vacanze: atto finale

bene, ecco che è finita anche per me il periodo di vacanze. ma prima di tirare le somme, parliamo degli ultimi giorni di vacanza che ho vissuto.
ci siamo lasciati che eravamo arrivati a Lugano.
be, che dire, Lugano è veramente un piccolo angolo di paradiso.
è tranquilla, pulita favolosamente silenziosa.
il primo giorno con quegli enormi zaini sulle spalle ce ne siamo andati in giro per la città, salendo dal centro città dove siamo andati a pranzo( al Burger King e mi sono quasi intossicata di peperoncino, ma colpa mia!!!) e dove ci siamo deliziarti di fronte ad una partita a scacchi svolta su enormi scacchiere sul pavimento a cui chiunque abbia voglia può partecipare e che da la misura del ritmo della vita li, fino alla casa dei due amici che ci hanno gentilmente accolto per i giorni della nostra permanenza. la cosa veramente buffa è che la zona che abitano loro è considerata la zona "malfamata" perché abitata in prevalenza da extracomunitari e immigrati. vi assicuro che nemmeno le zone in di Roma sono così pulite e tranquille, ma che dire, per loro quella è una zona chiassosa e incivile. mi venivano le lacrime agli occhi mentre lo dicevano.
ci siamo finalmente sistemati, scaricando gli zaini e passando circa due ore a gonfiare il materasso su cui abbiamo dormito.
il giorno dopo siamo andati a trovare un personaggio famoso sul web, Paolo Attivissimo, che io conoscevo da anni anche se non me lo ricordavo bene: ci siamo conosciti ad una convention di fantascienza tanto tempo fa. una persona simpatica e alla mano, come del resto sua moglie e le sue bambine, veramente simpatiche. abitano in un piccolo agglomerato di villini immersi nel verde e nella pace e ci hanno accolti gentilmente e rifocillati. li saluto e li ringrazio della gentilezza, anche se mi dolgo di non aver potuto passare in loro gentile compagnia un poco più di tempo.
siamo poi andati a fare un poco di spese per la giornata, e poi una passeggiata per la città. il tutto assolutamente prima delle sei e mezza perché dopo tutti i negozi chiudono, anche l'IKEA.
questo anche perché tutti hanno diritto a riposarsi secondo la visone luganese, anche i commessi.
alla sera ci siamo rilassati di fronte al proiettore di D il nostro amico di vecchia data che ha deciso di trasferirsi per poter tornare ad avere una vita decente, visto che in Italia si stava rovinando la salute con il lavoro, che a lui non manca mai, ma che qui purtroppo si vive male, per tutto quello che attorno al lavoro gira.
chi mi legge da tanto sa di cosa parlo.
il giorno dopo ci siamo concessi noi due una gita per la cittadina, che è veramente piccola e si gira il un paio di ore tutta, poi abbiamo preso un trenino che ci ha fatto girare tutto il lungo lago di Lugano, nelle sue varie parti, visto che la cittadina è composta di vari piccoli comuni uniti sotto una sola guida.
ancora spese nel pomeriggio, anche per i regali, che però abbiamo dovuto ridurre notevolmente, perché nel frattempo mia madre ci ha tolto ogni speranza di poter tornare con lei giù, visto che sulla sua macchina si è rotto oltre al blocchetto di accensione anche il motorino di avviamento; dovevamo quindi tenere via i soldi per il treno di rientro da Milano a Roma.
alla sera siamo andati in centro di nuovo a cena, nella piazza principale della cittadina, all'aperto con le stufette che riscaldavano la temperatura che si era fatta nel frattempo leggermente più bassa. ma devo dire che abbiamo goduto di tre giorni di bel tempo e di caldo, mentre la sera era piacevole mettersi il pigiamone pesante e dormire sotto la copertona.
insomma ci siamo goduti tre splendidi e rilassanti giorni, con un'aria pulita, un fresco gentile, una vita tranquilla ed a misura d'uomo.
ci sono state due cose che mi hanno colpito assolutamente una all'arrivo ed una alla partenza: all'arrivo ho visto in ogni parco dalle scatolette contenenti i sacchetti per le cacche dei cani, sacchetti pieni, sempre a disposizione di chiunque, e che nessuno toccava a meno di averne bisogno, e che nessuno rubava solo perché erano li, ed alla partenza dalla stazione, un omino che con un enorme piumino lungo stava spolverando le pensiline alte della stazione.
come dice Vizzini "INCONCEPIBBILE!!"
alla fine purtroppo è giunto il momento e siamo dovuti risalire sul treno. il viaggio verso Milano è stato tranquillo, come all'arrivo ed anche piuttosto rapido volendo, visto che Milano Lugano è al massimo un ora e mezzo.
i problemi sono giunti chiaramente al nostro rientro a Milano.
giunti in stazione ci siamo trovati di nuovo immersi in una frenesia rumorosa a cui non eravamo più abituati dopo due settimane di calma e tranquillità. usciti dalla stazione per andare a prelevare i soldi e mangiare qualcosa, come prima cosa ci siamo provati immersi in una realtà di zingari, barboni, gente che gira con sguardi torvi e ben poca gentilezza: ho provato ad essere cortese con il barista del bar della stazione e quello per poco non mi mordeva.
al bancomat chiaramente il primo non funzionava, il Mac dove ci siamo fermati era strapieno.
oltretutto mentre io reo al tavolo con gli zaini LUI è andato a prendere da mangiare e mentre cercava di uscire con il vassoio in mano non c'è stato uno che gli ha aperto la porta, o almeno ceduto il passo, ha dovuto aspettare che tutti quelli che stavano entrando fossero entrati e poi ha dovuto lottare con i piedi e la porta perché le mani erano piene, ma non c'è nessuno che abbia voglia di perdere cinque secondi del proprio tempo per aiutare un povero disgraziato ad aprire la porta.
la ciliegina sulla torta è stato il ritorno in treno: partiti dalla stazione di Milano, dopo circa mezz'ora si è rotto il treno ( mai successo alle ferrovie italiane!!) e un viaggio già lungo, i sei ore, si è trasformato in un viaggio di otto ore e mezza che ci ha sfinito fisicamente e mi ha sfinito psicologicamente.
tirando le somme, mi sono molto riposata e rilassata, ma mi sono anche resa conto che viviamo in un modo veramente troppo caotico purtroppo.
siamo così immersi in un casino continuo che ci chiudiamo in noi stessi e ignoriamo chi ci sta attorno.
una cosa che ho notato mentre ero fuori è che se sorridevo per strada c'era sempre qualcuno che mi sorrideva di rimando, non che tutti sorridessero, ma era facile una scambio di sorrisi.
quando giro per Roma e sorrido, una cosa che cerco sempre di fare perché sorridere aiuta ad affrontare la vita, la gente non mi guarda o se lo fa mi guarda quasi male, come se avesse paura che dietro il sorriso ci sia qualche strana intenzione, e forse loro non hanno torto visto che magari gli è successo qualcosa del genere.
non viviamo assolutamente più in un mondo a dimensione umana, e ci sono momenti in cui penso seriamente che forse questa non è più lamia vita.

stop

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