come nasce l'amore

anche oggi mi sento in vena di ricordi, ma voglio andare a fatti più recenti. voglio ricordare con voi un momento magico per la mia vita, cioè quando ho conosciuto il mio compagno di vita, Maurizio.
Non era un periodo particolarmente brillante, almeno a livello economico. in quel momento ero legata ad un'altro ragazzo ma quella relazione era al quanto soffocante e cominciava a starmi stretta al collo ma sono anche il tipo che se vuole va avanti anche con il giogo. avevo accettato un lavoro al quanto particolare in quel periodo: si trattava di rimettere in piedi una riproduzione in scala 1:1 della plancia della Enterprise classica, la 1701, che era stata costruita alcuni anni prima da altri soci dello STIC e poi abbandonata in un magazzino. una volta rimessola in piedi, nel corridoio centrale della stazione Termini, avrei anche dovuto occuparmi della vendita di libri per la casa editrice che sovvenzionava l'opera, la Fanucci.
Fu in quella situazione che conobbi per la prima volta Maurizio. io ero in ginocchio a stendere ed incollare moquette, con una tuta che era già vecchia e lisa allora, prima che uno strato di colla e colore vi si depositasse, i capelli in una pettinatura assolutamente indecifrabile, e fari schizzi che decoravano il mio viso in un maquiage al quanto bizzarro. di fronte a me si pararono due giovani, in jeans e giacca, camicia e occhiali scuri, zaino sulla spalla e devo ammettere che non ricordo se Mau aveva anche la cravatta o meno, ma ci sarebbe stata perfetta comunque nell'insieme. si presentarono come soci del club venuti per incontrare l'ammiraglio, cioè il fondatore del club (si parla sempre dello STIC) e rimasero a dami una mano per montare un pezzo al quanto pesante di scenario. era l'ora di pranzo e decidemmo di andare tutti a mangiare in un MacDonald al di fuori della stazione ed in quella occasione successe la prima cosa che fece breccia nel mio cuore. Lui cercò di scardinare uno dei sedili, imbullonati al pavimento, per farmi galantemente sedere. a parte il ridere per la situazione al quanto ridicola la cosa mi affascinò assolutamente tanto che rimasi colpita da quello starano giovane che si vestiva come un avvocato in vacanza. fu una fortuna che anche lui venisse scelto nella rosa dei venditori perché questo ci permise di frequentarci parecchio e di capire quanto fossimo simili per modo di pensare, ironia e interessi.
una cosa però mi impediva di pensare a lui come ad una possibile conquista sentimentale,ed era l'età. abbiamo dieci ani di differenza, a mio sfavore chiaramente, e questo mi rendeva al quanto scettica sulla possibilità che un ragazzo del genere, che vedevo con tante qualità e tante attrattive potesse essere attratto da una come me, che vedevo con tanti problemi e tanti difetti.
la nostra amicizia crebbe per mesi rendendoci sempre più vicini e partecipi dei problemi l'uno dell'altro al punto che stava diventando un problema: io paragonavo il mio rapporto con lui e vedevo quanto sempre più soffocante fosse quello con l'altro.
fu quando lui un pomeriggio mi disse che si voleva trasferire in Inghilterra che io decisi di giocarmi il tutto per tutto: non potevo permettermi di perdere l'unica possibilità di avere qualcuno che era veramente quello che desideravo da una vita. aspettai il giorno in cui ci ritrovammo soli al parco che mi giocai la mia carta. lo baciai: o ricambiava o scappava.
quando ricambiò quasi non ci credevo e solo dopo scoprii che anche lui per i precedenti mesi si era fatto gli stesi problemi e la sua decisione di andarsene era proprio dovuta a quella convinzione che avevo anche io, che qualcuno di così distante in età non potesse valutare l'altro come possibile compagno. sono contenta che tutti e due ci si sbagliasse perché da allora non c'è stato più un giorno senza gioia nel mio cuore.

Commenti

Odo Sassofrasso ha detto…
Solo una cosa...
Com'è che il mio avatar ha gli occhi cattivi e un ghigno poco rassicurante?
E' così che mi vedi?
M.

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