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Visualizzazione dei post da 2008

un motivo importante per parlare di nuovo.

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ed eccomi di nuovo qui. so che pensavate che mi fossi persa nei meandri della rete ma sono rispuntata come la gramigna. oggi vi voglio parlare di un evento stupendo, che avviene tutti gli anni a Roma e che nonostante abbia una certa risonanza locale, a livello nazionale secondo me passa un poco in sordina, come succede ad eve nti correlati di ad altre città. Parlo della fiera della piccola editoria, chiamata anche "Più Libri Più Liberi", una vera occasione ghiotta per chi, come me, è un amante dei libri in toto, ma anche per chi cerca solo quel volume che gli stuzzichi l'appetito o ancora chi voglia fare regali di natale utili, intelligenti e di valore anche spendendo poco. e mi duole che quando ci sono queste manifestazioni legate al mondo dei libri e dell'editoria non ci sia più pubblicità sui canali nazionale degli eventi, perché queste sono cose che stimolano l'intelletto delle persone, e sono cose per cui vale la pena di spendere qualche soldo ed un po del pr

rieccomi a piangere

ne è passato di tempo dall'ultimo post, e me ne scuso con quei pochi pazienti lettori che ancora ogni tanto vengono a vedere se qualcosa di nuovo spunta da queste pagine interattive. è che per me è un brutto periodo, e voi direte, sai che novità. ma si tratta di un periodo veramente un po buio, in cui tante paranoie e tanti pensieri neri sembrano tornati ad assalirmi come un tempo anche se ora sono più forte e riesco a sopportarne meglio gli assalti. il mio corpo mi ha tradito di nuovo, e mentre cercava di guarire da una parte si è lasciato andare da un'altra. un dolore strano ad una spalla cominciato oramai tanto tempo fa, ed andato aumentando per tutto questo tempo si è ora rivelato una ernia cervicale, che mi ha completamente bloccato l'articolazione della spalla per il dolore antalgico, tanto che mi sento un'impedita e che anche la navigazione o il semplice scrivere questo post per me è una fatica non indifferente. ed io sono di nuovo sotto il fuoco di fila di ques

il pedone questo **** sconosciuto

di parlare degli automobilisti maleducati e incivili ne ho piene le tasche. oggi voglio provare a parlare di un'altra categoria: i pedoni. si tende a scusare la loro esistenza e la loro insistenza per il fatto che sono più deboli e facilmente feribili dell'automobilista medio, ma se solo usassero un briciolo di testa quando svolgono il loro compito di pedoni! li vedi lanciarsi in attraversamenti rocamboleschi e pericolosi al limite del mortale, senza minimamente guardare le strisce che scorrono placide e sicure a soli pochi metri dal loro lancio. anzi. ho visto madri col carrozzino deviare di fronte alle strisce per non rischiare di attraversare sulle stesse, quasi fossero dei luoghi di pericolo celate da sicura zona di attraversamento. ci sono anche quelli che usano le strisce, si, ma solo quando il semaforo è rosso per l'attraversamento, con le macchine che passano rombando e strombazzando rese idrofobe dal rapido passaggio di colore, mentre i responsabili dello scempio s

lettera aperta

Oggi mi voglio rivolgere al signor Brunetta, perché a volte, si spera che queste persone siano in fondo degli esseri umani con cui poter parlare ed a cui esporre le proprie perplessità ed i propri problemi, proprio come fossero normali persone, come noi. ebbene signor brunetta, io sono una donna vicina al suo modo di pensare, una esponente minorissima del centro destra, interessata alla politica in quanto la politica si interessa alla mia vita quotidiana e ne influenza l'andamento. ho accolto la sua legge sulle regole per la malattia nei lavoratori con una certa perplessità e con una certa perplessità mi ritrovo a viverla ogni giorno. le mie in vero sono più di una come perplessità, e sono di genere al quanto diverse. la prima riguarda la stessa conformazione della malattia. oggi come oggi la malattia di una persona è vincolata alla visita fiscale dalle otto del mattino alle otto della sera, con una sospensione degli arresti domiciliari di un'ora dalla una alle due. bello, a me

rientro: lo stress della modernità.

