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arriva il capodanno

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Anche questo natale è passato. portandosi via la stanchezza dei viaggi che devo fare ogni natale, la gioia di fare e ricevere una marea di regali, la felicità di rivedere le facce di coloro che ricevono i doni, che consumano il cenone tutti assieme, del rivivere i natali passati e del giocare e ridere assieme in attesa della mezzanotte. è passato il cenone del venti quattro, il pranzo del venti cinque, il compleanno del venti sei, è passato il tempo del natale e si avvicina quello del capodanno, quindi tutti si spogliano delle vesti rosse e oro che allietano il natale, delle palle colorate, dei festoni d'oro e verdi, per avvicinarsi alle vesti eleganti e da sera, per la notte in cui tutto deve finire perché tutto continui. quella del capodanno è un'altra notte molto particolare per me, in cui voglio, anzi pretendo se posso, di fare cose che siano assolutamente al di fuori della norma. questo perché è una notte significativa, è la notte in cui muore un anno, che sia stato buono

Arriva il Natale

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Siamo a Natale. per me è il periodo dell'anno più bello in assoluto. non so perché, ma quando ci avviciniamo a questo periodo il mio viso si deforma mostrando in continuazione uno sciocco sorriso imbambolato, mentre canticchio a mezza voce carole natalizie a tutto spiano. passo per le vetrine, guardando rapita le cose che vi sono esposte e sognando di poterle ricevere ma soprattutto di poterle regalare, e non cose normali. NO! troppo semplice. cose come questa http://www.youtube.com/watch?v=fQBNB_yDGWE che giuro, se ricevessi a Natale probabilmente mi manderebbe ai pazzi per la gioia. regredisco ad uno stadio infantile di perfetta gioia e letizia, in attesa della notte in cui tutti si apriranno i pacchi e tutti riceveranno doni e spereranno di aver regalato la cosa giusta a tutti. passo le mie giornate cercando su you tube o similari canzoni di natale e carole varie, mentre mi scarico tutto ciò che di natalizio suona. viaggio con due CD pieni in macchina in modo da poter sentire
Sto attraversando uno dei miei periodi di stasi comunicativa, e per questo è un poco che non scrivo nulla sul blog, ma in effetti solitamente credo che sia meglio non scrivere nulla che scrivere anche quando non si ha nulla da dire, proprio per non sparare aria fritta come fanno oramai troppi. ed invece eccomi qua, passando sulla lista del segnalibri che mi viene fuori l'indirizzo, e mi accorgo di non scrivere nulla da tanto e mi dico, ma scriviamo qualcosa. sono alla fine caduta anche io nell'ingranaggio che ci vuole tutti sempre pronti a parlare di noi, ad aprirci, a comunicare. e invece no: sono arrabbiata con il mondo in questo momento, sono rosa da una ira interiore che non ha una origine e non ha uno sfogo e non ho voglia di parlare, di dirvi come ho passato le mie giornate, o come sono stata negli ultimi giorni. non ho voglia di comunicare con chicchessia , eppure mi ci trovo costretta ogni benedetto giorno, perché questa è la nostra vita, il doverci incontrare ogni gi

felinamente

Ho letto un piccolo capolavoro che mi ha commosso e che ho deciso di pubblicare perché merita di avere udienza da chiunque possa leggerla. SIR THOMAS TRYUT E' stranamente freddo il focolare, pur se la fiamma guizza scoppiettando, i ninnoli che un tempo sfavillavano sembrano opachi, lividi, diversi. Perché sul panno dove s'assopiva quel piccolo batuffolo di pelo s'apre adesso uno spazio desolato che nessun fuoco vale a riscaldare. Il giardino gelato ed il sentiero accorati sospirano al ricordo del cacciatore dagli occhi silvani che più non sosta immobile in agguato. Se come i greci antichi ci dicevano, nel folto della selva e fra i cespugli hanno dimora fauni e amadriadi, piangono anch'essi lacrime sincere. Piangono a sera quando col tramonto l'autunno fa rivivere i ricordi delle mille gioiose capriole che Tom inanellava in mezzo a loro. Piangono i fauni: mentre il mondo greve senza lacrime passa indifferente presso il piccolo tumulo ne

