare tutto per imbarcarmi nel viaggio verso un mondo nuovo da esplorare, da scoprire, anche sapendo che dovrei passare sei mesi in viaggio verso un interrogativo, e che non potrei più tornare indietro, ma passerei miei ultimi giorni su un pianeta inospitale e mortale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
perché? perché il mio cuore ancora vuole scoprire che ci sono cose nuove da svelare, e una esperienza del genere è qualcosa che a mio avviso avrebbe la stessa fondamentale importanza della scoperta dell'america da parte di colombo, la scoperta del fuoco da parte del primo uomo, la creazione della prima ruota, il primo aereo che è riuscito a volare o il primo sottomarino che è riuscito a scendere sotto la superficie del mare senza affondare e riuscendo a vedere quello che c'era fiori, e scoprendo quindi tutto un nuovo mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
è lo stesso motivo per cui accetterei ad occhi chiusi di trasferirmi in un villaggio sperimentale in fondo al mare, o su una base creata sulla luna.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
forse sono una inguaribile romantica, o solo una incorreggibile illusa, ma io vedo ancora una speranza nel futuro dell'uomo, nonostante tutto</div>
<div style="text-align: justify;">
nonostante la sua meschinità, ma sua incapacità di andare d'accordo con se stesso, la sua cattiveria, la sua crudeltà, la sua piccolezza. nonostante sia riuscito a distruggere quasi il suo mondo natale ed ancora non abbia imparato a rispettarlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIVcLaMQK8ist_94PZbgTmAUZUk6GcPNS5_sVUXLTdZqXmGrVzmHu9ze7NkTD7EIS2GDnfo4lJtEjVVlFmiFmwx06mFobu0KTk-ZbqDkJR0zHIfvQMrFitec1pzCe7q4uO8rqxRVLXAP1T/s1600/Marte-e-Phobos.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIVcLaMQK8ist_94PZbgTmAUZUk6GcPNS5_sVUXLTdZqXmGrVzmHu9ze7NkTD7EIS2GDnfo4lJtEjVVlFmiFmwx06mFobu0KTk-ZbqDkJR0zHIfvQMrFitec1pzCe7q4uO8rqxRVLXAP1T/s400/Marte-e-Phobos.jpg" width="400" /></a>io ancora spero che un giorno quella federazione dei pianeti, che un sognatore come me un tempo immaginò e portò sugli schermi, non sia solo un sogno irrealizzabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
io spero veramente che i nostri limiti siano solo il cielo. che le nostre frontiere non siano state oramai tutte raggiunte, ma che la fuori ce ne siano di nuove e di altrettanto promettenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
spero che un giorno guardando il cielo qualcuno, in un lontano futuro, si sforzerà di vedere, lontano tra le stelle, affievolito dal bagliore di due o tre lune magari, un puntolino minuscolo,la luna di un pianeta distante ma non tanto, su cui nel lontano passato un uomo mise per la prima volta piede, dando il via all'esplorazione dello spazio.</div>
<br />
besos<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0