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Visualizzazione dei post da aprile, 2008

ULISSE GIRATO AL POLICLINICO

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Sabato sera hanno trasmesso la prima puntata della nuova serie di Ulisse. Il programma di Alberto Angela mi piace parecchio di solito, ma quello dell'altro ieri aveva una valenza un poco speciale per me. Per girare parte delle scene che si vedevano sono venuti da noi, nelle nostre sale operatorie, un sabato di questo inverno, e hanno fatto un poco di riprese, sia del luogo, che della attrezzatura, e noi siamo stati li a guardare mentre facevano tutto ciò. E' stato divertente vedere il lavoro che svolgevano, e anche fare una parte delle riprese che poi hanno integrato, riprese fatte durante gli interventi. Poi la cosa si è fermata e siamo stati in attesa di avere informazioni ma il tempo è passato. sino ad oggi. Eccoci a sabato sera. Il programma è stato bello, interessante e soprattutto coinvolgente anche per chi non aveva nulla a che fare con il mio lavoro. Odo, il mio orso, era tutto emozionato, guardandolo, e mi continuava a chiedere se quello era il posto dove lavoravo

lunga e diritta correva la strada...

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ieri ho letto il blog di un amico e mi ha fatto pensare. parlava della maleducazione dei pedoni che non viene assolutamente scoperta da tutti i tanti censori della guida spericolata, mentre anche quella è una piaga non da poco. sono assolutamente daccordo con questa sua opinione, ma ho molto altro che mi ribolle dentro e che mi fa arrabbiare ogni volta che prendo la macchina, o che cammino per strada. io sono stata educata alla guida da un maestro molto duro, mio padre, che non mi ha permesso di assumere quella che lui chiamava la guida da donna, cioè quella guida indolente, che non rispetta nessuna norma e che in fondo è basata sulla incapacità assoluta, sia di guida che di conoscenza della macchina. ed ora mi trovo in un mondo che lavora così male. provo così a citare alcune cose per vedere quante posso negarne. Articolo 143 "I veicoli devono circolare sulla parte destra della carreggiata e in prossimità' del margine destro della medesima, anche quando

mi ricordo montagne verdi.... e bici blu

due in un giorno solo: cavolo mi sto portando avanti con il lavoro? non so e non mi pronuncio, comunque avevo voglia di rievocare un piccolo ricordo che si è acceso nella mia anima e che si è fermato li, piccolo e caldo, come una piccola stella nel mio cuore. so tratta di una bicicletta, una semplice bicicletta. si deve risalire indietro di tanto, tanto tempo: io ancora ero alle elementari e ricordo questa splendida bicicletta, di quelle che si dicevano "da cross", tutta blu, con la sella lunga in pelle nera e il poggia spalle di metallo dietro. aveva il cambio con un enorme pomolo messo a metà della sbarra centrale, grossi pedali con i catarifrangenti, pomoli per impugnare il manubrio in plastica nera, con le frangine lunghe e nere, e un clacson di quelli a peretta al posto del campanello. era all'interno di un negozio ed io la desideravo tantissimo, ma i miei non me la volevano comprare, quindi io decisi di mettere da parte la mia paghetta per comprarmela. io so, in cos

io non so parlar ...

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Non amo parlare di politica. ho delle idee ma non sono capace di supportarle con dati, fatti, date e riferimenti, durante una discussione, quindi inevitabilmente finisco per passare per una idiota. quindi non parlo di politica. il problema è che a volte vorrei parlarne, quindi, per non fare la figura meschina, mi attacco a quelle cose che so e che ricordo, e ne parlo a livello teorico e con una definizione al quanto ampia, senza schieramenti di sorta e senza colori. in quel caso riesco a parlarne, anche perché se ne parlo come di un entità di pensiero riesco ad avere riferimenti e fatti da portare a sostegno della mia tesi. quindi, per la prima volta ne parlo anche qui. e ne parlo oggi, giorno ennesimo della politica italiana, in cui ci dovrebbe essere una svolta che tanto non ci sarà, proprio perché sono convinta che non ci sarà, e non perché non vincerà la destra o non vincerà la sinistra, ma perché chiunque vinca sarà esattamente la stessa cosa. andando a cercare nel dizionario si s

un cuore matto....