quando la realtà fa intrusione

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Oggi volendo potrei parlare di molte cose che mi riguardano, del mio fine settimana sconvolgente, del senso di nervosismo infinito che ho provato in questi giorni, o del ritorno al lavoro, dei problemi che in questi giorni stiamo affrontando. invece devo ammettere che un evento della vita reale è entrato prepotentemente nella mia attenzione e mi spinge a voler dire la mia anche io, in un coro di voci che si alzano e che urlano per farsi sentire molto più forti della mia. mi riferisco alla morte di quel giovane tifoso laziale sulla strada di Arezzo a causa di un colpo sparato da un poliziotto. inanzi tutto va detto che l'errore di partenza è imputabile solo e soltanto al poliziotto: con che arroganza si è permesso di intervenire, da due corsie autostradali di distanza, su uno scontro che nel frattempo si era già quasi sedato, a colpi di pistola. ma cosa è passato per quella testa nel momento in cui ha sparato? è vero, ha ucciso un ragazzo. ma se per caso quella pallottola sparata, m

revisionismo storico

oggi ho questa idea fissa, questo che sarà il leit motiv di tutta la mia giornata: il revisionismo storico. quanti di voi hanno vissuto l'interpretazione degli eventi nella propria vita, legati ad eventi personali, di famiglia o di altri? i miei sono dei maestri nel revisionismo storico, in confronto nemmeno gli egizi che riuscirono a cancellare intere epoche o vite di faraoni sono nessuno. tutto ciò che è successo nella mia vita prima ho poi è stato sottoposto a revisionismo storico, tutto ha visto le forbici del censore o la penna del correttore di bozze, che ha modificato qui, accorciato li ,a volte interamente riscritto l'evento, o cancellato come mai successo. io soffro per mio conto di amnesia storica, forse indotta anche da questo nascondere il passato quando non era perfetto per il momento, ma alcune cose della mia vita le ricordo, bene, e so che si sono sfolte in una determinata maniera, mentre nella memoria collettiva della famiglia, questa stessa memoria varia a seco

storie di famiglia

piove. e come sempre quando piove, oltre ad uscire ogni più piccolo dolore escono anche i pensieri scuri, l'introspezione malinconica, la voglia del silenzio e del guardarsi dentro. ed allora perché invece di farlo solo con la mente non farlo anche con le dita? allora voglio parlare nel dettaglio di ciò che ho avuto nella mia vita infantile, voglio farvi conoscere la mia famiglia, e voglio che lo si legga sapendo che io amo le persone di cui parlo e che oltre a quello che dico in queste righe hanno anche dei pregi che però in questo momento non contano. amo moltissimo i miei familiari, al punto che i primi tempi al di fuori della famiglia per me era stata una esperienza estremamente dolorosa, ma anche la convivenza con loro è sempre stata estremamente difficile, ed è diventata ora come ora impossibile, per periodi che superino qualche giorno. mio padre è spettacolare, simpatico e spigliato, ma ha il mio carattere quindi già questo causa di continui attriti, in più è sempre stato es

(19/10/07) visite di famiglia

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siamo alle solite: adoro andare dai miei ed odio andare dai miei. mi mancano immensamente quando non li vedo, ed il rivederli mi riempie sempre di una gioia immensa, diamo e riceviamo una gran quantità di affetto, di amore, che ci riempie l'anima e ci fa sentire felici e vicini. ma nello stesso tempo si sente una costante rabbia inespressa che cova sotto la cenere, una tensione che sprigiona scintille ogni volta che il discorso scende sotto l'argine di sicurezza. cose di cui non è consentito parlare, altre che hanno più di una versione e di una interpretazione. ed allora ci si muove come in una danza, sottraendosi dove si può allo scontro, aggirando l'ostacolo, ignorando le stoccate, anche se colpito, per evitare il duello che inevitabilmente causerebbe morti e feriti. e dove lo scontro scoppia, se possibile non venire coinvolti, ignorarlo, facendo finta di niente, parlando d'altro con chi fa la stessa cosa e lasciare chi combatte da solo, per non essere feriti, e per n

un fine settimana bestiale.

