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Visualizzazione dei post da ottobre, 2007

storie di famiglia

piove. e come sempre quando piove, oltre ad uscire ogni più piccolo dolore escono anche i pensieri scuri, l'introspezione malinconica, la voglia del silenzio e del guardarsi dentro. ed allora perché invece di farlo solo con la mente non farlo anche con le dita? allora voglio parlare nel dettaglio di ciò che ho avuto nella mia vita infantile, voglio farvi conoscere la mia famiglia, e voglio che lo si legga sapendo che io amo le persone di cui parlo e che oltre a quello che dico in queste righe hanno anche dei pregi che però in questo momento non contano. amo moltissimo i miei familiari, al punto che i primi tempi al di fuori della famiglia per me era stata una esperienza estremamente dolorosa, ma anche la convivenza con loro è sempre stata estremamente difficile, ed è diventata ora come ora impossibile, per periodi che superino qualche giorno. mio padre è spettacolare, simpatico e spigliato, ma ha il mio carattere quindi già questo causa di continui attriti, in più è sempre stato es

(19/10/07) visite di famiglia

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siamo alle solite: adoro andare dai miei ed odio andare dai miei. mi mancano immensamente quando non li vedo, ed il rivederli mi riempie sempre di una gioia immensa, diamo e riceviamo una gran quantità di affetto, di amore, che ci riempie l'anima e ci fa sentire felici e vicini. ma nello stesso tempo si sente una costante rabbia inespressa che cova sotto la cenere, una tensione che sprigiona scintille ogni volta che il discorso scende sotto l'argine di sicurezza. cose di cui non è consentito parlare, altre che hanno più di una versione e di una interpretazione. ed allora ci si muove come in una danza, sottraendosi dove si può allo scontro, aggirando l'ostacolo, ignorando le stoccate, anche se colpito, per evitare il duello che inevitabilmente causerebbe morti e feriti. e dove lo scontro scoppia, se possibile non venire coinvolti, ignorarlo, facendo finta di niente, parlando d'altro con chi fa la stessa cosa e lasciare chi combatte da solo, per non essere feriti, e per n

un fine settimana bestiale.

oggi giornata campale che prelude ad un fine settimana altrettanto frenetico. la mattina passa come al solito al lavoro, tra alti e bassi, senza nulla di nuovo, poi qualche ora con mau perché non ci vedremo per niente questo fine settimana, almeno fino a sabato sera. pranzo con lui, poi alle quattro da Stefano, che come ogni volta cercherà di demolire un'altro pezzettino di quella diga che ho dentro di me e che mi impedisce di scorrere naturalmente, come dovrei. alle cinque di corsa a cercare un regalo per mia sorella e la sua tesi e per la piccola di Carlo e il suo battesimo. quindi a casa a finire di preparare la valigia, pronta per partire entro le otto, cosa che dovrò comunicare anche ai miei che dovranno passare a prendermi alla stazione. poi domani. ci leviamo alla mattina, non so a che ora per andare a Siena dove finalmente, dopo tanto, Flavia discuterà la sua tesi, un evento degno di essere immortalato dalla macchina fotografica che ho già carica e pronta. poi ritorno a Gro

l'imperscrutabile disagio dell'anima

sono giorni di cambiamenti. cambia il tempo, e finalmente sembra che il brutto giunga e porti con se un poco di sano freddo, di quello che ti fa desiderare che torni il caldo, che arrivi di nuovo l'estate. cambia la vita di mia sorella che finalmente dopo quasi venti anni di università riesce a laurearsi anche se ancora l'aspetta il periodo d'internato. e cambio anche io, anche se non so se in meglio o in peggio; mi sento in questo momento apatica e poco incline al movimento ma sento che dentro di me cova il cambiamento, tutto sta a capire cosa vuole cambiare, perché io ancora non sono riuscita a capirlo. me lo chiedo dall'ultima seduta con Stefano, quando il nervosismo era così palese da essere quasi ridicolo, ma il motivo mi era oscuro e lontano, e me lo sono chiesto ogni giorno da allora ma ancora una risposta non sono riuscita a darmela. sento che c'è qualcosa che reclama una vita, che vuole uscire e concretizzarsi, ma non riesco a capire di cosa si tratti: son