Olimpiche emozioni

io non sono una patita di sport. mi sfiora appena la voglia di dedicarmi alla visione di un qualche sport, e di solito l'unico che accende la mia attenzione è il rugby, che mi interessa abbastanza. ma per il resto sono molto fredda, per lo sport in generale, gelida per il calcio in particolare.
questo fino alle olimpiadi.
una volta ogni quattro anni, non so perché, ma si risveglia in me la patita scatenata. accendo la televisione appena giungo a portata di apparecchio, ovunque io sia e qualunque cosa stia facendo. anche al lavoro, dove abbiamo una televisione nascosta in un carrello per i panni, in questo periodo la prima cosa che faccio, alle sette dopo aver timbrato il cartellino ed essermi cambiata è accendere la televisione e vedere che cosa si sta svolgendo al momento.
e se non ho una televisione a portata di mano è il computer che viene sintonizzato su RAI sport per vedere le dirette.
è un febbre che mi prende ogni quattro anni e che mi lascia spossata, specie se si stratta di una nazione come la Cina, dove l'orologio è spostato indietro di sei ore e dove mi ritrovo ad andare a letto con ore di ritardo sul mio ruolino di marcia per il lavoro, solo perché le prime gare si svolgono la mattina alle sette, la, alla una di notte da noi.
ed io li davanti che guardo le prime cose che partono, mi segno mentalmente le medaglie che dovremmo vincere e che che ci sfuggono, mi arrabbio con chi non mantiene le premesse della partenza, mi esalto e soffro con gli atleti, di qualunque sport si tratti.
giusto il Badminton mi lascia tiepida, ma ho sempre odiato il volano, anche da bambina. e il ping pong: lo trovo proprio stupido non ci posso fare nulla.
credo sia una specie di recrudescenza patriottistica che mi afferra alle viscere e mi trascina in giro con la bandiera dell'Italia, a conoscenza del nostro medagliere, pronta a discutere con chiunque ne abbia voglia della prova che abbiamo dato in questo o quello sport nella giornata in corso o in quelle passate.
ne sento l'insorgenza nelle giornate precedenti all'apertura, entro nel pieno della virulenza durante l'apertura e mantengo l'infezione fino alla chiusura, con alti e bassi di interesse e di acutezza a seconda dello sport che concorre nella giornata.
a volte mi chiedo se dovrei farmi vedere da qualcuno, ed invariabilmente LUI mi risponde "si da uno bravo", ma LUI ha poco da parlare: passa le sue giornate di fronte allo schermo proprio come me, e proprio come me si esalta e si abbatte, anche se lui non si arrabbia come me per le delusioni.
e comunque siamo quasi alla fine, si tratta di resistere solo alcuni giorni ancora, vedere se riusciremo a raggiungere quota venti medaglie e magari sperare di raggiungere le venti sette anche se oramai molte di quelle che ci si era promessi...
no ecco che riparto.
prima di ammorbare anche qui chiudo.
asta luego

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