oggi giornata campale che prelude ad un fine settimana altrettanto frenetico. la mattina passa come al solito al lavoro, tra alti e bassi, senza nulla di nuovo, poi qualche ora con mau perché non ci vedremo per niente questo fine settimana, almeno fino a sabato sera. pranzo con lui, poi alle quattro da Stefano, che come ogni volta cercherà di demolire un'altro pezzettino di quella diga che ho dentro di me e che mi impedisce di scorrere naturalmente, come dovrei. alle cinque di corsa a cercare un regalo per mia sorella e la sua tesi e per la piccola di Carlo e il suo battesimo. quindi a casa a finire di preparare la valigia, pronta per partire entro le otto, cosa che dovrò comunicare anche ai miei che dovranno passare a prendermi alla stazione. poi domani. ci leviamo alla mattina, non so a che ora per andare a Siena dove finalmente, dopo tanto, Flavia discuterà la sua tesi, un evento degno di essere immortalato dalla macchina fotografica che ho già carica e pronta. poi ritorno a Gro

l'imperscrutabile disagio dell'anima

sono giorni di cambiamenti. cambia il tempo, e finalmente sembra che il brutto giunga e porti con se un poco di sano freddo, di quello che ti fa desiderare che torni il caldo, che arrivi di nuovo l'estate. cambia la vita di mia sorella che finalmente dopo quasi venti anni di università riesce a laurearsi anche se ancora l'aspetta il periodo d'internato. e cambio anche io, anche se non so se in meglio o in peggio; mi sento in questo momento apatica e poco incline al movimento ma sento che dentro di me cova il cambiamento, tutto sta a capire cosa vuole cambiare, perché io ancora non sono riuscita a capirlo. me lo chiedo dall'ultima seduta con Stefano, quando il nervosismo era così palese da essere quasi ridicolo, ma il motivo mi era oscuro e lontano, e me lo sono chiesto ogni giorno da allora ma ancora una risposta non sono riuscita a darmela. sento che c'è qualcosa che reclama una vita, che vuole uscire e concretizzarsi, ma non riesco a capire di cosa si tratti: son

è arrivata la bufera...

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neanche ci fosse stato qualcuno che era li, a leggere il mio blog per accontentarmi. la mattina imploro un poco di ristoro e la sera le cataratte del cielo si aprono e riversano litri e litri di acqua sulla città di Roma, rendendo l'aria più fresca, e le notti riposanti. certo, c'è stata la controindicazione che io ero in giro proprio quando le cataratte hanno deciso di aprirsi, in canottiera, e che mi sono presa una parte di quella acqua col risultato di tosse, mal di gola, naso un poco chiuso e un po di febbre, ma questo non frenerà certo il mio entusiasmo, finalmente un poco di fresco e di ristoro per questa città sotto assedio. l'ho già detto, non sono mai stata una fanatica del freddo e del gelo, ma dopo due estati ed un inverno in ebollizione non vedo l'ora di un inverno con i contro fiocchi, di un respiro di sollievo. ed eccomi accontentata: sono due giorni che il cielo è coperto ed il tempo inclemente, le temperature miti. finalmente ho rimesso le magliette a ma

ancora caldo

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Ed eccoci qui a sperare di nuovo che arrivi l'inverno. siamo praticamente ad ottobre, il giorno si viaggia tranquillamente a mezze maniche e se ci si muove troppo si suda, la sera si potrebbe mettere un maglioncino di cotone, ma non è indispensabile, la notte, un leggero lenzuolo basta ed avanza. si parla di peggioramenti, di arrivo della brutta stagione, di alluvioni al nord, nevicate ad alta quota, ma sembra tutto così distante in un clima di lento e caldo autunno, che non promette certo un inverno più rigido di quello dell'anno scorso. mi ricordo due estati fa, quando l'ondata di caldo anomalo fece tremare tutti: si pensava che una estate così torrida avrebbe aperto le porte ad un inverno estremamente rigido e disastroso. disastroso l.o fu davvero: caldo estivo in pieno dicembre, si girava a mezze maniche anche vicino a natale, io non ricordo di aver messo i maglioni più di una decina di giornate in tutto, e forse esagero. e questo inverno? vorrei tanto il freddo, vorrei

