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Visualizzazione dei post da 2013

L'ipocrisia delle parole

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sono veramente stanca dell'ipocrisia che stà invadendo la nostra nazione. non abbiamo più il coraggio di chiamare le cose con il loro nome,e cerchiamo di dargliene uno che suoni meglio, più nobile, più elevato come se chiamare la merda Alvo la facesse puzzare meno. quando eravamo piccoli per strada gli spazzini pulivano i marciapiedi con le loro scope, svuotavano i contenitori dei rifiuti fischiettavano e salutavano noi ragazzi che andavamo a scuola se venivano salutati; i bidelli pulivano i pavimenti ed i bagni delle scuole, pulivano le aule che puzzavano sempre di disinfettante tranne quando qualche bidella di buon cuore comprava qualche detersivo profumato, riempivano le scuole di profumo di caffè che cucinavano nel loro stanzino dove accorrevano anche gli insegnanti di prima mattina, e alla ricreazione allora potevano ancora vendere le merende agli studenti, ed all'ITI di Grosseto il nostro bidello ci procurava dei panini al tonno che erano le sette meraviglie. tutto

torniamo a parlare di prostituzione

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in questi giorni mi sento di tornare a parlare di un argomento che ho trattato un po di tempo fa e che molti considerano tabù. intendo della prostituzione e delle case chiuse. sembra che nei giorni passati si sia tornati a parlare della legge Merlin e che oggi come oggi non sia poi così compatta la schiera degli "ha fatto bene" che c'era una volta. e ne sono veramente contenta. perchè la prostituzione esiste ed esisterà sempre, perchè non è un male necessario ma a volte è una scelta fatta consapevolmente e decisa a prescindere del ceto o della famiglia. prendo a spunto un programma che ho guardato proprio due giorni fa, era una puntata di forum o di uno dei suoi omologhi, non ricordo. quello che ricordo bene era il contenzioso che portavano in scena. c'era una madre che chiedeva il divorzio dal marito che non accettava e non voleva perdonare ne comprendere la figlia che aveva coscientemente e deliberatamente scelto di fare la "escort". perchè og

ma la spina dorsale oggi dove stà?

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alcune cose mi stupiscono sempre. i gay ci sono sempre stati. nella storia hanno assunto i nomi più disparati e la connotazione sociologica più disparata, dagli alievi prediletti del periodo greco e romano in cui erano considerati coloro che avrebbero aprreso il sapere dei loro maestri, ed unici depositari del vero amore perchè un uomo poteva amare carnalmente una donna ma solo con un altro uomo avrebbe trovato l'amore intellettuale e spirituale; al medioevo in cui sono stati perseguitati perchè il gesto della sodomia è inviso a Dio in quanto è contronatura e soprattuto è sprecare il seme che invece deve essere usato solo per dare frutto. nei giorni della mia infanzia erano una condanna societaria che se ti capitava in famiglia cercavi di ignorare: froci, checche, femminielli, invertiti, culi, erano il marchio di infamia di una famiglia che si ritrovava additata alla stregua di asassini o di pervertiti. oggi invece, anche se in maniera ancora piuttosto nebulosa e con qualche

a volte se ne deve parlare, della morte.

spesso si parla della vita di come la si affronta e di come sia difficile. oggi io voglio parlare della morte, e di come sia difficile da affrontare, non pre quanto riguarda noi stessi, ma per quanto riguarda gli altri , la loro morte. dicono che per poter elaborare la morte ci sano cinque diversi stadi da affrotare la fase del rifiuto in cui non si può credere che la perdita sia imminente o che ci sia stata veramente, un momento in cui non si può concepire la propia vita da li in poi senza la presenza del soggetto mancante. è una fase alterna che va dall'incredulità al dolore accecante, in cui non si riesce ad avere una netta visione di se e del mondo che ci circonda, folgorati come siamo da quella improvvisa mancanza di qualcosa che faceva parte integrante della nostra vita. ci prende una specie di inebetimento che ancora la reale forza della mancanza non ha lacerato, in cui ancora non siamo pienamente coscenti della realtà ed ineluttabilità della morte. poi viene la fase del

