pensieri febbricitanti

stesa qui, nel mio letto di dolore, acciaccata dalla prima influenza stagionale, coccolata dall'affetto, vagamente umidiccio dei miei gatti, ho il tempo, tra un pisolino e l'altro, di dedicarmi alla visione di programmi che di solito snobbo, anche se solo tra uno zapping e l'altro.
di solito quei programmi mattutini sono assolutamente insopportabili ma oggi parlavano di libri, e quindi mi sono soffermata ad ascoltare, incuriosita, ed un po indispettita.
una signora, di una certa età, impiegata ad un livello certo molto alto nell'editoria, stava parlando del suo nuovo libro, dedicato alla cucina, ed esponeva il suo contenuto come una sorta di rivelazione: si può cucinare con i resti del giorno prima!
per chi come me, non solo cucina da una vita ma nel proprio blog ha addirittura una parte dedicata appositamente al riciclo culinario (i post di Nonna Riciclina) questo è quasi un affronto. specie se scritto da una persona che ammette senza mezze misure di occuparsi anche di rado della cucina.
mi è sembrato così banale, e così inutile sia come libro che come presentazione da essere stupita del fatto che una casa editrice si sia impegnata nella pubblivazione di una simile banalità, anche se in questo il fatto che la scrittrice fosse anche un pezzo grosso della stessa casa forse indica il motivo della pubblicazione.
però questo, unito a programmi come quello inglese in cui viene spinto il ministero del buon mangiare in una Inghilterra oramai votata al junk food, mi fa sorgere una domanda: ma è possibile che oramai la gente abbia la cucina come semplice punto di riscaldamento per cibi precotti?
possibile che non ci sia più il vecchio amore per la cucina? anche io ogni tanto cedo alle lusinghe del MacDonald, o alla pizza del pizzaiolo al taglio all'angolo, però il più delle volte sono io che mi affanno attorno ai fornelli per produrre qualcosa che non sia solo nutrimento ma anche gioia per il palato e gli occhi miei e del mio compagno, o di chi divide con noi il pasto.
io voglio essere convinta del contrario, voglio credere che la gente ancora ami la buona cucina, il piacere di costruire ingrediente per ingrediente un buon pasto, magari non sempre vista la vita frenetica a cui siamo costretti, ma almeno una volta o due alla settimana si.
almeno lo spero. è anche per questo che ogni tanto suggerisco le mie ricette, perché sono convinta che si sia gente che leggendo la ricetta venga invogliata a provarla e magari a rielaborarla a suo piacere.
almeno lo spero.

Commenti

Letizia Mucchi ha detto…
Ciao Kikka! Compolimenti per il blog, è scritto molto bene e lo trovo interessante!
La cucina per me è la parte principale di una casa, e nella dispensa della mia non deve mancare nulla! Infatti, anche se il tempo scarseggia e l'energia anche, cerco sempre di ritagliare una o due occasioni a settimana in cui mi dedico alla preparazione di un buon pasto o una buona cena. Come mi ha insegnato la mia adorata nonnina, "Il cibo preparato con amore è una medicina per l'anima."

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