giorno dopo giorno

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I giorni passano, abbastanza uguali tra di loro da non dare adito ad una netta consapevolezza del loro trascorrere, e se questo da una parte è preoccupante, perché è come se la vita a volte mi scappasse di tra le dita come granelli di sabbia, dall'altra non me ne dolgo troppo, perché giunge alla svelta il fine settimana, in cui mi rifugio nel nido di casa e chiudo fuori le rotture le brutture e le arrabbiature. si perché tutto al lavoro è ritornato esattamente come al punto in cui l'ho lasciato, nulla di nuovo, anzi, qualcosa di ancora più vecchio che non se ne vuole andare. Ma non importa, non troppo per lo meno. io mi limito a chinare le spalle, chiudere il cappotto sulle piogge di rotture e scocciature ed andare avanti, dalle sette alle tredici, poi alzo la testa, guardo il campo di battaglia, spolvero le spalle dai residui e cammino fuori. ancora posso farlo, dopo una settimana le mie energie sono sempre fresche, mi permettono sempre di difendermi da tutto e da tutti. spero

ancora rabbia nelle strade

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nuovo giorno e nuovo motivo di rabbia. oggi voglio levare una vibrante protesta a nome di tutti i cittadini che come me vivono a largo dei colli albani. quella è una zona felice, quasi un'oasi del parcheggio, dove con un poco di pazienza la macchina la puoi lasciare anche non troppo distante da casa, e dove i poveri disgraziati che, volendo alleggerire il traffico urbano, vogliono lasciare la macchina nel parcheggio di scambio non hanno troppe difficoltà a farlo. tutto questo fino a fine agosto, primi di settembre. dopo di che comincia quello che è definito il migliore mercato del libro scolastico usato di Roma e del Lazio. visti i costi proibitivi del mandare un figlio a scuola al giorno d'oggi trovo che la cosa sia estremamente encomiabile, e da premiare, se non fosse che una sequela di venti, trenta camion, invade tutta una parte del parcheggio di scambio, del parcheggio del mercato, e ogni anno una parte più grossa, tanto che questo anno non è stato raro trovare camion non

ecco di nuovo la rabbia che sale

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Uffa. sembra impossibile ma la maggior dose di stress che si accumula in questa per altro splendida città è dovuta al traffico. anche oggi per venire al lavoro, un percorso che di notte mi richiede al massimo quindici minuti, mi ha portato via più di trenta cinque minuti, il tutto per una serie di cose che fanno rizzare i capelli dalla rabbia. si va dai lavori in corso in piena ripresa del periodo scolastico\lavorativo, la gente, che quando scatta il semaforo ha ottomila cose da fare in macchina prima di decidere a partire, quelli che devono assolutamente girare a destra tagliando tre file di macchine, dopo essersi messi sulla sinistra per fare i furbi e passare davanti. altri che vanno a dieci, venti chilometri orari, al solo scopo credo di rendere idrofobi gli altri guidatori chiaramente, e oltre tutto lo fanno rimanendo in mezzo alla strada, sordi alle decine di clacson che gli suonano dietro la schiena. questa città è un posto meraviglioso, peccato che regalino le patenti agli ango

si ricomincia!!!!

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Ed eccomi tornata. sono tornata si dalle ferie, ma forse, e dico forse, sono anche tornata in forze. ci sono una serie di cose che abbiamo deciso, io e puccio, di fare, di mettere in atto, di concedere attenzione a determinate cose, che ci dovrebbero restituire un poco di vitalità, di voglia di fare, di forza di agire. una di queste è la dieta: da oggi, i cibi che cucinerò saranno al minimo di olio e condimenti vari, cercheremo di alternare carboidrati e proteine, limiteremo il pane, niente più bibite gassate compresa, sigh, l'acqua che cercheremo di bere liscia. il tutto unito ad un'altro piccolo impegno, quello di fare un poco di ginnastica ogni sera: niente ore di palestra, non ne avremmo nemmeno la forza oltre alla spesa, ma qualche flessione, qualche addominale, un poco di streccing, cose del genere, per rimettere in movimento il nostro povero corpo appesantito ed impigrito. poi vorremmo riuscire ad essere un poco più vitali, quindi cercare di uscire qualche volta la sera

quando la creatività chiama....