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Il ritorno dalle vacanze è sempre, almeno per me, un evento al quanto traumatico, da cui metto dei giorni a riprendermi, perché, l'improvviso calo nella vita di ogni giorno, dopo una o due settimane di calma serafica mi stride sempre violentemente sui nervi. io poi sono una di quelle donne che non ama assolutamente lavorare. nulla da dire su quelle donne rampanti che vedono la propria vita realizzata solo dopo sei ,otto ore di lavoro frenetico e caotico, in cui corrono e ordinano, telefonano e urlano come matte, per poi tornare a casa stressate ma pronte ad affrontare anche il loro compito di madre di famiglia, con la pausa settimanale per il parrucchiere e che non si staccano dal cellulare del lavoro nemmeno la notte mentre copulano con il marito. che vivano felici le loro ultra attive vite per decine e decine di anni, sono felice per loro. io però non sono così: io mi sento solo stressata e stanca quando torno dal lavoro, ben lontana dal sentirmi realizzata dal quell'impegno

vacanze: atto finale

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bene, ecco che è finita anche per me il periodo di vacanze. ma prima di tirare le somme, parliamo degli ultimi giorni di vacanza che ho vissuto. ci siamo lasciati che eravamo arrivati a Lugano. be, che dire, Lugano è veramente un piccolo angolo di paradiso. è tranquilla, pulita favolosamente silenziosa. il primo giorno con quegli enormi zaini sulle spalle ce ne siamo andati in giro per la città, salendo dal centro città dove siamo andati a pranzo( a l Burger King e mi sono quasi intossicata di peperoncino, ma colpa mia!!!) e dove ci siamo deliziarti di fronte ad una partita a scacchi svolta su enormi scacchiere sul pavimento a cui chiunque abbia voglia può partecipare e che da la misura del ritmo della vita li, fino alla casa dei due amici che ci hanno gentilmente accolto per i giorni della nostra permanenza. la cosa veramente buffa è che la zona che abitano loro è considerata la zona "malfamata" perché abitata in prevalenza da extracomunitari e immigrati. vi assicuro che ne

vacaze: ancora vivi!!

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rieccoci di nuovo all'assalto del modo dei blog, con nuove notizie dal fronte delle vacanze. dopo altri tre giorni eccoci di nuovo qui a raccontare i fatti nostri sul web, come se a qualcuno interessasse, ma tant'è sono cose vostre se non vi interessa: che ci fate qui?? va be, ho una nota un poco isterica nella mia mente, ma scusatemi, è la stanchezza che oggi mi taglia le gambe. comunque cominciamo: giovedì che  abbi amo fatto??? siamo andati a fare una nuova passeggiata, su di un sentiero che conduce ad un oratorio isolato sulla cima di un cocuzzolo, che si chiama San Defendente. questa è stata una vera bella passeggiata, con poche costruzioni ad ammorbare la sensazione di natura non dico abbandonata e selvaggia, ma almeno solo un poco domata. la salita è stata dura per me, tanto che alla fine mi sentivo le gambe di lego, ma devo dire meno dura di quanto no ricordas si la prima ascesa. l'oratorio purtroppo è chiuso e non si può visitare dentro, ed il fuori è abbastanza ab

vacanze: il seguito

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c'è voluto un poco ma alla fine sono riuscita a ritrovarmi sola di fronte al computer per continuare la narrazione delle mie ferie. lunedì papà se n'è tornato a Grosseto e siamo rimasti soli soletti noi e Mamma. alla lunga sarà deleterio lo s o ma non si poteva fare altrimenti. noi comunque dopo pranzo ce ne siamo andati a fare una passeggiata a Lovere, un paese vicino a Solto, dove risiediamo. si trova sulle sponde del Lago d'Iseo, un vero posticino vacanziero, ma all'interno ha ancora un sacco di vicoletti storici interessanti in cui se non si sta attenti è facile perdersi. abbiamo visto un paio di cose interessanti e di tipo storico, ma si trovano solo nella parte alta del paese dove andare con la macchina è un vero suicidio a meno di non avere una smart, tutte stradine iperstrette e con dislivelli allucinanti, ma piene di piccoli androni e giardinetti interni, cortili e scale a chiocciola che salgono in palazzi bui. ci sono stati dei punti in cui ci ha ricordato mo

Finalmente ferie!!