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ha ricominciato. pensavo che la cosa si fosse risolta, che non ci sarebbero stati altri colpi di testa, ed invece ha ricominciato. mercoledì notte mi hanno chiamato per una urgenza in ospedale: dissezione, quindi di corsa. sono arrivata ed ho cominciato a montare le apparecchiature, e quando ho finito, mentre aspettavo, mi sono ritrovata che l'aria che entrava nei miei polmoni era troppo poca, che il liquido nel mio corpo era sempre meno. riarsa e affannata mi sono misurata la frequenza ed eccoli li: 135 battiti al minuto, un galoppo lanciato ma che ha avuto tempo di migliorare. il medico anestesista quando mi ha tastato il polso mi ha portato fuori e mi ha steso sulla brandina, che magari in altre situazioni poteva anche essere una cosa intrigante, ma in quel momento, con la mascherina che mi sembrava un velo di piombo tra me e il respiro non è che mi abbia fatto pensare ad altro che AIUTO. quando mi ha auscultato di nuovo il galoppo si era tramutato in una corsa pazza: 160 di fre

lasciando la coscienza per un pò

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nuova settimana di lavoro, nuove turbe che attanagliano le anime, nuove malattia che mi passano di fronte e che mi lasciano oramai sommessamente indifferente: come fare altrimenti a sopravvivere alle giornate che si susseguono ogni giorno uguali a se stese? la mattinata si trascina lenta e dolente, chiusi nel loculo con le finestre oscurate, in ascolto delle voci di corridoio che commentano le circolari che girano per le stanze: chi dice che da ora in poi saremo costretti a portare il certificato anche solo per un giorno di malattia, no io ho sentito da due in poi, ma tanto a me la visita legale viene sempre quindi la cosa mi tange molto poco. altra voce che fa tremare le vene ai polsi di alcuni colleghi è che si debba assolutamente, senza defezione, timbrare la mattina alle sette, non sono ammessi scivolamenti di orario dalle otto alle due, mi raccomando. gente che prima delle otto non sporge il senso si sente morire, ma forse è solo per gli aziendali, nono, sembra che sia così per tu

I love shopping!! (con misura)

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oggi ho voglia di parlare di shopping. si una di quelle cose che portano via soldi e tempo ma che a volte sono così soddisfacenti che se ne ha proprio voglia. in questi giorni, grazie ad un arrivo inaspettato di fondi provenienti da mancati pagamenti precedenti (vedi rinnovo contrattuale e arretrati) mi sono potuta concedere qualche piccola follia, cose da poco, ma che comunque mi hanno dato una certa soddisfazione. mi sono quindi rivolta d uno dei miei posti preferiti per la spesa inutile ma soddisfacente, che poi inutile non è mai completamente: parlo dell'IKEA. mi aggiro come una drogata per quei piccoli ambienti ricostruiti, sperando un giorno di avere lo spazio e il denaro per comprare quel tavolo, quei pensili, quell'armadio, quel divano, quel letto. cammino lenta guardandomi attorno ed assaporando il piacere complesso che provo ogni volta che posso allungare la mano ed afferrare quell'oggettino che mi piace e che oggi mi posso e mi voglio concedere. si tratta di un p

luci ed ombre

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avete presente quei giorni che cominciano bene, con un bel sorriso sulla faccia, quei giorni in cui anche gli acciacchi si possono quasi lasciare da una parte, tanto ci sono e chissene, quelle giornate in cui anche il cielo ti accompagna, con un cielo limpido ed un sole caldo, una di quelle belle giornate in cui il sorriso ti spunta spontaneo sul viso, come un fiore a cui non puoi dire di no. belle giornate vero? e come è che si finisce sul letto, a carezzare la grossa e coccolosa capocciona del Merlino che ci ronfetta accanto, sentendo i miagolii della piccola che si aggira e la triste zza che ci inonda come un fiume in piena?? eppure giuro, nemmeno il dentista era riuscito a rendere meno brillante il sole, o meno limpido il cielo. no, è bastata la visita da Stefano, quell'uomo può donare la disperazione in pochi minuti, una abilità quasi magica. ma non è colpa sua infondo, sono io che quando tiro fuori quello che ho dentro alla fin fine non trovo mai nulla di particolarmente note
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E' passato molto tempo, ed oggi ho voglia di parlare delle pesti infernali che mi popolano casa. quelle tre canaglie, pronte a dividere con me il letto, che io ci sia o che non ci sia, che pretendono cibo, la mattina, appena alzata, quando ancora non mi ricordo nemmeno a che ceppo animale appartengo, che appena mi siedo mi si precipitano attorno a riempirmi di capocciate protestando a gran voce se non li coccolo perché questo è il mio solo ed unico compito in casa e possibile che non mi decida a compierlo? I tre essere sono entrati nella mia vita, piano, lentamente, in maniera sorniona ed a volte menzogniera. La prima che sia entrata in casa è stata Morgana, anche se quando lei è arrivata la casa era già di proprietà di Drago, uno splendido gattone rosso di cui ero follemente innamorata e che mi ha lasciato solo dopo tre anni di convivenza: ma quella è un'altra storia. Morgana è frutto del mio desiderio di cuccolosità che ogni tanto coglie quando sono con le difese immunitarie