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periodo frenetico questo: nel senso che la mia creatività freme e gorgoglia e si da da fare attivamente. ho in mente di farmi un nuovo costume per le convention di fantascienza, ma è una cosa al quanto complicata e sto perdendo le mie notti ed i miei giorni alla ricerca di immagini sempre migliori per poter creare quello che voglio: il costume di Luminara Unduli o di Barriss Offee . per chi non lo sapesse, a parte vergognarsi, si stratta di due jedi , anzi di una maestra e di una padawan , di guerre stellari, e vi posso assicurare che la cosa non è assolutamente facile. Forse voi direte che in fondo non sembra così complicato, ma io sono una pignola, una di quei precisino rompini che vorrebbe trovare la stoffa giusta e la giusta pelle e il giusto trucco per essere il più possibile vicini al costume originale. sono una di quelle che disegna il modello per svariate volte, che si mette li con l'ingrandimento per vedere il tipo di disegno che ha la stoffa il tipo di cucitura che

arrivano le vacanze

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eccoci, l'agosto finalmente volge al termine, e dico finalmente perché io un caldo del genere non lo avrei potuto sopportare un'altro mese, e si avvicinano i giorni di settembre e finalmente VACANZE!!!!!!. si le agognate ferie, i desiderati giorni di indolenza e di pigrizia, le gite nei posti mai visti o nei soliti posti senza il problema che domani mi devo alzare presto che lavoro e stanotte sono reperibile (cosa del resto vera, come sempre uffa). oramai i giorni sono pochi ed io li vedo passare, lenti e dolorosi, ma passano. pochi soldi per lunghe vacanze in lidi lontani, quindi brevi vacanzine in lidi vicini, pace, tranquillità e tanta rilassatezza, niente ospedale, colleghi, storie varie, chiusi i cellulari di servizio, acceso solo quello della mamma e degli amici, solo sole aria fresca, se ci si riesce un poco di mare, e tante passeggiare, tanto sonn o arretrato, tante coccole e risate. ho amici che stanno godendo la loro giusta siesta in posti lontani ed esotici; un poco
oggi è una giornata no. una di quelle giornate il cui il caldo ti opprime alla gola, il cielo ti schiaccia le spalle, le voci sono suoni stridule nelle orecchie, giorni in cui una fame terribile ti divora ma tutto quello che mangi non ha il sapore che vorresti ed appare quasi insipida, in cui hai una sete da arsura ma tutta l'acqua di questo mondo sembra incapace di spegnerla. oggi le cose che guardo mi appaiono piatte e senza vita, i pensieri sono auto distruttivi e disperati, la voce è monocorde. io mi sento vuota e spenta come una vecchia lampada e vado avanti solo per inerzia, senza spinta ne voglia. capitano giornate no; a volte pi+ù spesso a volte meno spesso, e sono giornate che nascono e si formano dal primo aprirsi degli occhi, dai primi momenti della giornata, quando aprendo gli occhi ti accorgi di come tutto sia coperto di una strato di immobilità e di morte. sono quelle giornate in cui è più facile fare cazzate che irritino gli altri, o spingere nel verso sbagliato una