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Finalmente sono arrivate. Si finalmente anche per me, come per tutti i milioni di italiani che lo hanno già fatto, è giunto il momento di andare in vacanza. ieri è stato il primo giorno, ed è stato il giorno del viaggio, il giorno dedicato al trasbordo da Roma a Solto Collina ed io e LUI siamo finalmente volati per la nostra vacanza. Siamo partiti alle otto e cinquanta di mattina, con il treno, un Intercity, che nel giro di "solo" sei ore ci h a portato a Milano. Non amo molto quella città, ma devo ammettere che ieri c'è stato un momento in cui siamo stati contenti di essere a Milano: ci abbiamo trovato una mostra sui Beatles, in cui venivano ripercorse le date salienti della loro carriera e della loro visita in Italia. un ora passata veramente con piacere. L'unica cosa veramente mortale il tutto quel trasbordo, dalla stazione a Viale Vittorio Veneto è stata il caldo, un caldo allucinante, incontenibile, in cui mi sono sudata anche il sangue quasi. da li grazie al cie

imperante malcostume: la maleducazione!

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uno, o due giorni fa sono dovuta andare al lavoro in macchina, e mi sono ritrovata a litigare con l'ennesimo omino che aveva posteggiato la macchina dietro la mia e se n'era andato tranquillamente al mercato a farsi i fatti suoi. non era assolutamente la prima volta ma questa volta in particolare l'omino in questione ha esordito co un "e che diavolo manco ha dovuto aspettare" alla mia esortazione perché dovevo andare al lavoro, che mi ha veramente fatto andare in ebollizione. e da qui ho cominciato a elaborare questo post guardandomi attorno e cercando di capire quella che è diventata, qui a Roma, una pratica praticamente diffusissima: il farsi solo e soltanto gli affari propri a scapito del benessere di chiunque altro. ed il bello è che visto che si fa il peggio ci si aspetta tranquillamente che chiunque altro faccia altrettanto ridendo per le proteste altrui proprio perché il comportamento incivile è oramai cosa comune. l'educazione più semplice, quella che

Polpettone che passione

ieri parlavo con una amica carissima che mi ha invitato a cena da lei offrendomi il suo polpettone ma schernendosi perché non è, a suo dire, all'altezza del mio. la cosa mi ha fatto pensare che forse altri vorrebbero provare il mio polpettone, di cui onestamente vado fiera, ma che non è certo un segreto; ecco quindi la mia ricetta del polpettone che spero possa aiutare altre a far scendere l'acquolina ai loro commensali. gli ingredienti sono parecchi, ma meritano la fatica. io comincio facendo un soffritto di carote, cipolle e sedano, che se voglio strafare faccio soffriggere nel lardo della pancetta. quando sono morbide e dorate le verdure le metto nella concolina in cui amalgamo gli ingredienti e vi aggiungo carne trita, magra mi raccomando, almeno un etto a commensale, ma se volete metterlo da parte per il giorno dopo fate anche un etto e mezzo; una salsiccia per commensale, mi raccomando tritata fine, escludete assolutamente quelle con i pezzettoni di grasso dentro o maci

sono già o sono solo....

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quaranta, anzi per la precisione quaranta tre. avete mai impressione di perdervi nei ricordi, nelle ondate di rimpianti o di rimembranze, di paragonare le oggettive emozioni con le lontane ombre del loro ricordo nel passato. a volte mi sembra di vivere sospesa a metà tra il ricordo ed il presente, come se il mio passato mi tornasse a sommergere ad ondate, senza una soluzione di continuità, con una confusione di tematiche e di immagini da negare qualsiasi possibile collegamento, come un caos continuo di passato che si sovrappone al presente. vedo le gambe di una ragazze e mi chiedo quando mai le mie siano state come quelle per poi ricordare eventi in cui le mie gambe sono state più o meno principali protagoniste, nel bene o nel male, per giungere al rimpianto per in non poter tornare in nessuna maniera ad avere quelle gambe perché il tempo passa, io sono oramai sopra i quaranta ed ho lasciato dietro di me la metà del cammino della mia vita. sono pensieri sconnessi che si accavallano ne