BUON COMPLEANNO

gli anni scivolano inesorabili e continui, a volte quasi invisibili, tanto che ti volti ed improvvisamente il giorno di ieri è lontano in modo doloroso. come polvere scivola impalpabile lontano lasciando come ricordi del suo passaggio solo quelli che si imprimono sul corpo segnando con ogni cicatrice, o ruga un suo ricordo pesante o piacevole che sia. ed anche questo sarà un altro di quegli anni che si andrà ad ammucchiare sugli altri nella clessidra della vita, ma anche questo come molti di quelli già passati e come uno di quelli ancora a venire, ha alcuni giorni che risplendono tra gli altri come polveri d'oro. ed il giorno di oggi è il giorno del tuo compleanno, un giorno per me prezioso più dell'oro perché offrì alla vita chi dopo 29 anni avrebbe poi dedicato la sua vita a rendermi la donna più felice di questo mondo. ogni giorno che passa, con i suoi problemi, i suoi disastri e le sue difficoltà, si illumina alla sera, anche se ora sempre più tardi, nel momento in cui

A PROPOSITO DEI NOSTRI AMICI ANIMALI

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sono la felice padrona di tre gatti. tre adorabili pelosini neri, con dei caratteri assolutamente personali e dei fisici altrettanto personali. c'è la vecchia, una snella gattina di dieci anni, piccola di taglia e di peso, dal pelo nero finto, nel senso ce il sottopelo è bianco come quello del padre, un birmano. ha un carattere scostante ed esigente, ma se stai male guai a chi si avvicina, poi c'è il maschio di famiglia, un torello di sei chili lungo e alto, un vero piccolo panterotto, dal carattere dolcissimo e stracoccolo, anche troppo per la verità, sono convinta che il suo sogno sia una mamma emiplegica, dalla vita in giù in modo da poter sfruttare la mia immobilità per farsi coccolare tutto il giorno. infine c'è la piccola, per modo di dire. il suo nome sarebbe Sardil, ma in realtà oramai la chiamiamo tortellina, perché ha un fisico da caciocavallo ed una testa da cucciolotta. mangia come un cane, nel senso che spazzola tutte le ciotole, e poi si stende per far pr

psicodramma

è tanto che non scrivo, persa nei miei personali mutamenti, nei problemi di tutti i giorni, nella rabbia che si accumula e che non trova uno sfogo. sono giorni, mesi, anni, di rincorrersi, di cercarsi e non riuscire a trovarsi. cerco soprattutto, sempre un motivo nuovo che mi spinga ad andare avanti, una voglia, una spinta, qualcosa che giustifici il continuo arrancare verso un futuro che si prospetta anche più difficile dei quello che non sia il presente. nuvole basse all'orizonte, non promettono pioggia ma densa afa ed io sono così stanca. procedo un po senza bussola, andando dove mi spinge la brezza e sperando di procedere e non di tornare indietro. oggi è anche caldo, quel caldo struggente, che ti entra nelle ossa e spreme ogni goccia di sudore dal tuo corpo. non mi guardo spesso, non mi piaccio più, di nuovo. non riesco a stare con me, e non riesco a stare senza di me. e non sembra che nessuno di quelli che dovrebbe abbia voglia di aiutarmi. sono stanca di prend

L'ADDIO DI UN SOGNO: ALBERTO LISIERO

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ci ho messo qualche giorno a metabolizzare la notizia, prima di poter dire qualcosa, prima di esprimermi. molti anni fa, conobbi una persona, un ragazzo, allora, che fu per me molto importante perchè cambiò molte cose nella mia vita e con le sue azione diede il via ad altri cambiamenti che mi portarono a quella che sono oggi. allora la mia passione per la fantascianza, cocente e desiderosa di comunione, era ancora tenura stretta nel mio cuoricino, non avendo sfogo alcuno. poi scoprii lo Star Trek Italian Club, e da quel momento molte cose cambiarono, molte porte si aprirono e diedero sfogo ai miei desideri ed ai miei interesi. il tutto si concretizzò un giorno, alla fiera Luccaconicx dove, passeggiando con il mio compagno di allora sentii un annuncio all'altoparlante in cui si richiedeva la presenza di Alberto Lisiero e Gabriella Cordone. Alberto Lisiero lo conobbi così, saltandogli quasi al collo in un corridoio di luccacomix sotto lo sguardo bonario di Gabriella e quel