malinconica lamentazione di un giorno come tanti

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Oggi è sabato. un sabato che avrei passato molto volentieri dormendo, carezzata dalla frescura appe na riguadagnata da questa stagione riarsa, e che invece mi tocca passare al lavoro, con gli occhi gonfi del sonno che non hanno avuto, e la testa pesante delle cose che vorrei fare ma che alla fine non farò. oggi mi sento malinconica mentre guardo dalla finestra ed ascolto il vociare delle infermiere fuori dalla mia stanza, occupate nel rifornimento, svogliate dalla mattina, garrule come giovani oche alla guazza. io penso a Maurizio, in questo momento placidament e addormentato, o a Merlino che sarà dalla mia parte del letto, con le zampine sotto la testa, nella posizione che di solito assumo io quando dormo. oppure a Sardil che si sarà acciambellata sul gioco e dormirà con la pancia mezzo esposta e la linguetta tra le labbra, rosa ed appena visibile, mentre la coda a piccoli scatti si muove nel sogno. oppure alla vecchia, Morgana, che si è ricavata un angolino da batcaverna sotto i DVD

piove, guarda come piove...

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Piove. Quella pioggia stentata e appiccicosa che scende quando il cielo è arido da tanto. Una pioggia che libera gli odori dell'estate trattenuta, riarsa, una estate che è cominciata quasi l'estate scorsa, senza soluzione di continuità, senza speranza di una fine e di un principio per mesi. Erano ben quattro mesi che non una goccia toccava il bollente asfalto delle strade, un periodo infinito di arsura e di sofferenza, in cui le forze scemavano dal corpo col sudore e i sali minerali, mentre il carattere crollava, arricciandosi ai bordi come bruciato, divenendo crudele e cattivo per la sofferenza dell'arsura. Invece oggi piove. Quando sono uscita stamane, alle sei e mezzo, l'aria fresca, frizzante, mi ha carezzato e dato una carica che oramai da mesi non sentivo, una sensazione di benessere, avvolgente come le folate leggere di vento che mi carezzavano le spalle nude asciugando il velo di sudore che nonostante tutto il movimento mi creava. Poi la giornata è trascorsa le
il caldo soffocante è tornato, picchia selvaggiamente sulla schiena, curvandola, sulla testa annebbiandola e sulla voglia spegnendola. ho poca volgia di parlare, di scrivere, di comunicare, ma mi sono imposta di scrivere ogni tanto per non adottare la scusa che è tanto che non scrivo quindi non vale la pena di continuare. quindi solo due parole per mantenere spente le scuse e spingermi avanti.
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Oggi voglio parlare di una nuova forma di intrattenimento on line, o meglio di una forma che io ho scoperto da relativamente poco e che ha conquistato in breve la mia attenzione. si tratta dei browser game, come potete vedere dai vari link che ci sono al lato della pagina. intanto di che si tratta?sono videogiochi giocabili via internet tramite un qualsiasi brower e per browser si intende il gestore delle nostre navigazioni in rete che sia Mozilla o explorer. si gioca sconnettendosi al sito del gioco, senza scaricare di solito nulla e gratuitamente. spesso la grafica è scarna o inesistente e si risolvono per lo più in giochi gestionali, che da gestire sia un personaggio, un castello o un territorio. si interagisce in maniera più o meno diretta con gli altri giocatori anche se di solito è una interazione a due, visto come commercio \ scontro \ guerra \ lotta e quanto altro comprenda l'ambientazione del gioco. per quanto riguarda può essere la più disparata, ci sono giochi di ambien

Brucia ragazza, brucia...

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Non è passata. è li, ribollente sotto la superficie, pronta a scattare come un cobra al primo segnale, a volte così forte da serrarmi la gola. Però oggi non è sola. c'è un dolore sordo che le pulsa accanto, e che ne segna i confini, c'è una stanchezza assoluta, che mi spezza le gambe e mi fa camminare per la sala in mezzo ai colleghi come fossi uno zombi. è una di quelle giornate che se non fossi la responsabile dell'intervento passerei a controllare il magazzino con lo stereo nelle orecchie per chiudere fuori il mondo perché è una di quelle giornate in cui vorrei che il mondo fosse solo fuori. eppure è una di quelle giornate che riacquista un significato per qualcosa che non ti aspettavi, come le risposte che ho trovato al post di ieri. non me le aspettavo, se devo essere sincera, non perché non sappia che c'è gente che mi è accanto anche solo con le parole ed il pensiero, ma perché era così assoluto quello che provavo ieri che mi sembrava impossibile meritasse una ris