Olimpiche emozioni

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io non sono una patita di sport. mi sfiora appena la voglia di dedicarmi alla visione di un qualche sport, e di solito l'unico che accende la mia attenzione è il rugby, che mi interessa abbastanza. ma per il resto sono molto fredda, per lo sport in generale, gelida per il calcio in particolare. questo fino alle olimpiadi. una volta ogni quattro anni, non so perché, ma si risveglia in me la patita scatenata. accendo la televisione appena giungo a portata di apparecchio, ovunque io sia e qualunque cosa stia facendo. anche al lavoro, dove abbiamo una televisione nascosta in un carrello per i panni, in questo periodo la prima cosa che faccio, alle sette dopo aver timbrato il cartellino ed essermi cambiata è accendere la televisione e vedere che cosa si sta svolgendo al momento. e se non ho una televisione a portata di mano è il computer che viene sintonizzato su RAI sport per vedere le dirette. è un febbre che mi prende ogni quattro anni e che mi lascia spossata, specie se si stratta d

sedici di agosto.

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sedici di agosto. ieri era ferragosto, domani sarà domenica. ed io sono una di quei pochi che in questo splendido ponte estivo si sente depressa: ho lavorato il quattordici, sto lavorando il sedici e lavorerò lunedì al rientro di tutti dalle giornate di festa. non so perché in fondo mi senta così giù: è stata una mia scelta quella di non prendermi le ferie in estate, di rimandare fino a settembre, di farmi delle ferie tranquille, ma il lavorare mentre tutti sono al mare mi da una sorta di uggia. so che non dovrei lamentarmi: in fondo quest'anno non sono nemmeno stata reperibile, e me ne sono stata a casa ieri, mentre il collega, che reperibile lo era si è lavorato tutta la giornata, fino a notte. ma forse è questo, ieri che avrei potuto, invece non ho fatto nulla in definitiva. me ne sono stata a casa a fare le faccende, ho sistemato la casa, ho fatto la doccia, ho dormito fino a tardi e mi sono fatta un pisolino anche nel pomeriggio... in definitiva nulla. che avrei potuto fare? a

Salsa di cipolle e ritorni

è passato tento tempo da quando ho pubblicato l'ultimo post, e devo dire che la voglia di tornare a scrivere non era tanta, forse perché ancora non ho superato l'amarezza dell'evento che scrissi, forse perché il caldo di questa estate impietosa sta distruggendo poco alla volta la mia resistenza riducendomi a una povera cosa che si muove tra casa e lavoro con sempre meno forza e voglia. però alla fine mi sono fatta forza ed eccomi di nuovo qui, a digitare frasi sconnesse ed a volte incoerenti per il pubblico fruitore delle mie pagine. e siccome non ho altre novità da portare alla pubblica conoscenza, ecco che ho deciso di immettere su queste pagine anche cose diverse dalle mie solite scempiaggini: le cose diverse sono ricette e modelli, tanto per fare qualcosa di istruttivo e anche un poco perché mi veniva da rosicare a vedere tanti altri bellissimi blog che parlano di cucina e di moda. ecco quindi che oggi inauguriamo il nuovo ciclo di etichette con una ricetta particolare.

da domani non lo so...

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qualche tempo fa sul blog e sul forum di un blogger che frequento on line abbiamo affrontato un argomento abbastanza odierno: perché siamo sempre più chiusi in noi stessi quando siamo in mezzo alla gente, meno disponibili a collaborare con gli altri, ad essere di aiuto. allora risposi dicendo che siamo spaventati da quello che ci circonda, che siamo guardinghi. oggi mi sento sicura di poter ribadire la mia affermazione di allora. io sono una persona che è sempre stata disponibile ad aiutare chi mi avvicinava per strada, convinta che se oggi allungo una mano verso un mio simile, domani se ne avessi bisogno qualcuno potrebbe farlo con me. ho fatto la stessa cosa oggi. ero appena salita in macchina, ed avevo appena messo in moto, poggiando la borsa vicino a me, quando un giovane, tranquillo, in inglese con una faccia un po persa, mi chiede come fare ad arrivare da una parte di Roma che sulla cartina risulta completamente all'opposto, come riprendere la metro che non trova. non era la

