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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

ancora sul lavoro

leggevo dello scandalo sollevato dalle affermazioni del vice ministro Michel Martone. pare che sollecitare i ragazzi a darsi una mossa, a studiare o a lasciare l'università e trovarsi un lavoro sia una cosa che non si fa. povero vice ministro che magari pensava fosse giusto. non sa che qui da noi, andare all'università per dieci dodici anni, rifiutare il 28 perché non è un 30 e rifare l'esame magari otto volte per ottenere quel voto è considerato da bravi studenti. non sanno che affrontare il mondo del lavoro dopo aver buttato dieci dodici anni all'università per uscire con il magna cum laude, e pretendere di fare quello e solo quello per cui si è studiato è la regola e che i genitori sono ben orgogliosi di questi loro pargoli allevati a pane nutella e speranze infrante dei propri genitori che vogliono per loro una vita migliore. questa convinzione, tutta italiana, per cui i giovani che pascolano per casa ancora a quaranta anni senza un lavoro, vivendo magari ancora del

oggi proprio no

non va. non va proprio. se fossi un grafico in questo momento si dovrebbero aggiungere fogli in basso per disegnare il mio indice di morale. i dolori, nonosstante il quantitativo industriale di medicine che ingurgito è sempre presenre ed a volte invalidante in maniera seria, il mal di testa va e viene, a volte forte a volte leggero come un velo che sfiora il mio cervello e gli ricodra che è li e tanto tornerà. le mia nani hanno dei dolori paurosi che mi impediscono di fare molre cose. e su tutto la stanchezza. una coperta pesante, avvolgente di soono che mi chiude gli occhi, appesantische le membra ed i pensieri. la mia dislessia gioisce della cosa ed i mei ditini battono quasi a caso sulla tastiera, fortuna che è facile cancellare gli errori, almeno quando non vi si incrociano gli occhi e rischiate di perdere ad ogni secondo. dovrei riscuotermi, farmi forza, andare avanti, essere una donna roeistente, fare su le mie cose ed andare avanti, in maniera oiù o meno metafisica. il problema

ricordi

ieri sono stata a pare il bollo della macchina. purtroppo l'agenzia dell'aci si trova sulla tuscolana, in un posto dove parcheggi non se ne trovano, quindi sono dovuta andare a piedi. la distanza non è tantissima, meno di un chilometro ma devo dire che con la mia velocità ci metto veramente una vita a fare quella distanza. al rientro sono andata dritta per via Genzano, sperando di accorciare un poco le distanze che per me sono veramente pesanti. mentre lentamente me ne andavo sul marciapiede, ho alzato la testa dal pavimento, dove la sera guardo abbastanza fisso per evitare di prendermi storte o di cadere, e mi sono guardata attorno. ed improvvisamente, per pochi secondi tutto è cambiato. ho visto quella strada di giorno, in un assolato e soffocante quindici di agosto, verso la stessa ora, ma con il sole ancora alto nel cielo. la strada è quasi deserta, nessuno in giro in una città soffocata dalla morsa del calore. chi poteva se ne è andato al mare a passare la giornata peggior