un pensiero in due tempi

Io sono una agnostica scettica, ma comincio a pensare che ci siano strane trame soprannaturali che brigano alle mie spalle. Oggi è giovedì, e come ogni giovedì da alcuni mesi oramai ho l'appuntamento con il mio Caronte personale, che traghetterà la mia anima per un'altro pezzetto di strada. eppure come ogni giovedì qualcosa ha fatto si che io non dormissi o dormissi solo qualche ora, che io sia stanca come se mi avessero steso e battuto con un battipanni, e che la mia mente sia annebbiata come fossi sotto tranquillanti. è come se oramai fosse per me una abitudine andare da lui con le difese completamente stese a terra pronta a soggiacere a qualunque indagine ci sia da fare, senza la forza di protestare. certo, l'analisi scorre molto meglio in questa maniera, certo quello che viene fuori è sicuramente più facile da far uscire che in una situazione di mente attenta e vigile. però comincio ad essere distrutta da questa sequenza devastante per la mia mente ed il mio fisico. ino

Grandi sarti? ma mi faccia il piacere!!!

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Quella che faccio ora è una domanda che credo almeno una volta deve essere passata nella mente di molte donne, donne normali intendo, non donne il cui giro vita corrisponda a quello di un braccio di chiunque altro. la domanda è: ma come possono chiamarsi sarti di alta moda le persone che fanno quei vestiti che passano in passerella alle sfilate? non è una polemica sterile sulle modelle anoressiche, ed intendo sterile perché fino a che una grande sarta che si schiera contro queste modelle farà affermazioni come "io faccio modelli per una 38 40 sono loro troppo magre" continuerò a pensare che è tutta una farsa. no, la mia è una affermazione di ordine quasi professionale. onestamente mi divertirebbe molto vedere queste grandi firme, questi bei nome, che si fregiano del titolo di sarto, far dei vestiti che facciano apparire belle le donne normali, quelle che ogni giorno passeggiano per la strada e vanno a fare la spesa, e non quei manici di scopa su cui qualunque cosa appendi sta

le stagioni perdute

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credo che per me sia una strana estate questa. una estate in cui non mi sembra di essere in estate, un momento della mia vita in cui non mi accorgo bene dei passaggi di stagione, di tempo, dei cambiamenti. forse si può parlare di distacco dovuto al fatto che, non avendo figlie e non andando più a scuola da tanti anni, non sento questo cambiamento come le famiglie composte da più componenti, di cui almeno uno o due piccoli. però mi è sempre sembrato di sentire questo cambio. forse si è trattato di questo strano inverno, caldo come una lunghissima primavera, che ci ha lasciato stremati di caldo di fronte ad una estate ancora più calda. ma anche questa è una giustificazione che non mi riesce a convincere. ho in realtà una strana sensazione, come di vivere una sorta di sospensione nello scorrere del tempo e delle cose, come se la mia intera vita fosse in sospeso, in attesa di qualcosa che però non vedo ancora ed ancora non immagino nemmeno. una sorta di limbo temporale, in cui devo continu

penso che un sogno così...

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Io sono in cura. Sono in terapia da uno psicologo, che piano piano mi sta aiutando a far emergere delle situazioni, e sensazioni, che sono sepolte, profondamente, dentro di me e che anche non volendo mi influenzano nella vita di tutti i giorni. sono in terapia da alcuni mesi e devo dire che piano piano sto cercando di capire cosa è quello che nascondo tanto bene anche a me stessa, ma è un lavoro lungo e difficile che mi lascia spesso spossata e dolorante come se invece di una seduta psicologica avessi fatto un incontro su un ring. ultimamente però sembra che qualcosa sia cambiato, e questo grazie ad un sogno che faccio da alcuni giorni e che abbiamo cercato di capire assieme a Stefano, così si chiama il mio terapista. In realtà non si tratta di un sogno vero e proprio ma per arrivare a quello che è vi devo spiegare gli antefatti. io per addormentarmi a volte uso degli accorgimenti, delle immagini che mi aiutano a concentrarmi, a rilassarmi e quindi ad addormentarmi; dei passaggi, de