siamo tutti moderni

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la moda di oggi è liberale, comoda, permette di essere se stessi e di vivere con il minimo di ingombro possibile. solo che ci sono cose che veramente urtano qualsiasi tipo di buon gusto. ed io odio profondamente le magliette sopra ombelicali e i calzoni a vita bassa. odio più i seconde dei primi e odio particolarmente la combinazione dei due. non si tratta di rosicatura semplice. adoro le minigonne e i miniabiti, e non me li posso permettere nella stessa identica maniera. odio soprattutto i calzoni a vita bassa per l'orrenda figura che fanno fare al fisico femminile. anche il più bel sedere del mondo con quei calzoni pare un culo basso, e se già non sei benedetta da un gluteo alto e sodo, con quei calzoni pare che tu lo abbia appoggiato sul poplite, per chi non lo sapesse, piega posteriore del ginocchio. si tratta di un effetto papera veramente triste che se unito a quelle magliette raso ombelico che oggi vengono portate senza alcuna vergogna sopra a rotoli di morbida ciccia che si

una storia importante

oggi doppio post, ma questa è una cosa troppo importante per non pubblicarla. girando per gli altri blog ho trovato questa storia, che mi ha commosso e che sento sia giusto far leggere a chiunque passi, perché rende l'idea di cosa l'amore possa essere. " ... a proposito di gatti schifiltosi,siccome la nana nera mangia svogliatamente, e Mamit si agita e sta male nel vedere quella ciotolina lasciata a metà, cerca di stuzzicarla con nuovi sapori, nuove mousse, croccantini diversi. Oggi, dunque, spedizione nel supermercato ben rifornito dove sa di trovare qualche sfiziosità in più. Era lì, meditabonda, a guardare ogni scatoletta, ogni bustina;-) , ogni marca per trovare le pappe giuste, quando si accorge che accanto a lei c’è una signora anziana, con 3 scatoline in mano e l’aria altrettanto meditabonda. Le 2 si guardano e la signora, desolata, le dice “io sono una pensionata e vivo sola con la mia Tigre, e devo tirare la cinghia per arrivare a fine mese... le pipette Frontline

Zabaione al caffè

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oggi prendo al volo l'occasione offerta da uno dei blog che frequento in questo periodo, che lancia l'iniziativa per il suo compleanno, e metto una ricetta al caffè per partecipare ad un meme. si tratta di una ricetta che riguardi il caffè e che sia poi mandata anche allo stesso blog, ed io, amo il caffè , per il suo sapore e per il suo aroma quindi ho accettato ben volentieri il suggerimento, non so nemmeno che sia in effetti un meme ma voglio provare a farlo, visto che mi piace l'idea quindi eccomi qui. la ricetta è invero piuttosto semplice ma piacevole: si tratta dello zabaione al caffè e cannella come lo facevo io fino a che facevo il caffè a casa. si fa in caffè e vi si pone un cucchiaio di cannella a marinare mentre è ancora bollente, in modo che estragga l'aroma ed il sapore. nel mentre si prepara lo zabaione con le uova fresche, se siete in campagna viene sicuramente meglio perché altrimenti il chiaro d'uovo fa fatica a montare. lo zabaione, per chi non lo

parure simil corallo ed ematite

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dopo aver girato tanto per i vari blog mi sono decisa a dare una spallata al mio dandogli un nuovo contenuto. ho quindi deciso di rendere anche io pubblica la mia capacità creativa, anche perché rosicavo un poco guardando solo le bellissime cose che le altre fanno. eccomi quindi qui a fare un nuovo tipo di post, cioè una bella presentazione su qualcosa da me prodotto.+oggi sfrutto quindi il lavoro che stò facendo per un forum, un concorso tra amiche e lo pubblicizzo qui. sto creando un a parure in pietre simil corallo ed ematite. sono partita da quattro collane di pietra rossa simil corallo, che ho smontato e rimontato in nailon elastico, alternandolo a piastre a due buchi di ematite. con l'ematite ho anche creato il pendente. ho usato delle chiusure simili per il bracciale e per la collana. ora sono alla ricerca di un paio di orecchini argento da smontare perché le parti metalliche della parure sono argento, mentre gli orecchini che ho a disposizione sono tutti oro. appena tro